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Autore: Wendy_Dreams    24/07/2015    0 recensioni
Hedvig é ribelle, fuori dagli schemi, é tutt'altro che una ragazza come tante, eppure ha attirato l'attenzione di Michael, che sembrerebbe il prototipo del normale quasi al limite dell'imbranato, ma in realtà anche lui ha la sua dose di diversità. Le loro strade si incontreranno per non dividersi più...
Dal capitolo
Devo dirglielo. Glielo devo, adesso che la nostra relazione ha fatto un passo avanti... Hedvig mi vede e si siede davanti a me -Che succede?- mi chiede con un sorriso
-Devo dirti una cosa- rispondo serio e il suo sorriso svanisce
-Mi vuoi lasciare?- mi chiede aggrottando le sopracciglia
-Assolutamente no, Heddie. Come ti é venuto in mente?!-
-É che... Si dice "devo dirti una cosa importante" o frasi del genere quando si vuole lasciare qualcuno...- abbassa lo sguardo
-Io non voglio lasciarti... Assolutamente... Anzi... Voglio portare la nostra relazione a un livello superiore e-
-E che cosa devi dirmi di così importante da farmi preoccupare?-
-Te l'ho detto no, che canto in una band con i miei fratell?- lei annuisce -Quello che non ti ho detto é che... Siamo piuttosto famosi...-
-Quanto famosi?-
-Beh... Abbastanza...- inarca un sopracciglio -Abbastanza da essere conosciuti in tutto il mondo...-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17 - Gelosia
Los Angeles, 9 ottobre 1987
Hedvig P.o.V.
Oggi sono con Mike sul set dove sta girando il videoclip, o meglio, short film come ama chiamarli lui, del suo singolo "The Way You Make Me Feel". Mike é molto fiero di questa canzone perché é la prima canzone scritta completamente da lui in cui esprime il suo amore per me.
Il regista Joe Pytka ci sta spiegando le dinamiche che ci saranno nel short film, ma si interrompe -Ah! Eccoti!- io e Mike ci giriamo una ragazza alta, magra e i ricci castani si avvicina -Ecco Mike, lei é Tatiana Thumbtzen. Sarà la tua coprotagonista-.
Il regista da lo stop e tutti vanno a fare una pausa così decido di stare un po' con Mike e portargli un caffè. Appena mi avvicino lo vedo con Tatiana, che sta parlando tranquillamente -Mike- lo chiamo -Ti ho portato un caffè- alzo il bicchiere caldo
-Oh- sorride Tatiana -L'hai portato anche per me- indica il MIO caffè e me lo strappa dalle mani
-Io-io- balbetto
-Grazie- sorride e io mi allontano senza neanche guardare Mike, che mi segue
-Hey, che ti prende?- mi prende per la spalla
-Niente, torna pure a parlare con Tatiana- e sottolineo l'ultima parola, Mike sta per replicare, ma il regista lo chiama per riprendere a girare, così non ha il tempo di rispondere.
       ***
Madison Square Garden, New York, 3 marzo 1988 (pomeriggio)
Hedvig P.o.V.
Mike ha cominciato la tournée da qualche mese e in questi giorni siamo a New York. Arrivata nel teatro lo visito curiosa, poi mi fermo perché una persona é entrata nella mia vista. Tatiana Gonna-Perennemente-Corta Thumbtzen. E con lei la sua schiera uomini-cagnolini che la seguono a ogni passo. Tra quei cagnolini scorgo anche Mike. 
