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Autore: MuchLoveNoah    15/07/2015    1 recensioni
Noah Regan si trasferisce all'estero per portare avanti i suoi studi. Incontrerà quattro ragazzi un pò strani, ma tutto sommato simpatici, durante il suo soggiorno. Non può immaginare a cosa la porterà questo incontro.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Capitolo 3
 
-“E questa è l’ultima”- disse James poggiando a terra un borsone di non so bene cosa –“beato Brad che si è defilato”- disse ironicamente.
-“Ha avuto culo. Oggi doveva andare alla Berklee per finire delle registrazioni. Arriverà che la parte peggiore del trasferimento sarà passata”- aggiunse Connor.
Io ero seduta sul divano, una delle poche cose ancora presenti in quella stanza. Ero circondata da scatoloni, valigie, borse e oggetti vari sparsi per terra. Nello stesso momento entrò Ariana, era sudata, e visibilmente affaticata, aveva con sé le sue tremila valigie non del tutto chiuse e si perdeva cose andando in giro. Appena chiuse la porta lasciò cadere il tutto a terra, e la sua roba non fece altro che aggiungersi al mucchio già presente. Sbuffò, poi mi guardò e sorrise. Era una ragazza un po’ eccentrica, ma era dolcissima- e si vedeva.
-“Che ore sono?”- chiese poi di colpo. Guardai lo schermo del cellulare- “Le 10.30”- dissi distrattamente.
-“Sono in ritardo, miseria”- disse cominciando a frugare in una delle sue borse.
-“Ritardo per cosa? Siamo giustificati dalle lezioni Ari”- dissi
-“Lo so, appunto”- la guardai con aria confusa-“ mi  vedo con qualche ragazza spagnola del campus. Se sto con loro sento meno la mancanza di casa mia”- disse sorridendo. Annuii. Sembrò aver trovato quello che cercava, poi prima di varcare la soglia si ricordò di qualcosa e ricominciò a frugare. –“Ho qualcosa per voi”- la guardammo incuriositi- “ecco!”- tirò fuori una lavagna di plastica extralarge. La guardammo tutti interrogativi.
-“E’ una lavagna per segnare dove saremo a che ore. Così almeno sapremo se saremo qui soli o ci sarà qualcuno, e se vogliamo evitarlo”- disse ridacchiando.
-“Ehi, non siamo così male”- disse Tristan risentito. Ariana appoggiò la lavagna su una mensola, poi salutò velocemente e scomparve dietro la porta. Eravamo rimasti io, Tristan, James e Connor. Mi alzai dal divano e guardai meglio la lavagna: avevo le lezioni della mattina tutti i giorni in compagnia di Ariana e qualche mattina anche con tutti i ragazzi. Il pomeriggio avrei condiviso letteratura con Brad e Tristan, mentre Connor e James erano iscritti a cultura inglese, ma non sarebbero venuti tutti i pomeriggi a causa delle lezioni alla Berklee.
-“Come hai detto che si chiama la tua amica?”- disse James rivolto nella mia direzione, mentre si sedeva sul divano.
-“Ariana, perché?”- dissi incuriosita. James sembrò bloccarsi per un attimo e poi rirendere coscienza.
-“Niente. E’…carina”- Connor e Tristan iniziarono un coro di ‘uuh’, e James abbassò lo sguardo ridendo. La cosa mi fece ridere.
-“Potresti parlarle intanto. Giuro che non se la tira come sembra, devi solo catturare la sua attenzione”- dissi tranquillamente. Lui fece un’espressione sconsolata.
-“Mi sa che per il momento l’unica cosa che catturerò sarà un posto sulla panca da addominali della palestra”- disse alzandosi e prendendo un borsone- “ci vediamo stasera”. E così, in meno di 10 minuti, eravamo rimasti solo in tre. Io decisi di sdraiarmi sul divano, mentre Connor e Tristan spostavano le cose dal pavimento. Aprii il mio Instagram, e comparvero in home molte foto delle persone che conoscevo, qualche amico. Mi sembrava di vivere in una dimensione parallela, e mi sentivo come se le vite delle persone con le quali avevo condiviso 18 anni di vita si fossero bloccate con la mia partenza. Purtroppo però non era così.
-“Di chi è questa roba?”- disse Tristan alzando un sacchetto dal pavimento. Riconobbi il sacchetto di Marshalls.
-“Di Brad, siamo andati a prendere i vestiti l’altra sera”- di scatto le facce d Tristan e Connor si fermarono contemporaneamente sulla mia.
-“Lo so che è strano, ma me l’ha chiesto lui”- mi guardarono doppiamente male- “Già, quello gliel’ho consigliato io”- dissi soddisfatta mentre Connor tirava fuori il maglione grigio. Stavolta Tristan e Connor si scambiarono un’occhiata sotto il mio sguardo confuso.
