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Autore: Abigail_Cherry    26/07/2015    1 recensioni
"Il tuo nome non ti definisce come persona. Ognuno è quello che è, indipendentemente dal proprio nome. Ed io dico che tu sei intelligente, sgargiante ed adorabile. Questo è ciò che sei."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 3:
Il Sondaggio
 
La porta della redazione del giornale è di legno, scura, con un vetro appannato. Inspiro ed espiro un paio di volte prima di afferrare la maniglia ed entrare nella stanza, seguita da Colin.
Subito il ticchettare delle tastiere dei computer cessa e tutte le persone presenti in stanza si girano a guardarci. Con un'ombra di terrore, li vedo alzarsi in piedi, schiena dritta e braccia lungo i fianchi.
«Buon pomeriggio, Colin» dicono in coro, perfettamente coordinati.
Ma che cavolo succede?
«Buon pomeriggio» risponde Colin con un sorriso diplomatico. Poi si rivolge ad una ragazza bionda alla scrivania più in fondo «Linda, hai pronto l'articolo sull'inquinamento delle fabbriche cinesi?»
«Non ancora» risponde lei, con visibile nervosismo in volto. «Mi spiace, devo ancora rivederlo.»
«Ti do massimo mezz'ora, poi lo voglio sulla mia scrivania» risponde Colin in tono duro.
«Con tutto il rispetto, Colin, non penso sarà possibile... Mi servirebbe almeno il doppio del tempo...»
Colin si avvicina velocemente a Linda, appoggia le mani sulla sua scrivania e le si avvicina col viso. «Rendilo possibile» dice lentamente, facendo assorbire le parole a tutti i presenti.
Vedo il viso di Linda diventare bianco. «Farò del mio meglio» dice alla fine.
«Così mi piaci.» Colin si raddrizza. «Bene. Seduti, diamoci da fare, il giornale non si scrive da solo!»
Detto questo, tutti ubbidiscono e Colin torna da me. «Seguimi» mi dice.
Ancora scossa dalla scena di poco prima, indugio prima di eseguire l'ordine. Lo ammetto, questo aspetto di Colin non lo conoscevo. È così... diverso. Incute timore, come se potesse uccidere con il solo sguardo.
Facciamo qualche passo finché non arriviamo ad una scrivania libera, con un computer portatile appoggiato ordinatamente sopra.
«Questa è la tua scrivania. Userai il computer ogni volta che verrai qui e potrai anche decorare la scrivania a tuo piacimento» dice Colin.
Mi siedo alla scrivania lentamente, come se la sedia potesse esplodere da un momento all'altro. Ovviamente non succede.
«Come tuo primo articolo ti darò qualcosa di semplice da fare» continua Colin.
«Ti ascolto» rispondo, cercando di risultare più calma e professionale possibile.
«Dovrai fare dei sondaggi tra gli studenti della scuola. Devi riuscire a fermare almeno venti persone, dieci maschi e dieci femmine, e riportare tutte le risposte sul computer» tira fuori dalla tasca un foglio piegato in quattro e me lo porge. «Queste sono le domande che dovrai fare, in base alle risposte dovrai poi fare un articolo di circa mille parole e riportare chiaramente tutti i risultati su un grafico che faccia capire la differenza tra ciò che hanno risposto le femmine e tra ciò che hanno risposto i maschi. Entro oggi credo che riuscirai a finire almeno la parte delle domande» fa una piccola pausa. «Beh, penso di averti detto tutto, se non hai domande vai subito a lavorare.»
Resto zitta per qualche secondo. Troppe informazioni in troppo poco tempo! Mi dimenticherò sicuramente di qualcosa!
«...Sì. Certo» bisbiglio alla fine.
Colin non mi rivolge neanche uno sguardo e si dirige verso la propria scrivania per cominciare a lavorare.
Non capisco. Dov'è finito il Colin affascinante e simpatico di poco fa?
Sospiro ed apro il foglio che mi ha dato Colin.
"Domanda uno: fai qualche sport?
Domanda due: cosa sceglieresti tra ricchezza e amore?
Domanda tre: sono più importanti i sogni o i ricordi per te?
Domanda quattro..."
Che domande inutili! Ma a chi vuoi che interessi?
Ma, nonostante tutto, è una responsabilità che mi sono presa. Devo almeno tentare! Magari verrà l'articolo più bello del giornale! Verrà incorniciato nei corridoi, nella hall... ci proverò! E poi, anche se alla fine verrebbe un articolo orribile, non sarà certo la fine del mondo!
...Giusto?
 
