Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Naomi_Shonenai    20/07/2015    1 recensioni
*[“Mercuzio, chi è la regina Mab?”
[...]
“Come non sai chi è?”
Poi cominciò a parlarne in modo poetico e sognatore:
“Lei che tra le fate è levatrice…”
Romeo, comprendendo che il suo amico era partito per il mondo dei sogni, lo lasciò perdere ma fu attratto da una frase in particolare:
“Su questo cocchio, notte dopo notte, galoppa nelle menti degli amanti riempendole di sogni amorosi.”
[...]
“Questa notte ti verrà a trovare! E allora capirai chi è davvero la regina Mab”
Mercuzio x Romeo
Un sogno inaspettato, una paura di non essere accettati e poi, quando tutto è finalmente chiaro e roseo, il futuro riserverà dolori più o meno forti, ma anche gioie e felicità.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aprì un occhio.

La luce mattutina filtrava nella stanza. Avvertì un calore. Si guardò  intorno. Cosa vide? Il letto disfatto che ormai non gli faceva più disgusto .
Vagò con lo sguardo tra le lenzuola e incontrò delle gambe coperte da quel candido velo fino al coccige .  Vide poi una schiena liscia e candida.
Continuò il viaggio con gli occhi e trovò una matassa di fili d'oro ricadere sulle spalle e infine questi riccioli biondi che incorniciavano un volto bellissimo ma ancora dormiente.
Gli venne da pensare che, racchiuso tra le braccia della regina Mab, non era molto diverso da un angelo celeste. E solo dopo ricordò la notte. Gli era piaciuta davvero tantissimo.
Sorrise mentre allungò una mano verso di lui per accarezzargli la guancia ma improvvisamente l’altro l’ afferrò facendolo rotolare sopra di sé per poi rubargli un bacio caldo ed intenso. 
"Buongiorno Romeo"
Lo aveva chiamato! Aveva pronunciato il suo nome. Ah...quanto poteva rivelarsi soave quel nome se pronunciato da lui.

"Buongiorno anche a te. Buon Mercuzio, per un attimo ho temuto tu fossi un angelo."
"Perché , buon cuore, temi gli angeli?" gli chiese accarezzandolo.
"Gli angeli possiedono le ali per volare via da me."
"Non temere, allora. Io resterò con te per sempre."
Si scambiarono un altro bacio.
"Allora mio, angelo custode, ti va di andare in Paradiso a raccontare il nostro amore alla luce del sole amoreggiando su una nuvola?"
"Ne sarei onorato!"
Si alzarono dal letto scambiandosi l'ennesimo bacio.

Poi si vestirono e uscirono dalla camera, scendendo fino alla porta d'ingresso dove trovarono Benvolio . 
“Buongiorno fratelli” li salutò con viso allegro.
“Buongiorno cugino”
“Buondì cuore d'oro “
Il biondo e il moro si scambiavano sguardi complici. E Benvolio li colse prontamente e sorrise con una punta di malizia .

“Qual buon vento ti porta da queste parti? Sei in cerca di giovani fanciulle o solo di vino, giovane cugino ? Chiese Romeo all'oscuro di tutto .

Infatti la sera prima non era riuscito a guardare negli occhi colui che gli aveva aperto le porte del Paradiso e, sebbene  il compagno gli avesse svelato il nome di costui (*[ "Lo so che ormai mi odi ma neanche io ne sapevo niente. Ha fatto tutto Benvolio. Io non ne sono complice."]*), il Montecchi si era già perso a guardare il corpo di Mercuzio per poterne comprendere le parole.

I due si guardarono un po' straniti ma cercarono di prendere in mano la situazione.

Mercuzio, essendo un passo dietro a Romeo, fece capire in qualche modo all’amico di trovare una risposta decente.
"Volevo solo venire a farmi un goccio. Voi invece? Siete venuti insieme?"

"No beh..." Romeo era un po' impacciato: non sapeva mentire.
Per questo lo aiutò Mercuzio.

"Ci siamo visti sulle scale" disse in fretta per convincere più Romeo che Benvolio.
"Ah, quindi questa notte avete dormito poco eh..." disse spingendoli fuori dal locale.
Romeo uscì per primo, tutto tranquillo, beandosi della notte passata.
Quando anche Mercuzio uscì, passando di fianco a Benvolio questo gli sussurrò all'orecchio: "Le sue grida hanno raggiunto il mio orecchio. Sapevo che eri bravo ma potevi risparmiarti giusto qualcosa,essendo al corrente della sua purezza. Era la prima volta che lo faceva così, la prossima volta calma i bollenti spiriti”

Lui però, non curante, lo scostò: “Ah caro Benvolio, si chiama amore! Non puoi calmarlo o negare la sua presenza perché al tuo cuore parrà un fuoco gentile. Prego Dio perché un giorno possa incontrarlo anche tu!”

Fece qualche passo di scatto per raggiungere Romeo e cingergli la vita con il braccio.

