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Autore: Akisan    24/07/2015    12 recensioni
A volte il destino riserva sorprese mozzafiato, ricche di avventure e compagni formidabili.
A volte, invece, decide semplicemente di prenderti per i fondelli.
Così, senza neanche sapere bene il perché, Alex si ritrova suo malgrado a fare comunella con un Arrancar con seri problemi di gestione della rabbia, una ragazzina logorroica totalmente priva di buonsenso, e un individuo subdolo che, secondo lei, ha buone probabilità di discendere direttamente dal demonio.
Il tutto in un ambiente ricco di Hollow, gatti, sarcasmo allo stato brado e situazioni equivoche.
Mooolto equivoche.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aki: «Grimmjow!»
 
Grimmjow: «Che vuoi?»
 
Aki: «Belli gli stivali nuovi! Un po’ tamarri, però.»
 
Aramis: «Non che la cosa ti abbia impedito di avere un orgasmo.»
 
Aki: «Si dice “moderato entusiasmo”, Aramis. Non turbiamo le giovani menti innocenti in ascolto.»
 
Aramis: «Non c’è nulla di innocente in chi legge Bleach, è uno dei fandom più terrificanti e perversi al mondo. Per questo mi ci trovo così bene.»
 
Alex: «Parli così perché non hai mai fatto un giro in quello di Yu-gi-ho!. Mai visti dei nomi così creativi per delle coppie.»
 
Liz:«O degli adolescenti dagli addominali così scolpiti. Dai un’occhiata a quei bei corpicini che si ritrovano Marik e Yami Bakura, poi vedi se non ti viene voglia di infilarti in mezzo alla Thiefshipping.»
 
Aki: «E parlando di crack pairing…»
 
Grimmjow: «Ecco, non ne parliamo.»
 
Aki: «Parliamone, invece. Perché a quanto pare anche Ningyo no Hyo ha un pubblico che adora ammucchiarvi o farvi esplorare nuovi orizzonti. Partendo proprio da voi due maschietti, oltretutto.»
 
Grimmjow: «Urgh!»
 
Aramis: «Niente di nuovo sotto al sole, quindi.»
 
Alex: «Aramis!»
 
Aramis: «Principessa, tu più di tutti dovresti sapere che ci sono destini ben peggiori che passare una notte di fuoco con Grimmjow. Malgrado tutti i suoi innumerevoli difetti, se non altro non è affatto male da guardare.»
 
Liz: «Oooh yeah.»
 
(Aramis e Liz si danno il cinque)
 
Alex: «… comincio a pensare che voi due siate il motivo principale per cui ai lettori vengono strane idee sulla natura della nostra convivenza.»
 
Liz: «Mmmh, secondo me c’entra anche il fatto che canonicamente la sessualità di Grimmjow non sia stata stabilita.»
 
Grimmjow: «Forse perché in un manga basato sui combattimenti non importa a nessuno?»
 
Aki: «Pensavo fossi Ichigo-sessuale.»
 
Grimmjow: «Questo perché sei una sporca yaoista.»
 
Aki: «O forse perché ogni volta che siete insieme in una scena sprizzi tensione sessuale come un fuoco d’artificio.»
 
Grimmjow: «Si chiama istinto omicida, cretina. Lo stesso che provo ogni istante nei tuoi confronti!»
 
Alex: «Sapete, è maleducazione discutere la trama canonica davanti ad un Nuovo Personaggio. Ma prego, continuate pure.»
 
Aramis: «Non essere gelosa, principessa. Anche se saltasse fuori che Grimmjow è gay, hai pur sempre la tua forma maschile su cui fare affidamento. Come vedi sei in una botte di ferro!»
 
Alex: «… quando dici queste cose con quella faccia da schiaffi non so mai se ringraziarti o tirarti un pugno in faccia.»
 
 
 
Una fornitura mensile di zucchero filato a Lucensys, Gulab, cassie91, Hysteria_Chan, _Lola_Uzumaki_per aver messo questa storia tra le preferite, a little_astrid, AlaskaYoung, creepy_panthera, Kaileen, AnnetteRosavskij, Tammy1997 per averla messa tra le seguite, a  Zephiel97 per avermi messa tra gli autori preferiti e a chi legge e basta. Siete lo zucchero della mia vita!
 
 
 
Bleach e tutti i suoi personaggi dalla sessualità non stabilita non mi appartengono. Lo stesso vale per qualsiasi altra opera citata più o meno chiaramente. Le azioni e i discorsi presenti in questo capitolo sono effettuati da personaggi professionisti: bambini, non imitateli a casa!
 
 
 
Capitolo 40: Specchio, servo delle mie brame, quale cliché serve ancora per approfondire le mie trame?
 
 
Secondo il Libro della Giungla, e Liz era certa che quella fosse una fonte di informazioni scientifiche di tutto rispetto, i serpenti erano creature molto più complesse di quanto la gente potesse pensare.
 
