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Autore: Lady White Witch    16/07/2015    6 recensioni
[Scritta in collaborazione con IMmatura. Grazie a te, che supporti sempre i miei scleri]
'' Si, ma le mie scorte di dolci sono al sicuro?'' Questione di priorità, dopotutto.
‘’ Temo di no, altezza ‘’ fu la risposta del ragazzo, ancora ansimante per la corsa.
'' Come?''
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Ariovisto voltò il viso verso l’altro, e con un’espressione che avrebbe fatto raggelare il sangue nelle vene a chiunque, disse:’’ Com’è possibile che non siano ancora nate? Eppure le profezie che abbiamo trascritto erano chiare!’’
" Colpa di come scrivi tu i numeri nelle profezie, tutte stanghette, crocette, letterine... non si capisce un cazzo e poi uno sbaglia decennio. "
‘’ Quindi, adesso che facciamo?’’
L’Oracolo fece spallucce.
‘’ Tocca inventarci qualcosa… beh, che ne dici di utilizzare i loro genitori? Sarebbe preferibile scegliere le madri, ma in caso di necessità andranno bene anche i padri.’’
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"Riesco a rintracciare solo i padri..."
"Usiamoli, allora!"
"Ma che cazzo dici? Secondo te si mettono a svolazzare in vestitini sexy?"
"Vedi che non siamo su Italia 1, si può fare. Il crossdressing al pubblico piace!"
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: 2p!Hetalia, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FrUk Collection - Quando una rana e un coniglio... '
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Appunti

The Guardians – Se loro sono gli eroi, siamo spacciati

 

 

Capitolo 2
Piani più o meno geniali e incontri predestinati: siamo in una fan fiction o in un fumetto della Disney?

 

 

 

 

 

 

 

 

Meridian
 Base dei ribelli
Citta’ infinita
   


Illuminati appena dalla luce delle torce che avevano portato con loro, il capo dei ribelli, Elizabeta, una donna alta dai capelli mori,  illustrò ai suoi uomini il piano che, da sola, aveva architettato rimanendo sveglia giorno e notte.
La Città Infinita era un labirinto di gallerie e passaggi segreti. Nessuno era mai riuscito a farne una mappa dettagliata, era un’impresa a dir poco titanica. Scoperta da Elizabeta dieci anni prima, per caso (lei stava scappando da delle guardie a cui aveva preso  in prestito il pranzo) era diventata la base dei ribelli, un luogo sicuro in cui rifugiarsi e poter sfuggire alle ire, e ai cupcake , del principe reggente.
‘’ Il piano è questo: stanotte ci introdurremo nelle cucine, facendoci aiutare dai nostri informatori. Beh… in realtà ne sarebbe rimasto solo uno, ma gli altri hanno avuto la sfortuna di mangiare dei cupcake del principe. Dovrà essere un lavoro pulito, che non lasci tracce. Ci manca solo che Oliver riesca a raggiungerci fin qui.’’
‘’ Cosa che stava facendo la settimana scorsa – le ricordò gentilmente Vlad, il suo auto nominato braccio destro stronzo e acido come pochi abitanti del Metamondo – Se non fosse stato per qualcuno (ossia me), saremmo tutti nelle segrete… o in carcere, in attesa di mangiare una delle sue schifezze.’’