Benvolio rifletté su quelle parole. Chissà, un giorno, magari, forse,  ma per ora la domanda era solo...quando?
Camminarono un po',  quando sia il biondo che il castano si accorsero che Romeo camminava goffamente,  quasi zoppicando.
"Romeo, sei certo di star bene?" gli chiese Mercuzio, preoccupato.
"S-sì,  tranquillo"
"Penso sia meglio fermarci da frate Lorenzo. Che ne pensi, Romeo?"
'Ehm...beh...ok."rispose timido.
Dopo essere arrivati al monastero, il Della Scala  ordinò al Montecchi dagli occhi di cristallo di andare a chiamare il frate.
Fece poi semisdraiare Romeo su una panca.
Quando il castano si allontanò abbastanza, allungò una mano sul suo volto, accarezzandolo.
"Ti fa male?" l'espressione intrisa di preoccupazione .
"Se mi guardi dolcemente,mi dimentico di qualunque dolore."gli rispose appoggiando la mano a quella del giovane dagli occhi nocciola. 
I volti si avvicinarono, le labbra erano a pochi centimetri quando arrivò il frate a passo svelto, seguito da Benvolio.
" Santo Cielo, figliolo, che succede?"
" OhPadre, vi procura un problema visitare questo povero giovane?"
"No di certo. Giovane Romeo, riesci a camminare fino al mio laboratorio?"
"Si, vi ringrazio. Fratelli miei, restate qui per favore."
E così Romeo si allontanò con il frate mentre Mercuzio e Benvolio restarono lì ad aspettarli.
Il biondo si lasciò cadere su una panca.
" calma il tuo cuore, non è niente di grave." gli disse castano sedendosi al suo fianco.
" è anche vero che, visto che era la sua prima volta, non avresti peccato se ti limitavi alle dita."
Lo guardò. Come faceva a sapere così tante cose?
Mercuzio sorrise malizioso e si tuffò con la testa in grembo all' amico fissandolo negli occhi azzurri.
"Quanta cultura possiede l'oscena mente di Benvolio!" gli sussurrò facendo scivolare un dito dalla giugulare fino al petto per poi scendere al basso addome e stuzzicarlo con il polpastrello.
"Buon Mercuzio, forse sarai il più rinomato amatore di Verona, ma certamente non l'unico. Parlando di voi invece...come è andata stanotte?" cercò di sviare la conversione su un altro argomento.
"Dovrei essere io colui che desidera un risposta. Hai sentito come gridava? Come mi implorava?"disse con aria soddisfatta.
"Così: Ah Mercuzio! Sì, mio Dio!ahhh" gli rifece i gemiti dell' amato mentre muoveva il bacino.
"Sì ok! Fermati! Ho sentito ieri!"lo fermò con un poco di rossore in viso.
Mercuzio voleva giocare con lui, solo un po'.
"Avrai anche udito, ma nessuno ti ha mostrato il suo volto. Era semplicemente perfetto."mimò le espressioni contorte di piacere e intrise di lussuria.
"Mh...ti prego, Mercuzio! Fammi venire! Ahhh...SI'!"
Benvolio dovette implorarlo a smettere:"Ti prego Mercuzio!"
Quando il biondo si fermò, lui sospirò sollevato.
"Non so se essere schifato o eccitato dopo questa tua...performance."
Mercuzio sfoderò la sua solita malizia e sfregò la guancia sul suo cavallo dei pantaloni facendogli notare un lieve rigonfiamento.
"Vuoi un aiuto nella scelta?"
"Sei un bastardo! Ora come lo tolgo?"
Il della Scala scoppió in una risata vedendo la reazione dell'amico.
"Ahahah...tranquillo! Se non é molto ti basta camminare un po' e ti passerà." gli consigliò asciugandosi una lacrima dal troppo riso.
"Prega Dio che funzioni e ringrazialo perchè ci troviamo in un luogo sacro dove non posso picchiarti."
Si alzó sbuffando e camminò avanti e indietro.
Mercuzio lo guardava seduto sulla panca.
Era proprio vero... Benvolio Montecchi era anche questo!
"Ah Mercuzio...il frate sa tutto." Lui lo guardò storto "Dovevo spiegargli cos ha Romeo. Rilassati, ha capito."
Guardò davanti a sé, assumendo un espressione malinconica.
"Immaginavo che un uomo come lui potesse capire."
In quel momento arrivò il frate che, con passo tranquillo e rilassato, si avvicinò a loro.
"Giovani Messeri, il vostro amico è a letto che riposa."
Mercuzio si rianimò."Posso andare da lui? Vi supplico padre!"gli chiese implorante inginocchiandosi davanti a lui.
Frate Lorenzo guardò Benvolio che, comprensivo, gli restituì lo sguardo.
"Va bene"sospirò "Ma cerca di non svegliarlo."
"Sì non lo disturberò." 
