Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: jjk    24/07/2015    0 recensioni
Capita che tra le lettere dei fan ci sia qualcosa di inatteso.E capita che arrivi una lettera che non ci si immaginava minimamente che potesse arrivare.Una lettera che ha il potere di cambiare la nostra vita in pochi secondi.Una lettera che non possiamo credere di aver ricevuto perché ci porta dritti dentro un sogno
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Padre nostro che sei nei cieli……-
-Mika cosa stai facendo??- domandò Giulia quando trovò il cantante nascosto in un angolino intento a farsi il segno della croce più volte e a ripetere il Padre nostro.
Il giovane si voltò di scatto guardandola con aria confusa.
-Dico, cosa stai facendo? Ti sto cercando da due ore-
-Non è possibile, non sono passate due ore dall’ultima volta che ci siamo visti-
-Sei sicuro di stare bene?-
chiese la ragazza con aria quasi preoccupata.
-Io? Si certo. Sono solo un po’ nervoso. È il primo concerto dopo un bel po’ di tempo che non mi esibisco e sono così tante le cose che potrebbero  andare storte e so che sbaglierò tutto e scorderò le parole di tutte le canzoni e anche gli accordi e quando salirò sul pianoforte(perché tanto mi prometto sempre di non farlo ma poi lo faccio lo stesso)e mi metterò a ballare nella mia goffissima maniera sono certo che lo sfonderò-
Giulia scoppiò in una fragorosa risata.
-Questa è bella. Perché mai dovresti sfondarlo?-
-Perché ultimamente sono ingrassato-

La ragazza rise ancora di più e gli si avvicinò per afferrargli le mani che continuavano a muoversi convulsamente.
-Sei sempre così nervoso prima di un concerto?-
Il giovane annuì.
-E preghi sempre prima di salire sul palco?-
-è una specie di rito propiziatorio. Mi aiuta a calmarmi-
-Non mi sembra stia funzionando molto-

Il riccio abbassò lo sguardo.
-Ehi, pensi che un abbraccio ti farebbe sentire meglio?-
Il cantante alzò il volto per guardarla negli occhi.
-Mi abbracceresti?-
-Veramente pensavo di chiedere a Livia di farlo al posto mio. Ma certo che ti abbraccerei, se questo ti aiutasse a calmarti-
-Pensavo non ti piacessero gli abbracci-
-Infatti, ma se questo ti facesse stare meglio……In più ci sono alcuni tipi di abbracci a cui non  so proprio resistere. Allora?-
-Non lo so, io…..Non ha mai fatto parte del mio rituale-
-Non ci credo. Sei un tipo troppo espansivo per non aver mai abbracciato nessuno prima di un concerto. Tu sembri quasi dipendente dagli abbracci-
-Abbracciato no….-

Un velo di tristezza attraversò gli occhi del giovane e Giulia si pentì di quello che aveva appena detto.
-Al diavolo Mika-borbottò slanciandosi verso il riccio così velocemente che lui quasi non se ne accorse-
Le faceva uno strano effetto stringere tra le sue braccia quell’uomo così alto, ma al contempo così magro.
Di solito quando si trovava ad abbracciare persone secche come lui aveva semmpre paura di “romperle”, ma con Michael non era così.
In un attimo si ritrovò avvolta dalle lunghe braccia del riccio che la stringeva spasmodicamente, aggrappandosi a lei come se fosse l’unica cosa che gli permettesse di non andare alla deriva.
Rimasero in quella posizione fino a che le canzoni suonate dalla band di apertura non vennero sostituite dagli applausi del pubblico..
-Credo che dovresti andare ora, Michael-
Il giovane non accennò a muoversi finché non intravide, con la coda dell’occhio, Curtis che gli faceva cenno di sbrigarsi.
-Non ti preoccupare, resterò qui dietro a portata “di vista” e, se vuoi, anche di abbraccio. Farò il tifo per te-
-Sarai il mio portafortuna?-

