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Autore: Letizia25    19/07/2015    4 recensioni
Sorride con le lacrime agli occhi e la abbraccia forte, senza dire niente.
Perché è vero che il cuore non dimentica.
E lui Ruth non la dimenticherà mai.
Ma è anche vero che non tutti gli angeli hanno le ali.
*
Sequel della One Shot Il cuore non dimentica che trovate sul mio profilo, di cui è consigliabile la lettura.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Love saved us'
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Non tutti gli angeli hanno le ali
 
 
 
È sabato pomeriggio.
Il cielo è bellissimo, senza neppure una nuvola che impedisce al sole di illuminare tutto.
C’è una brezza leggera, tiepida, che non fa sentire le temperature troppo alte.
È quasi la fine di giugno e il periodo di vacanza è iniziato un po’ per tutti, persino per lui.
L’estate è arrivata, portando con sé tanta festa, gioia e colori.
Colori che adesso sono pure nel suo cuore, tenuto su da due mani timide e gentili.
E sorride un po’, Calum, preda di un buon umore misto a un po’ di malinconia che non sentiva da tempo.
Cammina con calma, mano nella mano con qualcuno di davvero troppo speciale.
Una persona che gli ha fatto nuovamente trovare il suo posto nel mondo.
Qualcuno che lo ha lentamente tirato su dalle macerie di se stesso.
Si passa una mano tra i capelli per cercare di allontanare il caldo e il nervosismo.
Aumenta la stretta su quella mano affusolata che non ha mai lasciato da quando l’ha conosciuta.
Non l’ha mai lasciata da quando ha conosciuto lei.
Tori.
Non si dicono niente, ma non importa.
Basta il silenzio, carico di così tante cose che solo loro due riescono a capire.
Camminano per quella strada che lui ha continuato a fare ogni giorno, per quattro lunghi anni.
Tre prima di conoscere Tori e uno insieme a lei.
Un anno in cui di risposte ne sono arrivate tante.
Risposte a quei Perché? che con Tori pian piano ha iniziato a trovare.
E lo sa che la strada per capirli è lunga, difficile, così incasinata che spesso vorrebbe solo rinunciare.
Però Tori è con lui, sempre. e Calum non potrebbe chiedere di più.
Calum Hood.
Lui, che aveva perso qualsiasi cosa pur combattendo con ogni mezzo possibile, ma perdendo se stesso.
Perdendo la forza.
Perdendo la determinazione.
Perdendo la speranza.
Soprattutto speranza, portata via dall’unica persona che aveva saputo tirare fuori il meglio di lui.
Ruth, la sua Ruth.
L’unica persona che – dopo Tori – aveva avuto la pazienza di conoscere il vero Calum, sotto quel velo di indifferenza e di menefreghismo che lui aveva sempre indossato.
Poi però la malattia gliel’aveva portata via, senza il suo permesso.
Quella malattia che gli aveva dato poco tempo a disposizione da poter  passare con lei.
Tempo che lui aveva cercato di sfruttare al meglio, pur di non perdere la sua ragazza.
Solo che poi tutto era finito, svanito, scomparso, come se niente fosse mai esistito.
E lui era svanito con quel tutto, era diventato invisibile, senza consistenza, l’ombra di se stesso.
Poi però Tori era arrivata nella sua vita, come un uragano pieno di vita e di colori.
Era arrivata ed aveva cambiato tutto, con calma, fatica, pazienza, fiducia.
E amore.
Soprattutto amore.
Un amore in grado di farlo rivivere, di fargli riprendere in mano la sua vita per assaporarne ogni attimo, per tornare ad essere se stesso.
Tori l’aveva aiutato in ogni cosa, e lo sta facendo tutt’ora, semplicemente amandolo.
E Calum giura, giura sul serio che non avrebbe potuto essere più fortunato di così, con lei nella sua vita.
Per questo le sorride e le bacia la tempia, facendola ridere un po’, con quella risata che per lui è sempre il suono migliore del mondo, più bello persino di quando suona la chitarra o il suo amato basso.
Sorride, Calum, perché non è più solo, grazie a Tori.
