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Autore: Kazua Koizumi    26/07/2015    2 recensioni
Kori Anders, Rachel Roth, Victor Stone e Garfield Logan vanno in vacanza in Sicilia in estate. Faranno la conoscenza di tante nuove persone. Tra nuovi amori, litigi, cavalli, e un'afa pazzesca tipica di quest'isola... riusciranno a passare una vacanza da sogno come avevano pensato?
Questa storia è scritta per dimostrare a coloro che ci chiamano terroni che la Sicilia è meravigliosa.
Perché i Teen Titans non dovrebbero venire qui?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Cyborg, Raven, Robin, Starfire
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Sicilia. Un’isola a forma di triangolo posta in mezzo al mare Mediterraneo, famosa per le sue coste e per le sue campagne. Ma diventava ancora più bella durante l’estate, durante la quale i suoi abitanti vanno nelle zone balneari o passano le vacanze immersi nel verde.
Nei campi cresce il grano biondo e splendente sotto il sole che trasmette la sua luce e il suo calore come abbracciando quel posto. Il cielo è di una chiara sfumatura azzurra intensa e meravigliosa, mentre le poche nuvole presenti sono bianche e risaltano nella volta celeste.
Chiunque dovrebbe provarla, chiunque dovrebbe sentire quella sensazione di pace e tranquillità che l’estate Siciliana infonde, chiunque dovrebbe assaporare il profumo delle zagare, dolce e aspro allo stesso tempo, e udire le cicale cantare contente per la bella stagione.
Durante questa stagione una specie di camioncino bianco percorreva una stradina in discesa, in terra battuta in mezzo ai campi, sobbalzando ad ogni buca o sassolino. Quattro amici all’interno.
Due ragazze di sedici anni, che sembravano essere delle modelle piuttosto che delle normali ragazzine, erano sedute nei sedili posteriori:
La prima aveva i capelli rosso fuoco e gli occhi grandi, verdi e luminosi che si soffermavano su ogni particolare con sorpresa ed eccitazione. Le labbra sottili erano contratte in un sincero sorriso. La pelle era abbronzata, liscia e morbida. Si sporgeva dal finestrino allungando la mano per provare a toccare le spighe che schiaffeggiavano il loro piccolo furgone;
La seconda aveva i capelli nerissimi a parte qualche ciocca colorata artificialmente di viola. I suoi occhi erano pece, ma sembravano scrutarti dentro e capire tutto, e non lasciare trasparire nulla delle sensazioni della giovane donna che attentamente leggeva un libro seduta composta, con cosce e gambe serrate. La sua pelle era bianchissima, probabilmente non amava le stagioni calde.
Poi vi erano i due maschi:
Il guidatore era un omone afro americano, con la testa pelata che gli dava l’aria da duro e gli occhi neri che esprimevano gentilezza. La sua corporatura era robusta, nel vero senso della parola, e le spalle erano larghe e muscolose al contrario dell’esile figura nel sedile destro anteriore che rideva e scherzava senza mai chiudere la bocca o sorridere. Lui era biondo e aveva gli occhi azzurri, la pelle era chiara, ma non troppo.
Ad un certo punto il furgoncino sobbalzò e arrivò in un territorio piano, fermandosi vicino ad un albero piuttosto grande e anziano, con le foglie verdi strette e lunghe e dei fiorellini gialli che attiravano qualche ape operaia. Il guidatore scese insieme al biondo sorridendo, aprì lo sportello alle due ragazze che scesero. Poi insieme aprirono il portabagagli, ammaccato in più punti, per prendere le valigie trolley colorate.
