Serie TV > The Lover
Segui la storia  |       
Autore: Love_My_Spotless_Mind    22/07/2015    0 recensioni
[The Lover ( https://en.wikipedia.org/wiki/The_Lover_(TV_series) )]
Appartamento 709, JoonJae è alla ricerca di un nuovo coinquilino ma non sa che questa coabitazione potrebbe cambiare la sua vita.
(JoonJae X Takuya)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




La loro convivenza era iniziata davvero bene e continuò anche meglio. In pochi giorni acquisirono più confidenza, giocavano insieme alla Play Station, facevano le pulizie di casa dividendosi i compiti, cucinavano a turni. JoonJae si impegnava per parlare un po’ di più e con Takuya gli argomenti non mancavano mai. Sapeva parlare perfettamente sia dei suoi progetti per il futuro, che dei programmi che aveva guardato in tv, che del suo piatto o colore preferito. Anche se alle volte non ricordava le parole esatte da utilizzare sapeva farsi comprendere, raggirando l’ostacolo. JoonJae non ricordava di condividere tanti momenti con qualcuno almeno da quando faceva le scuole medie e trascorreva l’intera giornata con gli amici di scuola.

-JoonJae, non hai un lavoro? – gli domandò dopo qualche giorno Takuya, tutto intento nel pulire per terra.

-No, non ce l’ho. Non so ancora che cosa mi piacerebbe fare.-

-Ahh… è perché vuoi decidere bene. E te ne stai tutto il giorno qui chiuso in casa? Non esci mai? –

-Non mi piace la confusione. –
Takuya sorrise ancora, anche se lo faceva così spesso era difficile abituarsi.

-Allora Tokyo non sarebbe proprio la città per te. È sempre affollata, non ti piacerebbe prendere la metropolitana alle ore di punta! –
JoonJae provò ad immaginarsi la scena, no, non gli sarebbe piaciuto affatto trovarsi tra tantissima gente, compresso tra una folla di persone sconosciute, tutte con il desiderio di allontanarsi frettolosamente ed impossibilitate a farlo. La sola idea gli faceva mancare il fiato.

-Hai ragione, non mi piacerebbe.-

Takuya era sdraiato a terra, intento nel passare lo straccio bagnato sul pavimento, voleva sempre farlo brillare, preferiva pulire in modo tradizionale, in modo da essere ancora più soddisfatto del risultato. Fin da ragazzino i genitori gli avevano insegnato a tenere in rodine la casa, ormai ci riusciva senza nemmeno pensarci, era diventata un’abitudine imprescindibile, quasi quanto mangiare o fare stretching appena sveglio .

-Io a Tokyo ho fatto parte di un gruppo per un po’ ma non era una cosa importante. Però suonare mi piace. A scuola avevo una band, facevamo una musica talmente brutta… eppure alle ragazze piaceva. –

-Immagino – disse JoonJae, anche se non riusciva a visualizzare Takuya da ragazzino. Di sicuro anche a quei tempi doveva avere molto successo con le ragazze.

-Tu a scuola com’eri JoonJae? –

-Normale… non avevo voti molto alti. –

-Dovevi essere un ragazzo solitario come adesso, non è vero? – mentre lo chiedeva rise ancora, per lui il carattere del coinquilino non era poi così male, si adattava ad ogni situazione e poi riusciva comunque a sostenere dei discorsi che gli piacevano, anche se l’altro non parlava molto. Inoltre aveva accettato subito di vivere insieme quindi non c’era motivazione di lamentarsi.

-Direi di si, non sono mai cambiato. –
Un pomeriggio i due uscirono per andare a fare al spesa insieme. In casa mancavano sempre le verdure, per trovare le migliori sarebbe stato meglio andare al mercato. JoonJae, come si poteva facilmente immaginare, non era abituato a quel genere di compere mentre Takuya era bravissimo nel contrattare i prezzi di qualsiasi cosa. I colori degli ortaggi erano splendidi e sgargianti, la strada era invasa dal buonissimo odore di frutta e verdura. Alcune bancarelle vendevano anche spremute di frutta fresca, Takuya continuava a guardarsi attorno con aria allegra, si elettrizzava anche per i momenti più semplici, per i dettagli apparentemente più insignificanti. Probabilmente non si trovava in un mercato come quello da tantissimo tempo, anche JoonJae si era lasciato trascinare dall’euforia del momento, guardandosi attorno come se non avesse mai ammirato una scena come quella.