Il pitone Kaa ad esempio, malgrado sia temuto da tutta la jungla, diventa un buon amico di Mowgli, salvandogli anche la vita parecchie volte.
 
Rimanevano comunque creature ambigue, in possesso di un fascino sinistro che permetteva loro di ipnotizzare le ignare prede, al punto da impedire loro di scappare, o addirittura di invogliarle a camminare di propria spontanea volontà verso la morte.
 
Il che spiegava decisamente molte cose su Aramis, compreso il fatto che si ostinasse a chiamarla “coniglietto”, il che era un po’ come se lei avesse chiamato i ragazzi a cui era interessata “patatina alla paprika”.
 
Inquietanti soprannomi culinari a parte, ripensando a tutte le volte in cui si era sentita come ipnotizzata dalla sola presenza di Aramis, Liz si rese conto di due cose: la prima era che Kipling ci aveva visto giusto, e la seconda era che “il leone si innamorò dell’agnello” suonava decisamente meglio di “il coniglietto sedusse il serpente”.
 
Non che lei si stesse pentendo di ciò che era successo, anzi.
 
Si era svegliata nel chiarore della stanza di Aramis con addosso solo un sorriso imbecille e una piacevole leggerezza nel cervello, e, sollevando lo sguardo sul suo serpente personale, lo aveva trovato ancora nel bel mezzo del mondo dei sogni.
 
Il che di per sé non era affatto una cosa strana: se infatti al mattino Grimmjow era mister Sorgi e Brilla Raggio di Sole, mentre Alex era miss Svegliami a Tuo Rischio e Pericolo Stupido Mortale, Aramis si trovava esattamente nel mezzo, avendo sì il sonno molto leggero, ma anche un apparente bisogno di dormire molto più spesso rispetto all’altro Arrancar.
 
Con una frazione del suo cervello vagamente consapevole di stare ancora sorridendo in quella maniera beota, Liz si stiracchiò accuratamente, sbadigliando in maniera ben poco femminile e facendo distrattamente l’inventario dei segnali che il suo corpo le stava inviando sulle sue condizioni generali dopo una notte di sfrenata lussuria.
 
Mmm, quindi era questa la famosa sensazione di “piacevole indolenzimento” di cui si parlava tanto nei romanzi rosa. O nelle fanfiction.
 
Quando chiedeva ad Alex se anche lei provasse quella sensazione dopo aver passato la notte con Grimmjow, non riusciva mai ad ottenere delle risposte soddisfacenti, a parte il fatto che “indolenzimento” non fosse esattamente la parola adatta.
 
Al momento comunque era più il cervello di Liz ad essere indolenzito, perciò, invece che dirle di alzarsi e cominciare la giornata nella speranza di compiere entro breve qualche atto costruttivo, si limitò a darle una pacca sulle spalle e ad invitarla caldamente a continuare le uniche due azioni che al momento sembravano alla sua portata: trasformare ossigeno in anidride carbonica e fissare Aramis con espressione sognante.
 
Lungi da lei contraddire gli ordini della base operativa, Liz continuò a lucidare con lo sguardo il gran bel pezzo d’arte con cui stava dividendo il letto, ipnotizzata da quell’espressione quasi angelica che gli si era dipinta sul volto nel sonno, accentuata dai capelli spettinati che gli coprivano in parte i lineamenti e dalle ciglia nere che contrastavano con la carnagione pallida delle sue guance.
 
Il che la portò a comprendere con assoluta precisione cosa avesse spinto Gollum a rinchiudersi per secoli in una grotta con l’oggetto dei suoi desideri, anche se l’Unico Anello non poteva vantare né delle ciglia lunghe né tantomeno un sorriso sexy.
 
Un Aramis per domarli, un Aramis trovarli, un Aramis per ghermirli e nel buio incatenarli…
 
Oooooh yeah, tessssoro…” pensò Liz entusiasta, leccandosi le labbra. E poi, “Chissà se qualcun altro lo ha mai visto con un’espressione simile.
 
Svegliandosi accanto a lui il mattino dopo, guardandolo con assoluta meraviglia… e vedendosi squadrare subito dopo con assoluta e gelida indifferenza.
 
Liz rabbrividì e si tirò su in ginocchio.
 
No, lei era assolutamente certa che non sarebbe andata così tra loro, o non avrebbe mai corso un simile rischio.
 
Anche se, era il caso di dirlo, alla luce del giorno le sue argomentazioni sembravano farsi sempre più deboli col passare dei minuti.
 
Forse era il caso di aspettare il suo risveglio senza vestirsi, se non altro per ricordargli immediatamente uno dei tanti buoni motivi per cui era finita nel suo letto, tanto per cominciare…
 
Forse fu perché aveva percepito il movimento poco aggraziato con cui Liz si era messa in ginocchio, o forse perché i suoi pensieri improvvisamente caotici lo avevano disturbato, o magari perché il suo sguardo fisso e apprensivo aveva cominciato a scavargli due buchi nel cranio, fatto sta che in quel momento Aramis si mosse leggermente e aprì gli occhi.
 