Si diressero verso il luogo da cui provenivano alcuni nitriti nervosi: un maneggio circondato interamente da uno steccato in legno. I ragazzi incontrarono un uomo anziano, con i capelli non del tutto rasati, la faccia rossa per la fatica e un po’ pacioccone. Chiesero indicazioni per trovare l’agriturismo in cui avrebbero dovuto trascorrere le vacanze. L’uomo parve non capirli e rispondeva nel suo dialetto, così si voltò verso un campo sabbioso, circolare, circondato da un recinto ligneo. Alcuni ragazzi cavalcavano i loro destrieri elegantemente uno dietro l’altro lungo il perimetro. Uno di essi si fermò e scambiò qualche parola con l’uomo. Aveva un cappello per cavalcare in velluto nero che gli copriva i capelli rosso carota. La sua pelle era chiara e sulle gote vi erano delle lentiggini e sembrava non avere più di sedici anni. Scese da cavallo e porse le redini all’uomo, scavalcando lo steccato.
“Ciao, sono Wallace West, per gli amici Wally, voi dovreste essere i ragazzi nuovi!” era felice e sorridente e a quanto pare parlava molto bene l’inglese. Gli altri si presentarono: il ragazzone afro americano era Victor Stone; il biondino giocoso era Garfield Logan; la rossa Kori Anders; la bruna Rachel Roth.
Il ragazzo li portò all’agriturismo, un edificio alto e imponente in pietra con una porta in legno ad arco con dei lampioni appesi ai lati per far luce la notte. Entrando vi era la reception: un bancone in legno davanti a loro, con una superficie di marmo verde simile a quello del pavimento. Il muri erano alti e il soffitto ospitava delle travi di legno che rendevano il tutto rustico ed elegante. A destra e a sinistra vi erano le rampe di scale che salirono dopo aver ricevuto le chiavi delle due stanze. Vi era sulla parete a sinistra un’altra porta ad arco in legno che portava alla sala da pranzo. Nel muro opposto vi era un’altra scalinata sempre in marmo che portava alle camere dei turisti. Le loro erano quelle più in fondo, proprio le ultime due, una di fronte all’altra.
In quella a sinistra avrebbero dormito Kori e Rachel, in quella a destra invece Victor e Garfield. Posarono lì i bagagli, ma il giro non era finito.
Così scesero e tornarono alla reception e uscirono arrivando alle stalle. Lì Wallace presentò il suo cavallo: era un cavallo snello, marroncino chiaro e lucente, con grandi chiazze bianche e una sul muso. Si chiamava Flash.
“Si chiama così perché è il più veloce della regione “. Spiegò. Garfield provò ad accarezzarlo ma l’animale si girò, mostrandogli il fondo schiena. Il biondo scoppiò in una risata insieme a tutti gli altri. Wally mostrò anche gli altri cavalli elencandoli uno per uno, passando davanti ai box. Vi erano pochi cavalli: una giumenta marrone lucente con una criniera e la coda nera scura chiamata Stella Rubia, poiché lui e il suo amico non riuscivano a mettersi d’accordo e alla fine avevano unito i due nomi;
Più avanti ve n’era un’altra tutta bianca, con una criniera pece, i suoi occhi erano penetranti e la sua criniera era lunga e nera. Ma era per lo sguardo che l’avevano chiamata Corvina – e poi perché il suo amico era veramente originale -;
Poi vi era Bestia, questo era un cavallo di tipo sauro, cioè il colore del mantello era chiaro, come criniera e coda. Bestia aveva rotto da puledro lo steccato per liberarsi e andare a giocare nel fango, e da allora dicevano ‘ questo cavallo è una Bestia! ’;
L’ultimo era un cavallo grigio, imponente. Chiamato Cyborg perché Wally e il suo amico avevano visto un film in cui vi era un cavallo che in realtà aveva parti robotiche e questo gli assomigliava parecchio.
Si fermò all’ultimo box totalmente vuoto, dove rimaneva la paglia e il secchio con l’acqua ancora pieno. Sentirono un nitrito e poi il rumore degli zoccoli li raggiunse. Wallace li invitò a seguirli e all’entrata della stalla trovarono un cavallo nerissimo piuttosto irrequieto. Il suo mantello era lucente e ben pulito, la sua sella e le briglie però erano color cuoio, mentre il sottosella era verde con le bordature bianche. Il suo fantino era un ragazzo dai capelli neri lisci e gli occhi coperti da degli occhiali da sole. Era vestito come se fosse appena uscito a fare una passeggiata: la magliettina bianca, i pantaloni bianchi e le scarpe da tennis.
