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Autore: Anaslover    28/07/2015    1 recensioni
Due ragazze, Sierra e Isabelle, e quattro ragazzi, Michael, Ashton, Calum e Luke, si trovano ad affrontare l'esperienza più incredibile della loro vita. E tra litigi, amori, pianti e sentimenti travolgenti dovranno far fronte ai problemi che li metteranno alla prova.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Buongiorno mamma.
Oggi ho il turno a ora di cena al locale perciò finirò tardi. Ashton si è deciso ad invitare Isabelle ad uscire, quindi copro il suo turno. Non aspettare un mio messaggio.
So già quello che vuoi sapere ma no, non gli ho parlato.
Ci sentiamo domani."
 
Isabelle era davanti allo specchio da una ventina di minuti, cosa che decisamente non era da lei.
"Rilassati, è solo un giorno come gli altri." la ammonii.
Era circa la quarta volta che si alzava i capelli con le mani per decidere se raccoglierli o meno. Li lasciò cadere e si voltò verso il letto dove ero seduta.
"È così sbagliato voler sembrare carina?"
La guardai sorridendo.
"Tu sei sempre carina."
Lei riprese la sua frenetica danza per cercare di trovare una sistemazione ai suoi capelli, mentre io mi persi nei miei pensieri.
Vedere come Isabelle era sempre agitata all'idea di vedere Ashton, come era contenta e il modo in cui cercava di essere sempre al meglio quando lui era nei paraggi mi fece pensare all'ultima volta che avevo avuto una cotta per un ragazzo.
Pensai a Sebastian Jensen, all'asilo. Poi, per qualche strana ragione, mi venne in mente Luke. Scossi la testa e proseguii. Alec, al primo anno di superiori. Non ricordai il suo cognome, ma ricordai i suoi particolarissimi occhi verdi. Anche se avevo sempre preferito gli occhi chiari in un ragazzo. Luke. No, non di nuovo. Poi c'era stato Greg Wermont, con il quale avevo avuto una storia di qualche mese. Luke, ancora.
"Esco a prendere un po' d'aria." dichiarai, in agitazione per quegli strani pensieri con cui avevo iniziato a fare i conti.
"Tutto bene?" mi domandò Isabelle.
"Alla grande - la rassicurai - I capelli lasciali sciolti, mi piaci di più."
"Oh, d'accordo." la sua risposta mi arrivò ovattata, mentre chiudevo la porta alle mie spalle.
Decisi di scendere nel giardinetto interno su cui affacciavano le nostre stanze e mi accasciai sull'erba con le gambe incrociate.
Presi a giocherellare con l'erba, cercando di non lasciarmi sopraffare da tutto e da niente.
Complice il fatto che non ne avevo parlato con nessuno, se non con Michael, la faccenda di me e Luke continuava a tornarmi in mente. Tutto quello che avevamo passato da bambini e gli anni che abbiamo sprecato non parlandoci neanche. Pensavo al fatto che avevo lasciato un ragazzino indifeso e avevo ritrovato un uomo sicuro di sé, anche se un po' spericolato e arrabbiato con il mondo. Ma non importava, perché anche io ero arrabbiata con il mondo. Ed avevo il mio caratteraccio che mi ero costruita nel tempo a farmi sempre da scudo, a proteggermi da qualsiasi cosa avrebbe potuto ferirmi.
Avevo lasciato fuori anche lui, incurante del fatto che ci saremmo potuti aiutare a vicenda.
"Ciao."
"Ciao." non mi voltai a guardarlo, ma lo sentii sedersi accanto a me.
"Ti ho vista qui e ho pensato di raggiungerti." mi spiegò.
"Non mi devi spiegazioni, Luke."
Sorrise. Un sorriso amaro, però.
"Di norma avresti preteso delle spiegazioni da me."
"Ora non più."
Lo guardai di sottecchi. Aveva colto una margherita dal prato e se la rigirava tra le dita.
