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Autore: darkrin    24/07/2015    1 recensioni
5. La lista delle cose belle dell'andare in palestra secondo Caroline Forbes era fatta di due voci di cui una era rappresentata gli uomini che si comportano come ragazzine di dodici anni e dell'altra non si poteva parlare.
(Raccolta di CRACK!fic basata su una lista di AU trovata su tumblr - Klaroline | Tutta per Niglia perché è colpa sua)
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Note: - TANTI AUGURI NIGLIA. \OOO/ Questa è il tuo promesso compenso in natura tutta per te lo è anche tutta la raccolta, ma vabbè
- All human!AU, Gym!AU la cui idea è nata mesi fa e che per pigrizia e mancanza di ispirazione ho rimandato fino ad oggi.
- Rebekah sta, chiaramente, cercando di conquistare Caroline, ma Caroline non capisce, di farsi una nuova amica, ma in malo modo e c'è pochissimo Klaus, ma sto cercando di tornare in carreggiata e nclpf. 
- La cosa delle cyclette messe dietro ai tizi che fanno sollevamento pesi a scopo motivazionale mi è stata raccontata da un'amica. :3
- L'idea è quella di alternare l'aggiornamento di questa e della raccolta di Hogwarts!AU, in modo di avere un aggiornamento a settimana all'incirca nel week end non ce la farò mai, ma apprezzate la buona volontà.
- Sempre NO BETA quindi segnalatemi qualsiasi svista/errore/strafalcione. 