“Ciao Richard, vuoi un aiuto?” chiese Wallace in inglese, il ragazzo gli lanciò uno sguardo arrabbiato facendolo rabbrividire. Non disse nulla però. Il maestoso destriero girò in tondo quando il ragazzo provò a tirare le redini per fermarlo, così lui lo spronò e il cavallo si alzò sulle due zampe posteriori, ma lui non cadde a terra. L’animale si abbassò e si calmò, capendo di non poter controbattere gli ordini del suo cavaliere, permettendogli di scendere. Il ragazzo aprì il box vuoto indicandoglielo stendendo il braccio e il cavallo vi trottò dentro maestosamente, poi chiuse la porta in legno del box dove vi era scritto Robin.
“Allora, com’è andata?” chiese il rosso sorridendogli. Richard lo guardò malissimo senza parlare poi sembrò notare i ragazzi che lo fissavano curiosi.
“Ah scusate, io sono Richard. Piacere “disse finalmente con un sorriso. Wally gli circondò le spalle con un braccio come per rassicurarlo.
“Lui è il mio migliore amico. E’ anche lui per un ventesimo americano, in realtà ha girato mezzo mondo, e sa un sacco di lingue” spiegò orgoglioso. Poi sentirono il rumore della paglia che si spostava e videro che il cavallo si era sdraiato a terra come stanco. Il ragazzo aprì la porta in legno rossa e diede una carezza al cavallo che si alzò subito, ma la sella si era ormai sporcata.
“Richard… loro sono Garfield Logan, Kori Anders, Rachel Roth e Victor Stone “, li presentò. Garfield aveva l’aria del troll del gruppo, Kori era la bambina innocente che non sarebbe mai cresciuta, Rachel era la regina delle nevi e sembrava essere quella che rifletteva prima di parlare – se mai l’avrebbe fatto -, e Victor aveva l’aria del fratellone che si prende cura di te in ogni caso.
“Ok, ragazzi, stavo pensando… che ne dite di fare il tour a cavallo?” chiese il rosso lanciando uno sguardo ad ognuno di loro.
“Kori, Rachel? Che ne dite?”, chiese ancora cercando di spiccicare loro qualche parola. Poi si rivolse all’amico: “tu vieni giusto? Sei il figlio del direttore, devi “. Richard annuì e lanciò uno sguardo Kori che sembrava piuttosto preoccupata.
“Io non… non so andare a cavallo e ho paura di sbagliare qualcosa” ammise la rossa. Rachel sorrise vedendo la sua dolcezza “Rachel e gli altri invece sanno cavalcare benissimo “. Richard sembrò pensare un attimo incrociando le braccia.  Robin non andava bene come cavallo… ma Stella Rubia era perfetta per lei! Era una cavalla dolce e apprensiva, ma decisa e coraggiosa.
“Ti sei spaventata per com’è entrato Robin?” chiese Rachel Roth sorridendole come se fosse una bambina smarrita, poi continuò “tranquilla, non fanno tutti così “.
Kori si convinse solo quando Richard le disse che Robin si comportava così perché non si fidava della gente che non conosceva – cioè tutti tranne lui e Wallace –. Presero prima i sottosella e Wally e Richard mostrarono alla rossa come metterli, poi misero le selle, tutte nere e pulite. Strinsero i sottopancia e Kori riuscì a mettere la sella a Stella Rubia da sola! E dopo i complimenti degli altri, Richard le insegnò a salire da sola. Le fece mettere i piedi nelle staffe nel modo corretto e appena i ‘turisti’ furono tutti a cavallo - tutti erano con i cappelli da equitazione e i guanti bianchi -, Wallace salì su Flash e Richard su Robin che non ne voleva proprio sapere di stare fermo e iniziò a scalciare e ad alzarsi sulle zampe posteriori, ma il cavaliere era abituato al comportamento del suo destriero che non riuscì a disarcionarlo.
