Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Serpentina    28/07/2015    3 recensioni
Può una convivenza forzata, seppur breve, cambiare le carte in tavole tra due persone che si sono odiate a prima vista?
E se una di queste fosse già impegnata? E' quello che capita a Faith a Cyril, costretti a passare il week-end sotto lo stesso tetto e a prendere parte a un matrimonio, evento che entrambi considerano una noia mortale. Riusciranno ad essere civili l'uno con l'altra?
Se vi piace il romanticismo con un tocco comico, questa è la storia (breve, vi avverto) che fa per voi!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'United Kingdom of Faith'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Terzo ed ultimo appuntamento con questa mini-long che spero vi abbia fatto divertire e sognare e, perché no, comprendere meglio alcuni aspetti del carattere di Faith. Se è diventata la donna che è  lo deve anche alle batoste ricevute dai vari Brian, Kyle, Cyril e così via. Quello che non uccide, fortifica, giusto?
Un bacione a chi ha messo "mi piace" alla storia, a Bijouttina, che ha recensito, e a Calliope S, elev e soulscript, che l'hanno inserita tra le seguite/preferite/ricordate.
Buona lettura!
 
Stolen kisses in the night
 
Faith, nonostante i ripetuti sforzi di autocontrollo, stentava a contenere l'emozione: non le pareva vero che il suo amico stesse per sposarsi. Provava un insieme di sensazioni mal definibili: era felice che lui fosse felice, ma allo stesso tempo sorpresa e un po' spaventata; non aveva mai pensato a Jack Wilkinson (per gli amici Jack O'Lantern, dato che era nato il trentuno di ottobre) come a un tipo da matrimonio e famiglia, invece eccolo lì, in piedi davanti all'altare, raggiante come non mai.
Lo shock più grande lo ebbe nel vederlo, per la prima volta in assoluto da quando si conoscevano, senza gli onnipresenti occhiali da sole - suo marchio di fabbrica - la cui assenza le permise di ottenere una panoramica del volto scoperto di Jack: colore di capelli a parte (ma questo Faith non poteva saperlo, poiché che il suo amico aveva adottato, da prima che si conoscessero, la "capigliatura alla Andre Agassi"), non somigliava affatto alla madre - seduta in prima fila accanto al marito Duncan - doveva essere la copia del padre che non aveva mai conosciuto, l'uomo che aveva abbandonato senza rimpianti la donna che diceva di amare (incinta, per di più).
Il testimone dello sposo, teso al massimo, controllava nervosamente ogni trenta secondi che le fedi fossero al loro posto; esasperato, l'officiante gli suggerì di porle già sul cuscino che avrebbe portato all'altare al momento dello scambio degli anelli.
Dopo quella che a tutti parve un'eternità Brian comunicò che il momento tanto atteso era giunto; caracollò in chiesa quasi di corsa la "flower girl" - una bimba sui tre anni, rossa e lentigginosa, con  addosso un vestitino ricamato e un cappellino verde salvia ( deliziosi, almeno secondo Abigail, che sospirò rapita –Che amore di bambina!- pensando a quando avrebbe avuto i suoi piccoli Cartridge) - la quale percorse la navata gettandosi dietro petali gialli fino all'altare, dove si rovesciò sulla testa il resto del contenuto del cestino, facendo sorridere inteneriti gli adulti ( tipica reazione alla spontaneità dell'infanzia).
La marcia nuziale, intonata da una cornamusa, mise tutti a tacere. Decine di teste si girarono in direzione della porta per ammirare Allison andare incontro al futuro marito sotto braccio al padre, rubizzo e gioviale (merito delle due pinte di Guinness che aveva scolato dopo pranzo, sicuramente). Persino Faith, notoriamente romantica come una betoniera, sorrise con sincera gioia pensando che, forse, sposarsi non era poi un atto tanto sconsiderato e inutile; non l'avrebbe mai fatto, ma si ripromise di considerare con più rispetto chi aveva il coraggio di compiere un passo di tale portata.
Abigail le sussurrò all'orecchio, rapita –Com'è bella, sembra una principessa! Come si chiama quella della Disney... quella scozzese... coi suoi stessi capelli rossi e crespi... ah, sì: Merida! Uguale!
–Hai ragione! Però avresti potuto aspettare a dirmelo: mi sta scappando la ridarella e non sta bene sghignazzare all'ingresso della sposa! Comunque sta divinamente sul serio: l'abito le calza a pennello, troppi fronzoli non donano a chi è esile, e poi approvo in pieno la scelta di non indossare gioielli, l'avrebbero sotanto appesantita. Acqua e sapone è il suo look, decisamente!
Abigail annuì, alzandosi sulle punte per vederci meglio –Verissimo. Allison è semplice, non le starebbero bene gioielli elaborati, invece con soltanto la tiara a reggerle il velo è perfetta! E che tiara! Perle e... sono smeraldi, quelli?
–Abby, non si spettegola in chiesa!- la redarguì Ben, ponendo fine alla conversazione (per il momento).
 