-“E’ davvero così anormale?” – chiesi seriamente.
-“Insomma”- disse Tristan facendosi avanti- “Brad è uno molto insicuro riguardo al suo aspetto, e quando compra vestiti o roba simile deve andarci da solo altrimenti si sentirà a disagio il 90% del tempo”- disse prendendo posto sul divano.
-“Brad insicuro?”- dissi poco convinta
-“Lo so, lo maschera bene. Poi non avrebbe motivo a dire la verità. Cioè, guarda Connor, lui non si fa problemi eppure sono entrambi alti un metro e un toast.”
-“Grazie amico”- disse Connor sarcastico. Tristan gli rivolse un sorrisetto.
 Brad insicuro, non lo avrei mai detto. Era una persona che amava stare al centro dell’attenzione, si metteva in gioco ed ero ancora dell’idea che avesse un ego smisurato. Non erano proprio le caratteristiche di un insicuro.
-“Comunque devo andare anche io, allenamenti di calcio”- disse Connor. Improvvisamente mi venne un dubbio.
-“Ma nessuno di voi viene oggi pomeriggio a lezione?”- chiesi
-“Nah, siamo giustificati”- disse Connor scettico
-“Per la mattinata”- precisai io
-“Faremo finta che di aver capito che era anche per il pomeriggio, questo era il piano”- disse facendo spallucce e chiudendosi la porta dietro. Mi venne da ridere per la sua risposta.
-“Dai ragazza seria, se anche salti le lezioni il prof non si metterà a piangere”- disse Tristan ridendo e dandomi un pugnetto al fianco.
-“Ma non è per questo”- disse ridendo insieme a lui.
-“Sìsì lo so, è che sei appassionata e ami le lingue”- disse Tristan dopo essersi alzato ridendo e imitandomi. Io lo guardai interrogativa.
-“Lo so, ieri sera mentre preparavamo la roba Brad ci ha fatto una testa così”- disse serio. Il suo commento mi fece ridere. Poi Tristan rischiò quasi di inciampare su un qualcosa, gli imprecò dietro e gli diede un calcio, che portò l’oggetto quasi ai miei piedi: uno skateboard. Lo osservai meglio, era in legno con rifiniture nere e una stampa sul retro.
-“Di chi è questa meraviglia?”- chiesi mentre osservavo lo skateboard attentamente. Mi ricordava molto quello che avevo a casa. Lo avevo sin da piccolissima e avevo imparato ad andarci con tanto impegno e tutto da sola. Era una delle cose che più mi era dispiaciuto lasciare.
-“Oh no, non dirmi che vai anche tu sullo skate altrimenti Brad non la finirà più di parlare di te”- disse serio. La sua faccia mi fece ridere.
-“Certo che Brad chiacchiera davvero tanto. Ci conosciamo da pochissimo eppure mi ha nominata già così spesso. Ha preso la nostra non-amicizia proprio sul serio”- dissi distrattamente. Tristan si bloccò e mi guardò come se all’improvviso avesse capito qualcosa.
-“Direi proprio di sì” disse serio guardandomi. Riprese poi a sistemare le sue pile dei cd sulla mensola. Riconobbi la grafica di “Songs about Jane” dei Maroon 5.
-“Ti invidio sai?”- lui mi guardò interrogativo- “Ascolto i Maroon 5 da sempre, ma ho cominciato a collezionare da poco. Ormai quell’album non si trova più”.
-“Tieni”- disse porgendomi il cd. Lo guardai per un attimo, quasi non mi sembrava vero.
-Te lo ridarò subito, promesso”- dissi seria
-“Puoi tenerlo, ormai l’ho sentito così spesso che lo so a memoria”- non sapevo ancora se avrei accettato ma le sue parole mi fecero così tenerezza che mi scappò di dargli un abbraccio, cosa che non facevo mai. A sorpresa il suo mento era esattamente sopra la mia testa e per quanto preso alla sprovvista mi sembrò che quell’abbraccio gli fece piacere tanto da ricambiarlo.
-“Che fai, alla fine oggi mi lasci anche tu sola a lezione?”- chiesi io
Tristan mi guardò e sorrise per la mia faccia finto-triste.
-“Va bene dai, ma vengo solo per i fottuti crediti”- disse ridendo.
Finì di sistemare i suoi cd, poi mi disse che ci saremmo visti direttamente in sede dato che prima della lezione doveva passare alla Berklee ad aiutare Brad. E così rimasi sola. Decisi di tirare via dal pavimento le valigie e mettere i miei vestiti finalmente in un armadio. Me la cavai per circa un’ora dopo di che cominciai a stufarmi, andai in bagno e cominciai a prepararmi per la giornata dato che ero ancora in simil-pigiama. Dopo la doccia indossai un maglione oversized bordeaux, jeans chiari e vans, poi presi la mia giacca di pelle e lo zaino e uscii anche io con l’intenzione di prendere il pranzo.