“Vuoi un consiglio per farlo calmare?” chiese Wallace ridendo allo sguardo arrabbiato che gli lanciò l’amico, “Robin è perfetto così “disse. Il cavallo si mise in un atteggiamento fiero, tenendo il collo alto e le zampe dritte, con il peso perfettamente distribuito “visto?”. Wallace buttò il busto in avanti sdraiandosi su Flash, con le braccia stese ai lati e la sua testa poggiata sul collo dell’animale. Poi si rimise composto e si diressero verso il centro del maneggio: un campo in terra battuta circondata dalle stalle e un edificio imponente che era l’agriturismo. Poi vi era una stradina in pietrisco che era diventato quasi sabbia, circondato da alte siepi. In un piccolo tratto le siepi si interrompevano lasciando uno spazio come entrata. Andarono lì dentro: il campo era circolare e di un terriccio, quasi sabbioso. Al centro vi erano degli ostacoli per saltare. Robin era difficile da tenere fermo, voleva muoversi. Si fermarono al centro del campo e una ragazza con una giumenta bianca che teneva la cosa alzata e sembrava ballare invece di trottare. Aveva i capelli di un rosso scuro che sembrava quasi innaturale coperti da un cappello nero da equitazione, e degli occhi grandi sicuri e castani. La pelle chiara, vestita elegantemente da una maglietta blu con le mezze maniche, e dei pantaloni bianchi, le mani coperte da dei guanti neri. Anche lei parlava un ottimo inglese e riuscirono ad avere una conversazione. Durante le presentazioni lei disse di essere Barbara una buona amica dei due. Poi spiegò che quel campo era piccolo e che lei stava dando lezioni e mostrando ad alcuni ragazzi come cavalcare… lo spiegò anche a Kori. Quel campo, si capiva subito, era per coloro che erano ancora inesperti. Kori chiese a Richard perché il suo cavallo si chiamasse ‘Pettirosso’ e gli altri sorrisero a questa domanda.
“Lo devi vedere quando salta. Sembra che voli” spiegò Barbara per poi tornare alla sua lezione, lasciando che loro proseguissero il tour. Uscirono dal campetto e salirono lungo una stradina fino ad arrivare ad un campo gigantesco con ostacoli altissimi.
“E questo è il campo grande! “Annunciò Wallace entrando e facendo cenno agli altri di seguirlo. “Poi ce n’è uno più piccolo dove si addestrano i puledri, a proposito non dovevi pensare a Thunder?” chiese sorridendo. Richard sgranò gli occhi e li salutò, dicendo che era tardi e che doveva andare. Il cavallo capendo le intenzioni partì al galoppo da solo e andò via. Gli altri risero e Wallace decise che era ora di pranzo, e bisognava andare a posare i cavalli.  Tornati alla scuderia, scesero da cavallo, li legarono, si lavarono le mani e andarono a cambiarsi. Wallace decise di andare a cercare l’amico e li salutò, promettendo di rivederli dopo un’oretta.
I ragazzi parlarono tra di loro delle nuove conoscenze:
“Mi sembrano simpatici! Allora è vero che i siciliani sono sempre felici di fare conoscenza!” Disse Garfield. “Ragazzi, Bestia non è così Bestia! E’ un cavallo troppo simpatico! Uff, ma che caldo “. La conversazione passava da un argomento all’altro. Arrivarono ai dormitori senza accorgersene e prese le chiavi entrarono nelle rispettive stanze. Sarebbero rimasti lì due mesi, avevano tutto quello che sarebbe potuto servire e per aiuto e chiarimenti avrebbero chiesto a quei due ragazzi, Richard e Wallace. Stella Rubia, a parere di Kori era una cavalla troppo gentile e dolce…e unica! Corvina per Rachel era tranquilla. Bestia per Garfield era un po’ vivace, niente di più e Cyborg… per Victor non aveva niente di robotico. Scesero a pranzo vestiti normalmente – per una persona americana assolutamente non abituata a quelle temperature altissime -.
