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Autore: LadySelene_    27/07/2015    0 recensioni
[Promessi Vampiri]
[Promessi Vampiri]Sono passati due anni dall'incoronazione ufficiale di Lucius e Antanasia e quello che poteva essere un lieto fine si è rivelato un lieto inizio. Tra sorprese che lasceranno senza parole e segreti che rischieranno di incrinare il loro rapporto, vi presento il mio personalissimo seguito della coppia protagonista della serie Promessi Vampiri ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II

MOMENT

《Sei accusato dell'uccisione di 13 vampiri appartenenti alla stirpe dei Dragomir. Alla luce dei fatti sarai condannato alla distruzione come decretato dalla legge》.

Dura e fredda, la voce del re risuonò nella stanza, sfidando chiunque a obiettare o anche solo a emettere un sospiro.

Io rimasi impassibile anche se dentro di me tremavo. Il vampiro incatenato dall'altro lato della stanza stava con le spalle dritte, per niente sorpreso del processo.

Ciò che mi inquietava, causandomi dei terribili crampi allo stomaco, era il suo sguardo: serio e altero, come un uomo che avesse solo svolto il suo dovere per un fine superiore. La distruzione della mia famiglia.

Il mio matrimonio con Lucius non aveva ancora portato la pace all'interno dei nostri regni, e quasi ogni giorno dovevamo affrontare il processo di qualche vampiro accusato dell'assassionio di vampiri appartenenti a una stirpe considerata per secoli nemica mortale.

Pregai che tutto questo finisse in fretta mentre Lucius annunciava a voce alta e inflessibile: 《Valeriu, verrai giustiziato all'alba di domani》 poi si rivolse alle guardie 《portatelo in cella》.

*

Mi sforzai di uscire con la massima della calma, con un'espressione che era l'essenza dell'impassibilità.

Claudiu mi fissava con gli occhietti socchiusi, alla ricerca di un qualche segno di cedimento. Non trovandone nessuno mi rivolse un'impercettibile cenno col capo e nei suoi occhi comparve un lampo di rispetto. Da quando avevo ordinato la distruzione di mio zio Dorin e di mia cugina Ylenia, accusati dell'uccisione di Flaviu, Claudiu sembrava aver reso le armi contro di me e aver finalmente accettato il mio ruolo di regina.

Non appena le pesanti porte si chiusero tirai un sospiro di sollievo. La nausea, però, non accennava a passare e lo stomaco mi si stava rivoltando.

Lucius stava dettando alcuni ordini a Emilian, così ne approfittai per uscire e andarmi a rifugiare nel suo studio.

Era di sicuro la stanza in cui Lucius passava gran parte del tempo, calda e accogliente. Sulla scrivania di legno massiccio poggiavano pile di scartoffie e il portatile che, come Lucius mi disse in seguito, fu la cosa che più gli mancò durante i giorni di prigionia. Dopo di me, ovviamente.

Mi sedetti sul divanetto di pelle sistemato al lato della stanza, facendo attenzione a non sgualcire le pieghe del vestito - sia mai che una regina vada in giro col vestito spiegazzato. A volte mi mancavano i miei vecchi vestiti, in particolare la mia maglia col cavallo su cui Lucius aveva avuto tanto da ridire.

La relativa tranquillità in cui mi trovavo durò ben poco e fui costretta a correre al bagno adiacente, sopraffatta dai conati di vomito.

Dopo che ebbi rigettato anche l'anima mi sciacquai il viso pallido. Presi il telefono e composi il numero di Mindy sperando che fosse reperibile.

Mi rispose quasi subito.

《Jess, stavo proprio pensando a te!》mi urlò con la suo voce squillante. L'ultima volta chel'avevo vista era stata da poco trasformata in un vampiro da Raniero e, se possibile, si era fatta ancora più bella. Questo cambiamento, però, non era dovuto alla trasformazione: Min era davvero felice. La vita con Raniero si era rivelata più rosea di quanto Mindy avesse mai sperato e io non potevo che essere felice per la mia migliore amica.

