Ora basta, passiamo alle risposte alle recensioni!
Vegeta4Ever: Carissima, i segni dello scorso capitolo non erano scomparsi per magia, sono stata io che leggendo la tua recensione li ho visti e tolti … purtroppo il mio pc fa le bizze ma per comprendere il contenuto bastava soltanto saltare letteralmente il mucchietto incasinato. Alcune risposte che cerchi sono qui quindi non dovrai fare altro che leggere ma per il resto … basta doppie recensioni, per carità! X( al massimo mandami un’email, ok? Baci!
Kikkaloveyu: Ciao, sono pienamente intenzionata di portare a termine questa storia che mi stò trascinando da praticamente due anni … dopo tutto questo tempo non c’è la voglia di farla morire! Per Bulma e Vegeta dovrai attendere fino all’ultimo, non anticipo niente. Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Baci!
Ka93:Le litigate tra Vegeta e Bulma non potevano non mancare, taglienti e dirette come solo loro sono in grado di fare! Per Trunks è una buona cosa perché ciò gli indica che tra i due almeno un legame c’è anche se per il momento è puramente capriccioso. Babidi è una zecca fastidiosa, non farci caso, tanto prima o poi schiatta pure lui … XD Spero che il capitolo ti piaccia! Baci
Kamy: In effetti come storia è parecchio lunga ma sono contenta che ti sia piaciuta fino ad ora, la cosa mi riempie di orgoglio! Anche perché ci sono ancora da raccontare alcune cosette … Cerca di resistere però, non manca tanto. Non mettere in testa a Trunks strane idee anche se … chissà, vediamo come andrà a finire ^^ Sei ancora con me? Allora beccati questo nuovo capitolo e dimmi se ti piace! Baci!
Pepesale: Scuse accettate cara, non ti preoccupare se ritardi, non me la prendo mica! Il personaggio di Light è molto più complesso rispetto a quando era nato in principio … ammetto che un po’ mi ci stò affezionando. Per quanto riguarda gli altri cerco sempre di rimanere all’interno dei caratteri dei personaggi. Dimmi se anche questo capitolo ti piace! Baci!!
Finito, io vi lascio al capitolo e vi aspetto la settimana
prossima con un nuovo capitolo se tutto va bene, nella speranza che nel frattempo
lo schermo del portatile non si accenda più come misteriosamente è
successo oggi a mezzogiorno a mia sorella quando le ho chieso di aggiornare
al posto mio ... Vabbé, già perdonata. Ciao ragazzi/e! A presto!
Baci scImMIA
CAPITOLO 86
- UN AMICO FUORI GIOCO -
MajinBu scattò verso il bambino a velocità supersonica. Il suo
sguardo era terribile, carico di furia omicida e mentre avanzava imperterrito
il suo obiettivo non si scostava di un millimetro ... Goten era paralizzato
e rimaneva aggrappato al fratello con una forza impressionante. Le sue piccole
mani stringevano la stoffa senza la minima intenzione di mollare la presa e
nonostante Gohan lo spronasse ad allontanarsi, il ragazzino non si scollava.
Quando MajinBu fu fin troppo vicino le azioni si velocizzarono: il mostro portò
indietro il braccio destro caricandolo e lo sferrò in direzione del sayan
che però, vedendo l'arto avvicinarsi troppo, lanciò lontano il
fratellino buttandolo letteralmente a terra. Goten si rovinò mezza faccia
al suolo e la sua guancia sinistra si riempì di graffi color terriccio,
nulla però in confronto a ciò che ricevette Gohan al posto suo:
MajinBu lo colpì al torace pesantemente. Alcune costole si ruppero e
il suono dell'accaduto fu perfettamente udibile e mentre ero senza parole per
l'accaduto, lo vidi contorcersi ancora sotto i colpi micidiali dei suoi attacchi:
MajinBu rimase soddisfatto del suo operato anche se non aveva colpito chi ambiva,
spalancò le braccia più che poté e le richiuse a gran velocità
frapponendo tra di esse la testa del mio amico Gohan. Quella bestia scoppiò
a ridere di gusto quando il mio amico crollò a terra con il sangue crogiolante
da ogni foro.
« GOHAN! » urlò Goku apprensivo al figlio stramazzato a terra
che boccheggiava come un pesce fuor d'acqua mentre il secondogenito, a breve
distanza e rannicchiato su sé stesso, arretrava a gattoni inversi. MajinBu
esultò gioioso portando i pugni chiusi sopra la testa e iniziando a saltellare
festoso mentre il suo padrone, nascosto dietro a una consistente roccia, tifava
per lui senza risparmiare la sua voce insopportabile. Il mostro si rannicchiò
su se stesso all'improvviso, rimasi ad osservarlo così come tutti gli
altri ... nessuno riusciva a immaginare quale sarebbe stata la sua mossa successiva,
era imprevedibile, il suo carattere ce lo impediva. La creatura di Babidi compì
un grandissimo balzo verso il cielo blu e in esso scomparve lasciando dietro
di se soltanto un luccichio. Osservammo il punto dov'era scomparso confusi.
Gohan si sollevò con i gomiti ma non riuscì ad alzarsi ulteriormente,
il torace gli doleva fortemente ... e pensare che era bastato un singolo colpo
per ridurlo in quello stato … comunque il mio amico non si scoraggiò
ed anzi, sembrava che più il dolore si facesse sentire, più la
sua voglia di tornare in piedi crescesse. Il suo sangue sayan reclamava quello
sforzo per non far crollare l’orgoglio. Crillin, poco distante da me,
si avvicinò maggiormente alla scena tremante come una foglia anche se
non aveva alcuna voglia di darlo a vedere, con aria preoccupata disse: «
Stai giù Gohan, non ti sforzare … » osservò per un
istante il suo più vecchio amico che gli era accanto e vedendolo determinato
raccolse anch’egli quell’orgoglio da piccolo guerriero qual’era
« … Adesso ci pensiamo noi a quello! » esclamò alla
fine sorridente e con un pugno chiuso davanti a sé. Gohan cercò
di sorridere mentre il sangue denso continuava a colargli dal naso e quindi,
sentendosi un po’ più tranquillo (ma nemmeno troppo), rimase nella
posizione in cui era senza sforzarsi ulteriormente.