Non è più da solo ad affrontare il suo dolore, il suo senso d’impotenza, di totale sconfitta e di fallimento.
Grazie a Tori ha ritrovato gran parte delle cose che, in un modo o nell’altro, in quei quattro anni aveva perso.
E sta bene, adesso, sta bene sul serio, e non potrebbe chiedere di più.
Perché, finalmente, è riuscito a mettere un punto a tutto quello che lo stava logorando, che lo stava facendo cadere giorno dopo giorno.
Ha messo delle basi su cui potersi reggere se mai dovesse nuovamente cadere se Tori non fosse più lì a sorreggerlo, a tirarlo su.
Solo che lei gli ha esplicitamente detto che non se ne andrà, neppure volendo.
E, finalmente, a quelle parole Calum può credere con tranquillità e con fiducia, senza aver paura di dover perdere qualcun altro a cui tiene più di se stesso.
Perché lui ama Tori, la ama tantissimo, con quei suoi occhi scuri e intensi, con i capelli mossi e lunghi e scuri, con quel sorriso dolce che è la fine del mondo.
La ama più di qualsiasi altra cosa.
Non la ama più di Ruth, questo va precisato, è una cosa che Calum si ricorda sempre.
Perché l’amore che lega lui a Ruth è semplicemente diverso da quello che lega lui a Tori.
Sono cose completamente differenti, eppure entrambe bellissime e sensazionali e meravigliose, a cui lui proprio non vuole rinunciare.
Non vuole rinunciare a Tori, non a lei, non a quella ragazza a cui deve tutta la vita.
Perché lei ha stravolto tutto, semplicemente restandogli accanto ed amandolo quando nessun’altro l’aveva fatto.
Ha annullato la sua solitudine, il suo senso di smarrimento, ha riempito tutti i suoi spazi vuoti.
E lui la ama, molto di più di quanto vorrebbe ammettere.
Ama quella piccola stella che in quell’anno non l’ha mai abbandonato e che l’ha reso la persona che è ora.
Una persona forte e determinata, in grado di poter affrontare tutti i problemi che gli si presenteranno davanti.
Ed è con la sua stella preferita che sta tornando lì, per salutarla.
E per far incontrare le due donne più importanti della sua vita.
E, anche se sa che non dovrebbe, si sente a disagio, si sente emozionato.
Non sa come potrebbe andare il tutto e come potrebbe sentirsi Tori.
Sa solo che vorrebbe davvero tanto che quelle due parti della sua vita si incontrassero, in un modo o nell’altro.
Lo vorrebbe davvero tanto, con tutto il cuore.
Per questo passa un braccio attorno alle spalle di Tori per attirarla più a sé, facendola ridere.
«Calum?»
«Sì?»
«Come ti senti?»
E a quella domanda, che avrebbe dovuto aspettarsi dalla sua ragazza, Calum Hood ancora non sa rispondere, non completamente, non del tutto.
Non sa ancora dire se sta bene del tutto.
Se sta ancora troppo male.
Se ha capito di dover lasciare andare il ricordo che ha di Ruth o se invece deve tenerlo stretto, come se fosse il suo tesoro più grande.
Come se fosse la cosa più preziosa che ha al mondo dopo Tori.
Non sa ancora di preciso quel che succederà, quel che proverà lui.
Sa solo che non ha paura di stare male, non più ormai.
Perché se c’è una cosa che ha capito in tutti quegli anni, è che il dolore provato fa apprezzare di più tutto quello che si ha in seguito.
Lui ne è la prova vivente, in ogni senso possibile ed immaginabile.
E se non fosse stato per Tori, lui adesso non sarebbe lì, al quarto anniversario da quando Ruth non c’è più.
Un anniversario che questa volta riesce ad affrontare con il cuore un po’ più tranquillo e con più coraggio dentro.
Camminano senza fretta, un po’ tesi, eppure tranquilli, senza pensare troppo a quel che accadrà.
Non dicono altro, e Tori non chiede niente, perché per capire Calum non ha bisogno di parole, non più.
Lui non risponde a quella domanda che gli rimbomba nella testa come un’eco lontana e quasi indecifrabile.
