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Autore: MuchLoveNoah    16/07/2015    1 recensioni
Noah Regan si trasferisce all'estero per portare avanti i suoi studi. Incontrerà quattro ragazzi un pò strani, ma tutto sommato simpatici, durante il suo soggiorno. Non può immaginare a cosa la porterà questo incontro.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Capitolo 4
 
Aprii gli occhi e mi girai d’istinto verso la finestra, vedevo poca luce dalla tapparella; di sicuro era mattina ma era certamente troppo presto perché avevo davvero troppo sonno. Mi girai dall’altro verso e chiusi gli occhi, ma all’improvviso sentii una porta aprirsi e chiudersi: se io e Ariana fossimo state in ritardo nessuno dei ragazzi ci avrebbe avvertito credo, sempre se si fossero ricordati delle lezioni.
Decisi di alzarmi, con poca voglia, dal letto e dirigermi nel nostro salotto. Aprii lentamente la porta che fece uno strano cigolio, e sbirciai in giro: Brad era seduto sul divano e guardava il cellulare. Decisi di raggiungerlo.
-“Ciao”- dissi piano e con un tono incerto. Lui sembrò sorpreso di vedermi, come se non fossi mai stata lì.
-“Ciao”- disse guardando altrove. Mi sembrava ancora incazzato per la storia della sera prima, anche se onestamente credevo avesse esagerato. Ma se non parlava con me di sicuro ce l’aveva ancora con Tristan, e il fatto che litigassero a causa mia per qualcosa di poco valore mi fece sentire in dovere di rompere il ghiaccio.
-“Come mai sveglio?”
-“Non riuscivo a dormire. Pensavo a delle cose e per non svegliare James ho preferito venire di qua”- disse poggiando lo sguardo su di me- “Mi dispiace se ti ho svegliata”- mi rivolse un vago sorriso che ricambiai.
-“Senti”- iniziai io-“ non so se centra con quello che ti tiene sveglio, ma volevo parlarti già da ieri sera; so che quando Tristan mi ha preso in braccio potevo farmi male, ma non è successo. E come ti ha detto non mi avrebbe preso se non fosse stato sicuro di farcela. E poi ho insistito io, quindi la colpa sarebbe stata mia. In ogni caso, non è successo nulla e non voglio che tu e lui litighiate per cose sceme come queste o litighiate a causa mia. Insomma, siete amici per la pelle, tu e tutti i ragazzi del gruppo, e non potete certo mettervi contro per cose simili, o per qualcuno. O almeno non per una stampa del Walmart”- dissi accennando un sorriso. Brad aspettò prima di parlare.
-“Sì, io e Tris siamo grandi amici. Ma le cose sono un po’ più complicate di quello che pensi tu. Tu… non vedi le cose come le vedo io, o come le vede lui.”- disse guardandomi. La mia faccia mostrava un’espressione confusa da quando aveva detto che ‘le cose erano complicate’, e Brad se ne era sicuramente accorto. Prese un profondo respiro e poi accennò a parlare.
-“Ascolta…”- disse girandosi completamente nella mia direzione.
-“Oggesùgiuseppemaria!”- urlò Connor attaccato alla parete con una faccia terrorizzata, Tristan era alle sue spalle.
-“Te l’avevo detto che non era niente!”-disse Tristan ridendo.
-“Ma che avete?”- chiesi sorpresa.
-“Connor ha il sonno leggero, ha sentito dei bisbigli nell’altra stanza e credeva che fossero i ladri. Gliel’ho detto che doveva essere qualcuno già sveglio, ma è voluto venire per forza!”- spiegò Tristan quasi sul punto di ridere.
-“Provvidenziali direi”- sussurrò Brad guardando altrove visibilmente seccato.
Si alzarono anche James ed Ariana a causa del rumore.
-“Bè, se c’è una cosa buona è che vi ho svegliati in perfetto orario per fare colazione in tempo e andare in classe”- disse Connor soddisfatto.
Ci muovemmo tutti per prepararci. Io andai in camera e aprii il mio armadio, che a sorpresa era totalmente vuoto. Guardai nell’angolo della stanza la pila di panni che dovevo lavare. Chiesi ad Ariana se aveva qualcosa da prestarmi, ma lei era circa nella mia stessa situazione. Le cose erano due: dovevo saltare le lezioni o chiedere in prestito i vestiti ai ragazzi. Mi piaceva vestire largo, ma James e Connor dovevano fare le lavatrici, Brad era ancora lì sul divano che sbuffava, e Tristan era abbastanza magro ma non troppo per darmi quello che mi serviva. Mi diressi in camera sua.
-“Tristan, devi prestarmi dei vestiti”- dissi dirigendomi in camera sua e di Connor.  Lui si bloccò davanti alla porta non facendomi passare.