***
 
Senza guardarsi in faccia i due sposi volsero i loro sguardi al padre di Allison, al che Abigail, interdetta, domandò in un sussurro –Embè? Non le alza il velo?
Faith alzò le spalle e Cyril spiegò loro, con irritante sicumera –Non può, non ancora. Secondo la tradizione gli occhi sono lo specchio dell'anima: gli sposi, dal momento della richiesta di matrimonio, non potranno guardarsi direttamente negli occhi fino a quando non saranno un'anima sola, ossia, tradotto in un inglese comprensibile, fino alla fine del rito, quando saranno ufficialmente marito e moglie!
Appena la musica cessò Mr. Murray unì le mani sinistre degli sposi, le racchiuse tra le proprie in una muta benedizione di quell'unione, infine le legò con due nastri, rosso e bianco. Gli sposi gli baciarono la mano a turno e l'uomo andò a sedersi di fianco alla moglie, già attrezzata con un fazzoletto resistente alle emozioni più lacrimevoli.
Kyle, annoiato, parve riacquistare interesse per ciò che stava accadendo intorno a lui grazie a quel gesto inaspettato, e commentò divertito –Il baciamano tra uomini! Fichissimo! Fa tanto film di mafia!
–Kyle! Una volta tanto potresti evitare di aprire la bocca per darle aria?- lo rimproverò Faith, dopodichè non potè aggiungere altro perchè il pastore li invitò a prendere i libretti per cantare un  inno, prima di dare inizio alla celebrazione vera e propria.
–Siamo qui riuniti, quest'oggi, per condividere la gioia dell'amore di due anime affini, Jack ed Allison, i quali hanno deciso di compiere, d'ora in poi, l'arduo cammino della vita insieme. So che è inutile, ma la prassi vuole che chieda se qualcuno è a conoscenza di validi motivi per cui non dovrei unire questi due giovani in matrimonio. Ebbene? Nessuno? Lo immaginavo, la loro felicità è evidente, traspare dai loro sguardi luminosi, dai loro sorrisi... e dal fatto che entrambi sono ancora qui- l'uditorio ridacchiò –E' bello vedervi numerosi, non soltanto perché la chiesa vuota mette tristezza, quanto perché l'appoggio di chi ci vuole bene è un importantissimo auspicio favorevole. Si pensa comunemente che il matrimonio celebri esclusivamente l'amore degli sposi, ma non è del tutto vero; esso è anche, se non soprattutto, una celebrazione di sentimenti puri e forti quali gli affetti familiari e l'amicizia. Se oggi siete qui ad ascoltare un vecchio barbuto invece che da qualche altra parte a spassarvela, è per amore. Un amore diverso da quello che lega Jack ed Allison, ma pur sempre amore, motivo per cui la felicità degli sposi si estende a voi, e viceversa: perché l'amore moltiplica, mai divide; unisce, mai separa- al segnale convenuto venne portato sull'altare un candelabro a tre bracci. I più giovani si domandarono come mai la candela centrale, la più grande, fosse spenta. –Possa il sentimento che vi unisce essere duraturo, forte e rigoglioso come un albero secolare che affonda le radici nella terra scura, immenso come il mare, ma mai in tempesta, e ardente e vigoroso come il fuoco... finché morte non vi separi.
–Secondo te dovremmo rispondere "Amen"?- chiese Kyle.
–Non mi sembra il caso. Adesso taci, voglio seguire la cerimonia, non ne ho mai vista una del genere!
Infastidita dall'ottusità del suo ragazzo, Faith assistette scocciata, a braccia conserte, al rituale delle candele: gli sposini presero ognuno una delle candele laterali e insieme accesero quella centrale, a simboleggiare la nuova famiglia appena nata.
–Da questo momento in avanti sarete una cosa sola. Due corpi, una sola anima, finché avrete vita.
Faith commentò –Non ho mai visto Jack sorridere con tanta dolcezza, di solito la sua è più una smorfia sarcastica!
Abigail, Ben e Kyle annuirono, mentre, nella fila davanti, Cyril espresse il proprio parere (non richiesto) –"Finché morte non vi separi", "Finché avrete vita"...  espressioni di pessimo gusto: parlare di morte a un matrimonio! Bah! Quando mi sposerò pretendo che mi si chieda: "vuoi accollarti questa tizia per il resto della tua vita?" E' molto meglio!
–Quando mai ti sposerai, tu? Non esiste donna con un trauma cerebrale abbastanza esteso da volerti intorno per il resto della sua vita!- sibilò perfidamente Faith, pentendosene quasi subito alla vista dell'espressione funerea di Cyril, ma non potè scusarsi perchè Abigail, incapace di trattenersi un secondo di più, cominciò a singhiozzare.
–Abby, che diamine! Avevi promesso che avresti resisito almeno fino allo scambio degli anelli! Nemmeno la madre della sposa ha ancora aperto i rubinetti!- la rimproverò aspramente Ben, sentendosi rispondere tra i singhiozzi –Lo so, Benny, ma è così romantico! Proprio non ce l'ho fatta a resistere!
Faith, anche lei emozionatissima - seppur con gli occhi asciutti - per evitare di scoppiare a ridere in faccia alla sua migliore amica dirottò la propria attenzione dapprima su Kyle, intento a giocherellare di nascosto col cellulare, quindi su Cyril, che la fulminò con un'occhiata assassina prima di porgere un fazzoletto a sua madre, la seconda a cedere alla commozione.
Lo scambio degli anelli e delle promesse fu più convenzionale, e, non appena venne pronunciato il fatidico "Vi dichiaro marito e moglie", Abigail e Faith si abbracciarono e squittirono saltellando –Che bello, sono sposati! Che bello, possiamo andare a mangiare! Che bello!
Ancora una volta, Cyril raffreddò il loro entusiasmo precisando –Sono sposati, ma non è ancora finita.
La notizia le sconvolse. Allibite, esalarono –Oh, no! Che altro c'è, adesso?
 