Rimbomba, e ancora lo fa tremare un po’, ancora lo mette a disaggio anche se solo di poco.
Una domanda a cui probabilmente non troverà mai una risposta definitiva, come per tutte le altre a cui non sa da che parte iniziare per capirle completamente.
Ma va bene così, per adesso, va davvero bene così.
In fondo sa che non può pretendere la Luna, lo sa bene, l’ha sempre saputo.
Ha tutto quello di cui ha bisogno, se Tori è con lui.
E intanto i piedi iniziano a camminare su quelle mattonelle un po’ ammaccate, vecchie tanto quanto il posto a cui appartengono.
Troppi ricordi, troppe foto, troppi volti, troppi nomi li accolgono in quel posto che Calum ha guardato con astio per così tanto tempo.
Un astio che un po’ è ancora lì, impiantato nel suo cuore, ma non così severo com’era prima.
Stringe la mano di Tori ancora più forte, Calum.
Perché ha bisogno di tutta la forza possibile per affrontare quel passo.
Ha bisogno di aiuto per mettere un punto a tutta quella storia.
E intanto i ricordi tornano ad assalirlo, a fargli male, ad aprirgli un po’ quelle ferite che credeva si fossero chiuse ormai da tempo.
E Calum sa che, se Tori non fosse lì, lui potrebbe cadere da un momento all’altro.
Procede a stento, con il mazzo di rose rosse in mano che trema un po’, con gli occhi scuri che cercano quella lapide su cui ha versato così tante lacrime che adesso crede di non averne a sufficienza.
E la vede, lì come al solito, come se Ruth non avesse mai voluto andarsene.
Ma Calum sa che non è così.
Lui sa che Ruth è sempre stata al suo fianco, non l’ha mai lasciato, neppure per un istante.
Ruth è il suo angelo.
Lo è sempre stata, fin dalla prima volta che si sono conosciuti.
Lei, che l’ha cambiato senza accorgersene, neppure per una sola volta.
E Calum sa che lei è lì adesso, davanti a lui e la sua ragazza.
È lì ed è sicuro che stia sorridendo.
Perché benché siano passati anni, lui ricorda bene Ruth, come se fosse la prima volta.
Ricorda tutto di lei, ogni singola cosa.
E adesso il dolore non c’è più, lo ha lasciato libero di poter pensare al suo piccolo angelo sorridendo per quel poco che è riuscito ad avere con lei.
«Sei nervosa?»
La domanda che fa è per Tori, ma entrambi sanno che forse non è quella giusta.
«Forse dovrei chiedertelo io.»
E Calum sorride dolce, alle parole della sua ragazza, perché ha ragione, ha ragione da vendere.
Perché in fondo, è a lui che fa più effetto essere lì, non il contrario.
È lui che ancora un po’ emozionato, in un modo che neppure lui riesce a capire sul serio.
Sorride ancora, mentre sente il cuore battergli più forte nel petto.
E comincia a tremare, a causa di quello che Tori gli dice.
«Dai, amore, andrà tutto bene. E poi sai che non vedo l’ora di conoscerla.»
«Spero che ti piaccia.»
La mora sorride e si sistema gli occhiali sul naso, prima di rivolgersi alla foto di Ruth, sorridendo.
Pure Calum sorride e si avvicina alla lapide, con il cuore che continua a correre dentro di lui.
«Io…»
Esita, perché non sa davvero cosa dire.
Avrebbe così tante cose da far uscire, che proprio non ha alcuna idea da dove iniziare.
Così tante cose che gli affollano testa e cuore e che gli rendono quasi impossibile pensare in modo abbastanza lucido per trovare una soluzione.
Solo che forse, per adesso, partire dalla cosa più semplice gli sembra l’idea migliore.
«Ruth, lei è Tori.»
E a nessuno dei due sembra strano quel dialogo con quella ragazza che, in un certo senso, ha unito entrambi.
Non fa effetto a Calum, che a cose simili è abituato da quattro lunghi anni.
E non fa nemmeno effetto a Tori, che ha ascoltato ogni sfogo del suo ragazzo e che – anche se ancora si preoccupa per lui – è convinta che quel pomeriggio possa aiutarlo in qualche modo.