In mensa c’era troppa gente a quell’ora, così misi due involtini primavera in un sacchetto e andai alla fermata della metro. Il mio viaggio fu breve e arrivai tranquillamente in anticipo, nell’atrio trovai Tristan che mi aspettava come promesso. Ci recammo in classe e per due ore rimanemmo lì e seguimmo la lezione su Oscar Wilde, a me era davvero piaciuta e quel corso aveva centrato in pieno le mie aspettative. Tristan era certamente meno interessato, era evidente che fosse lì solo per i crediti, in compenso continuò a scrivermi battute e cose stupide sul banco, e alcune mi fecero davvero ridere. Insomma, avevamo trovato il modo di far passare il tempo.
L’insegnante ci diede il via libera per uscire ed io e Tristan camminavamo velocemente nel corridoio. Ad un certo punto rallentò il passo.
-“Brad mi scrive se abbiamo voglia di andare al Walmart a cercare i mobili per la stanza con tutti gli altri, ti va?”
In realtà mi andava, ma non capivo se anche Tristan lo volesse. Dopo che era venuto a lezione solo perché glielo avevo chiesto e mi aveva dato un pezzo della sua collezione di cd l’ultima cosa che volevo era ringraziarlo lasciandolo solo in college.
-“A me sì”- disse rivolgendomi un sorriso
-“Andata allora”-
Arrivammo al Walmart dopo poco, e lì fuori c’erano James, Connor, Brad e Ariana ad aspettarci. Brad mi accolse con un sorriso e non perse occasione per prendermi in giro dato che avevo frequentato le lezioni anche quel giorno. Ci ridemmo su tutti quanti e chiacchierammo del più e del meno.
Decidemmo di dividerci per velocizzare le cose: Connor; James e Brad avrebbero cercato i mobili nell’altro reparto, mentre io Ariana e Tristan avremmo cercato stampe quadri e qualcosa di arredamento per rendere le stanze più vivaci.
Avevo appena adocchiato una stampa di New York, in bianco e nero che sarebbe stata perfetta per il muro in salotto. Era davvero bellissima, e Ariana e Tristan la approvarono. Notai però che la confezione era in uno scaffale altissimo e non c’era nessuno dell’assistenza in giro.
-“Non ci arriveremo mai a prenderla lì su, ed è troppo tardi per chiamare quelli dell’assistenza”- dissi scettica
-“Ma va, sali sulle mie spalle e la prendiamo lo stesso”- disse Tristan. E così feci: continuavo a dire di andare due passi più avanti, uno più indietro, mentre Ariana e Tristan ridevano come matti.
“Eccoci coni mobili”- disse Connor. Vidi arrivare anche James, mentre Brad si era fermato impalato un po’ più indietro.
-“Fermo!”- dissi a Tristan, e così riuscii a prendere la mia amata stampa. La guardai, ero proprio soddisfatta.
-“Allora, che ne dite?”- dissi mostrandola agli altri. James mi mostrò un pollice in su e Connor un sorriso, mentre Brad fissava Tristan.
-“Poteva farsi male”- tutti lo guardammo interrogativi, mentre non staccava lo sguardo da Tristan
-“No che non poteva, la tenevo e non l’avrei fatta salire se non fossi stato certo di poterla tenere”- disse Tristan tranquillamente.
-“E quando l’avresti accertato? Forse mentre ridevate quando l’avevi in spalla?”- disse in tono di attacco.
-“Smettila sto benissimo, non ho cinque anni. E poi ho insistito io per prendere la stampa”- dissi calma.
Brad si voltò velocemente allontanandosi e ci dirigemmo tutti alla cassa. Io e Tristan eravamo rimasti indietro.
-“Mi dispiace che abbiate litigato per colpa mia, se vuoi ci parlerò io”- dissi intono di scusa
-“Ma no, lascia stare. Lui è un tipo così, stasera farà un po’ di scena e domani sarà tutto apposto” disse rivolgendomi un mezzo sorriso.
Finalmente arrivammo in college, Brad ci aveva preceduto, non aveva aiutato a scaricare nulla, era tornato in camera e si era chiuso in quella che era la stanza che divideva con James. Io ero sinceramente dispiaciuta, Tristan tranquillo e così Connor e James. Ariana era dispiaciuta perché mi vedeva giù, e infatti mi disse che la mattina dopo sarebbe andato tutto bene. Le sue parole mi fecero piacere, e mi addormentai con quel pensiero in testa.

  
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