Elizabeta alzò un sopracciglio.
‘’ Oh, tu ricorderesti questo? – iniziò, ironica – Da che ricordo io, invece, a farci perdere fosti tu, mister Conosco una scorciatoia che ci farà arrivare prima. Peccato che finimmo nelle latrine del palazzo, proprio mentre degli uomini di Oliver dovevano liberarsi. Sai quanto mi ci è voluto per togliermi quell’odore di dosso? Un mese, Vlad. Un mese.’’
‘’ Non è che si è notata tanto la differenza.’’
‘’ Di sicuro, nessuno se n’è accorto con te. Ti hanno mai detto che puzzi di morto?’’
‘’ Che ne vuoi sapere, tu? Questo è l’odore di un vero uomo, donna.’’
Lei si mise con le mani sui fianchi.
‘’ E questo sarebbe un insulto? Che ti restituirei, Vlad… se tu fossi un uomo, però.’’
Un coro di ‘’ooh’’ si alzò dagli altri ribelli che stavano assistendo al loro battibecco, e Vlad arrossì appena.
Dato il suo pallore, tipico di quelli della sua specie, era facile capire quando fosse imbarazzato o meno.
E quando vide quel rossore colorargli le guance, Elizabeta capì di aver vinto. Di nuovo.
‘’ Tornando al nostro piano… avete capito tutti? C’è qualche domanda?’’
Alcune mani si alzarono e tra i mormorii sentì chiaramente:
‘’ Dov’è il bagno?’’
‘’ Se è una missione pericolosa posso portare mia suocera?’’
‘’ C’è da mangiare? Avrei una certa fame.’’
La donna si sbattè una mano in faccia. C’era del lavoro da fare, e intanto Vlad, ripresosi alla perfezione, stava ghignando alle sue spalle.
‘’ Ne avremo di lavoro da fare, prima di stanotte ‘’ sospirò lei, dando un’ultima occhiata alla mappa.
‘’ Mica adesso parti con Farò di te un uomo, vero?’’ le chiese un ragazzo biondo, che indossava  una veste azzurro-celeste e sul viso di potevano scorgere delle piccole protuberanze.
‘’ Eduard – lo riprese Eliza – Stai passando troppo tempo con gli aggeggi dei terrestri.’’
Bene, avevano approfittato dei Portali aperti dal principe per andare dall’altra parte e cercare le famose Guardiane di Kandrakar, le uniche che, secondo le vecchie leggende di Meridian, potevano liberare il loro mondo dalla sua tirannia. Peccato che avessero trovato solo delle sgallettate in piena crisi adolescenziale, che di magia non ne sapevano niente, ma che in compenso avevano indottrinato i suoi uomini sulle ultime novità della Terra.
‘’ Se solo avessimo la connessione internet…’’
‘’ Internet? ’’
Eduard la liquidò con un gesto della mano.
‘’ E’ una specie di magia che i terrestri usano per ricercare informazioni o per comunicare tra loro. ‘’
‘’ Per comunicare, dici…mhm, comincia a farsi interessante  - riflette ad alta voce Eliza, sorridendo. Di magia non se ne intendeva, ma se serviva a comunicare, senza farsi scoprire, sarebbe stato più facile contattare gli altri ribelli o cercare di aiutare quelli che erano stati catturati dagli uomini del principe – Parlami un po’ di questo intercoso. ‘’
‘’ Internet, Eliza. Si chiama internet.’’
‘’ Fa lo stesso. ‘’