-“Ti prego, non ho fatto la lavatrice e tu sei l’unico che possa o voglia prestarmi qualcosa” -dissi velocemente.
-“Ma io non voglio prestarti nulla!”- disse ad alta voce-“ i miei vestiti sono tra le cose che più amo”.
-“Solo per oggi, non posso non andare a lezione”- dissi quasi implorando. Lui sospirò.
-“Solo per oggi. Niente macchie, niente strappi, niente usi creativi”- disse alzando le sopracciglia.
-“Promesso”- dissi facendomi spazio e giungendo all’armadio. Brad brontolò qualcosa e poi si sbattè la porta di ingresso dietro. Era uscito prima di tutti nonostante avessimo deciso di fare colazione in gruppo.
-“Certo che qui non ci si capisce più nulla: Brad con l’umore di una mestruata, te che accompagni Brad come personal shopper e Tris che presta i suoi vestiti”- disse James facendo avanti ed indietro dal bagno.
Si vedeva che Tristan ci teneva ai suoi vestiti, e onestamente il suo stile mi piaceva. Alla fine decisi di prendere la sua giacca di pelle e una maglietta rossa a maniche corte.
Uscimmo dalla stanza in perfetto orario e pronti. Chiusi la porta a chiave e ci incamminammo.
-“I miei vestiti stanno meglio a me ma devo riconoscere che sei figa così”- disse Tristan.
-“Lo prendo come un complimento”- disse ridacchiando. Sentii la sua risata.
A colazione presi dei pancake e delle fragole, e non prestai molta attenzione alla conversazione in corso tra il gruppo. Mi guardavo intorno ma non vedevo Brad da nessuna parte. Mi sembrava che volesse dirmi qualcosa, e che si fosse urtato per non esserci riuscito. Mi dispiaceva il fatto che non ci fossimo ancora chiariti.
Giungemmo in classe alle nove in punto, mi ero seduta tra Connor e James, che a mia sorpresa aveva preso moltissima confidenza con Ariana. Brad a differenza degli altri giorni era nelle file centrali, vicino ad un ragazzo asiatico. La nostra insegnante entrò in classe e annunciò che desiderava vederci fare una presentazione, preparata su due piedi.
-“L’argomento sarà ‘l’amicizia’, abbastanza semplice da essere conosciuto da tutti, ma complesso abbastanza da avere qualcosa da dire a riguardo”- disse con un lieve sorriso- “Volontari?”- ovviamente nessuno fiatò- “Chiamo io… qualcosa mi dice che qualcuno è in cerca di crediti qui”- disse la donna passando il dito sull’elenco.
-“McVey?”- disse ad alta voce guardandolo. James tirò su la testa.
-“Senza offesa, ma a parte ‘chi trova un amico trova un tesoro’ e ‘uno per tutti e tutti per uno’ io non ci trovo molto altro da dire in una presentazione”- disse.
-“Ho capito”- disse l’insegnante, continuando a passare il dito sull’elenco. Sentivo Connor dire ‘non me, non me’; odiava parlare in pubblico.
-“Simpson?”- disse guardandolo. Brad si alzò e si sedette sulla cattedra, dopo un secondo di silenzio attaccò con il discorso.
-“L’amicizia è uno dei beni più preziosi che abbiamo, ma a volte è proprio un’arma a doppio taglio; lo si può vedere nelle relazioni di tutti i giorni. Normalmente le ragazze legano con facilità e spesso arrivano a chiamarsi ‘sorelle’ in meno di due giorni, purtroppo però spesso anche se non in tutti casi, la loro amicizia viene rovinata dall’invidia. L’amicizia trai ragazzi invece è molto più genuina e solida, ma non senza colpi di scena. Infatti ci vuole poco per mettere contro due ragazzi: ad esempio una ragazza. E poi i rapporti tra ragazzi e ragazze, bellissimi certo, ma dolorosi se uno dei due prova sentimenti non ricambiati. Tuttavia qualche ragazzo riesce a sentire quel brivido che solo contraddistingue la friendzone da qualcosa in più, tipico segnale può essere ad esempio quando avviene uno scambio di vestiti”- la classe rise- “ non ci credete? Bhe, guardate Noah e Tristan”- in un nanosecondo tutti ci guardavano ridendo.
-“Non ho fatto la lavatrice, sarà successo anche a voi”- dissi ridendo, il che portò  gli altri a fare lo stesso e ad alleggerire la cosa. Anche Tristan rideva e mi sembrava piuttosto rilassato, ci eravamo scambiati un’occhiata. La cosa non era grave, ma non capivo perché Brad avesse fatto una cosa simile: ora credevano tutti che Tristan ed io uscissimo insieme; l’opinione generale aveva poco peso, ma era comunque irritante dato che non era vero. Ad un quarto d’ora dalla fine delle lezioni mancavano dieci minuti, e ci dovevano dare delle comunicazioni.