A distanza di alcuni metri qualcuno era tutt’altro che tranquillo: Babidi
infatti, che aveva visto sparire nel cielo la sua creatura, era uscito allo
scoperto e osservava allibito il cielo sovrastante. « MajinBu …
DOVE SEI?! » urlava per richiamarlo, ma del suo pupillo nemmeno l’ombra.
Benché potesse essere un momento a noi propizio per attaccare il mago
e eliminarlo dalla faccia della Terra, rimanevamo all’erta perché
secondo noi era improbabile che il mostro non tornasse alla ribalta. Piccolo
poi, che era il più severo di tutti, rimaneva impassibile e con le orecchie
tese fermamente convinto di ciò che pensava e per questo informava costantemente
i più tranquilli, Crillin in primis, a stare attenti. Kaioshin era l’agitazione
fatta persona: trottolava da una parte all’altra seminando le sue paure
e decantando la nostra fine … incominciai a immaginare che quel Dio non
era venuto per aiutarci, ma per seminare solamente zizzania nei suoi confronti.
Eppure Goku, nonostante i comportamenti differenti all’interno del piccolo
gruppo, rimaneva serio con un presentimento quasi certo nel cuore ed io, che
lo ammiro tutt’oggi profondamente, lo presi come esempio e mi comportai
esattamente come lui.
« Sto sentendo qualcosa … » mormorò un po’ incerto
Piccolo continuando ad osservare il cielo puntando alla solita nuvoletta abbandonata.
« Cos’hai sentito? » chiese Goku all’amico attirando
l’attenzione di tutti coloro che non avevano udito le parole del namecciano
che proseguì con le spiegazioni: « … Sembra un sibilo, quasi
un fischio … ».
Mio padre, maggiormente tenebroso per colpa del tatuaggio sulla fronte, aggrottò
le sopracciglia perplesso e al contempo sorpreso « Un fischio eh? …
» alzò nuovamente gli occhi al cielo mantenendoli sottili, poi
però, quando comprese cosa stesse succedendo, li spalancò rapidamente
inserendo in essi un velo di stupore.
« STA’ ARRIVANDO!!! » esclamò a pieni polmoni quando
anche lui iniziò ad udire quel suono. I più distratti però
si accorsero della situazione quand’era già tardi per agire: MajinBu
comparve da sopra le nuvole con i pugni serrati e portati davanti al viso, la
sua figura tutt’altro che longilinea sembrava una freccia nella sua verticalità
e la sua discesa, rapida e sistematica, faceva rabbrividire. La terra si deformò
sotto la sua potenza e non solo: Gohan, suo nuovo obiettivo, si era piegato
in due dal dolore e urlava straziato mentre gli arti del grassone erano ancora
accollati alla bocca del suo stomaco. Un fiotto di sangue fuoriuscì ancora
dalla bocca come un’onda e mentre il mio amico piangeva il mostro se la
rideva …
Ognuno di noi era come paralizzato. Nemmeno io riuscivo a muovere un passo …
Lo sbigottimento generale fu talmente alto che soltanto Goten, forse perché
molto più attaccato al fratello di quanto lui stesso pensasse, ebbe la
forza di correre verso il mostro. Voltai lo sguardo verso di lui e mi accorsi
per tempo della sciocchezza che stava per compiere: lo vidi trasformarsi in
super sayan e congiungere i polsi tra loro mentre sui palmi delle mani iniziava
a formarsi un’onda energetica. Mi voltai completamente mentre tutto il
resto sembrava essersi fermato, afferrai repentinamente i suoi polsi e lo strattonai
in modo che non potesse più far accrescere la sua sfera azzurra. Tirai
le braccia di Goten verso l’alto e continuai a scuoterlo mentre, preoccupato
per lui, lo ammonivo severo: « Goten, cosa credi di fare?! Vattene immediatamente,
torna a casa! » gli dissi con voce quasi cattiva, per spaventarlo volutamente.
Il piccolo iniziò a dimenarsi e sgambettava frenetico, mi calciava gli
stinchi senza problemi e lo faceva con forza sempre maggiore. Sperava che io
lo lasciassi andare, ma si sbagliava di grosso, non glielo avrei mai permesso.
Lo tirai in alto facendo in modo che fosse completamente a penzoloni e lo guardai
fisso negli occhi cercando di imitare alla perfezione lo sguardo di mio padre.
Goten, se prima strillava come un agnello ferito, ammutolì all’istante.
Poco lontano il sayan preso di mira se la passava sempre peggio: MajinBu, dopo
il primo attacco, balzò nuovamente verso l’alto e precipitò
nuovamente su Gohan con tutto il suo peso andandosi a sedere sul suo bacino.
A velocità sempre più crescente iniziò a colpirlo con dei
pugni al viso senza dare alcuna tregua mentre nel frattempo se la rideva alla
grande … Prima un guancia, poi l’altra, prima una, poi l’altra
ancora, sinistra, destra, sinistra, destra … E il sangue sprizzava tutt’attorno
macchiando la terra …
« M-ma Gohan … il … il mio fra-fratellone … »
Goten balbettava per colpa dei tremori che gli percorrevano tutte le ossa, si
mordeva il labbro sinistro per bloccare le lacrime che sarebbero cadute dopo
istanti, i capelli si spensero della loro luce quando il mio sguardo lo ferì.