Non riesco a sopportare la vista di quella sciacquetta e dei suoi seguaci così continuo il mio giro del Madison Square Garden, ma davanti ai miei occhi si para una porta molto interessante: guardaroba. Ho in mente un modo per distogliere l'attenzione di Mike da quella lì. Entro nella stanza  senza farmi notare. Dopo un po' trovo quello che cercavo. Un top rosa abbastanza scollato e una minigonna di di finta pelle, li indosso velocemente, poi mi metto ciò che odio di più: delle scarpe con i tacchi, o dovrei chiamarli trampoli. Dopo aver fatto un po' di pratica con i trampoli decido anche di truccarmi. Mi metto un ombretto rosa, del fard e un rossetto rosso fuoco. Mi guardo allo specchio e sussurro -Vuoi giocare contro di me? Allora a noi due.- il tocco finale con la mia giacca di jeans ed esco dal guardaroba.
          ***
Michael P.o.V.
-L'hai vista quella ragazza di là?- domanda Dominic a Damon con un colpo di gomito
-Quale?- chiede Damon curioso
-Non l'hai vista? Alta, bionda, minigonna e gambe chilometriche?-
-No, una del genere me la ricorderei- Damon ridacchia -E sai come si chiama?-
-No, dicono che sia tipo svedese o qualcosa così...- credo di conoscere qualcuno che corrisponde alla descrizione -Anche se a una del genere non le chiederei solo il nome- anche Dominic ridacchia, mi avvicino ai due
-Io so chi é- tutti e due si girano verso di me
-E chi è?- Damon si avvicina
-Hedvig, la mia ragazza- rispondo serio
-Oh, allora non mi conviene chiederle il numero di telefono- commenta Dominic mentre smette di sorridere.
Lascio i due ballerini e trovo Heddie tutta sorridente -Ciao- mi saluta
-Perché ti sei vestita così?- indico la sua minigonna
-Oh, mi andava di fare un cambiamento del mio stile, volevo qualcosa di più femminile...- si guarda le unghie -Qualcosa che ti piacesse di più-
-A che ti riferisci?- inarco un sopracciglio
-A chi mi riferisco semmai... E comunque se ci pensi ti viene in mente...- sbuffo
-Sei gelosa?- non mi guarda e sbuffo di nuovo -Non devi essere gelosa. Io amo solo te. Te e e nessun'altra.- le accarezzo una guancia -E per favore, vatti a cambiare-
-Però sembra che questo stile ti piaccia... Oppure ti piace vederlo sulle e non su di me? O invece sei geloso?- incrocia le braccia
-Sì, sono geloso e... E comunque tu non hai bisogno di vestirti così... Anzi é proprio perché non ti vesti così che sei perfetta... Le altre per farsi notare hanno bisogno di mettersi una minigonna e invece tu no... Perché sei fantastica come sei... E togliti anche quel trucco- continuo ad accarezzarle la guancia -Ti dà più anni di quelli che hai...- si guarda le scarpe per un po', poi sussurra -Va bene, ti credo. E vado anche a cambiarmi. Questi trampoli sono insopportabili.-
      ***
Madison Square Garden, New York, 3 marzo 1988 (sera)
Hedvig P.o.V.
Il concerto é appena iniziato. Sento gridare i fans. Sono tantissimi e tutti vogliono Mike. Lo so, non é la prima volta che assisto a un suo concerto, però ogni volta rimango stupita dall'affetto che gli dimostrano.
Circa a metà concerto Tatiana Gonna-Perennemente-Corta si avvicina a me -Michael é davvero fantastico, come sempre ovviamente- sorride soddisfatta
-Già- per una volta sono d'accordo con lei
-Oh, sei una ragazza- si volta verso di me
-Sì e sono la ragazza di Mike-
-Ora capisco perché state sempre insieme... E che così conciata pensavo fossi un suo amico o il suo assistente- ho tanta voglia di darle un pugno in faccia, ma per sua fortuna il direttore artistico la chiama per andare sul palco.
Mike balla come provato oggi pomeriggio, anzi anche meglio, ogni volta supera se stesso, e anche Tatiana "balla" come provato, adesso Mike mi lancia i suoi sguardi sensuali e si morde come solo lui fa, sorrido, vuole che salga sul palco, quando sto per aprire bocca Tatiana si avvicina a lui, lo prende per le spalle, mi guarda con un aria di sfida e lo bacia. Lo bacia. Davanti a me. 