Per questo non lo abbandonerà, Calum ne è assolutamente certo.
«Cal, io… Vorrei parlarle un attimo in privato… Posso?»
E quella domanda improvvisa, quasi “non da Tori” lo manda un po’ in confusione, lo lascia senza parole, stordito, stupito.
Una domanda che comunque lo fa annuire e le lascia campo libero.
Ed è mentre si allontana un pochino, mentre si perde nuovamente tra i ricordi, che la voce timida della sua ragazza gli arriva alle orecchie come una piccola ninna nanna, che tocca ogni corda giusta al momento giusto.
«Ruth, io… Mi sembra così strano, sai? Parlarti… In questo modo… Dico.»
Alla lieve insicurezza di Tori, Calum sorride dolce, comprensivo.
Perché tra loro due, Tori è sempre stata la più forte, in ogni caso, ogni volta.
E il fatto che adesso si trovi forse un po’ in imbarazzo non fa che renderla ancora più bella e perfetta agli occhi scuri di Calum, catturato da ogni parola che lei dice.
«Io… Vorrei soltanto ringraziarti, sai?»
E già con quella prima frase, così inattesa, così densa di significato, Calum comincia a vacillare, mente il ricordo di Ruth che gli sorride per la prima volta gli invade il cuore e mente lui chiude gli occhi.
Il primo sorriso.
La prima uscita.
Il primo bacio.
La prima volta che Ruth gli ha parlato della sua malattia.
La prima volta all’ospedale insieme.
La prima volta che ha visto Ruth cadere.
La loro prima ed unica notte insieme.
Ogni cosa gli fa un po’ male e, allo stesso tempo, lo fa sorridere debolmente, a causa di quella nostalgia che non vuole lasciarlo andare del tutto, non ancora.
E intanto, le parole di Tori continuano a fare uno strano effetto su di lui.
«Io… Non avrei mai creduto possibile che Calum ed io saremo mai potuti diventare quel che siamo adesso… Insomma… Io… Lo guardavo sempre da lontano, quando stavate insieme… Lo.. Lo guardavo e lui era così felice! Era davvero… Davvero bello… E credo che tu l’abbia notato… Cioè, il suo sorriso era… Era qualcosa di unico! Sembrava una stella…»
Solo che Tori non sa che quelle parole per Calum significano molto di più di quel che lei pensa.
Parole che riportano così tante cose a galla che lui quasi si sente senza fiato per ogni emozione che lo sta attraversando da cima a fondo.
Perché si ricorda di ogni volta che Ruth provava a farlo ridere, riuscendoci sempre, senza il minimo sforzo.
Si ricorda di come pure Tori riesca a farlo ridere, sempre e subito, senza problemi.
E si ricorda che le due ragazze lo fanno – e facevano – ridere in modo diverso e per cose diverse.
Perché con Ruth aveva paura che ogni volta fosse l’ultima.
E perché con Tori ogni volta è come se fosse la prima.
E sa che apprezza – e apprezzava – in pieno entrambe, ogni singola volta.
«Io… Volevo dirti grazie, Ruth, perché… Perché per quel poco tempo che hai trascorso con lui gli hai dato una felicità così grande che… Che io non credo di sapergli donare… Non nello stesso modo in cui riuscivi a dargliela tu…»
Parole che questa volta fanno male, troppo male.
Perché Calum ha ripetuto milioni di volte a Tori che non deve sentirsi inferiore a Ruth, in alcun modo.
Perché pure lei è riuscita a renderlo felice, felice davvero, nel suo di modo, non copiando quello di Ruth.
E Calum ama Tori, la ama con tutto se steso.
Ama il modo in cui riesce a fare ogni cosa.
Ama il modo in cui sorride e in cui lo fa ridere.
Ama il modo in cui lo ha fatto rinascere.
Ama il modo in cui riesce ad essere sempre se stessa.
Ama tutto di lei, completamente, ogni giorno, in ogni istante.
«Però… Mi va bene così, Ruth, sai? Perché… Perché so che… In qualche modo Calum… Calum potrà sempre contare su di te… In fondo… Sei il suo angelo… Giusto?»