***
 
Finalmente, dopo le foto di rito e il tradizionale lancio delle pietre nello stagno poco lontano dalla chiesa (un atto che, secondo le credenze popolari, porta alla coppia la benedizione della terra e degli antenati), il nutrito gruppetto si recò al Daenham Castle per placare stomaci rumoreggianti e fauci assetate.
Faith, mentre il cerimoniere le scortava ai loro posti, chiese ad Abigail, che si comportava in modo strano (più del solito) dall’uscita dalla chiesa –Che ti prende? Ti fanno male gli occhi? Non c’è tutto questo sole!
Senza degnarla di uno sguardo, l’amica rispose –Non è dal sole che vanno protetti i miei occhi. Sai cosa si dice degli scozzesi, no? Ecco, gradirei che le uniche parti intime maschili che veda in vita mia siano quelle del mio Benny!
–Non sai cosa ti perdi, tesoro, ho intravisto certi tronchi di pino niente male… e una sequoia, se capisci cosa intendo- ridacchiò Demon, divertito dalla reazione scandalizzata di Abigail, che cacciò un urletto e si coprì gli occhi con le mani quando una folata di vento malandrina sollevò il kilt di un invitato in una sorta di rifacimento della scena del tombino in ‚A qualcuno piace caldo‘. Scrollò le spalle, si chinò verso Faith e replicò al suo muto rimprovero –Tranquilla, portano le mutande, ho controllato. Volevo solo fare uno scherzetto ad Abby „suora laica“ Venter: quella ragazza, perdonami la volgarità, ha un assoluto bisogno di essere trombata fin nelle viscere!
–Ti sconvolgerà saperlo, ma è lo stesso consiglio che ha dato a me Cyril.
–Beh, se ti fai qualche interventino per diventare Francis…
L’espressione allibita della Irving fu uno spettacolo impagabile: pochissime cose la scandalizzavano, e, per una volta, Demon aveva colto nel segno.
Gli assestò una gomitata nel costato e si sedette elegantemente al suo posto, tra Kyle e l’amichetta di Brian, Tiffany.
Annoiata dalla sua conversazione soporifera, sbadigliò senza timore di apparire maleducata e sorrise sorniona quando Demon ebbe a commentare malevolo –Ma Brian in che stagno l'ha pescata questa?
Scocciata, levò flebilmente il calice in direzione di Cyril, seduto a pochi tavoli di distanza; ricambiò. Tempo pochi secondi e la sua borsetta vibrò; ne estrasse il cellulare e lesse un sms, inviatole proprio da Cyril: "Che delusione: non avrei mai immaginato che Brian avrebbe ingaggiato una escort!"
"Stupido!", rispose, "E‘ una donna d’affari, come lui, amministratrice delegata di non so cosa…"
La replica di Cyril la fece ridere senza ritegno.
"Un’azienda produttrice di vibratori, senza dubbio!“
"Wollestonecraft, questa battutaccia di infima lega era troppo cinica persino per te!"
"L’importante è che tu abbia apprezzato, Irving. Sei piuttosto guardabile quando ridi. ;-)"
 