Scappo di corsa dal teatro e prendo un taxi per tornare in albergo. E pensare che gli ho anche creduto. Mi ha detto di non preoccuparmi, che non dovevo essere gelosa, che io ero l'unica che ama. Balle. La voce del tassista mi sveglia dai miei pensieri, dal mio incubo che é diventata realtà.
Adesso sono seduta sul letto che sto disegnando, ma non ci riesco, sono troppo nervosa, continuo a vedere quella, non so trovare un aggettivo per descriverla che non sia un insulto, che bacia il mio Mike... Io gli ho creduto... Solo lavoro, niente di più... Solo lavoro un corno! La ragione della mia rabbia entra nella stanza -Perché sei scappata?- chiede facendo il finto tonto
-Perché?! Perché?! Chiedilo a quella sgualdrina il perché!- mi alzo dal letto
-Posso spiegarti-
-Certo, cosa c'è da spiegare- domando sarcastica -Ho visto bene quello che avete fatto davanti a ventimila persone, non c'è assolutamente niente da spiegare!-
-Invece sì. Mi ha preso alla sprovvista, non avrei voluto che facesse una cosa del genere-
-Almeno non in pubblico-
-No, fammi finire di parlare! Non le ho detto io di baciarmi-
-Ci mancherebbe altro! Però potevi scansarla!-
-Ero nel pieno di uno show! Che figura ci avrei fatto?!-
-La figura di quello che ci tiene alla sua fidanzata!- si avvicina
-Heddie- tenta di prendermi per un braccio
-Mike, lasciami- mi divincolo, ma lui insiste
-Prima devo finire di spiegarti-
-Non c'è più niente da spiegare!- non mi lascia il braccio -Lasciami!- prima che lui possa dire altro gli do uno schiaffo, così forte che gli fa spostare velocemente il viso verso destra e che gli lascia il segno rosso delle mie dita, finalmente riesco a liberarmi, vado verso l'armadio della stanza, lo apro
-Che stai facendo?- tiro fuori una coperta e un cuscino -Vuoi andare a dormire nell'altra stanza?!-
-No- gli lancio addosso il cuscino e la coperta -Ci vai tu!-
-Heddie, smettila di fare così- lo spingo fuori dalla camera
-Vai sul divano, così avrai modo di pensare a quanto sei idiota!- e prima che possa tentare di rientrare gli chiudo la porta in faccia. 

Michael P.o.V.
-Heddie!- busso alla porta -Heddie!- la chiamo ancora, é ancora dietro la porta, sento il suo respiro. Dopo un po' mi siedo per terra e la sento piangere, una lacrima mi sfugge. Odio quando litighiamo. E odio essere la ragione del suo pianto, forse ha ragione, avrei dovuto scansarla, non sarebbe stato professionale, ma sarebbe stato corretto...
       ***
New York, 4 marzo 1988
Michael P.o.V.
Non ho dormito neanche un minuto stanotte. Continuavo a pensare a quello che é successo oggi, pensavo alle lacrime che Heddie ha versato per colpa mia. Devo fare qualcosa, so che non posso cambiare il passato, non ho la macchina del tempo per tornare indietro, ma posso fare qualcosa per cambiare il presente. Perché non sopporto vederla triste. Prendo il telefono e chiamo Frank DiLeo -Pronto?-
-Mike? Ma ti rendi conto di che ore sono?! Sono le quattro e mezza del mattino!-
-Lo che é presto, ma ho bisogno di parlarti di una cosa importante-
-Cosa mi devi dire di così importante da svegliarmi quando neanche il sole si é alzato?-
-Ho bisogno che mi fai un favore-
         ***
Michael P.o.V.
