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Autore: WhiteMistake    24/07/2015    2 recensioni
- La supernova avrebbe sancito la fine di tutto e l'inizio di un nuovo cammino. -
"Le Pretty Cure 5 torneranno in azione per proteggere il mondo da un antico male risvegliato dopo secoli, che minaccia di conquistare l'universo stesso."
"Tutto ciò in cui credevano sarà messo a repentaglio, il male vero non l'hanno ancora visto."
White is back!
Perdonatemi già adesso per eventuali errori, era da troppo, troppo che non scrivevo.
White
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karen Minatsuki/Cure Aqua, Komachi Akimoto/Cure Mint, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 4 – Lost in transition
 
( Karen )
 
Il locale era praticamente deserto.
Numerosi tavolini si ergevano vuoti lungo la stanza, i menù abbandonati al di sopra di essi.
Il silenzio era perpetuo, le poche persone che sedevano erano occupate ognuna a farsi i fatti propri.
L’unica fonte di rumore era dovuta dalla televisione, la quale stava trasmettendo un documentario sui miti ed i costumi della Grecia.
Il primo pensiero di Karen vedendo quel documentario fu Komachi.
La ragazza si domandò se la sua amica avesse ricevuto la lettera, non aveva ricevuto conferme e questo la preoccupava.
“Karen!” Esclamò una voce proveniente dalla sua sinistra.
La ragazza distolse lo sguardo dalla televisione e voltò la testa, vide che da un tavolo confinato nel lato sinistro della stanza si era appena alzata Urara, la quale, sorridendo, le andò incontro.
Karen osservò come fosse cambiata: nonostante avesse appena diciannove anni ne dimostrava molti di più, era più alta e fisicamente più matura; Karen notò che non portava più i lunghi capelli biondi in modo che terminassero in due lunghe code distinte ai lati bensì li lasciava sciolti; la pelle del viso era chiara e delicata, gli occhi azzurri color acquamarina spiccavano sul volto, possedeva anche diverse lentiggini, le quali la rendevano addirittura più graziosa.
Indossava una felpa color grigio perla, dei jeans chiari ed un paio di scarpe di tela bianche.
Le due amiche si abbracciarono, l’abbraccio fu duraturo e carico di affetto, era da almeno un anno che non si vedevano.
“Mi sei mancata.” Disse Karen una volta terminato l’abbraccio “Sono così felice di aver rivisto almeno te…” La frase rimase in sospeso.
Urara abbassò lo sguardo “Già… Quindi ancora nessuna notizia di Nozomi e Rin?” Domandò sollevando lentamente il viso.
“Non che mi risulti… I loro cellulari sono irraggiungibili, a casa loro nessuno risponde… Non so cosa dire Uri, spero non sia niente di grave ma la cosa mi sta iniziando a preoccupare.”
“Uri… Me l’aveva dato Shiro quel soprannome…” Pronunciò Urara con un filo di voce “E… E di lui invece? Si hanno notizie? E di Kokoda, di Nattsu, di Kurumi?”
Karen sospirò e si andò a sedere, Urara si accomodò vicino a lei.
“Sono andata oggi alla Natts House, il negozio era chiuso, nessun biglietto, nessun avviso, niente. Non c’era neppure anima viva lungo le rive del lago, che normalmente erano sempre piuttosto affollate. L’unica persona che ho visto è stato un ragazzo, un tipo un po’ inquietante a dirla tutta, ed anche piuttosto sgarbato.” Disse Karen pensierosa “Ma dubito che fosse qualcuno d’importante.” Concluse facendo un lieve gesto con la mano, simile quasi al voler scacciare una mosca.
Urara annuì lentamente “E Komachi invece? Per caso è ancora in Grecia?”