Pensai a quando lo avevo baciato, appena una settimana prima. O quando lui aveva baciato me. Insomma, a quando ci eravamo baciati.
Ripensai alla sensazione che avevo provato e al fatto che, in fin dei conti, non mi ero pentita, come chiunque mi conoscesse si sarebbe aspettato da me.
"Possiamo parlare?" chiesi, lo sguardo fisso nel vuoto davanti a me.
"Di cosa vuoi parlare?"
C'era un pizzico di amarezza nella sua voce. Avrei giurato si aspettasse che tirassi fuori qualche discorso per litigare.
"Di niente."
Si girò a guardarmi e io feci lo stesso. Ero stanca di sfuggire ai suoi sguardi, perché mi facevano sentire bene e mi infondevano sicurezza.
"Parlami di te." azzardai.
I suoi occhi brillarono mentre sorrideva.
Sarebbe bastato così poco? Davvero ero stata così superficiale? Lui aveva provato in tutti i modi a riavvicinarsi a me e io non mi ero mai neanche preoccupata di chiedergli come stava, come procedeva la sua vita.
"Non c'è molto da sapere. La mia vita è abbastanza monotona."
"Ci sarà sempre qualcosa in più da sapere rispetto a ciò a cui sono rimasta io. Tipo il gusto preferito di gelato o il colore preferito." lo incalzai.
Erano cose stupide, si. Ma era un inizio.
"Nocciola e verde."
Lo guardai confusa.
"Io adoro il gelato alla nocciola e il mio colore preferito è il verde." affermai.
"Lo so. Questi erano i tuoi. Ora vediamo se ricordi i miei."
Certo che li ricordavo.
"Vuoi dire che sei ancora il bambino che affonda la faccia nelle vaschette di pistacchio e che adora il celeste?"
"In carne ed ossa. Ma non un celeste qualsiasi, il celeste..."
Conoscevo quella frase, a memoria.
"Il celeste che lascia spazio all'arancione del tramonto. Quel tipo di celeste."
"Vedi, Sierra? Non tutto cambia così, dall'oggi al domani."
"Ma alcune cose si." lo contraddissi. Alcune cose tipo due padri di famiglia che da un giorno all'altro se ne vanno via, lasciando figli e casa sulle spalle di due povere donne.
Sapevo che mi aveva capito.
"Come sta tua madre, Luke?"
Quando ero piccola adoravo sua mamma. 
Ricordai quando ci portava i tramezzini e la spremuta fatti con le sue mani mentre noi giocavamo in giardino e quando giocava con noi a carte per insegnarci qualche trucco affinché potessimo battere i fratelli più grandi di Luke.
"Mia madre è morta. Tre anni fa."
Rimasi pietrificata a quelle parole. Non tanto per la loro gravità, quanto per il fatto che non le compresi. Come poteva esserle successo qualcosa? Ma, ancora peggio, come potevo non averlo saputo?
Mi voltai di scatto a guardarlo.
Balbettai qualcosa di incomprensibile in risposta.
"Non lo sapevi, vero?"
"I-io... Non può essere vero, Luke. Non dirmi che sono stata una persona così schifosa da non presentarmi al funerale di tua madre." sputai quelle parole con rabbia.
Come avevo potuto? Quella donna era stata una seconda madre per me e io non sapevo neanche che non ci fosse più. Da tre fottutissimi anni.
Cercai di riportare alla mente qualsiasi cosa, delle notizie di incidenti e quant'altro, ma inutilmente.
"Non lo sapevi. Lei era malata, non è stata una morte eclatante di cui tutti sono venuti a sapere."
"Non ci credo."
Nemmeno una lacrima era scesa dai miei occhi, neanche un segni di dolore, eppure ne provavo tanto, misto ad un senso di rabbia e disprezzo nei miei stessi confronti.
"Non importa."
"Smetti di dirlo - sbottai - Non è vero. Non è vero perché ora dovresti odiarmi almeno la metà di quanto mi sto odiando da sola in questo preciso istante. Sarei dovuta essere presente, non solo al funerale, ma sempre. E avrei dovuto stare vicino a lei e a te."