Liz trattenne il fiato.
 
Aramis la squadrò lentamente dalla testa alle ginocchia, passando per i suoi pugni serrati sulle lenzuola, il labbro che si stava mordendo per l’agitazione ed i suoi occhi sgranati, ed infine si gettò un braccio sul volto con un sospiro.
 
«Prima mi seduce e poi mi guarda come se fossi il sultano che decapita un’amante ogni mattina.»
 
Liz inclinò la testa, anche se al momento si sentiva ben poco Shahrazad.
 
Accidenti, era quasi peggio che essere interrogata a sorpresa proprio il giorno in cui non aveva studiato!
 
Ovvero quasi sempre, ma non era quello il punto! Il punto era che non avrebbe mai più preso in giro Alex per la sua incertezza con Grimmjow, parola sua!
 
«Okay, ehm, come ti senti? Voglio dire, è ovvio che ti senti bene, ma come ti senti senti? Perché se c’è bisogno che ti elenchi tutti i motivi per cui dovresti trovarmi irresistibile, sono pronta!»
 
Detto questo, Liz cominciò a contare sulle dita. «Vediamo, per prima cosa sono decisamente sexy, poi come faccio io i panini al prosciutto non li fa nessuno, poi sono 100% biodegradabile, quindi anche se mi abbandoni per strada non inquino, e posso stare per molti giorni fuori dal frigo senza deteriorarmi, e infine…»
 
Accorgendosi dei tremori che avevano cominciato a scuotere Aramis, Liz interruppe la sua lista.
 
Oddio, stava forse per avere un attacco epilettico?
 
Poi si accorse che era letteralmente scosso dalle risa represse.
 
«Oh cielo, non starai mica per scoppiare in una di quelle risate malvagie tipiche di un supercattivo, vero? Perché se cominci a farne una alla fine di ogni mio monologo, la gente comincerà a chiamarci la coppia malefica. Il che in effetti è una figata assurda, quindi continua pure.»
 
Aramis rotolò sul fianco, tenendosi lo stomaco mentre scoppiava definitivamente a ridere.
 
Liz sentì la tensione abbandonarla quasi del tutto, e gli rivolse uno sguardo malizioso.
 
«Accidenti, addio al piano B. Sembra che il solletico non servirà dopotutto.»
 
Riuscendo infine a calmarsi quel tanto che bastava per riuscire a respirare quasi normalmente, Aramis le avvolse un braccio attorno alla vita, e Liz si lasciò trascinare di nuovo giù.
 
«Quindi avevi vari piani d’emergenza?» le chiese con voce quasi normale, stringendola tra le braccia e contemporaneamente facendo passare una gamba sopra le sue.
 
Liz annuì solennemente.
 
«Piano A, ammaliarti con l’elenco delle mie straordinarie qualità. Piano B, immobilizzarti con il solletico o la presa vulcaniana. Piano C, approfittare della tua momentanea immobilizzazione per saltarti addosso e farti tante cose depravate, in modo da stimolare la tua memoria sensoriale.»
 
Aramis sorrise nello stesso modo in cui dovette aver sorriso il serpente nell’offrire la mela ad Eva.
 
«Mi piace il piano C.» mormorò sfiorandole l’orecchio con le labbra.
 
Liz rabbrividì e cominciò ad accarezzargli lentamente il petto.
 
«E a me piacciono le mele» rispose con voce altrettanto bassa.
 
Cortesia non ricambiata dai suoi ormoni, che invece stavano strillando a pieni polmoni di darci un taglio con la chiacchierata e tutto quel simbolismo sui serpenti e darci dentro con altre attività ben più importanti e molto meno simboliche.
 
Il che ovviamente attirò il suo sguardo verso il basso, ma in quel modo la sua attenzione venne attirata dalla cicatrice sulla coscia destra di Aramis, che al momento stava ancora intrappolando le sue gambe.
 
L’aveva già intravista durante la notte, ma non aveva fatto domande perché aveva cose più, ehm, pressanti a cui pensare, ma ora Liz si ritrovò a tracciarne i contorni con le dita.
 
Era ovale, aveva i bordi irregolari ed era grande circa quanto il palmo della sua mano.
 
Aramis sospirò, chiaramente poco entusiasta della direzione che avevano preso i suoi pensieri.
 
«Era il mio numero da Arrancar. Ad ognuno di noi, come sai, viene tatuato un numero in base all’ordine di creazione, mentre agli Espada in ordine di potenza. Quando un Espada viene declassato, gli viene rimosso il tatuaggio, ma un Arrancar normale si tiene il suo finché non muore.»
 
«E allora come mai…?»
 