                                                              

 

 

*

 

 

 

 


 

‘’ Che barba, che noia, che barba… - si lamentò Oliver, dall’alto del suo trono – Ma oggi non c’è nessuno da giustiziare?’’
‘’ No, altezza.’’
‘’ Nessuno che possa provare uno dei miei cupcake?’’
‘’ No, altezza. Ci servono i soldati, ricordate?’’
‘’ Magia da rubare?’’
Vent’anni di regno, e li aveva passati tutti a rubare la magia del suo stesso mondo. Di magia lui, non essendo la Luce di Meridian, ne aveva poca, e lui ne aveva bisogno per i suoi esperimenti e per cucinare nuovi e sempre più deliziosi cupcake.
‘’ L’avete prosciugata quasi tutta. L’unico a possedere la magia siete voi.’’
‘’ Uff… che noia, che barba, che noia… ma non c’è niente da fare?’’
Matt avrebbe tanto voluto sbattere la testa da qualche parte: magari, perdendo i sensi, non sarebbe più stato costretto ad ascoltare le lamentele del suo principe. Sarebbe stato troppo belle per essere vero.
‘’ Ma non avete del lavoro da fare? Tipo, cercare nuovi fonti di magia? O cercare vostro fratello?’’
La sala del trono era illuminata appena da una luce violacea, il cielo era plumbeo e i lampi si stagliavano alle spalle dl principe, contribuendo a conferire all’ambiente un’aria malsana e spettrale.
Da vent’anni il sole non splendeva più su Meridian. Tutto “merito” di Oliver, che aveva pensato bene di oscurare il sole con un perenne stato di nubi.
Tutto, per avere un muro di rose nere che circondassero il perimetro del castello e che dovevano servire a proteggerlo.
Perché, ovviamente, una cinta muraria era troppo mainstream per lui. 
‘’ Ancora con questa storia? Se in vent’anni il marmocchio non si è fatto vivo, perché dovrei fare tanta fatica per cercarlo? Non mi va di finire fregato con le mie stesse mani.’’
‘’ Come se fosse la prima volta…’’
Matt non aveva dimenticato a cosa avevano portato tutte le brillanti idee del principe.  Spesso e volentieri, a finirci in mezzo era sempre lui.
‘’ E che cosa mi dite dei vostri esperimenti coi Portali? – gli disse invece – Coma vanno? Non vi sarete mica annoiato anche di quelli?’’
‘’ Vuoi scherzare? Ora che la Muraglia sta cominciando a cedere, il mio lavoro è fin trooooopo facile. Mi manca il brivido dell’essere scoperto, capisci?’’
‘’ Almeno le Guardiane non vi sono già alle calcagna.’’
Per una volta che le cose andavano bene, aveva anche la faccia tosta di lamentarsi? Ma quant’era folle?
‘’ Ma se continua così le vado a scegliere io. Se bionde e francesi, anche meglio.’’
La faccia da pervertito l’aveva ereditata dal padre. Sicuro al 100 % proprio.
‘’ Perché ora avete la fissa delle francesi? ’’
‘’ E tu perché hai la fissa degli orsi di pezza?’’
‘’ Touchè – si arrese il suo consigliere, che sapeva che da un’eventuale discussione con Oliver non ne sarebbe uscito tutto intero – Quanti Portali avete aperto fino ad ora?’’
Il principe parve pensarci un po’ su, poi rispose:’’ Dodici, e tutti verso la Terra.’’
‘’ Dodici? Ma è fantas…un momento… LA TERRA?’’
Matt si dovette trattenere la mascella, per non farla cadere fino ai piedi. Con tutti i mondi che c’erano, ricchi di magia da far schifo… lui si andava a scegliere quello più sfigato? Insomma, la Terra veniva invasa un giorno sì e l’altro pure. Senza contare che di magia ne aveva ben poca, ed era tutta delle Guardiane.
Che fosse serio, prima , quando diceva di volersele scegliere lui?
‘’ Altezza… perché la Terra? Ci sono tanti altri mondi. Come Basiliade, per esempio. O anche Arkhanta. Tutti sarebbero meglio della Terra!’’
Oliver ghignò.
‘’ Si vede che tu di queste cose non ne capisci niente. No, cioè.. la Terra è il simbolo di Kandrakar. Se non provi a invaderla sei un coglione.’’
‘’ E io ho giurato fedeltà a ‘sto deficiente? Mai na gioia proprio.’’
‘’ Comunque – riprese il principe, squadrandolo da capo a piedi – Sai che con gli occhiali e una faccia da ebete non  saresti tanto male come infiltrato sulla Terra?’’
‘’ Cosa?’’
‘’ I-N-F-I-L-T-R-A-T-O  - scandì bene il principe – Ho bisogno di qualcuno che controlli lo stato dei Portali e che favorisca il passaggio. Insomma, non posso certo rischiare di attraversarne uno e finire a fettine, no? Il mio regale fondoschiena ne risentirebbe. Tu saresti perfetto, tanto sei un serpentone.’’
‘’ In realtà, sarei un mutaforma.’’
‘’ Dettagli. Comunque, non devi fare altro che fingerti un umano e lavorare con degli idioti, tutto qui.’’
‘’ Come faccio sempre qui, insomma.’’
‘’ E qui? Io ho del lavoro da fare – protestò – Cercare i ribelli, catturare gente a random per farvi avere cavie per i vostri esperimenti…’’
‘’ Oh, ma per quello ci sono anche il Cacciatore e Natalia. Loro non li posso mandare sulla Terra… ‘’
‘’ Ma io si… - inutile tentare di convincerlo a farlo restare. Aveva la testa più dura del marmo – Dove dovrò lavorare?’’
‘’ Mhm… credo che si chiami Sheffield Institute. Ti sono sempre piaciuti i libri, non è vero? Sono sicuro che il tuo nuovo lavoro ti piacerà.’’
‘’ Sicuramente….’’
‘’ Uccidetemi.’’