-Guarda, JoonJae, il cibo di strada! – annunciò Takuya indicando una bancarella che vendeva teobboki piccante. I due si fermarono a mangiare, Takuya diceva di non aver ancora mai mangiato lo street food coreano e JoonJae voleva fargli assaggiare solamente il cibo più buono. Era così piccante e bollente che ad entrambi veniva da tossire, ma il pranzo non poteva essere completo se non con un sorso di soju, il tipico liquore coreano. Era davvero molto forte, soprattutto per chi non era abituato a bere liquori durante il pranzo.
-Takuya, questo devi berlo in un sol sorso. Mi raccomando, è tradizione! – spiegò JoonJae da grande esperto di bevute quale era.
-Ah… in un sorso solo…-
-Si, one shot. –
JoonJae gli riempì il bicchierino di liquore trasparente dall’odore molto forte che dal naso arrivava dritto al cervello, stordendo per qualche attimo il senso dell’olfatto.
-One shot. – disse a sua volta Takuya prima di mandare giù tutto d’un sorso quella quantità abbastanza consistente di liquore che immediatamente gli bruciò al centro del petto.
Il pomeriggio continuò al super mercato dove Takuya si mostrava entusiasta di fronte ad ogni sorta di merendina che non conoscesse. Alla fine ebbero riempito il carrello di schifezze, cibo liofilizzato e qualche biscotto giapponese, giusto quelli più venduti anche all’estero.
-JoonJae, guarda! Devi assolutamente provare la birra giapponese! – rise Takuya prendendo qualche lattina con i fiori di ciliegio disegnati sopra ed infilandole immediatamente nel carrello.