Continuai a guardarlo severo, con la testa leggermente piegata verso il basso
in modo che i miei capelli, anche se dal colore tutt’altro che spaventevole,
creassero attorno ai miei occhi quell’ombra che marcava la loro sottigliezza.
« Goten, torna a casa. Non puoi aiutare Gohan, non fare sciocchezze! »
gli ridissi nuovamente prima di lasciargli i polsi e farlo discendere a terra.
Il bambino posò entrambi i piedi ma sembrò tentennare sul da farsi
… osservò ancora una volta il fratello che le stava prendendo e
poi distolse nuovamente lo sguardo, non riusciva a reggere quello spettacolo.
Osservai anch’io Gohan e vedendolo capii che non potevo perdere troppo
tempo, tornai al mio piccolo amico e mi abbassai un momento alla sua altezza,
gli posai le mani sulle sue piccole spalle e smorzai la mia aria da duro per
essere maggiormente convincente « Vola via di qua Goten, è meglio
così, credimi. Vai alla Capsule Corporation dove sono gli altri sono
diretti, dì loro che la situazione si è aggravata e cercate un
posto più sicuro. Penso che le città non siano il posto più
adatto per nascondersi ». Il bimbo si passò il braccio sugli occhi
e si pulì il viso dalle lacrime « E dove andiamo? ».
« Non saprei … Potreste andare sui monti Paoz oppure, ancora meglio,
al palazzo di Dio. Ora però spicciati, vattene più veloce che
puoi! » mi rialzai in piedi e dopo nemmeno un secondo vidi il piccolo
correre lontano da me, alzarsi nel cielo e sfrecciare in quel blu investendo
pure le nuvole. Finalmente, almeno lui si sarebbe risparmiato la rovina ...
Gohan non riusciva nemmeno ad urlare, MajinBu non gliene dava
la minima possibilità. Colpo dopo colpo il cranio sbatteva sempre più
forte a terra anche se il dolore subito dalle bottarelle non era da paragonare
agli attacchi che riceveva prima … i pugni di quel mostro erano micidiali.
Mentre mi avvicinavo nuovamente alla scena sicuro che a Goten non gli era balenata
nemmeno nella testa l’idea di tornare indietro, mi affiancai a Crillin
e assistei a ciò che accadde successivamente: il signor Goku si trasformò
nel leggendario super sayan e caricò l’energia fino a sfiorare
vette altissime, mentre la sua luce abbagliante illuminava tutti noi egli avvicinò
le mani al fianco sinistro e iniziò a pronunciare il nome del suo colpo
più famoso … « KAME …» le sopracciglia bionde
aggrottate su quegli occhi verdi, il suo sguardo divenne ancora più minaccioso
quando vide che MajinBu, nonostante avesse perfettamente notato che intorno
a lui stava accadendo qualcosa, faceva finta di nulla e continuava a malmenare
il sayan … « … HAME … » … la polvere iniziò
ad alzarsi attorno a Goku e i miei occhi, anche se colpiti continuamente dai
capelli ribelli che non se ne stavano fermi un secondo per colpa del nuovo vento,
non la smisero di osservare il tutto, quella rabbia era quasi palpabile …
iniziai a domandarmi se anche papà, che era oltre il signor Goku, avrebbe
fatto lo stesso se c’ero io sotto a quel mostro …
« … HAAAA!!!! » l’onda azzurra, dalle dimensioni gigantesche,
scappò dai palmi del super sayan e corse verso MajinBu e questo, degnando
finalmente il suo nuovo nemico, quando notò la sfera riuscì a
dire soltanto: « Hooo … » prima di essere completamente investito
da questa. La luce dell’esplosione obbligò me e altri a pararci
gli occhi con le braccia per non venire abbagliati. Quando aprimmo gli occhi
però non vedemmo più MajinBu ... Si era dissolto con il colpo
oppure era indenne? Sparsi attorno c'erano soltanto parti mollicce del suo corpo
ma nonostante questo tutti noi pensammo che ci fosse qualcosa di strano in tutta
quella calma ...
« Crillin, porta Gohan in un posto sicuro » proferì serissimo
Goku in direzione del suo amico che era ancora esterrefatto per l'azione appena
avvenuta. « Ma Goku ... » iniziò a parlare il piccoletto
al sayan cercando di convincerlo di ciò che pensava « ... Se quel
mostro è ancora vivo, se quell'essere è così forte come
dice Kaioshin ... Se è davvero così terribile quale potrebbe essere
un posto sicuro? Saremmo ovunque nei guai! » il piccolo uomo strinse i
pugni sapendo che comunque non sarebbe stato d'aiuto per la battaglia e questo
gli faceva parecchio male ... Crillin è sempre stato e rimarrà
per me un grande guerriero. Il Son non lo guardò e rimase a rimirare
l’orizzonte, luogo dove i resti di MajinBu rimanevano inermi.
« Non lo so Crillin, non lo so proprio … » sospirò
il sayan dalla chioma dorata mentre tutti noi altri rimanevamo ad osservare
il povero Gohan che boccheggiava ansimante « … A questo punto penso
che qualsiasi posto vada bene ». Mi avvicinai a Crillin e attirai la sua
attenzione afferrandogli una spalla con una mano « Io ho mandato Goten
a chiamare gli altri e a portare anche loro in un posto più sicuro, gli
ho suggerito il palazzo di Dio ». Goku annuì ma fu Piccolo a parlare
al posto suo: « Hai fatto bene, è meglio portare anche Gohan lì.
E poi al palazzo c’è Dende che lo può curare a dovere e
successivamente Popo si prenderà cura di lui per farlo stare meglio ».