 «Quando decisi di tornare da Meiko, mi sfigurai da solo quel numero. Non che credessi che così mi avrebbe perdonato, ma almeno era un primo passo.»
 
Liz smise di accarezzarlo e appoggiò delicatamente le mani sul suo braccio.
 
Aramis la fissava con un’intensità quasi bruciante, ma non interruppe i suoi pensieri.
 
Infine Liz si girò verso di lui e gli chiese con semplicità: «La amavi?»
 
Aramis rifletté così a lungo sulla sua domanda, da farle dubitare che le avrebbe mai risposto.
 
Le sue mani le accarezzavano lievemente la schiena, quasi come se quel semplice gesto lo aiutasse a concentrarsi meglio.
 
«Era la mia migliore amica.» disse infine.
 
«Come me e Alex?»
 
Aramis sorrise in un modo strano.
 
«Esatto, proprio come te e Alex. Solo con meno chiacchiere e più calci nel sedere.»
 
Liz fece finta di rabbrividire.
 
«Non darle strane idee!»
 
Aramis sorrise e rotolò di scatto sopra di lei.
 
«Tranquilla, il diritto alle sculacciate me lo tengo tutto per me.» la rassicurò posandole le labbra sul collo.
 
Liz ridacchiò felice.
 
«Ma come, passiamo direttamente alla Stanza dei Giochi e alle sculacciate? E senza neanche un giro in elicottero prima?»
 
«Che bisogno c’è di un elicottero quando si può volare?» le rispose bloccandole i polsi sopra la testa.
 
 Sempre ridendo, Liz cominciò a contorcersi per sfuggire alle sue grinfie.
 
Le sue sexy, sexy grinfie.
 
«Non vale, non vale! Non mi hai neanche comprato da bere! Voglio il mio avvocato!»
 
Aramis sorrise contro la sua pelle.
 
«Ah, ma se ricordo bene sono io quello che è stato sedotto. Quindi non dovrebbe essere il contrario?»
 
 «Assolutamente no! Se ti ho assalito è stata tutta colpa tua, tua e di quei tuoi feromoni che spargi in giro come se non fosse roba che ti appartiene!»
 
«Ah-ah coniglietto, colpevolizziamo le vittime adesso?»
 
Liz abbandonò la lotta con un sospiro. «E va bene, hai vinto. Come potrò mai ripagarti per aver così crudelmente approfittato di te per tutta la notte?»
 
«Be’, in effetti una cosa ci sarebbe…»
 
**
 
L’obiettivo si trovava a qualche decina di metri davanti a lei, passeggiando come se niente fosse tra le bancarelle illuminate della fiera notturna.
 
Aveva un’aria piuttosto tranquilla e rilassata, e gli abiti scuri gli permettevano di confondersi abilmente in mezzo alla folla raccoltasi per ammirare le varie attrazioni, ma lei sapeva che era una farsa.
 
Sotto all’apparenza giovane e comune si annidava un predatore astuto ed esperto nell’inganno, che solo lei poteva sperare di fermare prima che fosse troppo tardi per l’ignara preda che tutt’ora si aggrappava fiduciosa al suo braccio…
 
«Dacci un taglio, tanto non puoi fare più niente per lei.»
 
Alex lanciò un’occhiataccia al suo riluttante accompagnatore.
 
Prima di uscire si era camuffata accuratamente, nascondendo la treccia sotto ad un cappello ed infilandosi un paio di occhiali dalle lenti non graduate, ma Grimmjow, che era stato afferrato da lei praticamente all’ultimo momento e trascinato per strada quasi come un accessorio, non stava facendo nulla per rendersi meno riconoscibile, ed i suoi capelli azzurri attiravano decisamente non poca attenzione.
 
«Posso controllare che lui non approfitti del suo entusiasmo per convincerla a fare qualcosa di cui potrebbe pentirsi, tipo portarla in un albergo con un’altra coppia o porcherie simili!»
 
Più avanti, Aramis circondò con un braccio le spalle di Liz, e, dopo averle sollevato il mento con l’altra mano, la baciò in modo piuttosto deciso.
 
Poi riprese a camminare con lei, non prima però di aver indirizzato loro un sorriso malefico e palesemente compiaciuto.
 
Maledetto…!
 
Alex si trattenne a stento dal percorrere di corsa la distanza che li separava e strappargli Liz dalle braccia ringhiando “MIA!”.
 
L’unica cosa che glielo impedì fu il fatto che così facendo avrebbe rovinato il loro primo appuntamento, e Alex non poteva fare una cosa simile alla sua migliore amica.
 
Si sarebbe quindi limitata ad osservare da lontano che Aramis continuasse a comportarsi in modo decente per tutta la serata.
 
Continuò quindi a seguirli discretamente, osservando le bancarelle e lanciando loro un’occhiata di tanto in tanto.
 
Ridi, ridi, Aramis. Finché puoi.
 