《Ciao Min come stai?》 Chiesi con la stessa allegria con cui mi aveva risposto.

《Non potrei stare meglio! Il sole splende, la mia fama di parrucchiera ormai ha raggiunto le stelle e un fighissimo vampiro di tua conoscenza sta uscendo dall'acqua proprio in questo momento》 non potei trattenermi dal ridere per quell'ultima affermazione.

《Sono molto felice per te. Io al contrario mi sto nascondendo da un certo vampiro》

La voce di Mindy cambiò improvvisamente tono, velandosi di preoccupazione 《Cosa è successo?》.

《Nulla a parte aver quasi dato di stomaco durante un processo》 risposi sforzandomi di apparire allegra.

Dall'altra parte della linea scese il silenzio, potevo quasi sentire le onde del mare che si infrangevano sulla spiaggia.

《È ora di dirlo a Lukey》 affermò Mindy decisa.

《Lo so, sto solo aspettando il momento giusto》.

Sentii aprirsi la porta dello studio e di colpo mi bloccai.

《Jessica sei qui dentro?》

Cavoli proprio adesso doveva arrivare?

《Sì, sono qui, dammi un minuto》 gridai rivolta alla porta.

《Devo andare Min, ci sentiamo presto》 mi affrettai a chiudere la chiamata ma riuscii a sentire il saluto affettuoso della mia migliore amica.

《Ciao Jess, e buon anniversario!》.

*

Quando uscii dal bagno trovai Lucius sdraiato sul divano, con le braccia incrociate dietro la testa, apparentemente rilassato.

《Stavo parlando con Mindy》 dissi per scusarmi, avvicinandomi a lui.

Lucius volse lo sguardo verso di me, i suoi occhi così scuri fissi nei miei. Qualunque cosa avesse trovato lo indusse a non andare oltre e finalmemte mi sorrise.

《E cosa racconta la dolce Melinda?》

Mi sistemai nel divanetto e lo strinsi a me, il suo odore così familiare mi avvolse, provocandomi un sospiro involontario. Lucius immerse le dita tra i miei capelli massaggiandomi la testa e io mi rilassai all'istante.

《È felice insieme a Raniero, come non lo è mai stata》risposi chiudendo gli occhi per concentrare tutti i sensi sulle sue carezze.

《Mi fa molto piacere. È una brava ragazza》. Annuii lentamente, stringendolo più forte.

Lucius aveva sempre provato un profondo affetto per Mindy e all'inizio della sua relazione con Raniero era un pò inquieto. Col tempo, però, aveva accettato il sentimento che li univa ed era felice per loro.

《E adesso vuoi dirmi come stai tu?》 Chiese dandomi un leggero bacio sui capelli.

Mi morsi il labbro incerta se fosse quello il momento migliore per dirglielo.

Alzai lo sguardo per incontrare il suo. I suoi occhi erano due pozze tranquille e io sprofondai in quell'oscurità che mi avvolse. Trattenni il fiato mentre la mia mente si affaccendava a trovare il modo migliore con cui iniziare.

《A proposito di oggi volevo dirti...》

Non feci in tempo a finire che un bussare alla porta interruppe il momento. Emilian entrò con la consueta calma, per nulla stupito di trovare i suoi sovrani abbracciati sul divanetto.

《Perdonate l'intrusione miei Signori. Sono venuto a comunicare al re che è tutto pronto come da voi richiesto》. Impassibile come sempre, la voce di Emilian era un ruscello le cui acque si muovevano placide.

Lucius si districò dalle mie braccia e si alzò. Depose un breve bacio sulle labbra e mi comunicò che doveva assentarsi a causa di alcune incombenze.

Uscì insieme a Emilian lasciandomi sola nella stanza. La frustrazione si impadronì di me per l'occasione sprecata.

Gli parlerò più tardi, c'è ancora tempo pensai nel tentativo di consolarmi.

Decisi infine di alzarmi mentre un'incredibile voglia di frullato di fragole chiedeva di essere soddisfatto. Sorrisi, senza riuscire a trattenermi, al ricordo di un porticolare frullato di fragole che era solito bere un particolare vampiro.