Non fece neanche in tempo a finire la frase che già stava correndo verso il laboratorio del frate. Si fiondò dal suo Romeo con la velocità di un ghepardo mentre Benvolio, dopo aver ringraziato l'uomo da parte di entrambi, camminò anch'egli verso il suo amico.
Arrivato davanti alla porta, prese qualche secondo per riprendere fiato poi, con estrema delicatezza, aprì la porta e restò per infiniti attimi ad osservare ammaliato quella visione meravigliosa ma allo stesso momento molto triste che procurò in lui la nascita di sensi di colpa.
Il moro giaceva sul letto, con la parte anteriore del corpo aderente al materasso e la parte posteriore coperta fino alla zona lombare da un leggero lenzuolo.
"Ah...quanto vorrei accarezzarlo come quel lenzuolo."pensò con sguardo pieno di pietà.
Lo amava davvero tantissimo. Amava quel corpo e quell'anima davvero profondamente.
Si avvicinò piano e permise ai suoi occhi di assaporare un angelico viso composto da occhi chiusi e sereni, labbra aperte in una fessura, respiro regolare. Desiderava accarezzarlo. Ogni attimo in cui l' altro non era cosciente, avrebbe desiderato toccare con delicatezza i suoi capelli o anche solo sentirne l'essenza. Ma non gli era mai stato concesso. Ora invece poteva, ora che si erano ritrovati.
Allungò una mano verso di lui ma un flebile sussurro lo bloccò.
"Mercuzio..." bisbigliò nel sonno.
La mano adagiata sul cuscino si mosse impercettibilmente.
Il biondo sorrise e poggiò la mano sul quella  del moro, intrecciando le dita.
"Sono qui amore mio."si sdraiò al suo fianco e, prendendo le loro mani unite, le posò sul proprio petto.
"E resterò qui per sempre ad accarezzarti finchè la regina Mab non me ne dà la possibilità." gli baciò la fronte poi prese ad accarezzargli i capelli scuri.
"Grazie Mercuzio" mormorò.
Il ragazzo non si aspettava di trovarlo sveglio. Lo strinse a sè.
"È il minimo...ora riposa."
"Ti amo!"gli confessò accoccolandosi tra le braccia di Mercuzio, il quale si stupì nuovamente ma questa volta dalla dolcezza e dall' ingenuità che mostrava Romeo. 
"Ti amo anch'io"
In quel paradisiaco abbraccio, il Montecchi si lasciò andare cadendo nella presa di Morfeo.
Quando il della Scala constatò la sua dormienza, attirò l'attenzione dell'altro.
"Benvolio, ora puoi entrare. Si è addormentato." lo chiamò senza alzare la voce per evitare di svegliare Romeo.
Entrò con la testa bassa, le braccia incrociate e il sorriso sulle labbra.
"Io..."
"Tu...?"gli chiese.
"Io...sono felice per voi." alzò la testa e lo guardò. Era sdraiato su un fianco e stringeva a sè il suo Romeo accarezzandolo per rendere più armoniosi i suoi sogni.
"Grazie"
Mercuzio vide un velo di malinconia nei suoi occhi.
"Arriverà anche per te l'amore. Devi solo aspettare"
Ricevette un sorriso.
"Lo spero anch'io. Ma per ora ho voi"affermò guardandolo fisso negli occhi nocciola.
Il biondo sospirò.
"Vuoi unirti?" Aprì un braccio verso il castano che non se lo fece ripetere due volte.
"Io starò al vostro fianco in qualunque momento e non vi abbandonerò per niente al mondo. Promesso."
Si fermò un attimo, sospirando.
"Penso tu conosca la quantità di ostacoli che troverete d'ora in avanti lungo il vostro cammino."
Mercuzio guardò Romeo che serenamente, tra le sue coccole, dormiva profondamente.
"Non rinnegherò il mio amore per dei semplici ostacoli."

"E neppure io, per dei semplici ostacoli,  mi ritroverò a rinnegare il mio legame."
Si strinsero maggiormente in quel caldo abbraccio.
"È meglio che tu vada prima che si svegli."lo avvertì mentre l'altro si scostava da lui.
Lo salutò con un cenno della mano e uscì, senza rinunciare, però, a un pensiero:" Se lo volevi tutto per te, bastava dirmelo. E comunque, Mercuzio..." chiuse la porta dietro di sè. "...Il mio amore è destinato a non germogliare, come un seme che muore ancor prima di far spuntare una fogliolina verde."
Prima di tornare per i suoi passi, dal frate, dedicò un ultimo pensiero ai suoi fratelli, Mercuzio e Romeo che, con il volto sereno, si univano in un abbraccio che passava oltre la fratellanza arrivando ad un vero e proprio amore. Avrebbe procurato loro la felicità anche a costo di rinunciare alla propria. Perché la loro felicità era un traguardo difficile da raggiungere ma indubbiamente non impossibile.

   
 
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