***
 
Terminato tra gli applausi (molti dei quali di cortesia) il discorso del testimone dello sposo, arrivarono in tavola gli antipasti. Faith espresse la sua opinione al riguardo gustandoli con calma, soffermandosi ad ogni boccone sulle caratteristiche organolettiche del cibo. Per una volta, si disse, poteva concedersi il lusso di non sentirsi in colpa mentre mangiava.
La quiete ebbe breve durata: Abigail, infatti, intavolò una conversazione con lei e Demon, approfittando dell’assenza di Tiffany, che ne costituiva l‘oggetto.
Kyle, parecchio divertito, esclamò –Senza offesa, Faith, sei davvero una ragazza intelligente e beneducata, ma sfatiamo un mito: ai maschi interessano solamente tre organi di una donna, e nessuna di essi è il cervello. Quanto al bon ton e tutte quelle cazzate lì, poi, potete ficcarvele su per il culo! E Abby… non me lo sarei mai aspettato da te, un colpo così basso: parlar male di Tiffany mentre non è presente, solo perchè sei invidiosa! Non si fa! Siete tutte invidiose, perchè lei è una strafiga e tutti , qui dentro, stiamo pensando che vorremmo farcela!
–A regola tu non potresti, o sbaglio?- commentò con voce flautata Cyril, che ignorò le occhiatacce dell’amico per rivolgere la sua attenzione unicamente a Faith, alla quale disse –Brian mi ha incaricato di riferirti che è tutto pronto. Se vuoi seguirmi...
–Scusatemi. Ci vediamo dopo- si congedò Faith per seguire Cyril, che le fece il verso –Sei così bon ton anche quando scopi, Irving? „Scusatemi, mi sto alzando da tavola, oddio scusate, ho bevuto l'acqua senza dare la corretta inclinazione al bicchiere, ommioddio scusatemi di nuovo, sto respirando troppo rumorosamente, che maleducata“! Quante volte chiedi inutilmente scusa in vita tua?
–Una persona beneducata si congeda scusandosi con chi sta lasciando, o chiedendo loro un retorico permesso, ma una sottospecie di unno come te non può comprendere queste finezze!
–Hai ragione, sei troppo raffinata per me. Fortuna che hai un gentiluomo del calibro di Riley al tuo fianco!- sibilò velenoso il biondo.
Faith ridacchiò –Se la metti su questo piano... mi obblighi ad ammettere che una sottospecie di unno forse è più educato di una scimmia antropomorfa!
–Leva il "forse", fidati- ribattè Cyril, che sembrava aver recuperato i suoi modi altezzosi.
–Ti ricordo che stai parlando del mio ragazzo, sono l’unica che può permettersi di criticarlo- obiettò Faith.
–E tu, che sei la sua ragazza, dovresti avere la decenza di non mostrarti divertita quando lo offendo io.
–Mi arrendo alla tua inattaccabile argomentazione- concluse Faith, voltandosi per raggiungere Brian. Prima che potesse entrare nella saletta sul retro, però, Cyril le sussurrò all’orecchio –Vorrei sfatare un mito sfatato: esistono uomini con la U maiuscola ai quali interessano quattro organi in una donna, e uno di essi è il cervello!
–Non ne ho mai dubitato- rispose la Irving, lo salutò con la mano e gli sbattè in faccia la porta.
Un quarto d’ora più tardi fu chiaro a tutti il genere di sorpresa che avevano organizzato.
Brian, facendo largo uso della sua presa sul pubblico, conquistò facilmente la loro attenzione.
–Sposini belli, oggi è il vostro giorno, non oseremmo mai rubarvi la scena… se non per un’ottima ragione. Gli Aluminia si riuniscono stanotte per dedicare un pezzo a Jack e Allison! Un applauso per loro- aspettò che lo scroscio di applausi terminasse –E uno alla vocalist più rettile che ci sia Faith!- la Irving uscì allo scoperto, rossa in viso, e si produsse in un mezzo inchino –Ah, e naturalmente un applausone a me, il chiatarrista migliore sulla piazza!
–Nonché il più modesto- scherzò Faith. –Piantala di pavoneggiarti e cominciamo!
 