“Le ho scritto una lettera qualche settimana fa, mi aveva chiamato una volta tramite un telefono pubblico informandomi che il suo cellulare laggiù non prendeva in quasi nessun posto e quindi siamo dovute rimanere       in contatto tramite carta e penna, ma appunto, come ti dicevo, non ha risposto all’ultima lettera che le ho spedito, spero solo che non abbia risposto per via di problemi dovuti alla posta.”
“Lo spero anch’io.” Affermò Urara accennando un sorriso amaro, poi tornò di colpo seria “A proposito, il cameriere dov’è?”
Karen fissò Urara, poi, quasi in contemporanea con l’amica, girò lo sguardo verso il bancone.
Non c’era nessuno.
Le poche persone che prima erano presenti adesso non c’erano più.
“Cameriere?” Chiese Karen con un tono di voce lievemente preoccupato “Ehilà? C’è qualcuno?”
“Questa situazione sta iniziando a non piacermi. Proprio per niente.” Disse Urara alzandosi lentamente dalla sedia “Forse faremmo meglio ad andarcene.”
“Ma dai Urara, non la fare così grave, probabilmente sarà da qualche parte in cucin… Oh!” La ragazza dai lunghi capelli neri sobbalzò nel sentire lo scampanellio della porta d’ingresso dovuto all’entrata di qualcuno.
Si girò, l’amica bionda fece lo stesso.
Karen constatò, tirando un sospiro di sollievo, che si trattava del ragazzo incrociato prima fuori dal bar, il quale si stava guardando intorno pensieroso cercando di scorgere il cameriere.
“Ehi!” Esclamò Karen facendo un gesto di saluto al ragazzo.
“Karen ma che fai?” Disse sottovoce Urara sgranando gli occhi.
“Tranquilla Uri, l’ho incrociato prima entrando nel locale.” Rispose Karen “Mi sembra un ragazzo a posto… Ed è anche carino, potresti provarci ad attaccar bottone!”
“Karen…” Commentò Urara lanciandole un’occhiata stizzita ma, allo stesso tempo, colma di dispiacere.
“Scusa Uri…” Disse Karen mordendosi il labbro “Mi ero scordata che nonostante vi siate lasciati da diverso tempo il sentimento che provi per Shiro è ancora forte…” Sentendo dei passi avvicinarsi la ragazza dai capelli color notte si girò leggermente “Ehi, ciao, anche tu cercavi il cameriere?”
 “Beh… Più che altro cercavo qualcuno che mi prestasse un telefono, ho controllato ora e la batteria del mio cellulare è morta, vorrei chiamare un taxi per tornare al mio hotel, a piedi non saprei come arrivarci, questa zona della città non la conosco molto bene…” Rispose il ragazzo grattandosi la testa.
“Siamo quasi in periferia in effetti… In ogni caso tu di dove sei? Hai un buon accento per essere straniero.” Constatò annuendo Karen, poi sorrise al suo interlocutore.
“Vengo da Los Angeles, California…” Rispose il ragazzo ma non riuscì a concludere la frase.
“LA?” Chiese, ad alta voce, Urara sorridendo “Sul serio? Sono stata lì tipo… Tipo un anno, fino a due giorni fa!”
“Davvero?” Domandò il giovane accennando un lieve sorriso “Dai ma che bello! Ad ogni modo scusatemi, non mi sono ancora presentato, Luke Saint, è un piacere conoscervi!” Concluse Luke porgendo loro la mano
“Karen Minazuki!” Rispose Karen stringendogli la mano ed, in seguito, scambiandosi di rito due baci sulla guancia.
“Urara Kasugano!” Esclamò la bionda compiendo le stesse manovre di presentazione che l’amica aveva compiuto qualche secondo prima.
“Avevi detto che ti serviva un telefono… Usa pure il mio se vuoi chiamare un taxi, digli che siamo al Ryshika’s Cafè.” Propose Karen.
“Oh… Grazie mille, sul serio!” Disse Luke prendendo il cellulare che gli venne allungato, poi si allontanò leggermente per fare la chiamata.