 


Fortezza di Kandrakar
Stanza delle stille



‘’ … quando mi sono ripreso, mi hanno dato il Cuore e la mappa dei Portali da consegnare ai rispettivi custodi. E poi mi hanno sbattuto fuori.’’
‘’ Mhm… capisco ‘’ fece distrattamente Luba, la sua maestra, una donna dalle fattezze feline, con baffi compresi, mentre osservava la variazione del moto delle stille. Erano in fermento, quel giorno. Forse perché erano stati finalmente scelti dei nuovi Guardiani?
Lei non li aveva visti personalmente, ma dato che erano umani già poteva essere certa di una cosa: sarebbero stati un totale fallimento.
Ma perché l’Oracolo non sceglieva mai delle Guardiane (o, come in questo caso, dei Guardiani) da Basiliade?! Sempre dalla Terra. Lo trovava razzista come cosa.  
‘’ E ho sentito dei strani rumori. L’Oracolo sembrava piuttosto arrabbiato ‘’ continuò a parlare Kiku, mettendosi le mani tra i capelli. L’inizio della sua giornata era stato un disastro. Prima usato come schiavetto dal Consiglio, poi usato come tramite tra Kandrakar e i nuovi Guardiani. Per altri sarebbe stato un vero onore, ma lui non sapeva assolutamente niente né della Terra né degli usi e costumi dei terrestri. Tempo prima aveva sentito nominare qualcosa chiamato ‘’yaoi’’, ma non aveva avuto più l’occasione di approfondire l’argomento. Anche perché la sua maestra prese per le orecchie i due anziani che ne avevano parlato e gli aveva urlato nelle orecchie, fino a farli diventare ancora più sordi di quel che già erano.
E poi, nemmeno con l’aiuto della venerabile ninfa Xin Jing sarebbe riuscito a mettere insieme un gruppo tanto disorganizzato e caotico. L’Oracolo doveva essere impazzito, non c’erano altre spiegazioni. Anche se, almeno, non si era affidato a delle ragazzine di tredici anni. 
‘’ Si… capisco…’’
Certo che il grado di attenzione che mostrava era pari solo a quello dello stesso Oracolo, quando lui aveva tentato gentilmente e rispettosamente di rifiutare la Mission Impossibile che gli aveva assegnato.
‘’ E ha detto qualcosa come Questa volta non lascerò tutto il divertimento a te…’’
‘’ Ah, e poi…’’
‘’ Ho sentito dei rumori, dei tonfi… e altre parole che non capivo.’’
‘’ Perfetto… poi?’’
‘’ Non so… non sono riuscito a sentire molto bene. Solo qualcosa come Questa me la paghi, guarda che io sotto non ci resto.’’
‘’ Mhm, davvero inter….COSA CAZZO HANNO DETTO?!!!!!’’ improvvisamente, Luba sembrò interessata più a quello che le stava dicendo il suo allievo, che alle stille.
Non le interessava neppure se le stille si fossero fuse in una sola, creando un Cangiante (un essere oltremodo irritante, che oltretutto quando imitava qualcuno ne esasperava i difetti. Una sola volta ebbe la sfortuna di conoscerne uno, e quella gli bastava e avanzava.)
C’era qualcosa di più importante che richiedeva la sua attenzione.
‘’ Kiku caro… potresti ripetermi le esatte parole che hai sentito pronunciare dal nostro saggio, illuminato Oracolo?’’
Il giovane deglutì, spaventato dall’espressione assassina che si era dipinta sul viso della donna. Le sue fattezze feline, poi, non aiutavano certo a tranquillizzarlo. ‘’ Ehm.. mi pare che abbia detto Questa me la paghi, guarda che io sotto non ci resto.’’
Luba sorrise.
‘’ Oh, ha detto questo – disse, stringendo in maniera preoccupante i pugni – Ad alta voce poi, per farsi sentire meglio. Non si è neppure curato del fatto che ci fosse il mio allievo. ORACOLO O NON ORACOLO, IO LO AMMAZZO.’’
‘’ Maestra… ‘’
‘’ MA CHE MAESTRA E MAESTRA! – nello sguardo della donna c’era il fuoco. – NON POSSO METTERSI A FARE LE LORO… COSACCE… MENTRE CI SEI TU FUORI AD ASCOLTARE. MI SAREI ASPETTATA UNA TALE IDIOZIA DA CESARE, MA NON DA ARIOVISTO! POSSIBILE CHE A QUEI DUE IL SANGUE E’ ANDATO DOVE NON DOVEVA ANDARE? E IL CERVELLO E’ STATO BELLAMENTE IGNORATO. ‘’
Kiku inclinò la testa, confuso.
‘’ Cosacce?’’ ripeté,  riuscendo a far calmare Luba, arrossita per l’imbarazzo.
‘’ Ehm… vedi… hai presente la storia dell’ape e del fiore… no, è troppo terrestre ‘sta storia… uhm… quella della cicogna è universale, ma non è nemmeno adatta… Un giorno, quando sarai pronto, te lo spiegherò. Ma prima…’’
‘’ Prima cosa?’’
‘’ Prima devo andare a uccidere l’Oracolo. Ti andrebbe di sostituirmi con le Stille? Ci metterò poco, sarà una cosa veloce, pulita e indolore.’’