L'inizio della fine della vita come l'avevo conosciuta fino a quel momento.

***

La giornata passò lenta e noiosa, senza vedere Lucius per tutto il giorno, impegnato nelle sue "incombenze". Ero piuttosto irritata dal suo comportamento vista l'importanza di quel giorno.

Altro che passare ogni minuto tra le sue braccia a letto. Era già tanto se ci veniva a letto.

Cenai da sola nella grande Sala da pranzo, la rabbia che rendeva amaro qualunque cibo.

Mi alzai dal tavolo e mi diressi a passo di marcia in camera da letto.

Aspettati rappresaglie Lucius Vladescu dei miei stivali pensai mentre mi chiudevo la porta della camera alle spalle.

La stanza era in penombra, solo il camino acceso scoppiettava di un'allegria che in quel momento non mi sentivo di condividere. Avevo un terribile presentimento a cui cercai di non dare troppo credito, convincendomi che fosse dovuto solo allo stato emotivo che mi avvolgeva in quel momento.

Lucius non c'era e io avevo un disperato bisogno di vederlo. Decisi di andare nel suo studio nella speranza di trovarlo lì, ma appena aprii la porta della mia camera trovai Emilian sulla soglia. Non che ci fosse qualcosa di strano nel trovarlo a guardia della stanza in cui mi trovavo, tuttavia la preoccupazione che gli lessi nello sguardo, anche se cercava di mostrarsi impassibile come al solito, mi colpì violentemente mentre una vocina interiore gridava a gran voce un "te l'avevo detto".

《Emilian fammi passare》ordinai cercando di nascondere il mio turbamento.

《Perdonatemi mia regina, ma ho ricevuto l'ordine di non farvi uscire per nessun motivo dalle vostre stanze》. Emilian sembrava vagamente a disagio e aveva tutte le ragioni per esserlo. L'indignazione, un sentimento che si era sviluppato parecchio durante i primi tempi del mio matrimonio con Lucius, mi aveva colorato gli zigomi e acceso gli occhi.

《E chi avrebbe dato l'ordine?》chiesi anche se sapevo già la risposta.

《Sua maestà il re, mia Signora》mi rispose con voce incerta la guardia.

Raddrizzai il più possbile le spalle e, dal mio metro e sessantacinque, guardai fisso negli occhi Emilian, esternando tutta la mia autorità 《Non esiste Re che possa darmi ordini, men che meno mio marito. Spostati Emilian e lascia passare la tua regina è un ordine》.

Emilian era chiaramente combattuto, ma alla fine di fronte al mio tono non potè imporsi in altro modo e si fece da parte.

Con una calma che non provavo affatto mi diressi verso lo studio di Lucius. Volevo spiegazioni di quello strano comportamento e speravo di trovare da mio marito le rassicurazioni che avrebbero finalmente posto fine al mio turbamento.

Quando entrai nella stanza vidi Lucius intento a dare ordini a un paio di guardie. Aveva le spalle rigide mentre il nero dei suoi occhi andava a invadere il bianco che circondava l'iride, i capelli scompigliati come se ci avesse passato più volte le mani e un tono di voce che prometteva una morte certa nel caso non fosse andato tutto come aveva ordinato. Le guardie, dopo aver affermato di aver capito, si diressero a grandi passi fuori dalla porta, rivolgendomi un breve inchino. Col cuore in gola avannzai verso Lucius che ora mi dava le spalle. Si voltò improvvisamente, riconoscendo i miei passi, il volto sorpreso della mia presenza e gli occhi scintillanti di rabbia. Con un tono leggermente più dolce di quello usato con le guardie mi disse 《Antanasia cosa ci fai qui? Avevo dato ordini precisi di non lasciarti uscire dalle nostre stanze》.

《Sì, Emilian mi ha comunicato il tuo consiglio, ma io ho preferito venire qui per essere informata su cosa stia succedendo》. Un lampo di divertimento comparve sul volto di mio marito, tuttavia non ebbe vita lunga, sostituito dalla rassegnazione.