L’ometto non se lo fece nemmeno ripetere, corse verso Gohan e lo prese
in spalla ed anche se quest’ultimo gemeva perché gli doleva ogni
parte del colpo, Crillin salutò rapidamente e alla velocità della
luce si allontanò.
Mi osservai nuovamente attorno e mi soffermai sui resti mollicci del mostro
che stavano prendendo la luce del sole. Vicino ad essi, quell’essere di
nome Babidi, passeggiava tra essi tutt’altro che allegramente, tremacchiava
infatti quella pulce pelosetta al sol vedere quegli ammassi di ciccia spiaccicati
in ogni dove. Avanzava balbettando come un povero vecchio a cui avevano strappato
via ogni speranza (cosa che alla fine era per davvero anche se sono incerto
sull’età di quell’individuo) « MajinBu … »
mugolava afflitto con una lagnanza che sembrava senza fine. Piccolo inclinò
la testa da un lato e fece scrocchiare l’osso del collo dopodiché
assortì lo stesso effetto quando alzò ed abbassò le spalle
facendole roteare sul loro perno.
« Babidi sembra un po’ spaesato … » proferì il
namecciano un po’ malefico e con un sorriso arcigno dipinto sul volto,
egli evidentemente pensava che fosse meglio sistemare il mago prima che il mostro
fosse di ritorno in un modo o nell’altro.
« MajinBu … MajinBu … » Babidi raccolse da terra uno
dei mucchi mollicci utilizzando soltanto l’indice e il pollice della mando
destra dal gran che era schifato da quello spettacolo, sollevò il poco
che gli rimase tra le dita ossute e dopo aver guardato con mal-occhio l’enorme
pezzo che era ricaduto a terra, portò all’altezza degli occhi il
restante gruzzoletto che raggiungeva le dimensioni di una gomma da masticare
già usata. Il mago poggiò il piccolo “tesoro” nei
palmi delle sue mani scheletriche, iniziò a tremacchiare con la lacrimuccia
a fianco dell’occhio che era in procinto di cadere. Nonostante la scena
patetica nessuno di noi si mise a ridere, Piccolo nel frattanto attendeva che
l’esseruncolo facesse almeno mentalmente le sue ultime preghiere.
« La creatura di mio padre … MajinBu … » mormorò
ancora una volta alla carcassa nelle sue mani « … Perché
mi hai abbandonato così, non è giusto. Torna MajinBu … ».
Il silenzio rimase della stessa pesantezza anche durante i secondi che susseguirono,
soltanto la voglia di mettere fine a quella storia iniziò a crescere.
« Basta, mi sono stancato! Non vedo che senso abbia attendere oltre »
disse Vegeta seccato notando l’immobilità della situazione. Voltò
lo sguardo verso Piccolo e qust’ultimo annuì prima di incamminarsi
verso il suo obiettivo … Babidi aveva avuto anche troppo tempo per rivedere
tutta la sua vita passargli davanti.
« Hei, tu! Che hai intenzione di fare! Non ti azzardare!! » strillò
come una donnetta il mago quando il namecciano gli fu maggiormente vicino. Babidi
arretrò portandosi appresso il “suo MajinBu” e non si fermò
finché non si ritrovò a sue spese bloccato da grandi rocce …
Sbuffai pensando che quella situazione era a dir poco assurda: un secondo prima
eravamo in ipertensione perché quel mostro sembrava volerci sterminare
e poi, un secondo dopo, ci ritrovavamo ad essere spettatori del piccolo viaggio
di un inetto che, potendo scegliere una qualsiasi direzione per fuggire, optò
per l’unica che lo avrebbe fatto intanare ... incominciai a pensare che
forse Yamcha non era il più sdondo della Terra, il che è tutto
un dire. Babidi osservò le grandi rocce davanti a se con occhi stralunati
e poi diede loro la schiena osservando con il medesimo sguardo gli occhi cattivi
di Piccolo. Sorrise però notando un particolare che era vicino ad essi
…
« Hi-hi-hi … » ridacchiò assottigliando gli occhiacci
mettendo sulla mano sinistra il mucchietto molliccio « … Siete ancora
sotto il mio controllo belli miei! Posso fare di voi ciò che voglio!!
… » spalancò il palmo destro in direzione del namecciano
e urlò a squarcia gola « … TATTARATAAA!! ». L’incantesimo
ipnotico iniziò ad avere luogo e Piccolo iniziò a subire pesanti
martellamenti continui alla tempia, in quel momento si dimenava come un forsennato
e noi potemmo vedere esclusivamente quel lato della trattamento poiché
il resto lo potevamo esclusivamente immaginare. Kaioshin si mise le mani nei
capelli pensando che da un momento all’altro Piccolo avrebbe potuto trovare
anch’egli un posto nell’aldilà poiché la sua fine
poteva essere la stessa, o quasi, di quella subita da Darbula o da Yamu ancora
prima, entrambi seguaci del mago. Il namecciano si dimenava freneticamente ma
più i secondi passavano più la sua agitazione sembrava calmarsi
invece di esplodere in mille pezzi come immaginavamo fino a raggiungere una
totale placidità nei suoi atteggiamenti, come se non fosse accaduto nulla.
Piccolo proseguì a respirare un po’ affannosamente ma mentre le
piccole gocce di sudore nate per colpa dell’attacco psichico si asciugavano,
sorrideva nuovamente con aria divertita.
Babidi sussultò e pensando di avere spazio indietreggiò andando
però a dare una capocciata contro la roccia retrostante. « Ma …
Ma come … » farfugliò il mago spaesato.