Heatherfield
 Sheffield Institute

Romano aveva il fiato corto. Aveva corso con tutte le energie che aveva in corpo, ma n’era valsa la pena: era arrivato allo Sheffield, seppur coi piedi che gli bruciavano  e ridotto a uno straccio.
Il cortile era deserto, segno che tutti gli studenti erano già entrati in aula.
‘’ Cazzo, cazzo… spero che quel bastardo di Sylla non si sia accorto della mia assenza.’’
Sylla era il docente che teneva le lezioni alla facoltà di Agraria, uno che fin dallo scorso semestre gli era sembravo avere una scopa conficcata su per il culo. Lo irritavano le sue frecciatine, l’aria da bello e dannato… oh, senza contare che l’odiava.
Romano non gli aveva fatto niente, ma dal primo giorno il bastardo l’aveva messo sulla sua lista nera. Qualunque cosa facesse, non gli andava mai bene. Si dannava sui libri, e tutto quello che riusciva ad avere da lui era un misero 18. Un 18! Con settimane passate sui libri, cazzo!
Perso com’era nei sui pensieri (e nelle varie maledizioni che lanciava mentalmente al suo professore stronzo), non si accorse di un ragazzo fermo all’ingresso, anche lui sfiancato dalla corsa e che cercava di riprendere fiato. Lo travolse, facendolo cadere a terra.
‘’ Ma che cazz… PROPRIO QUI TI DOVEVI FERMARE, COGLIONE?’’
In realtà, ad arrabbiarsi doveva essere il poveretto che aveva travolto, un tipo dall’aria stupida, molto stupida, e che gli sembrava di avere già visto.
Aveva vari graffietti sul viso, come di chi aveva passato un buon quarto d’ora a lottare contro una bertuccia.
‘’ Apenado – gli disse, mentre si rialzava – Oggi non so proprio… ehi, amigo, ma io ti conosco! Stiamo in classe insieme.’’
‘’ Come? Ti sei fritto il cervello?’’
Correzione: non era stupido, era un vero e proprio imbecille!
‘’ Perché?’’
‘’ Ti ho fatto cadere, e ti ho pure insultato – spiegò l’italiano, fissandolo stranito. Il demente era pure più alto di lui, dannazione – E non mi hai mandato a quel paese. ‘’
‘’ E’ stato un incidente – rispose Antonio, facendo spallucce – Ammetto che non era il posto migliore per fermarsi. Ma almeno Braginski non mi ha beccato. ‘’
‘’ Tsk, guarda tu questo… ‘’
‘’ Ma tu sei di Agraria, vero?’’
‘’ Si… O CAZZO! Sylla! Quello lì non me la farà passare liscia!’’
Al diavolo quell’idiota sorrido-sempre-ciao. Lui aveva altro a cui pensare. Si avviò verso le scale, superando lo sconosciuto, quando sentì urlare:’’Ehi, aspettami. Andiamo insieme. Ah, non mi sono presentato. Mi chiamo Antonio. Antonio Fernandez-Carriedo.’’
‘’ Tsk… - quel tipo era strano, ma strano forte – Io sono Romano Vargas. E non fare lo sborone alla James Bond.’’
Mentre si dirigevano verso l’aula, sperando che Sylla fosse rimasto colpito da una delle maledizioni che gli aveva lanciato Romano, due figure uscirono da dietro una colonna.
Due ragazzi li avevano spiati, un biondo dall’aria svampita e con la macchina fotografica in mano, e un ragazzo bruno, che in quel momento avrebbe tanto voluto trovarsi in aula, piuttosto che assecondare l’ennesima folle iniziativa di quel che era a tutti gli effetti il suo migliore amico.
‘’ Tipo, queste foto faranno un figurone sul nostro giornale ‘’ fece estasiato il biondo, sfregandosi le mani.
Il suo amico sospirò, ormai abituato alle reazioni sproporzionate dell’altro.
‘’ Non sai neppure chi siano, Feliks  ‘’ gli fece notare, sperando in qualche modo di farlo ragionare.
‘’ Liet, per chi mi hai preso? Certo che so chi sono. Un buon giornalista deve essere sempre informato su tutti. Io qui conosco tutti, tipo. Lo sapevo che Vargas e Carriedo erano gay, lo sapevo.’’
‘’ Ehm… non stai correndo un po’ troppo? Potrebbe anche essersi trattato di un incidente.’’
L’amico lo guardò come se fosse un povero idiota.  
‘’ Tipo, ma dove vivi? – gli chiese, retorico  Feliks – Ma li hai visti bene? Se avesse potuto, Vargas gli sarebbe saltato addosso.’’
‘’ Si, ma non credo che sia per i motivi che credi tu…’’
Il polacco fece spallucce.
‘’ Bah, come al solito non capisci niente.’’