La ragazza annuì.
-Vai e fa vedere a tutti chi sei-disse poi, scompigliandogli i capelli e spingendolo verso il resto della band, che già si apprestava a salire sul palco.
Quando rimase sola, Giulia non provò nemmeno a cercare Livia.
In quel momento si sentiva bene, a suo agio e, per quanto volesse bene all’amica, sapeva che c’erano cose che non avrebbe mai capito.
Quell’atmosfera magica in cui la ragazza era immersa era una di quelle e condividere quella serata con Livia avrebbe rotto la magia.
Non perché non le piacesse stare con l’amica e dividere con lei momenti così belli, ma perché loro vivevano tutto in maniera diversa e stare con lei avrebbe cambiato il modo in cui si stava godendo quel momento; e le piaceva troppo per poterci rinunciare.
Si appoggiò ad una quinta del palco e rimase a guardare incantata il suo riccio preferito saltellare felice giocando e scherzando con i vari membri della band che, nel frattempo, sfoggiavano il loro incredibile talento.
Ogni tanto Mika si girava verso di lei, come chiedendole un incoraggiamento e, solo dopo che la ragazza gli faceva cenno che tutto stava andando benissimo, le sorrideva e poi su voltava nuovamente verso il pubblico che non accennava a smettere di scatenarsi.
Il tempo volava, canzone dopo canzone, e Giulia non si accorse nemmeno di quanto velocemente stesse correndo finchè non si ritrovò un Mika sudatissimo che la stringeva convulsamente.
-Avete già finito il concerto?-
Il riccio scosse la testa così forte che qualche goccia di sudore colpì la ragazza facendola ridere.
-Ehi!-
-Scusa. No, non abbiamo finito, però mancano veramente pochi pezzi. Pensavo di concludere con quelli più “tranquilli”-
-mi sembra una buona idea, ma come mai sei venuto qui?-
-Non avevi detto che saresti rimasta “a portata di abbraccio”? Comunque sono venuto per prendere l’asciugamano-
disse indicando un panno appoggiato su una cassa dietro la ragazza, che subito glie lo passò.
-In più dovevo distrarti per qualche secondo-
-Distrarmi? Perché?-
-Oh, lo capirai tra pochissimo, basta prestare un minimo di attenzione-
-Attenzione a cosa?-
-Non ti preoccupare, te ne accorgerai da sola-
rispose il giovane abbracciandola prima di catapultarsi nuovamente sul palco.
Normalmente Giulia avrebbe protestato, ma il sorriso enorme che Mika stava sfoggiando in quel momento le fece passare la voglia di fare qualsiasi altra cosa che non fosse rimanere incantata a guardare il favoloso mondo che il riccio, ed il resto della band, erano riusciti a creare quella sera.
Le prime note cominciarono a danzare, dolci e lievemente malinconiche, e subito l’atmosfera cambiò completamente.
Il silenzio invase il locale.
Nessuno aveva più il coraggio di fare nulla che potesse mandare in frantumi quella magia che sembrava così sottile, ma al contempo così potente da rendere ognuno dimenticò di tutto il resto.
Piano piano, tendendo l’orecchio, Giulia si accorse che un nuovo strumento si stava timidamente inserendo tra quelli che avevano dominato il concerto fino a quel momento.
E allora capì.
Capì perché Livia e Curtis avevano passato così tanto tempo insieme, quasi isolati da tutto il resto, ed anche perché avevano cercato per tutto il tempo di tenerla nascosto quel progetto.
Sorprenderla era sempre stato difficile, e Livia lo sapeva, così come sapeva che lei amava le sorprese.
L’esile ragazza aveva di certo visto in tutto quella storia una possibilità per sorprendere l’amica dopo tanti anni e, approfittando della facilità con cui poteva essere distratta in quei giorni, le aveva fatto uno dei regali più belli.
Guardare Livia suonare le sue canzoni preferite ripagò Giulia del tempo in cui si era sentita esclusa, isolata, inutile; e non poté non renderla ancora più felice di quanto già non fosse.
E Livia, che la stava osservando con la coda dell’occhio, lo sapeva di certo.
Giulia si godette in religioso silenzio quegli ultimi brani, che erano tra quelli che amava di più, e attese che tutti fossero  tornati dietro le quinte per saltare addosso all’amica.
-Quindi era questo il tuo progetto segreto!-
La ragazza annuì sorridendo vedendo l’amica così felice.
-Ecco perché tutto questo mistero! Si spiega anche perché non vi siete fatti vedere mentre eravamo a Londra-
-dovevamo fare gli arrangiamenti. Non  sono così semplici, ci vuole un po’ di tempo e tu ci servivi “fuori dai piedi”. In più dovevamo anche capire in quali canzoni era possibile mettere un corno senza stravolgerla troppo, anche se non so quanto possiamo esserci riusciti-
-A me è piaciuto-
-Davvero?-
-Sai che oramai non mento più- Livia sorrise e Giulia l’abbracciò di nuovo.
Mika, intento a dissetarsi insieme a Curtis, le guardava con dolcezza.
-Dev’essere veramente una giornata speciale. Oggi dispensa abbracci-disse, senza staccare gli occhi dalle ragazze.
-Chi? Livia? Lei è sempre così-ribatté il sassofonista continuando a bere dalla sua bottiglia, senza neanche voltare lo sguardo verso il punto che l’amico stava fissando.
-Non lei, mi riferivo a….-
-si, lascia stare, ho capito-