« Non ti è piaciuto, vero? … » proferì duro
Piccolo con la sua voce rauca « … Mi spiace ma non sopporto che
qualcuno mi dia degli ordini. Desolato, ma sono fatto così ». L’alieno
dal color del prato (non mi piace utilizzare “muso verde” come sinonimo
… e poi io non sono mio padre) alzò la mano destra in sua direzione
e distanziò per bene le dita di essa. Il mago, immaginando perfettamente
cosa stesse per accadere, si rannicchiò su sé stesso e strinse
tra le mani il cumulo di carne rosato. Tremante riosservò quel mucchietto
sentendo già l’anima per metà fuori dal corpo.
« MAJINBU!! AIUUUTO! SALVAMIII!!!! » urlò Babidi a squarciagola
e a sorpresa di tutti, mentre l'ex Dio della Terra aumentava il diametro della
sua sfera, il piccolo ammasso molliccio iniziò a divincolarsi cambiando
di forma: inizialmente si espanse sul palmo sottile e poi sembrò alzarsi
verso l'alto così come un ammasso di cera avrebbe fatto lo stesso in
una LavaJet.
« Guardate!! » gridò Kaioshin additando la mano del mago
sulla quale stava avvenendo lo strano fenomeno. Osservammo il modificarsi della
struttura assorti, quasi ipnotizzati un quella strana danza che non serviva
ad altro che mescolare il composto. La palletta si allungava da una parte all'altra
senza controllo ma ad un certo punto, sempre senza preavviso, si fermò.
Tutti rimanemmo in silenzio ed anche Piccolo, stranito da quello spettacolo,
aveva come messo in stand-by il suo lavoro.
« MajinBu, mi senti? » bisbigliò il mago alla palletta speranzoso
che accadesse altro. La massa rosa si mosse ancora e dopo aver emesso un piccolo
"POF" rimase nascosta sotto una piccola nuvoletta grigia di fumo dall'odore
dolciastro.
« E adesso che altro succede? ... » domandò scocciato mio
padre al vento senza indirizzare il suo dilemma a chicchessia, sicuro che nessuno
gli avrebbe potuto dare una buona risposta. Dal canto mio lo osservai soltanto
e sperai che la risposta che gli avrei dato, e cioè che tutto sarebbe
andato comunque bene, potesse divenire anche in minuscola parte realtà.
La nube si diradò e la nostra sorpresa fu tremendamente alta: nella mano
del mago un MajinBu di piccolissime dimensioni dotato della sua uniforme al
completo, se ne stava in piedi sorridente nella sua piccolezza. « Mi ha
chiamato? » chiese lui tranquillo utilizzando una vocetta sottile alzando
allo stesso tempo i pugni chiusi verso l'alto come segno palese di forza per
indicare che era pronto a qualsiasi cosa. Babidi non riuscì a nascondere
la sua irritazione in mezzo alla contentezza di aver nuovamente il suo pupillo
anche se di dimensioni ridicole: « MAJINBU!! ... » lo sgridò
lui « ... E' da un sacco di tempo che ti chiamo, perché diavolo
non sei arrivato prima?! » proseguì poi scuro in volto cercando
di evitare di chiudere la mano su cui stava la creatura per la rabbia.
MajinBu puntò le manine ai fianchi e allargò il sorriso «
Non l'avevo sentita ».
Babidi rimase dapprima allibito ma poi sembrò scoppiare ancora: «
MA COME!! SE SONO ORE CHE TI CHIAMO!!! ... » il mago cercò rapidamente
di recuperare la calma e si passò anche una mano in mezzo ai peletti
che aveva sulla testa « ... Comunque mi devi ancora togliere dai piedi
quei tizi!! » ci indicò con la mano libera e pertanto il mostro
ci individuò senza fatica. « E' vero, me l'ero dimenticato ...
» il panzone in miniatura saltò giù dal suo padrone e poggiò
i piedini a terra « ... ma adesso sistemo tutto!! YUUUUU!!! » urlò
poi aprendo le braccia verso l'alto divaricando al contempo le gambe. Mentre
osservavamo l'esserino il terreno tremacchiò un poco. Mi guardai attorno
ma non vidi nulla di sospetto o almeno, notai che gli altri pezzi di carne erano
scomparsi ma stolto com'ero non ci diedi peso ... ne avrei pagato le conseguenze.
« FATE ATTENZIONE, E' IMPREVEDIBILE!!! » disse Goku facendosi ben
udire ad aumentando ancora l'aura da Super Sayan mentre il mostriciattolo continuava
il suo urletto che era formato da quell'unica vocale. Mi misi in posa da combattimento
come gli altri e per maggiore sicurezza mi ravvicinai maggiormente al gruppo
sentendo una protezione in più.
MajinBu smise di gridare e iniziò a correre velocissimo verso di noi
con una rapidità tale che i suoi piedini erano divenuti invisibili all'occhio
nudo. Piccolo, che era davanti al gruppo, lanciò la sfera in direzione
del mostro ma questi, dopo aver compiuto un piccolo salto, calciò lontano
la bolla d'energia in tutt'altra direzione e oltrepassò il namecciano
con la sua corsa schizza. Piccolo si voltò indietro sorpreso del fatto
che non fosse stato colpito e osservò con occhi sbarrati la scena che
si susseguì e che pure noi scrutammo carichi d'ansia cogliendo tutti
i suoi aspetti negativi: MajinBu proseguì a correre finché non
raggiunse il centro di quell'approssimativo cerchio, saltò in alto raggiungendo
l'altezza dei nostri occhi e poi, dopo averci osservato rapidissimo, batté
forte le mani tornando a urlare il suo verso « YUUUUU!!! ». Il nemico
rimase a mezz'aria ma mentre in noi stava nascendo l'intenzione di partire al
contrattacco la terra tremò ancora una volta. Pallido per l'errore commesso
in precedenza guardai al suolo ed osservai ciò che accadette: le piccole
palle di ciccia che il mostro aveva lasciato apparentemente di sua spontanea
volontà in giro, sbucarono dal terreno con una velocità impressionante
perforando anche i sassi più duri. Queste palline, che erano tantissime,
viaggiavano in direzione del corpo principale ma se potevano creavano danni
al loro passaggio. Una di queste mi passò talmente vicina da sfiorarmi
il viso mentre un'altra, nello stesso istante, perforava il terreno sottostante
il mio piede sinistro ... proseguì il suo tragitto e tirò dritto
finché non raggiunse il cielo aperto disfacendosi di tutti gli ostacoli
che trovava. Un dolore lancinante percorse interamente tutta la mia gamba e
la mia voce riecheggiò alta quando uno zampillo del mio sangue, trasportato
dal corpo estraneo che mi aveva colpito, mi giunse fino agli occhi. Provai un
dolore terribile e questo non si placò nemmeno quando mi inginocchiai
a terra e afferrai il piede tumefatto con entrambe le mani. Tremante toccavo
lievemente quel largo foro e rabbrividii sentendo che le ossa si interrompevano
improvvisamente ... che male terribile e atroce provavo in quel momento, nel
frattanto faticavo pure a trattenere le lacrime.