In quel momento lo abbracciai spontaneamente, perché era l'unico gesto che sentivo di dover fare.
Ricambiò il mio abbraccio in maniera talmente genuina che avrei potuto davvero commuovermi. 
"Sai cosa ho pensato quel giorno?" Luke ruppe il silenzio.
Alzai la testa senza sciogliere l'abbraccio e scossi la testa.
"Ti ho cercato tra la folla fuori dalla chiesa e mi sono sentito talmente arrabbiato quando non ti ho visto. Abbandonato. Poi ho pensato a te e a tutto quello che so sul tuo conto. A quel punto ho capito che non lo avevi saputo. Fanculo qualsiasi litigio, Sierra. Tu saresti venuta, lo sappiamo entrambi. È stato come se ci fossi. E no, non ho intenzione di odiarti."
A quel punto fui costretta a staccarmi in modo riluttante da lui, in primis perché avevo bisogno di guardarlo bene in viso mentre mi diceva quelle cose, e poi perché la posizione stava iniziando a diventare scomoda.
"Sono contenta che tu lo sappia. Insomma, io ci sarei stata."
Il suo sguardo era velato di tristezza, come potevo immaginare fosse anche il mio.
Ciò nonostante, Luke era forte, questo lo sapevo. Lo era sempre stato. 
Riprese a giocare con il fiorellino che aveva tenuto tra le mani senza che io quasi me ne accorgessi.
"Si è fatto tardi." disse infine, alzandosi dal prato.
Allungò poi una mano, che accettai, per fare lo stesso.
In seguito mi porse il piccolo fiore che presi tra le mani, confusa.
"E i tuoi fiori preferiti sono le margherite."
In quel momento mi accorsi di essere innamorata di Luke Hemmings.
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Mi vergogno come una ladra a presentarmi qui dopo non so quanto dall'ultimo aggiornamento, ma dovete credermi, tra la scuola e tutto, scrivere è impossibile. So che molte di voi possono capirmi. Di estate poi, quando si lascia tutto per parecchio tempo è difficile riprendere il filo.
Voglio essere totalmente sincera con voi: dunque, come penso che abbiate intuito, non posso garantirvi aggiornamenti regolari. Ciò nonostante, spero con tutto il cuore che voi non vogliate abbandonare questa storia.
Non ho intenzione di annoiarvi molto, faccio solo qualche piccolo appunto per quanto riguarda il capitolo:
- non ho inserito il messaggio si Sierra alla mamma alla fine, ma questa cosa, anche se prima mi sembrava carina ed originale, non mi soddisfa più, forse perché bisognerebbe ci fosse un dialogo tra le due per rendere il tutto completo, ma poi, credo, diventerebbe noioso. Non so se ora inserirò il messaggio solo all'inizio o solo alla fine o per nulla, deciderò in base ai capitoli;
- LA MORTE DELLA MAMMA DI LUKE NON ERA PREVISTA e mi odio per questo, ma mentre scrivevo ho detto "perché no?". Meno male la nostra cara Liz sta più che bene ed è viva e vegeta. Per questo non ho inserito alcun nome: non volevo inventare un personaggio fittizio per non allontanarmi troppo dalla realtà, ma non volevo neanche mettere in mezzo la poveretta;
- "In quel momento mi accorsi di essere innamorata di Luke Hemmings". A voi i commenti per questo. Cosa è successo a Sierra? Voi l'avete riconosciuta in questo capitolo? Perché io proprio no.
D'accordo basta perché sono davvero pesante.
So di averlo già detto, ma non abbandonate Sierra e gli altri perché c'è qualcosa in serbo per voi (magari tra tre o quattro anni ce la farò!).
Spero di ricevere delle recensioni e di sapere i vostri pareri. Nel frattempo ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite, le ricordate, chi ha recensito, chi legge e basta e chi ha aspettato così tanto!
Un bacio a tutti voi!
  
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