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Autore: Jasmine_dreamer    15/07/2015    1 recensioni
Mi ricordo il profumo di Oliver, le sue mani incrociate alle mie, i suoi occhi verdi.
L'amore, l'alcol, le sigarette e l'erba, si respirava tutto.
La spiaggia era buia, tutti erano tornati a casa, e Oliver mi aveva appena vista piangere.
Un amore clandestino, un amore durato una sola estate e da lì a breve sapevamo che i nostri sguardi non si sarebbero più incrociati.
Oliver si muoveva dentro di me, rendendomi sua per sempre.
"Nicole.." gemette: "Ti amo."
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Arrivai a casa alle 2.18, tutto taceva poiché dormivano tutti.
Guardai Chris dormire beato nella culla, quanto amavo quel piccolo esserino che cresceva e faceva progressi giorno per giorno.
Il respiro era regolare, la boccuccia semi-aperta e gli occhi erano socchiusi.
Di tanto in tanto lo vedevo ingoiare la saliva, il ciuccio era appoggiato alla sua guancia sinistra che era appoggiata al cuscino.
Mi tolsi i vestiti rimanendo in intimo, mi misi una maglietta di mio padre e mi infilai nel letto, sotto le coperte.
Riuscivo ancora a sentire l’odore di Oliver, e mi cullò facendomi addormentare.
La mattina seguente, mi svegliai con il pianto di mio figlio.
Mi avvicinai alla culla e realizzai che stava facendo un incubo, così lo accarezzai sulla schiena e lui si svegliò allungando le braccia.
Lo presi e pianse per circa 10 minuti, poi si calmò quando gli misi il ciuccio.
Appoggiò la testa sulla mia spalla, sentivo i battiti del suo cuoricino accelerati, il respiro affannato.
Strinse con la mano destra il colletto della mia maglietta ed io strinsi, dolcemente, lui.
“Va tutto bene, piccolino.” Sussurrai.
Lui si calmò, scese ed andò a salutare Karen e Laika.
Suonarono il campanello, doveva essere papà.
Aprii la porta e il suo sorriso fece sorridere anche me.
“Buongiorno principessa!” esclamò.
“Buongiorno mio re!” lo abbracciai.
Mio padre era ufficialmente diventato una delle persone più importanti della mia vita, riconquistandomi il cuore proprio come da bambina che mi portava a cavalcare.
“E dov’è il principino?”
“Nonnno!” Christian arrivò correndo, lanciandosi su di lui.
Papà lo prese in braccio facendolo girare e Chris rise.
Una volta pronto il pranzo ci sedemmo a tavola.
“Allora.. com’è andata ieri sera?” domandò mio padre.
“Bene, abbiamo mangiato e abbiamo parlato, riso, scherzato.. e poi mi ha baciata.”
“Sono contento ma..” guardò Christian e poi tornò a me.
“Non gliel’ho detto, papà.” Abbassai lo sguardo.
“Ma andiamo Nicole, che cosa aspetti?”
“So che avrei dovuto dirglielo papà, ma tu non capisci..” sentii gli occhi gonfiarsi di lacrime: “è stato tutto come ai vecchi tempi, so che avrei dovuto parlargliene, e mi sento una persona orribile perché glielo sto tenendo nascosto, ma.. non voglio perderlo di nuovo.”
“Tesoro..” si alzò avvicinandosi a me e mi prese la mano: “vedi, il fatto è che lo saprà. Quindi è meglio che glielo dica tu, perché se lo scoprisse da solo sarebbe molto peggio.”
“Lo farò, papà.. solo non ora.”
Si alzò e uscì a fumare.
 
 
Oliver:
 
Avevo appena terminato di lavorare, così decisi di scrivere a Nicole.
 
“Hai impegni per stasera?”
 
Dopo circa due minuti mi arrivò la risposta.
 
“No, sono libera.”
 
“D’accordo, passo a prenderti alle 20.00”
 
Lei mi inviò un pollice, bloccai il telefono e me lo misi in tasca.
Salii in macchina e andai a casa, mi feci la doccia, mi cambiai ed andai a prendere Nicole.
Suonai al campanello, e mi aprì Karen.
Tornai in macchina e aspettai Nicole, che arrivo dopo qualche minuto.
“Buonasera bellezza.” Mormorai.
Lei mi baciò ed andammo al ristorante.
Passammo la serata tra vino, risate e chiacchierate.
Una volta terminata la cena salimmo in macchina e le chiesi: “Bene, è venerdì sera, domani non lavoro. Sono ancora le 22.30, dove vuole andare, signorina.”
“Mi faccia vedere dove vive, signorino.” Sorrise.
“Agli ordini, capo.”
 
Nicole:
 
Entrammo nell’hotel dove alloggiava Oliver e la signorina nella hall mi squadrò da capo a piedi.
Poi si voltò verso Oliver, facendo la sgualdrina: “Ciao Olly, come stai?” domandò. Che vocina irritante.
“Tutto apposto grazie. Tu?”
Lei mi guardò male e rispose: “Bene, tieni le chiavi.”
La ringraziò con un cenno del capo, mi sentivo i suoi occhi addosso e così lo baciai e sorrisi alla moretta.
Una volta saliti in camera, Oliver mi domandò: “Allora che te ne pare? Bel posto, eh?”
“Sì, non c’è male.” Sorrisi.
“Prova il materasso, è ad acqua, una figata assurda.”
Ci buttammo insieme all’indietro, ed una volta atterrati iniziammo a ridere insieme.
Poi ci guardammo e dopo qualche nanosecondo lui mi poggiò la mano sul viso e mi baciò.
Il bacio si faceva sempre più intenso, la sua mano passò dal viso alle spalle, poi alla coscia e poi mi toccò il seno.
I nostri respiri erano affannosi, e il desiderio era palpabile.
Mi tolse la maglietta e abbassò il reggiseno, si mise su di me ed iniziò a baciarmi il seno.
Io tolsi la sua maglietta e conficcai le unghie nella sua pelle, graffiandolo.
La sua mano scendeva sempre di più, arrivò ai leggings, iniziò ad accarezzarmi le intimità con i vestiti sopra e poi andò sotto.
Mi accarezzò il clitoride e poi mi spogliò.
Mi assaggiò con le labbra, baciandomi dolcemente per poi passare alla lingua che mi esplorava imperterrita, riuscivo a sentire il piercing che aveva.
Il desiderio in me ardeva sempre più.
Mentre leccava, infilò anche un dito dentro ed io afferrai le lenzuola con entrambe le mani e le stingevo, mentre sentivo il mio corpo volere sempre di più.
Gemetti.
Lui infilò il membro dentro di me ancora prima che potessi accorgermene, dopo quasi due anni, Oliver mi stava di nuovo rendendo sua.
Iniziò a muoversi dentro di me e il mio corpo sussultava ad ogni spinta, che era sempre più forte della precedente.
Lo sentivo mio, lo sentivo dentro di me.
“Nicole..” gemette: “Ti amo.”
Un flashback di quella ultima sera mi balzò in testa.
“Ti amo anche io.” Mormorai eccitata.
Pregai perché quel momento non finisse mai.
   
 
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