͘****************
 
«Ciao! Sono del giornale scolastico, posso...» comincio, ma la ragazza con cui stavo cercando di parlare se n'è già andata.
Sospiro. Sarà la ventesima persona che non riesco a fermare. Perché deve essere così difficile?
Appoggio la schiena al muro del corridoio, spossata, e guardo il mio taccuino ancora bianco. Colin non sarà contento... gli avevo detto che entro fine giornata avrei finito di fare i sondaggi e, beh, manca un'ora alla chiusura del giornale e non ho neanche cominciato. Come farò?
«Ehi, tu» mi dice una voce.
Mi volto e sorrido «Thomas! Come va?»
«Non c'è male. Tu?»
«Non bene. Anzi, malissimo!»
«Posso essere d'aiuto?»
«Beh, grazie ma non...» mi fermo prima di finire la frase. Thomas è un mio amico, magari... «Ti posso fare qualche domanda? È per il giornale.»
«Ah, alla fine hai deciso di farne parte. Sono molto felice per te.» Sorride. «Comunque, certo. Risponderò a tutte le domande che vorrai.»
«Grazie mille!» prendo una matita e la punto sul taccuino. «Allora, domanda numero uno: fai qualche sport?»
«Ma lo sai! Faccio nuoto da quasi dieci anni.»
«Oh. Giusto. Scusa sono un po'...» Mi schiarisco la voce. «Domanda numero due: ricchezza o amore?»
«Mmm... Beh, questa è difficile.»
«Ci stai davvero pensando?»
«Beh, certo. Tu cosa risponderesti, scusa?»
«La ricchezza, ovvio. Sai quante cose si possono fare quando hai milioni di dollari? Praticamente potrei creare l'amore della mia vita!» Rido.
«Penso che verrebbe solo una copia di te stessa» risponde Thomas, e scoppiamo a ridere entrambi.
«Mi conosci troppo bene» dico. «Allora? Cosa rispondi?»
«Beh, contrariamente a te, io scelgo l'amore.»
Sbuffo. «Quanto sei banale!»
«Sta' zitta e va' avanti!» risponde lui con un leggero rossore in viso.
E così, tra una risata e l'altra, finiamo le domande in circa cinque minuti.
«Grazie per avermi ascoltato. Sei stato l'unico che l'ha fatto» dico.
«Figurati. Mi sono divertito» risponde Thomas.
«Anche se penso che a questo punto sia stato inutile. Ho meno di un'ora per intervistare altri nove ragazzi e dieci ragazze. Se no penso che Colin mi sbatterà fuori dal giornale prima ancora di cominciare.»
«Se sono stato l'unico che sei riuscita ad avvicinare, vuol dire che sbagli approccio» fa un sorriso malizioso.
«Cioè?»
«Ti faccio vedere. Dammi il taccuino e le domande.»
Eseguo l'ordine. Thomas si guarda un attimo attorno e punta una ragazza che si sta avvicinando. Vedo che appoggia lo zaino a terra, si spettina un po' i capelli ed apre un bottone della sua camicia scura, scoprendo un bel po' di pelle.
Deglutisco. Effettivamente... Non sta affatto male. Spero che non faccia nessuna figuraccia.
«Ehi» fa Thomas con tono sensuale alla bionda, che si ferma subito. Non posso far a meno di sorridere, mi sembra tutto così buffo!
«Oh. C-ciao...» fa lei, imbarazzata.
«Sono James, del giornale scolastico» Thomas le offre la mano.
Okay, questa volta faccio davvero fatica a trattenere una risata. Cosa sta dicendo?!
«Piacere» la ragazza gli stringe la mano. «Sono Ashley.»
«Volevo solo farti qualche domanda veloce, posso?»
«C-certo. Con piacere» la ragazza arrossisce un po' e guarda Thomas con aria persa ed un sorriso ebete per tutto il tempo in cui lui le pone le domande.
«Grazie mille» dice Thomas dopo aver finito. «Mi sei stata davvero utile» fa per andarsene ma Ashley lo prende per il braccio.
«Aspetta!» fa lei e, veloce, sfila dalle mani di Thomas la matita e scarabocchia qualcosa sul taccuino. «Chiamami, se hai bisogno di fare altri sondaggi» dice, poi corre via.
Thomas torna da me con aria trionfante e mi consegna il taccuino. «Ora se vuoi puoi anche fare dei sondaggi sui numeri di cellulare» mi indica le sequenze di numeri che ha scritto Ashley e rimango senza parole. Ci è riuscito così in fretta!
«Sei stato incredibile!» dico, sorridente.
«Grazie, grazie, lo so già di essere fantastico... però basta complimenti. Abbiamo del lavoro da fare.»
«"Abbiamo"? Intendi dire che mi aiuterai con il sondaggio?»
«Sì, ma non prenderci l'abitudine. È solo per questa volta.»
«Oh, mio Dio! Grazie! Grazie mille!» gli butto le braccia al collo e lo stringo per qualche secondo, poi mi stacco.
«Allora,» propone Thomas «Procediamo così: io faccio i sondaggi alle ragazze rimanenti e tu ai ragazzi. Poi ci ritroviamo davanti alla porta del giornale tra cinquanta minuti.»
«Mi sembra un ottimo piano ma... non so se ce la farò. Insomma, non sono riuscita a fermare nessuno prima.»
«Beh, visto che dovrai intervistare solo ragazzi, ti consiglio di slacciare un bottone della camicia, vedrai che si fermeranno subito, distratti da quelle due» sorride maliziosamente, indicando con gli occhi il mio seno.
Ricambio la battuta con uno sguardo di rimprovero, ma la mia bocca sorride.
Mi porto le mani al primo bottone e lo slaccio. «Così va bene, James?»
Lui ride, continuando a fissare la mia scollatura. «Forse è meglio un altro ancora.»
Alzo gli occhi al cielo, ma slaccio il secondo bottone, scoprendo una più che generosa scollatura.
C'è un attimo di silenzio in cui vedo il viso di Thomas arrossire leggermente. «Un... altro?» fa lui poi.
«Thomas! Adesso esageri!» lo rimprovero a voce abbastanza alta da far girare un ragazzo a qualche metro di distanza.
«Okay, okay, scusa» dice lui, alzando le mani come se lo stessi arrestando. «Io ci ho provato» prende lo zaino e comincia ad allontanarsi.
«Tra cinquanta minuti tanto non avrai scampo!» gli urlo.
«Lo so!» mi risponde lui senza neanche voltarsi, poi lo sento ridere.
E mi scopro a rispondere con un sorriso.
   
 
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