 

 

 

 

*

 

 

 

 

‘’ Deve essere la mia giornata fortunata – disse calmo Francis, seduto su una panchina vicino alla fontanella del campus  – Collins ha chiamato il bruco, e la lezione è durata solo mezz’ora.  E io prima della prossima lezione, posso anche rilassarmi un po’.’’
Uno dei motivi per cui il professor Collins era tanto amato dai suoi studenti, era per la sua particolare abitudine, all’inizio di ogni semestre, di concedere mezz’ora alle matricole per aiutarle ad ambientarsi. Tecnicamente, gli altri sarebbero dovuti rimanere in aula, ma chissà perché, si offrivano sempre tutti per aiutare questa o quella matricola a visitare il campus. Misteri della fede, no?
Fatto sta, lui si poteva godere un po’ di riposo, senza venir ripreso da Collins o da chicchessia.
‘’ Kolkolkol…. Chi abbiamo qui? Il signor Bonnefoy? Non dovreste avere lezione?’’
Ecco… una persona c’era. Un armadio di due metri e passa con un sorriso stampato in faccia e l’aria di chi avrebbe preferito mandarti a calci in culo sulla luna, piuttosto che averti fra i piedi.
Ecco chi era il rettore del college, un russo psicolabile e con manie di protagonismo, con sbalzi di umore da far invidia a una donna nel suo periodo del mese e un certo gusto nel torturare i suoi docenti.
‘’ Bonjour… ecco… ‘’ non era da lui rimanere senza parole, se ne serviva sempre per far colpo sulle ragazze, e anche sui ragazzi, non era di gusti difficili lui. Era quel tipo di persona che, con le parole (e non solo con quelle), ci sapeva fare.
Purtroppo, si sentiva come se il rettore fosse capace di leggergli il pensiero, scovando ogni sua piccola debolezza, che poi avrebbe usato contro di lui. A volte, sembrava che non appartenesse neppure a quel mondo.
Intanto, l’acqua era completamente evaporata dalla fontana.  Nessun nuovo getto d’acqua, sembrava come se le tubature all’improvviso si fossero otturate.  La cosa non era sfuggita al russo, che guardò prima in direzione della fontana poi verso il francese, con uno strano interesse nello sguardo.
Un interesse che fece venire i brividi freddi al poveretto.
‘’ Oggi ho così tanto lavoro da fare – gli disse, sospirando – Nuovi studenti da sistemare nei dormitori, nuovi docenti, nuovi bibliotecari che si sono presentati all’ultimo minuto… non è facile fare il mio lavoro, sai?’’
Dal momento che non era stato ancora velatamente minacciato di morte, il ragazzo si rilassò, e nello stesso momento l’acqua, seppur con poca forza, riprese a scorrere.
‘’ Oh, interessante…’’
‘’ Come, scusi?’’
Il rettore scosse la testa.
‘’ Niente, pensavo ad altro…’’
‘’ Spero non a come torturami.’’
‘’ … non a metodi di tortura, naturalmente – continuò, facendo impallidire Francis. Come diavolo aveva fatto? Leggeva veramente nel pensiero? – Dato che ci sono stati dei… cambiamenti inattesi, mi pareva anche giusto informarla. Da oggi, avrete un nuovo compagno di stanza. ‘’
‘’ Un nuovo compagno di stanza?’’
Vivere al campus aveva i suoi vantaggi, ma coi suoi coinquilini non aveva mai avuto fortuna. L’ultimo, uno svizzero burbero di nome Vash, gli aveva puntato più volte la pistola addosso, solo perché aveva commentato la foto della sua sorellina con un E’ molto carina, potresti darmi il suo numero?
Un semplice è minorenne gli sarebbe bastato.
‘’ Più tardi dovrete aiutarlo a sistemarsi. Spero che per lei vada bene.’’
‘’ Certamente…’’
Non era così stupido da contraddirlo.
‘’ Perfetto. Spero che verso mezzogiorno siate ancora libero, come adesso. Collins dovrebbe controllare meglio i suoi ragazzi.’’
Ne era certo: doveva preparare una lapide per il professore. Intanto, l’acqua aveva ripreso a scorrere normalmente.