《Jessica, ho bisogno di saperti al sicuro.》disse Lucius, venendomi incontro. Quando fu a pochi centimetri dal mio viso mi strinse le spalle e sussurrò 《Conosci il passaggio segreto dietro lo specchio, ti prego di usarlo se la situazione devesse farsi difficile》. Spalancai gli occhi, sgomenta, il cuore che batteva forte contro la cassa toracica.

《Lucius cosa sta succedendo?》

Mio marito serrò la mascella e mi guardò indeciso sul da farsi. Senza riflettere posai la mano sulla sua guancia, attirandolo verso di me 《Dimmelo, non tenermi all'oscuro》. Gli presi il viso con entrambe le mani senza distogliere lo sguardo dal suo e con fermezza aggiunsi 《Una sovrana non scappa di fronte al pericolo》. Lucius chiuse gli occhi e inspirò profondamente, poi li riaprì e nel suo sguardo lessi orgoglio e una sconfinata preoccupazione.

《Valeriu, il vampiro che oggi è stato condannato a morte, è evaso dalla prigione sotterranea》.

Oh. Porca. Miseria. Un pluriomicida in fuga non era esattamente nella lista delle cose da vedere in questa vita.

《Ci sono grosse possibilità che non abbia ancora lasciato il castello e, forse, che il suo obiettivo non sia la fuga》. Non riuscivo a capire cosa altro potesse voler fare un uomo che sarebbe dovuto essere distrutto tra poche ore.

《Antanasia, penso che sia la vendetta quello che sta cercando》. Le gambe mi cedettero per un momento e, se non fossr stato per le mani di Lucius che mi stringevano le braccia, sarei cercamente caduta per terra come un sacco di patate, un regale sacco s'intende.

Il pensiero che la vita di Lucius potesse essere in pericolo mi riempiva di orrore, annebbiandomi la mente. Era stato lui a emettere il verdetto che condannava Valeriu alla distruzione ed ero certa che avrebbe cercato di uccidere Lucius senza tener conto che era stata la votazione dei membri del consiglio a dichiararlo colpevole.

Stavo cercando qualcosa da dire per rassicurarlo e placare il suo turbamento ma un improvviso rumore proveniente dal corridoio interruppe ogni mio tentativo.

Lucius mi guardò dritta e negli occhi e disse 《Resta qui》e si avviò verso la porta. Era un ordine puro e semplice che onestamente non sognai di obiettare, tuttavia, non potevo permettere che uscisse, rischiando la vita. Non feci in tempo a muovere un solo piede che Lucius era già uscito, lasciandomi sola nello studio ormai in penombra.

Un soffio caldo sfiorò il mio collo.

***

Un paletto di legno era puntato dritto al cuore mentre un braccio mi serrava la vita in una morsa soffocante. Ero completamente inerme: un paletto davanti e Valeriu dietro. Stavo per morire. Circondata ogni giorno da vampiri ammuffiti di migliaia di anni, io non avrei raggiunto nemmeno il ventunesimo anno di età, una media ridicolmente bassa per un essere umano figuriamoci un vampiro. Se la vita mi fosse scorta davvero davanti agli occhi sarebbe stato un film molto breve.

Almeno Lucius era al sicuro per il momento pensai consolandomi.

Lucius.

Mio marito.

C'era ancora così tanto che dovevamo fare insieme e non mi sembrava vero che presto non ne avrei più avuto l'opportunità.

D'improvviso scorsi un'ombra vicino alla porta e pregai con tutta me stessa che non fosse Lucius. Era Emilian e di riflesso tirai un sospiro di sollievo per quanto il paletto me lo permettesse. Intuendo le sue intenzioni feci un impercettibile cenno di diniego per impedirgli di entrare: sarebbe stato soltanto un'altra vittima di questo pazzo.

Nonostante lo sconcerto che pervase il suo viso, alla fine se ne andò e io potei rivolgere tutta la mia attenzione al mio imminente carnefice.

《Ascoltami》 dissi cauta 《Non è uccidendomi che troverai la libertà. Lasciami andare e cercheremo una soluzione》. Non vi erano soluzioni e lui lo sapeva benissimo ma in quel momento decisi di tentare qualunque cosa.

