Ed un ringraziamento speciale va a Hamatoshapphire <3 per questo intenso capitolo <3

PoV Raph

Arrivati all'ospedale eravamo stati abbandonati in una sala d'aspetto dalle candide pareti.
Strinsi a me Leo.
Mi aveva praticamente dovuto trattenere a forza su quella sedia di plastica azzurra per farmi smettere di passeggiare come un'anima in pena per i corridoi.

«Quanto ci mettono a darci qualche fottuta notizia!» ringhiai frustrato.
Era orribile sapere il mio fratellino in gravi condizioni e non poter far altro che restare seduti a sfogliare riviste di moda e gossip, per giunta di anni se non secoli prima...

Leo cercando di calmarmi mi portò una mano sul suo pancione.
Gli sorrisi, ma quel gesto fece riaffiorare nella mia mente le parole di quel bastardo sul tetto.
Voleva far del male al mio cucciolo, ma perché? Chi era? Cosa voleva da noi?
Ero ancora immerso nei miei pensieri quando sentii una voce familiare.

«Raph, Leo» riconobbi immediatamente quella bandana viola.

«Donnie» mormorammo, notando le sue ginocchia tremare.

«Donnie stai bene?» chiese il mio compagno preoccupato.

«Hanno accoltellato Lancy e...e lui è incinto...volevo cambiare il suo cognome, ma poi hanno detto che era successo qualcosa di brutto a casa...cosa è successo?» cercai di elaborare tutto ciò che ci era stato riferito ma, prima di domandare, decisi di informare Donatello dell'accaduto.
I suoi occhi si sgranarono man mano che raccontavamo diventando sempre più lucidi, senza però versare una singola lacrima.

«Invece cos'è successo allo scricciolo?» chiesi a fine racconto, ma lui parve non ascoltarmi.

«Donnie?» chiamó anche Leo.

Le mani verde oliva si serrarono e prima ancora che potessi riprovare a domandare altro il mio fratellino genio partì spedito per i corridoi, lasciandoci senza risposte e alquanto straniti.


PoV Donnie

Non gli era bastato far del male a Lancy, aveva dovuto prendersela anche con la mia famiglia...
Quel...Quel!!

Marcia furioso, bisbigliando a fior di labbra gli insulti più coloriti di cui disponessi, senza curarmi di chi mi stava attorno.
Mi diressi nella camera di Leolance e, trovata la cartella, cancellai il cognome.
Dovevo far sparire ogni prova che non fosse un Hamato.
Fatto ció tornai nei corridoi.
Dovevo trovare una stanza con un computer al più presto!

Quelli della segreteria erano da escludere, troppa gente intorno che mi avrebbe notato, o forse no?

Mi fermai. Era un'idea stupida... ma avrebbe potuto funzionare...

A mali estremi estremi rimedi, no?

Mi guardai intorno, poi mi diressi verso quello che doveva essere una specie di spogliatoio per i medici.
Era vuoto, così non ebbi problemi ad intrufolarmi.
Cercai e per mia fortuna trovai ciò che mi serviva...un camice azzurro abbandonato in un angolo, probabilmente da qualche infermiere distratto che era andato in pausa.
Me lo infilai.
Mi cadeva un po' largo sulle spalle, ma non lo avrebbe notato nessuno.
Sforzai poi uno degli armadietti, tirandone fuori uno stetoscopio che mi allacciai al collo e dei pantaloni dello stesso colore del camice.
Mi tolsi la maschera e diedi un'ultima occhiata al riflesso.

Uscii facendo attenzione che nessuno mi vedesse e mi diressi verso i computer.

Un infermiera dal camice rosa appuntava qualcosa su una cartella.
Mi avvicinai e mi schiarii la gola per attirare la sua attenzione.
Alzò lo sguardo e sollevò un sopracciglio nel vedermi.
-Posso esserti utile zuccherino?- aveva una voce calda e rassicurante e i grandi occhi verdi le davano un'apperenza molto gentile.

-C'è stato un errore nella registrazione di un paziente, il cognome è sbagliato- dissi tutto d'un fiato.

Non ero mai stato bravo a raccontare bugie e ora avevo paura di essere scoperto.

Fingersi un membro del personale medico non era poi cosa da poco...

-Un errore dici?- la bruna piegò la testa di lato, scrutandomi.

-Il paziente registrato come Leolance Adler, il suo cognome è Hamato, con l'h davanti- dissi concitato

Avanti...

Avanti!

Ti prego infermera credimi senza farmi domande...

-Credi sia nata ieri? Ti dò un consiglio, riporta indietro tutto e togliti di qui- il mio cuore si fermò.

Mi ero fatto scoprire così in fretta?

Mi morsi il labbro.

Non potevo rinunciare.

-Mi ascolti attentamente, hanno provato ad ucciderlo, se lei ora non cambia quel cognome Leolance Adler finirà sotto terra e le posso assicurare che, se dovesse accadergli qualcosa, io non mi darei pace finché non l'avrei fatta pagare a tutti coloro che ritengo responsabili- la mia voce assunse un tono gelido.

Lei mi guardò neanche minimamente intimorita, poi però si mise a scrivere qualcosa sul computer.

-Leolance Adler è deceduto un'ora fa per dissanguamento, Leolance Hamato è stato ricoverato stamattina, contento Bambi?- mi fece un leggero sorriso e, se non ci fosse stato il bancone a separarci, l'avrei abbracciata.

-Grazie- sussurrai solo, ricambiando il sorriso.

-Dov'è la cartella del nuovo Hamato?-

-Ho già cancellato di lì il cognome-

-Più tardi cambierò anche la cartella- si girò per passare al volo una cartella ad un dottore.

-Lascia quello qui, dirò al proprietario di averlo trovato in giro- disse poi, indicando lo stetoscopio.

-Non sono attrezzature da due soldi-.

Le sorrisi un'ultima volta, prima di dirigermi verso il bagno a togliermi la divisa e tornare dai miei fratelli.

Ora potevo solo aspettare e pregare che tutto andasse per il meglio.