 

 


Intanto…  



Alla fine, era riuscito a scendere dal tetto. Il come, non l’aveva capito neppure lui. Dopo l’attacco aereo dei gabbiani, e dopo essersi accertato che non avevano più intenzione di bombardarlo con altri escrementi, si era spogliato, rimanendo solo in boxer.
Provò a sporgersi appena, per vedere quanto fosse in alto, e  quasi non rischiò di cadere giù e spezzarsi l’osso del collo.
Era scivolato su del guano, e si era ritrovato appeso al cornicione.
Aveva pianto, gridato, ma nessuno l’aveva sentito. Gli svantaggi di vivere in una zona relativamente isolata e vicina al mare.
Non ricordava di aver fatto altro per un lasso di tempo che gli parve infinito. Poi, le braccia avevano cominciato a cedergli, e lui aveva chiuso gli occhi, sperando che arrivasse qualche angelo o Superman a salvarlo.
Aspettò un tonfo che non ci fu mai. Quando ebbe il coraggio di riaprirli, si accorse di star dolcemente planando verso terra, con una grazia che sembrava appartenere a Mary Poppins.
Peccato solo che lui non avesse un ombrello, perché altrimenti la scena sarebbe stata perfetta.
La magia, tuttavia, si interruppe, e lui iniziò a cadere. Se non fosse atterrato  tra le braccia di un ragazzo con gli occhi dello stesso colore del cielo che, fortunatamente per lui, stava passando in quel momento, probabilmente si sarebbe spiaccicato al suolo come una frittata.
‘’ Ve… grazie, mi hai salvato! Sei un angelo?’’
Lo sconosciuto, vuoi perché lui era semi nudo, vuoi perché non ti piovevano tutti i giorni ragazzi addosso, balbettò e arrossì:’’ Nein… ecco… sarei un tirocinante. Stavo cercando Caterina Vargas. ‘’
Il viso di Feliciano si illuminò.
‘’Ah, ma allora sei qui per mia madre!’’
‘’ Cos…tua madre?’’
Il ragazzo annuì, con forza.
‘’ Ve… lei lavora in tribunale, è un giudice. Lo sarai anche tu?’’ gli chiese, mentre una leggera brezza gli scompigliava i capelli.
‘’ N-no. Vorrei… diventare avvocato.’’
‘’ Ma allora sei davvero un angelo, ve! Però mamma è già andata a lavoro… se vuoi, ti ci posso accompagnare io.’’
‘’ G-grazie. ‘’
‘’ Di niente – scese dalle sue braccia, e già ne sentiva la mancanza. – Ve… andiamo.’’
‘’ Ma… e i tuoi vestiti?’’
‘’ Vestiti? Ve… giusto, dimenticavo. Vuoi entrare in casa? Mi vesto e…ah Comunque, come ti chiami?’’
Era anche giusto chiedergli il nome, no? Dopotutto, l’aveva salvato.
‘’ Ludwig… Ludwig Beilschmidt ‘’ gli rispose il biondo, e con quell’espressione imbarazzata aveva un’aria dannatamente adorabile.

 

 

 

 