Quella stessa sera nell’appartamento 709 ci fu una festa improvvisata, con la tv accesa sui programmi comici della notte, i pacchetti di patatine e caramelle aperti e sparsi a terra e fiumi di birra giapponese. Era da molto passata la mezzanotte ed i due ragazzi non sembravano essere più molto sobri. Bevendo avevano chiacchierato del più e del meno, Takuya aveva parlato di come fosse il Giappone e di quanto fosse stato difficile apprendere il coreano, soprattutto all’inizio. JoonJae lo aveva  ascoltato attentamente, con un lieve sorriso sul volto, gli piaceva sentirlo raccontare, avrebbe lasciato parlare lui anche per tutta la notte. Quando Takuya si lanciava nella narrazione di eventi ed aneddoti, JoonJae sentiva di poterli visualizzare perfettamente, come se le sue parole avessero la capacità di plasmare immagini, odori ed atmosfere, non aveva mai incontrato nessuno con un talento simile, ogni volta ne restava profondamente colpito.
-Avevi ragione, è buona… - sentenziò JoonJae quando ormai non vi era rimasto nemmeno più un sorso di birra in casa. Aveva un’espressione stranamente allegra stampata sul volto, una che generalmente il suo viso sembrava non poter nemmeno emulare.
-JoonJae… mi fa male la testa. – si lamentò Takuya massaggiandosi la tempia. Entrambi erano inginocchiati sul tappeto, con la schiena contro il sofà. – Non sono abituato… - continuò a farfugliare, non aveva mai bevuto così tanto in vita sua e non aveva mai provato i sintomi della sbornia, ne aveva sempre sentito solamente parlare. Provò ad alzarsi, nelle sue intenzioni c’era quella di andare ad infilarsi il pigiama ma tutto quel che riuscì a fare fu ricadere in ginocchio, con la fronte contro la spalla del ragazzo.
-Takuya, ti senti bene? – borbottò JoonJae che non aveva mai avuto il ragazzo così vicino. Gli mise la mano sulla spalla, aveva seriamente timore che si addormentasse all’improvviso, facendosi male.
 -Ah… JoonJae… - continuò a lamentarsi il ragazzo, sfiorandosi nuovamente la fronte con le dita, scostando i folti capelli biondi dal viso.
-Abbiamo esagerato. Dai, ti accompagno a dormire. –
Il maggiore provò a prenderlo per le spalle, facendogli sollevare la schiena in modo che respirasse a fondo e si sentisse leggermente meglio. Takuya tirò la testa all’indietro, posando la nuca contro il cuscino del divano. Fortunatamente il salotto era una stanza abbastanza arieggiata il che avrebbe contribuito a farlo sentire un po’ meno stordito. Prese respiri profondi restando in silenzio, in realtà gli girava la testa e non riusciva a visualizzare bene nemmeno il lampadario sul soffitto. Aveva sempre avuto un esagerato autocontrollo, non era mai riuscito a bere fino a raggiungere il limite però questa volta era tutto preso da quei discorsi, non aveva nemmeno pensato alla necessità di trattenersi.
-Ti senti meglio? – continuò a domandare JoonJae che dal canto suo era abbastanza abituato a quel genere di bevute ed ormai non gli facevano particolare effetto.
Takuya per un po’ non rispose, le sue labbra restarono distese, le palpebre chiuse. Sembrava che stesse ragionando su qualcosa di molto importante ma JoonJae non era sicuro che fosse così davvero. Il pomeriggio trascorso insieme era stato divertente, la sua compagnia gli permetteva di allontanare il cattivo umore e di sentirsi improvvisamente pieno di energie. Non aveva un amico che potesse definirsi tale da molti anni, per varie ragioni molte persone avevano finito per allontanarsi da lui e sicuramente gran parte della colpa era stata sua. Ma Takuya sembrava rappresentare l’occasione giusta per modificare il corso degli eventi, per infondergli un po’ più di fiducia negli altri.
-JoonJae… perché oggi le persone non facevano altro che guardarci? Quando eravamo in giro… ci guardavano come se… facessimo qualcosa di sbagliato. – sussurrò Takuya dopo aver deglutito. – Siamo due ragazzi che abitano insieme… tanti lo fanno, no? –
JoonJae non aveva prestato attenzione  a quello che Takuya stava dicendo, non se ne era nemmeno accorto. Per tutto il tempo mentre facevano compere insieme era stato concentrato su un’unica persona, senza pensare minimamente ad altro.
-Ti sarai sbagliato, non preoccuparti. –
Takuya chiuse nuovamente gli occhi, sospirando leggermente.
-Meglio se vai a dormire, bere ti rende troppo pensieroso. Dai, dammi la mano. – JoonJae si alzò in piedi, lasciare il ragazzo farneticare in quel modo non era di certo la scelta migliore. In piedi di fronte a lui gli porse la mano in modo che potesse stringerla per alzarsi. Takuya aprì lentamente gli occhi, guardò la mano del suo amico, aveva delle belle dita, lunghe ed affusolate, anche le unghie avevano una bella forma e non erano troppo corte. Gli venne da sorridere. Alla fine si alzò da solo, posando le mani a terra per aiutarsi, poi camminò lentamente lungo il corridoio,  fino a scomparire all’interno della sua stanza. JoonJae infilò la mano in tasca, nessuno l’aveva stretta, il suo aiuto era stato evitato senza ulteriori spiegazioni. Non riuscì nemmeno a capire perché quell’atteggiamento lo avesse tanto colpito ed ora lo rendesse così malinconico.

Il suo telefono improvvisamente vibrò, era posato sopra il tavolino di fronte al divano, la sua ragazza gli aveva mandato un messaggio dove gli proponeva di vedersi il giorno seguente ma lui non rispose, non aveva voglia di pensare a lei.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Lover / Vai alla pagina dell'autore: Love_My_Spotless_Mind