Richard e Wallace non si vedevano, ma erano sicuri stessero pulendo o dando da mangiare a quei meravigliosi animali. Poi videro un ragazzo dai capelli neri con gli occhi azzurri entrare, vestito con una camicia a maniche lunghe bianca, abbottonata, messa dentro i pantaloni lunghi neri eleganti, dietro di lui vi era Wallace facilmente riconoscibile, poiché di lui non si ci dimentica facilmente. Li salutarono, e chiesero al rosso chi fosse quel ragazzo. Lui prese dalla tasca gli occhiali da sole e li mise scoppiando in una fragorosa risata. Allora si che lo riconobbero! Era Richard che si era cambiato.
“Come mai così elegante? “Chiese Garfield. Il ragazzo sorrise.
“Mio padre mi uccide se mi vede vestito a ‘muzzo “i ragazzi si guardarono tra loro non capendo “A casaccio in dialetto” spiegò. Poi li fece accomodare ad un tavolo, preassegnato.
“Ehm, ragazzi, potete rimanere con noi e aiutarci? Ecco… noi non siamo mai stati in Italia “spiegò Cyborg. I ragazzi annuirono. Kori finalmente aveva visto com’era Richard e le era sembrato un ragazzo bellissimo, e già da prima le era simpatico. Avrebbe parlato di lui a Rachel per sapere che ne pensava… “Allora… cos’è il sugo?” chiese Garfield a Wallace. Il ragazzo sorrise: il cibo era la sua materia!
“E’ la salsa di pomodoro condita con olio e formaggio grattugiato “. Spiegò. E con quella domanda iniziò    l’interrogatorio sui piatti da scegliere. Alla fine scelsero tutti la pizza margherita. Richard mangiò pochissimo, sembrava avere la testa a qualcos’altro. Wallace però non se ne curò.
Finito il pranzo tornarono fuori, durante quella vacanza avrebbero visitato quel posto a cavallo. Wallace dovette andare via e Richard finì il tour per lui. Arrivarono a cavallo in un boschetto con alberi di limone e arance. Il ragazzo mostrò loro le zagare e ne mise una tra i capelli di Kori, come fosse un fermaglio. Lei adorava quel profumo. Garfield e Victor presero tanti fiorellini gialli che crescevano tra l’erbetta e li tirarono a Rachel per poi scappare prima che lei avesse la possibilità di strangolarli.
Kori e Richard li osservavano divertiti fin quando Garfield non inciampò e finì a terra iniziando la tipica scena melodrammatica dei film horror, in cui un personaggio cade e fa l’eroe chiedendo di essere lasciato a morire. Victor però lo prese in braccio e lo portò via, poiché Rachel si avvicinava correndo.
Bestia però cercava di liberarsi per andare a giocare con loro, così iniziò a scalciare.  Richard senza farsi vedere, camminò a passo felpato fino al cavallo, seguito dallo sguardo curioso di Kori. Il ragazzo le fece cenno di fare silenzio e sciolse il nodo che teneva legato il maestoso quadrupede al tronco dell’albero. Così Bestia iniziò a correre veloce inseguendo Rachel che si fermò per osservarlo e capire il suo comportamento. Anche il cavallo si fermò e nitrì, poi con il muso le spinse la schiena indicandole di continuare. La ragazza non capiva e lanciò uno sguardo interrogativo a Richard che rise di gusto.