La terra terminò di tremare e ciò ci indicò che ogni singolo
frammento del mostro era tornato in esso o perlomeno si trovava nei suoi dintorni.
Mi feci cadere sul fianco sinistro e proseguii a tener fermo il piede salassato
mentre nel frattempo il sangue che veniva pompato in esso fuoriusciva a gittate
regolari. « Trunks! ... Ma cosa ti è accaduto?! » mi domandò
immediatamente il signor Goku appena mi vide zaccarmi al suolo, si avvicinò
anche ma non fece nulla di più. « Non si preoccupi ... »
mormorai sentendo nuovamente su di me quello sguardo che tanto agognavo come
figlio ma che in ogni momento mi faceva sentire terribilmente scomodo ai suoi
occhi « ... mi sono distratto ... me lo merito ... » dissi poi alzando
gli occhi verso il cielo nel tentativo di allontanarli da quelli di papà
e osservare il mio vero nemico del momento. MajinBu spalancò le braccia
e le gambe, gonfiò la pancia talmente tanto che tutte le palline sospese
a mezz'aria venissero attratte dalla sua figura e che pertanto, dopo un brevissimo
attimo di immobilità, queste si accollarono a tutta la ciccia restante
facendo tornare il mostro alle sue dimensioni originali. Il grassone rosa annuì
con la testa deciso e si mise in posa da combattimento con un pugno chiuso dinanzi
a sé e uno posto sul fianco, il tutto piegato verso il basso. Il nemico
mosse un po' la testa da una parte all'altra e ci osservò tutti uno ad
uno studiando la rispettiva posa di ognuno e poi, con una velocità sorprendente,
volò verso Son Goku e iniziò il suo attacco: caricò il
braccio destro e lo tese rapido dinanzi a sé ma il sayan, poiché
era stato in allerta fino all'ultimo, si parò il viso con le braccia
messe ad incrocio. Il contatto tra i due corpi fu enorme ma Goku, non per sua
volontà, nonostante non fosse arretrato nemmeno di un passo, si era allontanato
da MajinBu di almeno mezzo metro ... ai suoi piedi infatti erano evidenti le
strisciate parallele che aveva fatto sulla terra secca. « Accidenti, che
potenza! » disse il super sayan con però il sorriso stampato sul
viso e il nemico, vendendo ciò, sembrò rallegrarsene visto che
sorrise maggiormente a sua volta. Nel frattempo Babidi era tornato a nascondersi
ma Piccolo lo teneva d'occhio.
******
Era già la seconda sosta quella che faceva perché
sentiva uno strano suono provenire dal motore e così Light, in mezzo
all'erba alta e verdeggiante della grande pianura nella quale si era fermato,
stava facendo del suo meglio per scoprire di cosa si trattasse. Si sedette sul
sasso grigio e osservò assorto la motoretta che gli stava praticamente
addosso, si pulì con un fazzolletto le mani che erano sporche di olio
scurissimo e poi ripose il pezzo di stoffa sotto al meccanismo che avrebbe dopo
smontato e che, probabilmente, avrebbe creato più danni che utile alla
natura. Il piccolino alzò gli occhi color della notte al cielo azzurro
e rimase per un minuto interno con il naso per aria. Una leggera e amichevole
folata di vento passò di lì, mosse l'erba e i suoi corti capelli.
Respirò profondamente, chiuse gli occhi, si lasciò cadere all'indietro
e si immerse in quella frescura perdendosi completamente. Il canto dei grilli,
in genere non udibile durante il giorno, divenne in quell'istante una rilassante
colonna sonora ... una musica che sottolineava un momento di pace agognato.
Gli occhi si riaprirono e recuperarono quella piega un po' corrucciata che spesso
avevano anche se, in quell'attimo preciso, assunsero anche una sfumatura malinconica.
"A casa non posso farlo mai ... " pensò Light scrutando la
danza dell'erba che, vista dal basso, sembrava il dondolio di una bella gonna
leggera. Il bimbo infatti, a causa della sua vita trascorsa perennemente in
quella che era la città più grande del mondo, non si poteva permettere
di starsene un secondo tranquillo sdraiato nel giardino della propria abitazione.
Il primo fattore stava che non avrebbe potuto farlo perché spesso qualcuno
non avrebbe fatto gli affari propri e quindi, vedendo oltre la staccionata bianca
qualcuno prendere anche solo il sole, avrebbe allungato il collo divenendo impiccione.
Il secondo stava che in una casa come la Capsule Corporation non avrebbe potuto
usufruire dell'erba alta, cosa che lo avrebbe nascosto da chicchessia, perché
ciò avrebbe rovinato l'aspetto estetico e non solo dell'intera azienda.