Meridian
Esterno palazzo reale

Eduard fissò scettico Elizabeta. Ok, era il capo dei ribelli, colei che aveva fornito a tutti una speranza per andare avanti, nonostante la dittatura del principe Oliver.
Gli aveva salvato il culo un numero incalcolabile di volte… ma la posa all’Avatar Aang sotto la pioggia era davvero necessaria?
E poi diceva che non soffriva di manie di protagonismo.
‘’ Il piano è un po’ cambiato, ma fa niente – disse la donna, con le mani strette ai fianchi – Dimostrerò a Vlad che da sola, posso infiltrarmi al castello senza essere catturata. Poi vedremo chi è il vero uomo.’’
‘’ Ehm, Eliza…’’  provò a riprenderla, ma lei non sembrava intenzionata ad ascoltarlo.
‘’ Saltare su quei rostroni non sarà tanto complicato. Insomma, ne ho fatte di cose pericolose, sai? Mica come quel fifone di Vlad. Insomma, tutti quelli della sua specie sono dei codardi. E ha anche il coraggio di definirsi “uomo”. Ma ci rendiamo conto?’’
‘’ Si, ma Eliza…’’
‘’ Che poi, si crede uomo solo perché ha quel coso in mezzo alle gambe? – sbuffò la giovane, spostandosi una ciocca di capelli bagnati dal viso – Andiamo, ammetterai che io sono più virile di lui anche senza un caz…’’
‘’ELIZA – urlò, per sovrastare il rumore di un tuono e per non permetterle di finire la frase. Dannazione, erano pur sempre in un fumetto disney, no? – DOVE DIAVOLO HAI MESSO LA CORDA?’’
‘’ La corda? Quale corda?’’gli chiese, aggrottando la fronte. A quanto pare, era seria.
‘’ Secondo te come fai ad arrivare dall’altra parte? Con la magia?’’
‘’ No, con internet.’’
Eduard si sbattè una mano sul viso.
‘’ Ti ho già detto che internet non serve a questo. ‘’
Lei sbuffò, e disse:’’ Non serve per vedere il futuro, non mi aiuta a rintracciare i nostri uomini, e ‘sto google maps non riesce neppure a fare una mappa della città infinita. A che diavolo serve?’’
‘’ Beh, puoi trovare degli ottimi yaoi.’’
‘’ Yaoi? Cosa sono?’’
‘’ Se non ti spaccherai l’osso del collo per questo tuo prodigio, te lo spiegherò ‘’ le promise Eduard, non sapendo ancora a cosa stesse andando incontro.
Avrebbe creato un mostro. Nessun uomo dell’esercito dei ribelli sarebbe stato più al sicuro.
Altro che Oliver!  
‘’ Per chi mi hai preso? - gli sorrise in segno di sfida Elizabeta – Sono il capo dei ribelli, cocco. Riuscirò a portare a termine questa missione, e ti dimostrerò che anche una donna può essere un uomo.’’
‘’ Cos…?’’
Eduard non riusciva a trovare la logica in quello che aveva detto. Anzi, a dirla tutta, non ce n’era nemmeno l’ombra. Ma che razza di pazza seguivano?
Per di più la pazza in questione aveva anche iniziato a farneticare di un'ipotetica lunghezza del suo ( non esistente ) " coso in mezzo alle gambe ".
 Eduard pensò che forse aveva trovato un buon motivo per buttarsi giù da una delle torri del palazzo reale.
"...inoltre sarebbe di sicuro più grosso di quello di Vlad e anche di molto e..."
 No,  un torre non andava bene , era troppo lontana. A lui serviva qualcosa per uccidersi in quel preciso istante e in quel preciso luogo.
'' Eliza, sai che tu non puoi averlo?''
 '' E chi lo dice?''
'' Vediamo... l'anatomia, forse? Andiamo, sei una donna, e lui è un uomo. E’ logico che siate diversi.'' '
'' Umph... ''
Non sembrava ancora convinta. Era una testaccia dura, più testarda di un troll. E lui ne aveva visti tanti, eh.
'' Non cambia che, se io fossi un uomo, ce l'avrei sicuramente più grosso di lui.''
Dov'erano le guardie quando aveva bisogno di loro? Voleva consegnarsi, voleva farsi giustiziare. Tutto, pur di non continuare quella conversazione.
‘’ Ti prego… va e non farti ammazzare.’’






 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autore

Continuano le citazioni del fumetto e del cartone nella mia storia. Nel cartone, la base dei ribelli è, per l’appunto, la Città Infinita. E il caro prof stronzo di Romano, Sylla… anche nel fumetto è il prof più odiato da Taranee (alias guardiana del fuoco), dato che cercherà più volte di scoprire la verità sui poteri delle ragazze e sugli strani eventi che capitano loro. E cercherà di fare del male alla povera Hay Lin (o meglio, alla sua Goccia Astrale), facendo arrabbiare Taranee, che avventatamente usa i suoi poteri. Non che Sylla non meritasse di venire abbrustolito, ovvio. Intanto, il primo incontro di Germania e Italia è ricalcato, in maniera differente certo, dall’incontro tra Eric e Hay Lin. Anche lui la salvò da una rovinosa caduta, mentre lei era sui pattini.  
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a Dreams Empire per aver collaborato per la stesura del capitolo. 
Minimo due recensioni per continuare la storia. Volete fare felici due autrici?

   
 
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