E lui non sa cosa fare o cosa provare, disarmato come si ritrova ad affrontare una cosa a cui mai avrebbe pensato.
Perché sa che Ruth è lì accanto a Tori e sta provando a consolarla in ogni modo, lui la conosce.
Gli sembra di vederla accanto alla sua ragazza.
Gli sembra di vedere Ruth, con i suoi capelli scuri e mossi, sciolti, che le risaltano i grandi occhi color cioccolato e che la rendono ancora più bella di quanto ricordasse.
Sembra splendere di luce propria, esattamente come l’angelo che è adesso e che è sempre stata.
Sospira e sorride, lui, perché non sa cos’altro fare in una situazione tanto strana e assurda quanto bellissima.
Sa che Ruth non permetterebbe mai che Tori si penalizzi in quel modo.
Perché Calum è certo che Ruth sappia quanto Tori sia importante per lui.
Così importante da dovergli ogni cosa, la vita, la speranza, la forza, il coraggio.
E l’amore.
«Quindi… Grazie Ruth, per ogni cosa.»
E Calum sa, lo sente dentro, che il fatto che lui e Tori si siano incontrati non sia stato una coincidenza, quel pomeriggio di pioggia di un anno prima.
Sa che niente della loro storia è avvenuto per caso.
Sa che Ruth ha messo del suo, nel farli incontrare e nel farli innamorare l’uno dell’altra.
Sa che Ruth gli ha fatto incontrare un angelo.
Il suo angelo.
Un angelo non come quelli di cui si leggono nei libri o che si vedono nei film, no.
Perché per Calum, Tori è un angelo vero, è il suo angelo.
Senza ali certo, ma è pur sempre il suo angelo, in modo diverso da come lo è Ruth.
E aspetta, Calum, aspetta con calma che entrambe si aiuto a vicenda inconsapevolmente.
E intanto le guarda, le osserva attento.
Nota quanto le due siano simili e diverse allo stesso tempo.
Così simili e diverse da aiutarlo entrambe, in ogni modo a loro disponibile.
Poi Tori si volta.
Ruth si volta con lei.
E Calum capisce, capisce più di quanto avesse mai sperato e più di quanto avesse mai immaginato.
Capisce che Ruth non l’ha mai abbandonato e mai lo farà.
Capisce pure che Tori è tutto ciò di cui ha bisogno.
E sorride davvero, sorride di tutto cuore.
Sorride con le lacrime agli occhi e la abbraccia forte, senza dire niente.
Perché è vero che il cuore non dimentica.
E lui Ruth non la dimenticherà mai.
Ma è anche vero che non tutti gli angeli hanno le ali.
E lui è felice di aver incontrato il suo.
Di aver incontrato Tori.






Letizia
Bella gente, buona sera a tutti! Da quanto tempo non tornavo con una OS? Beh, quasi un mese, ahahah. L'ultima che ho postato è stata A little biy of cream (slash rossa, per chi volesse darci un'occhiata ;)).
Che dire invece di questa piccina (che conta 3 mila parole tonde tonde)? Prima di tutto, era un'idea che avevo in testa già da un po', quella di fare un sequel a Il cuore non dimentica, una delle OS a cui sono davvero tanto affezionata. E inizialmente avevo pensato a farci una minilong di dieci capitoli, poi però tra impegni, cose varie, altre storie a cui ho dato importanza, ho deciso di farla solo come una semplice OS :3.
E insomma, abbiamo il nostro Cal un po' più in forze e con accanto una persona viva, vera, e non più un semplice ricordo. Una Tori che lo ama davvero tanto e che lo ha aiutato in un modo inimmaginabile. Awww, amori sono! *^*
Spero tato che vi sia piaciuta e... Spero mi farete sapere ciò che ne pensate, ci conto davvero tanto *^*.
Un bacione e grazie per ogni cosa, siete meravigliosi. E non lo dico tanto per dire, lo credo sul serio.
Ci sentiamo presto, vi voglio bene! Un bacione, Letizia <3

 
   
 
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