Valeriu scoppiò a ridere, alitandomi di nuovo addosso.

《Non è la libertà che vado cercando, ma la morte della stirpe Dragomir》. Mi si ghiacciò il sangue nel sentire le sue parole e il paletto affondò leggermente nel petto.

《I Dragomir non sono più nemici dei Vladescu, siamo un'unica comunità che lotta per il bene comune》

《Zitta!》 Urlò Valeriu premendo il paletto verso di me. La punta aveva superato la barriera della pelle e potevo percepire un rivolo di sangue scendere lungo lo sterno.

Bella mossa Jess, scateniamo la sua furia omicida.

《Voi siete solo feccia che imbratta di veleno il sangue dei Vladescu. Codardi adatti a servire e non a comandare》

《E perciò ti sei autonominato giudice e boia?》. Lanciai uno sguardo che esprimesse tutto il mio disgusto ma la posizione non era delle più favorevoli a tale intento.

《Quando il proprio Signore viene soggiogato da una strega ammaliatrice, bisogna fare tutto il possibile per liberarlo, eliminando la radice del problema》Affermò sicuro Valeriu e io non seppi cosa rispondere di fronte a quella distorta visione della sua mente che non poteva essere più lontana dalla realtà.

《Valeriu getta a terra quel paletto》.

La voce che pronunciò quelle parole mi fece sobbalzare mentre il cuore smise per un terribile istante di battere. Fermo sulla soglia, Lucius Vladescu dimostrava una calma e un controllo che, io sapevo, essere solo apparente.

《Mio Signore, ora non può comprenderlo, ma io la sto salvando da un'unione indegna che ci condannerà tutti》. Non fosse stato per la situazione e il paletto avrei provato pietà per lui, un uomo incapace di accettare il progresso come un miglioramento, di andare oltre la razza e il sangue.

Lucius mantenne lo sguardo fisso su Valeriu《Ti ringrazio per la lealtà che con il tuo gesto hai cercato di dimostrare, ma non spetta a te occuparti di tale faccenda》e con voce ferma ordinò 《Lasciala andare immediatamente》.

Valeriu tentennò, incerto tra l'obbedire all'ordine del suo Re e la volontà di compiere la sua missione. Senza riflettere approfittai di quell'attimo di smarrimento e, con il braccio libero, gli diedi una gomitata in prossimità dello stomaco e al coltempo spinsi via da me il braccio che reggeva il paletto. Il mio gesto lo prese in contropiede, forse perchè non si aspettava nessuna reazione da una Dragomir, ma fu solo per un momento. Eppure quel breve istante fu sufficiente. Venni spinta di lato mentre un paletto di legno veniva conficcato nel cuore di Valeriu. Cadde a terra con un sordo tonfo, emettemdo un debole gemito.

Lucius mi fu subito accanto, incurante del cadavere a pochi passi da noi e del suo paletto rimasto nel petto di Valeriu a impedire che il suo cuore provasse a battere.

Mi strinse a sè e il suo viso perse tutta l'impassibilità di cui si era mascherato fino a un attimo prima. Scostò con delicatezza il bordo del vestito che indossavo e fissò con orrore il rivolo di sangue che partiva dalla ferita. Piegò il capo e depose un bacio bruciante proprio nel punto dove un attimo prima c'era il paletto, poi mi strinse di nuovo a sè con forza. Avvolsi le braccia intorno alla sua schiena, ricambiando l'abbraccio, nel tentativo di rassicurarlo con quel gesto e, forse, di rassicurare me stessa.

《Lucius sto bene, è solo una ferita superficiale》dissi piano, la guancia premuta contro il suo petto ad ascoltare il suo cuore, di solito impercettibile, battere a un ritmo furioso. Lucius continuò a stringermi a sè, incurante delle mie rassicirazioni.

《Pensi che riusciremo mai stabilire la pace tra le nostre due fazioni?》. Non so perchè detti voce a quella domanda che aleggiava silenziosa fin dal giorno in cui i nostri regni si unirono.