*
 
Aramis sorrise tra sé e riportò la sua attenzione su Liz, che era beatamente ignara del fatto che la loro serata romantica, ovvero “l’indennizzo” che le aveva richiesto per averlo sedotto, non fosse poi così privata come pensava.  
 
Per buona misura lei aveva insistito col bere la pozione gender bender, affermando solennemente che rimanere in incognito era ancora una priorità, dopotutto.
 
«Senza contare che sono settimane che muoio dalla voglia di provarla!» aveva poi aggiunto con un sorrisetto malizioso. Poi un’ombra di dubbio aveva attraversato i suoi lineamenti. «Ah, ma in effetti forse non è una buona idea. Voglio dire, sicuramente sarò gnocca anche da ragazzo, ma mi sa che non era questo che avevi in programma…»
 
Non ci era voluto molto per convincerla del fatto che per lui andava benissimo anche uscire con un ragazzo, e così finalmente Aramis era riuscito ad avere un appuntamento con Liz, anche se non del tutto privato, a quanto pareva.
 
Non che per lui la presenza di Alex e Grimmjow fosse un problema, ma per il momento decise di non dire nulla a Liz.
 
Era il loro primo appuntamento, dopotutto, e avrebbe fatto in modo che la sua attenzione fosse concentrata totalmente su di lui e nessun altro.
 
Era solo dovuto infondo, dato che Aramis sembrava incapace di staccarle per più di un minuto gli occhi di dosso.
 
Per effetto della pozione era alta quasi quanto lui, e, malgrado i lineamenti maschili, alcune caratteristiche erano rimaste invariate, come gli occhi azzurri e luminosi e il sorriso allegro. Anche i capelli, anche se corti, avevano mantenuto il loro biondo originale.
 
Tuttavia Aramis non era solo nella sua analisi, come confermò l’onda anomala di pensieri infuocati che lo assalì da parecchie direzioni quando prese la mano di Liz.
 
Presa com’era dall’osservare con entusiasmo ogni singola bancarella che passavano, Liz invece sembrava del tutto ignara degli sguardi femminili che stavano attirando, o almeno così credette Aramis finché lei non lo sorprese mormorandogli all’orecchio: «C’è un gruppo di ragazzine dietro di noi che ci segue sospirando da un bel pezzo. È invidia o sperano che ci mettiamo a dare spettacolo?»
 
«Riesci sempre a stupirmi, coniglietto. Non pensavo che te ne fossi accorta»
 
Liz gli rivolse un sorriso raggiante e gli strinse la mano.
 
«Allora eri serio quando mi hai promesso che per oggi la mia mente era offlimits!»
 
Aramis sollevò le loro mani intrecciate e, senza staccare gli occhi dai suoi, posò un bacio sul dorso di quella di Liz.
 
Fu immediatamente ricompensato dal rossore sulle sue guance e da parecchi sospiri estasiati alle loro spalle.
 
«Avevi dei dubbi forse?»
 
**
 
Alex non aveva la minima idea del perché esattamente la serata avesse preso una piega simile, fatto stava che al momento si ritrovava seduta su uno sgabello con la mano nella presa sicura di una chiromante.
 
Era giovane, circa sulla ventina, aveva i capelli rossi con in mezzo delle treccine blu, e stava osservando il suo palmo come se sopra vi fosse incisa la trama del suo best seller preferito.
 
Personalmente Alex era piuttosto scettica riguardo a sedicenti maghi e simili, ma qualcosa in quella ragazza l’aveva colpita.
 
Forse era la flebile ma presente traccia di energia spirituale che la circondava, o forse era il fatto che le si era parata davanti all’improvviso per trascinarla al suo stand come un’indemoniata.
 
Grimmjow, utile come sempre, si era eclissato già da qualche minuto alla ricerca di chissà cosa, mentre Liz e Aramis si stavano allontanando sempre di più tra la folla.
 
Semplicemente splendido.
 
Ma era ancora niente.
 
«Vedo una vita lunga, già una volta interrotta, spesso sul punto di spegnersi nuovamente, ma mai estirpata, poiché gli oscuri errori del passato fanno da monito affinché la fiamma della determinazione non si offuschi mai.» dichiarò la veggente con voce vibrante. «Molti destini si intrecciano, ma solo quattro si uniscono saldamente in un legame indissolubile ed eterno. Quattro anime destinate da tempo ad incrociarsi, una il cui segreto si cela nel sangue, una che nasconde il suo nello spirito, una che mantiene i suoi nella memoria, e l’ultima che pagherà con sangue e sofferenza il prezzo di questi intrighi. Tutte possiedono grande potere, ma solo una ha anche il potenziale per provocare grande sofferenza. I preparativi sono quasi conclusi, e anche l’ultima pedina è salita sulla scacchiera. Perciò bada, poiché il momento della Scelta è vicino
 
W-
 
W-
 
WTF?!?
 
Alex aveva la bocca così spalancata che per un attimo le parve strano che la mascella non le si fosse già adagiata sulle ginocchia.
 