-Perché mi hai fatto venire qui?- Tatiana sorride strafottente -Non ti é bastato quello che ti ho dato ieri?- tenta di avvicinarsi a me, ma io mi scanso
-No, però dobbiamo parlare di quello che é successo ieri-
-Spero che la tua piccola Hedvig non si sia arrabbiata... Anche se beh... Con una come lei non ti perdi chissà quanto-
-Tu non hai diritto di parlare così di lei, a malapena la conosci- il suo sorriso sparisce -Se la conoscessi veramente non parleresti così di lei-
-Che cosa di così speciale più di me?-
-Tutto. Hedvig é la ragazza migliore che abbia mai conosciuto, non c'è nessuna come lei... E tu non puoi essere minimamente come o meglio di lei, ne tantomeno puoi permetterti di parlare così di lei- Tatiana rimane in silenzio ad assorbire il colpo -Ah... Un'altra cosa. Sei licenziata.- apre la bocca spalancata
-Tu non puoi licenziarmi! Tu non sei il capo!-
-Invece sì che posso, io sono il capo qui... E vorrei anche che te ne andassi via da qui, prima che chiami la sicurezza.-
-Io-io- tenta di balbettare, ma non sa cosa dire e se ne va inviperita
      ***
Hedvig P.o.V.
Non dormivo senza Mike da tanto tempo, se questa notte si può dire che ho dormito. Ho pianto per molte ore, infatti guardandomi nello specchio adesso, vedo gli occhi rossi e le occhiaie scure, tutto per un bacio. Ho bisogno di uscire di qui, ho bisogno di aria fresca. Scendo nella hall dell'albergo e vedo una cosa che mi incuriosisce e mi fa innervosire allo stesso tempo: Mike e Tatiana sono insieme. Mi avvicino senza farmi vedere e mi nascondo dietro una colonna di marmo -Perché mi hai fatto venire qui?- Tatiana sorride strafottente -Non ti é bastato quello che ti ho dato ieri?- tenta di avvicinarsi a Mike, la scansa
-No, però dobbiamo parlare di quello che é successo ieri- é serio
-Spero che la tua piccola Hedvig non si sia arrabbiata... Anche se beh... Con una come lei non ti perdi chissà quanto-
-Tu non hai diritto di parlare così di lei, a malapena la conosci- il suo sorriso sparisce -Se la conoscessi veramente non parleresti così di lei-
-Che cosa di così speciale più di me?-
-Tutto. Hedvig é la ragazza migliore che abbia mai conosciuto, non c'è nessuna come lei... E tu non puoi essere minimamente come o meglio di lei, ne tantomeno puoi permetterti di parlare così di lei- Tatiana rimane in silenzio ad assorbire il colpo e rimango anch'io in silenzio, stupita dalle sue parole -Ah... Un'altra cosa. Sei licenziata.- apre la bocca spalancata
-Tu non puoi licenziarmi! Tu non sei il capo!-
-Invece sì che posso, io sono il capo qui... E vorrei anche che te ne andassi via da qui, prima che chiami la sicurezza.-
-Io-io- tenta di balbettare, ma non sa cosa dire e se ne va inviperita. 
Io esco dal mio nascondiglio e mi vede -Hai sentito quello che ho detto?- annuisco
-Sì. Davvero pensi tutte quelle cose?-
-Sì-
-Scusami per aver dubitato...- abbasso lo sguardo
-A volte fa bene cercare delle riconferme dall'altro-
-E scusami anche per lo schiaffo- continuo a guardare in basso
-Non ho fatto tutto quello che potevo fare per evitare tutto questo... Me lo sono meritato- lo abbraccio -Devo scusarmi anch'io... Non ti ho creduto sulle sue intenzioni...-
-Sono stata troppo insistente... E poi é passato... Non possiamo farci più niente- sorride e io rispondo al suo sorriso -Che ne dici se andiamo a mangiare?- annuisce, mi prende per mano e usciamo sorridenti dall'albergo.
  
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