Ultimo fattore (ma non di minore importanza) riguardava i genitori dei due:
Light era perennemente riservato mentre i due dimostravano spesso di essere
degli emeriti impiccioni - come quelli del primo caso- e quindi, se avessero
visto il figlio a rimuginare al di fuori della propria cameretta, ciò
avrebbe destato la loro curiosità che si sarebbe manifestata immediatamente
con domande del tipo "Cosa fai?"/"A che pensi?"/"Come
mai quà fuori?"/"Ti và un pasticcino?" ... L'ultima
domanda gli era stata posta svariate volte dalla nonna anche in situazioni differenti.
Light, ripensando a tale parente, scoprì tristemente che l'ultima volta
che la nonna gli aveva offerto una sua leccornia era stato almeno tre anni prima,
precedentemente al loro abbandono dalla C.C. per trasferirsi in diverso luogo.
Il figlio di Bulma si rimise seduto, poggiò i gomiti alle ginocchia che
erano poste nella posizione della farfalla e osservò oltre il sasso fissandosi
sulla motoretta ... La sua prima grande opera. Antecedentemente aveva potuto
fare esclusivamente oggentuncoli di poco conto con gli apparecchi sgraffignati
nel laboratorio e assemblati nella sua cameretta mentre la sua prima moto volante,
quella che aveva utilizzato per tornare a casa (messa a punto poi per realizzare
la successiva), la considerava come un utensile ancora incompleto e pertanto
non ancora da conteggiare. Ripensò a quei giorni trascorsi ad assemblare
il tutto con estrema perizia sotto quella luce accecante della lampada alogena
mentre magari fuori, quelli che si vantavano di essere lontani dalla sua lista
nera poiché talmente insignificanti da rientrare in una anche solo incolore,
giocavano a palla facendo i casinisti come se la primavera fosse eterna. Light
rotolò verso destra e agguantò lo zainetto di cuoio, estrasse
una mela apparentemente succosa e poi, dopo averla strofinata sulla manica della
maglia, la addentò. Storse il naso scoprendo che quel frutto era quasi
senza sapore ... ciò lo infastidì ma proseguì a mangiare
silenzioso pensando che non fosse il caso di arrabbiarsi proprio quando poteva
ritagliare un momento per sé. Incominciò a pensare a tutto e a
niente ... MajinBu avrebbe atteso.
Trascorsero parecchi minuti nei quali il cervello da genietto si rilassò
e la mela divenne soltanto un minuscolo torsolo che poi, in secondo momento,
sarebbe stato abbandonato al suo destino in mezzo alla vegetazione. Light si
rialzò in piedi e si mise sulle punte di questi mentre le braccia tiravano
verso l'alto ... si stirò, come un gatto appena sveglio. Si sbatacchiò
un po' il retro dei pantaloni, reindossò gli occhiali rossi da aviatore
che si era tolto prima e li mise sulla fronte, si sedette nuovamente sul sasso
e riprese a lavorare con le chiavi che si era portato appresso. Aprì
prima un tubo, poi l'altro ma non trovando nulla ogni volta rimise tutto al
proprio posto. Si grattò con una mano la fronte perplesso ... in pratica
non aveva ancora trovato ciò che non andava.
Improvvisamente iniziò a udire un forte suono alle spalle, un qualcosa
che ricordava un grosso aeroplano, si alzò in piedi e controllò
non scovando però nulla che potesse avere anche una forma somigliante
in lontananza. Benché non si fosse mai allenato nelle arti marziali sapeva
di possedere nel sangue anche qualcosa di guerriero e quindi, spavaldo, rimase
in attesa con il volto alto e il petto gonfio. Strinse i pugni quando il suono
divenne più forte ...
Finalmente in lontananza iniziò a intravedere qualcosa. Rapido tornò
allo zaino, rovistando recuperò lo Scouter e se lo posizionò sull'orecchio.
Premendo il bottone sul fianco comprese che non si trattava di un aereo ma di
una persona in carne ed ossa che stava volando ad alta velocità. "Ma
chi può essere?" si chiese notando che l'aura segnata era nettamente
inferiore a quella individuata quand'era a casa, quella che avrebbe continuato
a prendere come riferimento per il suo viaggio. Gli occhi si assottigliarono
e iniziò a intravedere un colore ... l'arancione. "E' GOTEN!"
esclamò mentalmente proprio quando il piccolo sayan fu sopra di lui.
Light tornò alla sua "nave" e iniziò a suonare spietatamente
il clacson con una foga indicibile creando un frastuono tale che il figlio di
Goku non riuscì a non udire quella cagnara. Goten comprese chi l'aveva
richiamato e quindi, dopo essersi fermato, tornò indietro atterrando
vicino al figlio di Yamcha che, stranamente, non lo guardò malamente
come suo solito.
« Light ... Hem, ciao ... Che ci fai qui? » domandò impacciato
Goten con il fiatone. Light portò le mani ai fianchi e osservò
per un istante il sayan che si piegava per la stanchezza prima di proferire
parola « Mi sono messo in viaggio per incontrare il famoso MajinBu. Tu
piuttosto, che gusto ci trovi ad andare in giro a perdere fiato? ».
Il Son sussultò sentendo il nome del nemico « Non devi andare là!
... » gli disse « ... E' troppo pericoloso! Mio fratello è
stato picchiato per colpa mia e Trunks mi ha cacciato dal campo di battaglia!!
Mi ha ordinato di tornare a casa e portare tutti al palazzo di Dio! Non andare!!