La chiromante, nel frattempo, del tutto incurante della bomba nucleare che le aveva appena sganciato addosso con tanta naturalezza, allungò a mano verso di lei.
 
«Sono due pezzi da cinque, zucchero.»
 
Questo bastò a riscuotere parzialmente Alex dal suo stato catatonico.
 
«Frena un attimo, tutto qui? Mi spari in faccia una profezia come se fossi una delle Parche e poi mi ributti per strada senza spiegarmi nulla? Cos’è, mentre mi allontano magari aggiungi pure “un piccolo monito giunge infine, se Ercole combatte per te è la fine”?»
 
La ragazza la squadrò con aria di superiorità.
 
«Sono una veggente, zuccherino, non la palla magica delle risposte. Mai visto un film? Mai letto un libro? Eragon, Harry Potter, Charley Davidson? Ti pare che i veggenti sfoglino il futuro come una rivista dal parrucchiere? Ti dico ciò che vedo e vedo ciò che ti dico. Se vedessi chiaramente il futuro di tutti quelli che incontro diventerei completamente pazza.»
 
Alex ritirò la mano e si appoggiò coi gomiti alla bancarella, sporgendosi in avanti.
 
«Quindi mi hai trascinata fin qui perché la Sibilla Cooman che è in te non ha resistito al passaggio di un Prescelto?»
 
«Quattro prescelti, per essere precise.» la corresse facendo spallucce. «Questa deve essere la serata più importante della mia carriera!» aggiunse poi con espressione sognante.
 
«Già… e come mai hai placcato solo me, invece di accanirti anche su Grimmjow? E che mi dici di Aramis e Liz, che sono passati prima di me?»
 
«Stesso destino, stessa profezia. Avrei detto le stesse cose ad ognuno di loro, Mamma Chioccia. Ho scelto te per permettere a Cappuccetto Rosso e il Lupo di continuare indisturbati il loro appuntamento. Sul serio, dovresti imparare a rilassarti e ad essere meno rompicoglioni.»
 
In un angolo remoto della sua testa, Alex sentì distintamente la risata di Aramis.
 
«Noto che sei piena di preziosi consigli, Morgana dei poveri.» ribatté Alex con un sorriso falso e accattivante da serial killer.
 
«Non arruffare le penne, adesso. Credimi, ti ho fatto un favore. Ora che li hai persi di vista puoi concentrarti sul tuo appuntamento con Cookie Monster, e, tra parentesi, non capisco come tu faccia a preoccuparti degli altri quando hai uno così che ti guarda in quel modo. Ti chiederei di prestarmelo ogni tanto, ma immagino che in futuro sarete troppo impegnati con Junior per pensare a storielle extra-coniugali» sospirò. «Peccato.»
 
Il cervello di Alex fu soggetto ad uno shutdown improvviso e totale.
 
«… prego?»
 
La chiromante si morse il labbro con aria colpevole.
 
«Ooops, spoiler?»
 
Dopodiché si rifiutò di aggiungere altre informazioni, e in capo a pochi minuti Alex si ritrovò a girovagare per la fiera con aria stralunata e la netta sensazione di aver scoperto fin troppi particolari del suo futuro di quanto fosse necessario.
 
Probabilmente fu per quel motivo che non si accorse della presenza malevola alle sue spalle finché una pacca sulla schiena non la spedì quasi a terra.
 
«Sognare ad occhi aperti è il modo migliore per farsi ammazzare.»
 
Alex si aggiustò gli occhiali sul naso e si voltò verso Grimmjow, una risposta tagliente pronta sulle  labbra, ma ciò che le si parò davanti sconvolse il suo cervello al punto da zittirla completamente.
 
Evidentemente Grimmjow aveva trovato il modo di tenersi impegnato nell’ultima mezz’ora, dato che aveva degli strappi sui vestiti e una bimba fantasma di circa otto anni aggrappata alla maglia.
 
Nonché  uno stecco di zucchero filato in mano.
 
«Dove l’hai trovata?» gli chiese sconcertata indicando la bambina.
 
«Mi ha salvata!» esclamò lei fissandolo con un’adorazione inquietante. «Dei mostri giganteschi stavano per mangiarmi vicino al fiume, e lui li ha ammazzati di botte!»
 
«Ti ho già detto che volevo solo uccidere loro, non mi ero neanche accorto di te!»
 
La bimba, che aveva due codini neri e un sorriso da monella, ignorò quel commento e gli tirò la maglia.
 
«Lei è la tua fidanzata? È carina, anche se con quegli occhiali sembra un po’ una secchiona. Mi portate sulle giostre? Ah, prima però devi darle il regalo!»
 
Due secondi dopo era aggrappata ad Alex.
 
«Gliel’ho detto io che alle ragazze bisogna sempre fare i regali!» esclamò orgogliosa. «Lui neanche lo sapeva, e ha anche detto una di quelle parole che non bisogna mai dire! È vero che chi dice le parolacce finisce all’inferno?»
 