“Avevi ragione, non è così male!” Pronunciò sottovoce Urara “Sarebbe interessante conoscerlo… Solo come amico, ovvio!” Concluse la ragazza arrossendo.
Karen rispose anche lei con un lieve sorriso, poi si accorse che Luke, dopo aver finito la chiamata, stava tornando verso di loro.
“Tutto a posto, ho trovato per miracolo un taxi, l’autista mi ha informato che oggi non ha visto quasi nessuno dei suoi colleghi in giro… Come mai è da questa mattina che la città sembra così deserta? Eppure siamo in una metropoli! C’è per caso qualche tipo di festa nazionale che io ignoro?”
“Non credo, no… No, direi di no.” Rispose Urara.
“Eppure anch’io ho pensato la stessa cosa!” Esclamò Karen “Ed inoltre guarda il bar, è completamente deserto, persino il cameriere non si sa dove sia!”
“A quanto pare…” Disse Luke osservando il bancone vuoto “L’unica persona che ho incontrato oggi è stato un tale che mi ha spinto e… So che può sembrarvi assurdo, ma quel tizio aveva attorno un non so che di… Una specie di aura, insomma! Era strano, l’ho guardato e mi sono sentito mancare…”
Il viso di Karen assunse una forma pensierosa “Per caso era un ragazzo castano con una leggera barba scura… ?”
“Sì… Cioè, perlomeno mi sembra di sì.”
“Indossava una felpa… Nera? Aveva diversi tatuaggi sulle mani e lungo i lati del collo?”
“Mi sembra di sì, l’ho visto giusto un attimo e poi… Ma perché me lo chiedi? Lo conosci per caso… ?” Domandò Luke inclinando leggermente la testa.
“L’ho incrociato proprio oggi pomeriggio lungo il lago, vicino al negozio di un nostro amico… Sembrava stesse cercando qualcuno, ho provato a chiedergli se aveva bisogno di qualcosa ma ha tagliato corto e se n’è andato, ho abbassato un attimo la sguardo ma quando l’ho risollevato il ragazzo era scomparso. Così, nel nulla. So che probabilmente non era nessuno d’importante ma mi sono venuti i brividi…” Pronunciò Karen tamburellando nervosamente le dita della mano destra sul tavolo.
“Sì era parecchio strano… E se avesse dei poteri?” Scherzò il ragazzo “Certo se fosse vero potrei inserirlo nel mio articol… Oh, è arrivato il taxi!”
“Ci rivedremo?” Domandò delicatamente Urara, scambiandosi un’occhiata fugace con l’amica.
“Perché no? Vi lascio il mio numero.” Luke trascrisse velocemente il proprio numero su un pezzetto di carta e lo diede alla ragazze “Ora è meglio che vada, potremmo però sentirci nei prossimi giorni, qualora vi andasse, see you soon girls!” Esclamò il ragazzo salutandole con un cenno della mano.
“Ciao Luke!” Risposero al saluto le due ragazze, quasi all’unisono.
Karen, una volta che vide il taxi all’esterno del locale partire, girò lievemente il viso verso l’amica, intenta nel fissare ancora il panorama, deserto, che si scorgeva al di fuori della vetrata.
“E adesso che facciamo?” Domandò Urara, senza staccare lo sguardo dall’esterno.
“Non lo so… Ripeto, spero solo non sia nulla di grave, nel caso…”
Karen tirò fuori dalla tasca della giacca di pelle un ciondolo e lo posò delicatamente davanti all’amica.
Urara girò la testa e quando vide che cosa raffigurava il medaglione sgranò gli occhi.
Aveva la forma di una farfalla. La farfalla era gialla.
“Karen… Ma cos…” Provò a domandare la ragazza bionda.