 
5. Gym!AU 
 
Una delle cose belle della palestra, in cui Caroline, cresciuta tra yoga e allenamenti da cheerleader si sentiva a suo agio come un pesce nel deserto del Sahara e in cui non avrebbe mai messo piede se, agli ultimi saldi, non avesse dovuto demordere dall'idea di comprare un vestito meraviglioso e perfetto perché l'unica taglia presente le stava troppo piccola e ad Elena entrava, era osservare uomini con gambe secche come stecchini e braccia delle dimensioni di una portaerei ammirarsi e complimentarsi reciprocamente (- 'Mazza, Ty! Stai 'na bomba oggi! -), mentre sollevavano pesi davanti agli ampi specchi che adornavano un'intera parete della palestra ed emettevano grugniti degni del più antico primate sulla faccia della terra.
Certe volte Caroline si svegliava ancora, nel cuore della notte, con i muscoli doloranti e la mente folgorata da dubbi amletici di portata universale quali: perché mai mi sono iscritta? Chi me l'ha fatto fare? Le gambe smetteranno mai di farmi male?, e in quei momenti pensava a quegli uomini, davanti alle loro vetrate, e non riusciva a trattenere una risata.
Dall’altra parte della palestra rispetto all’area sollevamento pesi, i proprietari avevano disposto le cyclette, che venivano usate principalmente dalle donne che frequentavano il locale, per motivare i nostri clienti, aveva sentito dire Caroline, ma la ragazza era quasi certa che non fosse quello ad incoraggiare quegli aspiranti body builder a dare del loro meglio, quanto gli sguardi ammirati dei loro consimili.
- Ti stai distraendo - la interruppe la ferrea voce di quell'arpia che non era una personal trainer, ma che aveva deciso che era sua missione rimettere Caroline in forma, facendole soffrire le pene dell'inferno.
Dal momento che quella figlia di Satana era anche figlia dei proprietari della palestra, nessuno aveva osato controbattere, quando aveva deciso di prendere Caroline sotto la sua cattivissima ala perché, aveva osservato, con occhio critico, inarcando un sopracciglio dietro alle lenti scure di un paio di enormi occhiali da sole, casi disperati come quello avevano bisogno del meglio sulla piazza per sperare di ottenere qualche risultato.
Rebekah Mikaelson se ne stava comodamente accoccolata su un attrezzo dal nome per Caroline ignoto, con un fischietto intorno al collo (- L'ho comprato per te! Per spronarti meglio quando corri sul tapis roulant! -) e una borraccia tra le dita. Aveva le braccia mollemente abbandonate sulle cosce ed era l’immagine della perfetta rilassatezza.
Caroline grugnì una protesta dalla sua posizione distesa sul tappetino.
- Ti stai distraendo e non c'è neanche mio fratello. Finalmente hai deciso di cambiare bersaglio? - domandò la ragazza, inarcando un sopracciglio. – Devo dirgli che rischia di perdere la sua più grande fan? -
I Mikaelson possedevano quella ed altre due palestre, nella città. La prima era stata fondata da Mikael Mikaelson - Caroline ancora rideva perché cosa passava nella testa dei suoi genitori quando avevano scelto quel nome?, ma Rebekah non lo aveva trovato affatto divertente - prima della nascita del loro primogenito nella speranza di creare un’eredità da tramandare ai figli e che permettesse loro di vivere con agiatezza. Quando i giovani Mikaelson avevano raggiunto un'età adatta, Mikael non aveva esitato a renderli partecipi del suo lavoro. Così - Caroline aveva scoperto grazie ai racconti di Rebekah e a Facebook, ops! - i due figli maggiori avevano iniziato ad occuparsi della gestione degli aspetti finanziari e commerciarli, mentre Kol lavorava come personal trainer in tutte e tre le palestre e si occupava, insieme a Rebekah, che in quanto unica figlia femmina era libera di fare tutto quello che desiderava, di controllare lo stato delle sale e la soddisfazioni dei clienti - cosa in cui Kol è specializzato, aveva soffiato Rebekah con una smorfia di puro disprezzo sul volto perfetto.
Poi c'era Klaus, il figlio di mezzo e l'unico che non sembrava minimamente interessato a farsi carico dell’occupazione di famiglia. È un’artista e vorrebbe vivere della vendita dei suoi quadri, si era lasciata sfuggire una sera Rebekah, mentre lei e Caroline lo osservavano aggirarsi per la palestra con aria più mesta del solito. Si era lasciata sfuggire perché Rebekah era gelosissima del fratello ed era solita non parlarne a Caroline, soprattutto da quando l’aveva colta a più ripresa intenta a guardarlo con quelli che definiva: occhi dolci e sei disgustosa, Forbes.
Vane erano state le innumerevoli volte in cui Caroline aveva ripetuto che non era minimamente interessata a Klaus perché non era il suo tipo e che non aveva minimamente notato le fossette che gli fiorivano agli angoli della bocca quando sorrideva o il modo in cui gettava la testa all’indietro, quando era colto di sorpresa da una risata, o quello in cui accarezzava le parole quando parlava e la morbidezza che acquisiva il suo sguardo quando si posava su Rebekah, seduta accanto a lei. Rebekah, con lo spirito d’osservazione derivante dal suo essere perennemente appollaiata accanto a Caroline come un falco arrabbiato, aveva già preso la sua decisione sulla faccenda.
La minore dei Mikaelson aveva dimostrato la sua totale disapprovazione con un'infinita sfilza di frecciate e aumentando il carico d'allenamento di Caroline ogni volta che Klaus si trovava in palestra (- Non puoi essere figlio del proprietario di una palestra ed essere fuori forma. Che razza di pubblicità saresti? - le aveva spiegato Bekah, con una punta di disprezzo nella voce perché ma sei stupida? Ti devo spiegare proprio tutto?) in modo che, anche nelle pause, la ragazza non potesse far altro che annaspare alla ricerca di ossigeno e rannicchiarsi in posizione fetale sul tappetino, rossa e sudata come un maiale appena evaso dal mattatoio.
 
 
 
L'unica cosa bella del dover andare a farsi torchiare due volte a settimana dalle mani dalla manicure sempre perfetta – e come diavolo faceva? - di Rebekah Mikaelson era guardare, tra un esercizio e l'altro, uomini grandi e grossi farsi complimenti come ragazzine dodicenni che si provavano i trucchi comprati di nascosto al centro commerciale.
E se anche ci fosse stata un'altra ragione, Caroline non avrebbe avuto il coraggio neanche di pensarla nei pressi dell'altra donna per timore di essere scoperta e costretta a passare altri venti minuti sull’ellittica.
   
 
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