-“Primo: domani questa classe partirà per la gita alle Isole che si tiene tutti gli anni ad inizio anno, siete tenuti a venire dato che servirà per i crediti e per la valutazione del vostro livello di orientamento e socializzazione. Secondo: l’organizzazione di Prudential ha deciso di dare alla scuola dei biglietti per l’accesso gratuito; per chi non lo sapesse è un grattacielo dal quale è possibile ammirare la città di notte da diverse altezze, i biglietti vi saranno distribuiti”.
In particolare il secondo annuncio ci colpì e in pochi minuti decidemmo di comune accordo di andare a Prudential quella sera stessa. Connor si avvicinò a Brad per chiedergli se volesse venire, e lui accettò volentieri. La cosa mi fece piacere.
Pranzai con Ariana in mensa con una semplice insalata, i ragazzi quel giorno avevano il pomeriggio alla Berklee perciò avevamo deciso di rivederci per le sette della sera stessa e di andare direttamente a Prudential. Io e Ariana seguimmo le lezioni, le diedi gli appunti della volta precedente, e nel complesso la giornata scolastica fu buona. In ritorno in metro Ariana mi disse che si sentiva poco bene e quasi sicuramente aveva la febbre. Tornammo in college, eravamo solo io e lei. Ariana si addormentò sul divano in salotto, per non disturbarla decisi di chiudere la porta della stanza e approfittai per preparare la borsa che avrei portato alle Isole. Dopo qualche minuto sentii bussare, dalla porta spuntarono le test di James e Connor.
-“Ciao” dissi sorridendo
-“Ciao, avremmo qualcosa da dirti riguardo stasera”- disse James a denti stretti, io feci cenno di andare avanti.
-“Ecco, come sai io gioco a calcio, e stasera per la prima volta mi fanno scendere in campo.”
-“E’ una bella cosa che si siano accorti del tuo talento”- dissi.
-“A dire il vero l’attaccante si è slogato la caviglia, ma grazie lo stesso”- disse ridacchiando, risi anche io.
-“E riguardo a me”- disse James-“ Ariana sta male e… insomma, abbiamo cominciato a legare e se adesso le dimostrassi che le sono vicino…”- disse in imbarazzo, io gli sorrisi e non lo feci andare oltre.
-“Anche Brad alla fine si è tirato indietro, mi ha scritto poco fa”- disse Connor.
-“Ho capito”- dissi- “ sarà per la prossima volta dai”- dissi accennando un sorriso. I ragazzi uscirono  e io finii la mia borsa, subito dopo mi sdraiai sul letto e decisi di ascoltare della musica.
All’improvviso spuntò la testa di Tristan dalla porta, doveva aver bussato ma non lo avevo sentito dato che avevo le cuffie.
-“Che fai?”- mi chiese con un sorriso in faccia
-“Ascolto musica”- risposi con un leggero sorriso. Lui annuì ricambiando.
-“Ti va se andiamo a Prudential?”- mi chiese-“ sono tutti fuori e l’ultima cosa di cui hanno bisogno Ariana e James sono due di troppo”- scoppiammo entrambi a ridere.
-“Allora?”-mi disse inclinando la testa
-“Ci sto”
Uscimmo dal college, e dopo qualche fermata di metro e un po’ di percorso a piedi finalmente eravamo su quella terrazza.
-“E’ bellissima”- dissi guardando Boston dall’alto
-“Lo è”- disse Tristan. Lo guardai più attentamente.
-“Da quanto sei qui a Boston?”
-“Quasi due anni”- disse voltandosi –“siamo venuti qui dopo il diploma”- annuii. Lui continuò a guardarmi.
-“Tu parli così poco di te”- mi disse
-“Non c’è molto da dire”- dissi ridacchiando-“ se proprio ci tieni, chiedi”- dissi. Lui sembrò pensarci un attimo.
-“Sei mai stata innamorata?”- disse tranquillamente
-“No”- dissi secca, lui annuì – “Tu?”
-“Una volta credo, ma non è andata mai bene quindi”- fece un gesto con la mano.
-“L’importante è non ricaderci penso”- dissi io. Lui mi fissò.
-“Non so se mi stia risuccedendo”- disse. Ci fu del silenzio, dopo di che mi rivolse un sorriso.
Ritornammo finalmente in college, verso le undici, Ariana e James si erano addormentati sul divano, ed erano dolcissimi, Connor e Brad forse erano già tornati. Io e Tristan ci salutammo in silenzio e io chiusi la porta della camera.
Finalmente ero a letto, la mia giornata era stata bella e non potevo lamentarmi, anche se c’erano delle cose che volevo cambiare. Pensai al nostro viaggio alle Isole e mi addormentai con quel pensiero.
 
 

  
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