Curtis fece per alzarsi, ma Michael lo bloccò.
-Ehi! Mi spieghi cosa hai? Perché sei così arrabbiato con me? E perché te la prendi con lei?-
L’altro non rispose, rimanendo seduto accanto all’amico ma in un imbronciato silenzio.
-Ti prego Curt, non fare così. Non rovinare una giornata che è stata così bella……-
Il riccio, però, non gli fece nemmeno finire la frase e zompò in piedi.
-È stata una bellissima giornata per te Mika! Io non ti vedo praticamente da giorni, anche quando siamo nella stessa stanza tu stai sempre con lei e…..-
Si lasciò cadere nuovamente accanto al libanese.
-Non sono arrabbiato con te, né con lei-disse indicando la ragazzina dai capelli corti che ancora rideva e scherzava con la sua amica.
-Sono arrabbiato con me stesso. In questi mesi mi sono così abituato a passare tutto il mio tempo con te che non ho mai pensato a quando qualcuno avrebbe preso il mio posto-
-Curt, nessuno potrebbe mai prendere il tuo posto. Mai-
rispose il cantante abbracciandolo.
Il sassofonista poggiò la testa leggermente sotto la spalla dell’amico, essendo più basso di lui, e poté sentire il battito del suo cuore aumentare allo stesso ritmo del proprio.
Era una sensazione strana, diversa da ciò che aveva provato fino a quel momento, ma non gli dispiaceva, come non gli dispiacevano i brividi che gli provocava il sentire la mano di Mika sulla sua schiena.
Alzò gli occhi per osservare l’espressione del libanese e vide le sue stesse emozioni riflesse sul volto dell’amico, che arrossì istantaneamente appena i loro occhi si incontrarono.
-Pe….Pe….Penso che po…po…..potremmo andare a bere qualcosa. Per festeggiare- balbettò il cantante cercando di recuperare il controllo di sé.
Curtis si guardò intorno.
Nessuno sembrava essersi accorto di quella scena.
Joy e Felix erano intenti a raccontare qualcosa di divertente alle due italiane, mentre Max sembrava essere scomparso.
Ringraziò mentalmente che Joannie, la madre di Michael, quella volta non fosse venuta(Anche se lo aveva trovato parecchio strano dato che la donna seguiva il figlio ovunque); chissà cosa avrebbe pensato altrimenti!
Scioltosi da quell’abbraccio così piacevole, Mika raggiunse gli altri, proponendogli di andare a bere qualcosa.
-Sempre alla ricerca dell’alcol, eh Meeks?- lo prese in giro Felix.
-Volevo solo festeggiare con voi questa splendida serata, ma se non vi va posso sempre andarci da solo-
-Ti ricordi che domani dobbiamo partire?-
-E voi vi ricordate che ci aspetta un’intera giornata di viaggio?- Anche se dovessimo finire ubriachi abbiamo tutto il tempo per smaltire la sbornia-
-Ci tieni proprio eh? Per quanto continuo a credere che ciò che tu desideri sia solo l’alcol, mi hai convinto. Io ci sto, chi altro viene?-

Tutti quanti alzarono la mano, Giulia più velocemente degli altri, provocando la loro ilarità.
-non sei un po’ piccola per bere?-chiese Max, che li aveva raggiunti proprio in quel momento.
-Studi scientifici dicono che il fegato umano è in grado di assorbire l’alcol a partire dai 16 anni. Io ne ho quasi 17 quindi direi che no, non sono troppo piccola per bere-ribatté la ragazza con estrema semplicità, come se esporre dati del genere fosse per lei ordinaria amministrazione.
-Se la scienza dice che puoi, chi siamo noi per impedirlo!-esclamò Max sorridendo, dopo essersi ripreso dallo stupore iniziale dato dalla risposta di Giulia.
Anche gli altri si ripresero e, d’accordo con Max, cominciarono tutti ad incamminarsi verso il pub più vicino

Nota:Chiedo scusa ancora una volta per il irtardo immenso, infinito e imperdonabile, ma queste cose ormai le sapete già.
Anche questa volta il capitolo è corto però dovete immaginarlo come la seconda metà di quello precedente:erano nati per essere pubblicati insieme ma poi mi sono resa conto che non sarei riuscita a finire questa seconda parte abbastanza in fretta così avevo pubblicato solo la prima parte.Questa seconda è pronta da un po', ma problemi di varia natura mi hanno impedito di mettermi al computer fino ad ora e quindi eccomi qui.
Spero questa storia non vi abbia annoiato oramai e vi prego di farmi sapere cosa ne pensate(anche se pensate che sia una schifezza totale).
Grazie ancora e alla prossima

 
  
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