». Il genietto storse il naso e osservò un attimo a terra, con
la mano sinistra si tolse dall'orecchio lo scouter e lo tenne in essa «
La situazione si complica ... » mormorò sotto lo sguardo di un
Goten quasi ammutolito per la fatica « ... Eppure vorrei almeno vedere
com'é fatto questo MajinBu o almeno, vederlo in carne ed ossa. Non mi
accontento della visione di un maghetto ». Il sayan respirò nuovamente
in maniera profonda, si passò una mano sulla ferita ormai chiusa che
aveva alla fronte e riuscì a tornare dritto con la schiena « Light
... » disse titubante additando l'oggetto che l'altro aveva nella mano
« ... Che cos'è quello? ».
« Questo è uno Scouter, un oggetto davvero interessante: è
in grado di percepire, misurare e localizzare le auree anche a distanza elevatissima.
E' grazie ad esso che sò dove dirigermi ogni volta per cercare quel mostro
... » Light mostrò bene l'arnese al bimbo di un anno in meno e
proseguì « ... A te sarà del tutto inutile visto che sei
in grado di percepire da per te le energie degli altri ma quando sarà
finita questa storia sono intenzionato a darti questo rilevatore ». Goten
spalancò gli occhi sorpreso come non mai « E' ... è un regalo?
Per me? » domandò facendosi piccolo come un riccetto ... in effetti
non aveva mai ricevuto nulla di buono da Light.
« Non credere ... » decretò però immediatamente l'altro
« ... Te lo dò soltanto perché ho scoperto che non appartiene
alla mia famiglia ma a un sayan di nome Radish che anni fa era giunto sulla
Terra e, visto che costui è tuo zio, ho semplicemente pensato che questa
cosuccia stesse meglio tra gli oggentuncoli della stessa stirpe ». Il
figlio di Bulma poggiò lo Scouter sul seggiolino della moto sapendo che
di lì a poco lo avrebbe dovuto riutilizzare mentre l'altro moro era ancora
in brodo di giuggiole perché continuava a pensare che, scusanti o meno,
quello di Light sarebbe apparso come un regalo. Goten osservò la motoretta
per alcuni minuti e contemplò l'altro ragazzo che sbirciava tra le tubature
del piccolo motore, si abbassò piegando le ginocchia e le prese con entrambe
le mani « Cosa stai facendo? » domandò vedendo che Light
proseguiva quella che a primo avviso sembrava una ricerca senza tanto senso.
Il moretto si sistemò con una mano gli occhialetti che gli stavano quasi
per cascargli davanti agli occhi e strinse l'ultimo bullone che serviva per
bloccare il tubo di scappamento poi posò gli arnesi e guardò rapidamente
l'altro prima tornare a ravanare nello zainetto « Mentre volo continuo
a sentire uno strano rumore provenire dal retro e mi scoccerebbe precipitare
da un momento all'altro, ma non riesco a trovare ciò che causa questo
fastidio ». Goten sbirciò nello stesso punto in cui Light osservava
poco prima e, mentre l'altro rimetteva tutto in saccoccia poiché secondo
lui aveva terminato le riparazioni per mancanza di prove, iniziò egli
stesso a tarnasare sull'apparecchio mettendoci anche le mani sopra. Quando Light
fu pronto per dirgli qualcosa, Goten si salvò in corner estraendo da
un angolino ceco una serie di cadaveri da attribuire a piccoli animaletti ...
« Cosa diavolo sono? » domandò accigliato Light indicando
la massa carbonizzata nella mano del sayan. Il figlio di Chichi osservò
meglio quella cosa e sbriciolandola un poco capì di cosa si trattava
« Sembrano grilli ... forse volando sono finiti quì e facevano
loro quel baccano ».
« Strano che fossero loro ... » sentenziò il monello pensando
bene che esserini così piccoli non fossero in grado in fare tale cosa
ma Goten però, più avvezzo alla vita di campagna e ben più
abituato rispetto a Light a vedere stranezze di ogni sorta, disse tutt'altro:
« Invece potrebbe essere, in fondo possono essere animali forti se lo
vogliono. Tutti lo possono essere se si mettono d'impegno ... » il bimbo
fece cadere vicino a sé il mucchietto di animaletti rinsecchiti e li
ricoprì con un pò d'erbetta strappata sul momento, come coperta
sul letto di morte « ... Comunque non è una bella cosa »
terminò poi sentendosi un po' più pesante dentro. Light assottigliò
gli occhi scrutando l'altro ma poi li sgranò accorgendosi all'improvviso
di quanto lui e quell'altro fossero vicini ... si sorprese anche di quanto tempo
aveva condiviso con Goten senza ricoprirlo di insulti ... forse la pace gli
aveva conferito maggiore tolleranza. Il genietto si rialzò in piedi e
si sedette con un balzo sul sedile della motocicletta, si sistemò gli
occhiali rossi davanti agli occhi e poi, ricordando la direzione in cui era
MajinBu, accese il motore e si girò in quel verso.
« Ma dove vuoi andare?! ... » lo richiamò Goten mettendosi
davanti alla moto « ... Non ci si deve avvicinare a MajinBu! Me lo ha
ordinato Trunks e penso che questo valga anche per te, è troppo pericoloso!!
». Light lo osservò ma non smise di sgasare, sorrise e non demordé
sottolineando ancora una volta il suo volere mietendo una leggera speranza per
l'altro « Lo voglio solo vedere, mica lo voglio affrontare a duello. Comunque
se lo vedo ti saluto anche Trunks ... » iniziò ad alzarsi nel cielo
e osservò verso il basso il "quasi" coetaneo che teneva il
naso puntato verso l'alto « ... Ci vediamo! ». Il motore rombò
e il veicolo si perse tra le nuvole.
Goten rimase in mezzo all'erba danzante circondato da quei grilli che erano
divenuti silenziosi e mentre gli enormi batuffoli bianchi in cielo continuavano
a muoversi con lentezza non si accorse che quella colonna sonora naturale, simbolo
della quiete di Light, era morta così come gli animaletti coperti dai
fili sottili.
... Continua ...