Karen fece un gesto secco con la mano “Ascolta, è solo per precauzione. Come ben ricorderai, dopo la disfatta di Eternal ci siamo ritirate dall’essere Pretty Cure, ma i ciondoli di ognuna di noi li ho conservati io, per ogni evenienza, ho inviato anche il suo a Komachi, sempre sperando che l’abbia ricevuto…”
“N… Non so cosa dire, insomma…” Balbettò Urara girandosi e rigirandosi fra le dita il ciondolo.
“Ripeto, è solo per precauzione. Io spero che la momentanea scomparsa di Nozomi e di Rin sia solo solo momentanea, nonché quella di Kurumi, di Kokoda, di Nattsu e… E di Shiro.”
Urara abbassò lo sguardo.
“Senza contare che sono poco convinta anche da tutte queste misteriose sparizioni di persone comuni… Ripensandoci, e dopo aver sentito quello che ha detto Luke, potrebbe esserci in ballo qualcosa di più grande di quel che pensiamo noi, nel caso perciò… Noi dobbiamo essere pronte.” Affermò Karen con un tono di voce fermo, nonostante si potesse scorgere una lieve intonazione preoccupata.
Per qualche minuto le due ragazze rimasero in silenzio, poi, improvvisamente fu Urara a romperlo “Hai ragione Karen…”
Karen sorrise e le strinse la mano “Mi raccomando.”
L’amica annuì.
La fanciulla dai lunghi capelli neri si alzò, si scambiò uno sguardo di approvazione
con l’amica ed uscì dal locale.
 
Le stelle risplendevano nel buio della notte, milioni di ammassi gassosi si accalcavano lungo il telo nero dell’universo emanando luce che impiegava enormi lassi di tempo per raggiungere la visione di Karen.
La ragazza pensò che magari alcune di loro potevano essere già morte, esplose in chissà quale maniera, generando così una supernova, un’esplosione che avrebbe portato la stella al suo stadio finale: una nana bianca, la quale sarebbe man mano diventata nera in seguito al continuo raffreddamento del nucleo; una stella di neutroni, un minuscolo composto di altissima densità; oppure un buco nero, formatosi da un collasso gravitazionale della stella il quale avrebbe aperto uno squarcio nell’universo.
Una supernova avrebbe decretato la fine di tutto e l’inizio di un nuovo cammino.
Le altre stelle invece erano al momento “perse”, ancora incerte a proposito del loro cammino da intraprendere. Che cosa sarebbero diventate? Ancora nessuno poteva saperlo.
L’unica cosa di cui Karen era certa era che doveva ritrovare le sue amiche, sapeva che quello era il suo compito.
Sperava solo di non ritrovarsi inghiottita in qualcosa di più grande di lei.
Come in un buco nero.
 
 
Note di White:
Ebbene sì, c'è l'ho fatta anche questa volta.
Finalmente il capitolo è stato ultimato ed è pronto.
Ho deciso per scusarmi della mia luuuuuuuuuunga assenza di quest'anno di fare il capitolo un po' più lunghino del solito e, finalmente, incentrarlo sui temi caldi della storia.
Protagonista del capitolo è, ancora una volta, la bella Karen ed è stata mostrata Urara, altro personaggio di spicco all'interno della storia, la quale ha gli occhi azzurri. "Come??" Direte giustamente voi, ebbene sì, gli occhi color caramello della ragazza bionda non mi piacevano particolarmente e quindi ho deciso di compiere questa lieve variazione...
Inoltre è tornato il buon vecchio Luke, il quale sembra aver instaurato un primo legame con le due ragazze... vedremo cosa succederà, vedremo.
Vi anticipo solo una cosa: prossimo capitolo, nuovo punto di vista ma di un personaggio già noto e, per la prima volta, sarà quello di, come si dice nel wrestling, un "heel" ( ovvero di un cattivo ).
Questo è quanto... ovviamente ringrazio come al solito la cara KoKo(ro) ed il buon Mixxo, sempre intenti nel portare pazienza nei confronti dei miei lunghi periodi di attesa...
Mi pare sia tutto, alla prossima dunque!
White
  
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