Grimmjow sbuffò.
 
Alex sorrise incerta alla bambina. «Ehm, non esattamente. Tu comunque fai bene a non dirle, sei una bimba educata. Come ti chiami?»
 
«Rina. E tu?»
 
«Io sono Alex, e lui è Grimmjow. Ehm, abiti da qualche parte? Vuoi che ti accompagnamo?»
 
Rina si mise le mani sui fianchi, mettendo così inconsapevolmente in evidenza la catena che le ricadeva sulla maglietta a fiori macchiata di sangue.
 
«No, io voglio andare sulle giostre! Venite con me?»
 
«No.» rispose Grimmjow.
 
«Sì!» disse Alex lanciandogli un’occhiataccia.
 
Rina sorrise felice e si catapultò di corsa verso gli altri bambini, che però non potevano vederla.
 
«Regalo?» chiese Alex inarcando un sopracciglio, mentre si avviavano lentamente nella stessa direzione.
 
Grimmjow si strinse nelle spalle e le porse lo zucchero filato.
 
«A cena hai mangiato poco» disse semplicemente.
 
Alex lo accettò con un mezzo sorriso e ne staccò un morso, facendo attenzione a non impiastricciarsi tutta la faccia.
 
«Mmmh, che buono!» sospirò estasiata. «Erano anni che non lo mangiavo!»
 
In cima allo scivolo Rina li salutò agitando la mano, ignorando gli altri bambini che le passavano attraverso.
 
«Vuoi assaggiare?» chiese Alex sovrappensiero.
 
A sua discolpa c’era da dire che l’aveva chiesto in spirito di totale innocenza, sul serio.
 
Non era colpa sua se Grimmjow sceglieva sempre di capire ciò che più gli faceva comodo.
 
Perciò Alex sgranò leggermente gli occhi quando Grimmjow le strinse la mano per allontanare lo zucchero filato e si chinò su di lei.
 
«Sì» mormorò a pochi centimetri dal suo volto. «Voglio assaggiare.»
 
Detto questo le passò lentamente la lingua sulle labbra.
 
Asghfkd.
 
Alex arrossì e girò la testa per controllare che Rina non li stesse ancora guardando.
 
Era ancora troppo presto per quel tipo di esperienza educativa.
 
Fece in tempo ad appurare che la bimba fosse impegnata a girare su una giostra prima che la mano di Grimmjow sulla sua guancia la costringesse a girarsi nuovamente verso di lui.
 
«Ancora un assaggio.»
 
E una altro assaggio gli venne accordato, e poi due, e poi tre, finché qualcuno si schiarì la voce vicino a loro.
 
«Se non lo mangi posso prenderlo io?» chiese Rina indicando lo zucchero filato.
 
«Levati di torno, mocciosa. Non vedi che siamo impegnati?» disse Grimmjow in tono poco amichevole.
 
Alex gli diede una gomitata nelle costole, e dopo essersi guardata attorno si staccò da lui con un certo imbarazzo.
 
Parecchi bambini nelle vicinanze li stavano fissando rapiti, con conseguente disapprovazione dei genitori presenti, che evidentemente non apprezzavano l’improvviso aumento del raiting della serata che il loro spettacolino aveva causato.
 
Un gruppetto di vecchiette sedute su una panchina le sorrise, ammiccando con aria complice.
 
Voglio morire.
 
«Alex! Ma dai, siete venuti anche voi?»
 
Voglio morire ADESSO!
 
Liz e Aramis si stavano avvicinando tra la folla, Liz col solito entusiasmo e Aramis con un’espressione decisamente divertita.
 
Alex si voltò verso di loro e sollevò una mano in segno di saluto, sperando che il suo sorriso non mostrasse la minima traccia di quanto in realtà si sentisse colpevole ad averli pedinati.
 
Grimmjow rimase di fianco a lei, limitandosi a passarle un braccio sulle spalle e a posarle un ultimo bacio sulle labbra.
 
«Sempre tra i piedi voi due?» chiese a Liz e Aramis, che nel frattempo li avevano raggiunti.
 
Aramis rivolse loro un sorriso smagliante.
 
«Scusaci Grimmjow, avessimo saputo che stasera ti sentivi romantico saremmo andati al cinema! Così sembra quasi che vi stessimo pedinando, vero amore?»
 
Liz gli strinse la mano e rispose con tono malizioso, «Non saprei. Chiunque scelga un posto così bello per un appuntamento sembra quasi che voglia obbligare chi lo segue a divertirsi a sua volta.»
 
Alex si sentì sprofondare per la vergogna.
 
«Vuoi dire che lo sapevi?»
 
«Siamo amiche dalle elementari, Alex. Ti conosco come il palmo della mia mano.»
 
Alex sussultò internamente a quelle ultime parole.
 