Lucius non mi rispose, forse perchè non c'era una risposta da dare, e si alzò dal pavimento che ci aveva accolto fino a quel momento, per poi porgermi la mano affinchè mi alzassi in piedi a mia volta.

《Vieni, ti portò via di qui》.

***

Le fiamme delle candele illuminavano le pareti dell'oscura caverna, il luogo dove i nostri genitori prima e la richiesta di Lucius di sposarlo poi, aveva unito le nostre vite per sempre. Un lieve odore d'incenso si avvertiva nell'aria, custode di quel santuario antico di secoli. Lucius era di fronte a me, a stringermi le mani e guardarmi negli occhi come fossi una cosa preziosa da maneggiare con cura.

《Non era così che avevo progettato di festeggiare l'anniversario del giorno in cui hai portato il sole nella mia vita》disse lui con quel tono dolce che rivelava nei nostri momenti più intimi e che aveva sempre il potere di commuovermi.

《Ti ho portata in questo luogo per rinnovare la promessa di amarti e onorarti per l'eternità che ti feci tempo fa》fece una pausa sorridendo dei miei occhi lucidi e del mio cuore che, ero certa potesse sentirlo, batteva impazzito. 《Antanasia, l'averti quasi persa oggi mi ha fatto comprendere pienamente quanto la mia vita dipenda dalla tua sicurezza. A volte vorrei prenderti e rinchiuderti in qualche torre, lontana dal mondo e dai pericoli per averti tutta per me》.

Il pensiero di noi due chiusi per l'eternità in una torre mi fece sorridere e arrossire.

《Ti amo, Antanasia》

Le sue labbra sfiorarono le mie dapprima in un bacio lieve e casto, poi con un impeto crescente. La sua lingua dentro la mia bocca era calda e sensuale, morbida come la seta più pregiata. Piegai all'indietro il capo, alzandomi sulle punte e andandogli incontro per ricambiare il bacio con altrettanta passione. Cercai di riversare in quel contatto di labbra e lingue tutto l'amore che avevo dentro, tutta la fiducia e la commozione che il mio cuore tratteneva a fatica. Mi aggrappai con le braccia intorno al suo collo, le mani tra i capelli corvini, stringendomi più forte a lui in un'unione di corpi che non si sentivano mai abbastanza vicini.

Solo i polmoni che bruciavano per la mancanza di ossigeno ci costrinsero a interrompere il bacio, i respiri affannati e l'incontenibile sorriso sui nostri volti. Ci abbracciammo stretti, incapaci di interrompere il contatto tra noi, e con un lieve sussurro detti voce a ciò che da tempo cercavo di dirgli 《Sono incinta》.

Non percepii nessuna reazione e per un attimo credetti che non mi avesse sentito, ma lui mi afferrò per le spalle allontanandomi da sè abbastanza da guardarmi in viso. Aveva un'espressione indecifrabile che non gli avevo mai visto prima e cautamente chiese 《Stiamo per avere un figlio?》.

Un sorriso incontenibile affiorò sulle mie labbra mentre annuivo in risposta alla sua domanda.

《Sì, tra poco più di sei mesi diventeremo genitori》.

Lucius mi strinse a sè, sollevandomi da terra e facendomi fare un giro completo mentre la sua risata, un suono meraviglioso, rieccheggiava nella caverna e nella mia testa, riempiendomi il cuore.

《Grazie, Antanasia》

Mi prese il viso fra le mani e accostò la fronte alla mia, gli occhi chiusi e il suo respiro sulla pelle. Le nostre labbra si unirono e mai bacio fu così dolce.

*****************************************************************************
Mi scuso profondamente per aver fatto passare una tale quantità di tempo per il secondo capitolo ma finalmente è qui.
Ringrazio tutti coloro che hanno voluto usare il loro tempo per leggere la mia storia, spero di essere riuscita a regalarvi una qualche emozione (che non sia il disgusto ovviamente ^-^" ).
Mi auguro di ricevere presto alcune vostre recensioni!

Lady Selene

   
 
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