“Vuole giocare “disse in inglese. Victor lasciò andare Garfield che si avvicinò al suo ‘destriero’ e corse per qualche metro, per poi fermarsi notando che Bestia lo imitava. Sorrise trionfante e fece una camminata strana, da duro.  Grandi e pesanti falcate accompagnate dal movimento di spalle poco elegante e dalle braccia ondeggianti. Il cavallo fece lo stesso tipo di camminata – non potendo imitare il movimento degli arti superiori - e tutti si misero a ridere. Garfield e Victor si divertirono soprattutto quando Bestia imitò Rachel inseguendoli per circa un’ora.
 Richard notò che Robin si era sdraiato a terra vicino all’albero a cui era legato, così andò da lui per vedere che cosa avesse che non andava, inginocchiandosi per guardarlo meglio, ma non vide niente di strano, allora pensò che semplicemente fosse stanco per i duri allenamenti di quei giorni.
“Ehi, tutto ok?” chiese Kori imitandolo e mettendosi accanto al cavallo e al suo cavaliere. Il ragazzo annuì accarezzando il pelo nero e lucido del suo ‘amico’.  “Lo sai? Sembri una modella “. Rispose lui sviando il discorso.
Kori sorrise arrossendo, poi dichiarò guardandolo negli occhi: “tu non sei di queste parti “.                               Il ragazzo rise mestamente “si vede così tanto?”. La ragazza rispose affermativamente e gli chiese da dove veniva.
“Ecco… come vi ha detto Wallace ho girato il mondo, sono stato per uno, due anni in America a Gotham city, e poi sono venuto qui “. Stella Rubia era attaccata al ramo dello stesso albero e si avvicinò a Robin come per conversare con lui e rassicurarlo. Richard si alzò e poi aiutò Kori porgendole la mano… lei non poteva credere che quel ragazzo fosse salito a cavallo vestito così bene, in ogni caso le sembrava il principe azzurro delle favole che le raccontavano i suoi genitori quand’era piccola.
Rachel intanto era riuscita a prendere Garfield ed era a cavalcioni sopra di lui che tentava di strangolarlo mentre Cyborg provava, con l’aiuto di Bestia, a salvare il biondo.
Richard li richiamò, decidendo che era tardi e che dovevano andare. Pensò che avessero bisogno con quel caldo di una doccia, e che sicuramente dovevano ancora disfare le valigie. Senza contare che Wally aveva bisogno d’aiuto per i compiti del corso di recupero di matematica.
Salirono a cavallo e tornarono al trotto fino alle scuderie. Senza volerlo si erano fatte le cinque del pomeriggio. Tornarono veloci alle stalle per mettere nei rispettivi box i cavalli, dopo averli dissellati.
Kori, Garfield, Victor e Rachel lo salutarono e andarono all’agriturismo nelle loro stanze, per prepararsi per l’ora della cena. Richard e Wallace non c’erano, ma ovviamente non potevano stare lì tutto il giorno. Non riuscendo ad ordinare Kori e Victor presero la pasta aglio e olio – e pepe, per la quale finirono entrambi per bere tre litri d’acqua -, Garfield e Rachel furono meno audaci e mangiarono la pizza di nuovo.  Una mezz’oretta dopo erano tutti nelle loro camere, nei rispettivi pigiama.  Ovviamente avevano fatto tutti una doccia fredda ristoratrice dopo aver disfatto le valigie.
Kori aveva solo una maglietta rosa grande e lunga indosso e le mutandine bianche. Camminava a piedi scalzi per la stanza, avanti e indietro parlando di tutto quello che aveva visto e pensato della Sicilia e dei due ragazzi a Rachel, seduta sul letto con le gambe piegate e la schiena poggiata allo schienale coperto di morbidi cuscini bianchi, che leggeva un libro assolutamente non interessata. La sua pelle bianca era coperta da una maglietta nera con un teschio bianco con delle fiamme che lo circondavano e i pantaloncini neri. Poi la corvina decise che era ora di dormire;
Garfield e Victor in boxer festeggiavano guardando video divertenti su internet e ridendo, finché non furono così stanchi da non riuscire neanche a tenere gli occhi aperti.
  
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