“…e l’ultima che pagherà con sangue e sofferenza il prezzo di questi intrighi…”
 
Le parole della veggente le provocarono dei brividi gelidi sulla pelle;  Aramis le lanciò un’occhiata enigmatica, ma non fece commenti. Invece si portò la mano di Liz alle labbra.
 
«Non perdi mai occasione di stupirmi, coniglietto.»
 
«Ehi, che fine ha fatto “amore”?» protestò Liz mettendo il broncio, ma i suoi occhi rimasero divertiti.
 
«Quindi loro due sono fidanzati? Ma sono due maschi!» si intromise Rina squadrando Liz e Aramis con aria perplessa.
 
Liz la guardò incuriosita. «E tu chi sei, piccolina?»
 
Accortasi che anche loro due potevano vederla, Rina corse a nascondersi dietro alle gambe di Grimmjow.
 
«Si chiama Rina» spiegò Alex. «Grimmjow l’ha salvata da alcuni Hollow e ora lei sembra pensare che lui sia una brava persona.»
 
Liz e Aramis scoppiarono a ridere, ricevendo in risposta un dito medio da parte di Grimmjow.
 
«Chi fa i gestacci finisce all’inferno!» lo rimproverò Rina severamente, cosa che li fece ridere ancora più forte.
 
«Mi piace già questa bambina.» disse Aramis allegramente.
 
«Prenditela allora, non riesco più a levarmela di torno!» protestò Grimmjow afferrandola per il colletto e porgendogliela come un pacco regalo.
 
Rina cominciò subito ad agitarsi e a scalciare.
 
«Vedo che ha già ereditato il tuo carattere» commentò Aramis.
 
«Dai, mettila giù» lo esortò Alex scuotendo la testa.
 
Quella sera stava prendendo una piega sempre più strana.
 
*
 
Nascosta tra la folla, abbastanza lontano da non farsi notare, la giovane veggente osservava il gruppetto inclinando leggermente la testa.
 
Loro non lo sapevano, ma nessun incontro era casuale, neppure quello con quel piccolo fantasma che scalciava scontento.
 
In realtà erano molte le cose che ancora ignoravano, ma lei per adesso non poteva farci nulla: ognuno di loro aveva dei compiti da svolgere, ma non era ancora arrivato il momento di rivelare tutti i dettagli.
 
«Ci rivedremo presto, Destini Intrecciati.»
 
 
 
 
Angolo delirazioni
 
 
Liz: «Maaa quindi i fantasmi sono incorporei per chi non li vede?»
 
Aki: «Ecco, questa è una questione spinosa. Non lo so, Hollow e Shinigami sono tangibili anche per gli esseri umani normali, ma i fantasmi veri e propri, ovvero le “anime plus”, nel mondo reale in alcuni episodi hanno un aspetto evanescente, alcuni levitano a mezz’aria e non sembrano affatto solidi. Quindi mi sono presa la libertà di supporre che chi non li vede possa anche passargli attraverso.»
 
Rina: «Sai che spintoni se no sulle giostre!»
 
Alex: «Senza offesa, ma non penso che sia questa la questione più importante.»
 
Aramis: «Concordo. Una profezia? Sul serio?»
 
Aki: «Ho il diritto di divertirmi come voglio. E poi mancava ancora questo cliché nella storia, vi pare che potessi lasciarmelo sfuggire? Vedervi scervellare nel tentativo di interpretarla riempirà di gioia molte delle mie giornate.»
 
Aramis: «Non che l’ultima parte di ciò che la veggente ha detto alla principessa sia tanto misteriosa…»
 
Grimmjow: «Di che diavolo state parlando?»
 
Alex: «NIENTE! Assolutamente nulla, parlano perché hanno la bocca!»
 
Grimmjow: «… sei arrossita?»
 
Alex: «NO!»
 
Liz: «Ah! Aki, stai dimenticando una cosa che avevi promesso!»
 
Aki: «Ah già, la pubblicità spudorata. Gente, se siete vittima di una curiosità morbosa verso i miei bambini, fate un giro su Charahub! Sto compilando i profili di Alex, Aramis e Liz, mettendo immagini e rispondendo ad un sacco di domande personali su di loro che mi mettono decisamente in crisi. Man mano che la storia procede probabilmente cambierò alcune informazioni, quindi ogni tanto controllate i progressi! Il link è questo https://charahub.com/user/Akisan »
 
Alex: «Questa è violazione della privacy.»
 
Rina: «Cos’è la privacy?»
 
Aramis: «Una di quelle parole brutte che non si devono dire.»
 
Rina: «Oooh.»
 
Aki: «Smettila di traviare le giovani menti innocenti, Aramis!»
 
Aramis: «Sto cercando solo di affinare le mie doti paterne. Non si sa mai che in futuro possano tornare utili, giusto Grimmjow?»
 
Alex: «Stanotte ti uccido.»
  
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