***
 
La performance finì com’era cominciata: tra gli applausi.
Temendo che le gambe, rette dalla scarica di adrenalina, avrebbero ceduto, Faith corse a sedersi, lasciando volentieri il palco al gruppo di musica celtica ingaggiato per l’intrattenimento.
Spazzolate le portate principali (escluso il famigerato Haggis, piatto tipico scozzese a base di interiora di pecora) Faith rimase sola al tavolo, perchè molti dei pezzi suonati dalla band in attesa della torta erano lenti, ragion per cui la pista era stracolma di coppie più o meno giovani che danzavano o dondolavano avvinghiate sul posto, ma non le dispiacque: era una pessima ballerina, sua madre le ripeteva incessantemente - con ragione - che aveva la grazia di un elefante in cristalleria, e non era tipo da negare i suoi difetti, anzi, ne parlava con naturalezza o addirittura ci scherzava sopra; la pervase una gioia profonda quando due, ben due ragazzi ebbero il fegato di invitarla a ballare, anche se nessuno dei due, una volta testata la sua inabilità, le propose un bis.
Era indecisa se rifugiarsi nella penombra del parco, oppure andare al bar e scolarsi un bicchiere di scotch, quando la presa salda - quasi possessiva - di una mano che riconobbe all’istante la fece sobbalzare.
–Cielo, Wollestonecraft, mi hai fatto prendere un colpo!
–Mi dispiace, non volevo. Ehm, allora, Irving, come… come va?
"Oh, signore. Detesto i convenevoli! E mi tocca pure rispondergli, che palle!"
–Bene, grazie. Tu? Non balli? Credevo che tutte le donne dotate di occhi in sala avrebbero fatto a gara per volteggiare con Riccioli d'Oro!
Con sua enorme sorpresa Cyril non replicò con sarcasmo, anzi, avvampò e balbettò –No, io… io non ballo, Irving.
–Ai matrimoni unni forse non si usa, ma in quelli inglesi si balla, Wollestonecraft.
–Tu non capisci. Io non ballo. Mai. Non... non ne sono capace, ok? Ho la coordinazione neuromuscolare di un macaco decerebrato. Hai presente l'espressione "rigido come un pezzo di legno"? E' il mio ritratto!
Faith ridacchiò prima di ammettere –E tu hai presente l'espressione "aggraziata come un elefante in cristalleria?" E' il mio, di ritratto!
Fu il turno di Cyril di ridere di cuore. Appena si fu calmato, buttò lì con studiata naturalezza –Peccato. Avrei voluto provare a vedere se ballando con te il pezzo di legno si sarebbe trasformato in un burattino snodato.
–Oh!- esclamò Faith, presa in contropiede. –Oh… ecco... io... grazie. Mi farebbe piacere, ma stavo giusto andando a prendere una boccata d'aria, sono ore che siamo al chiuso.
–Irving, Irving, non offendere la mia intelligenza con bugie da due pence. L’accesso sul parco è dall’altra parte, di qui si raggiunge il piano di sopra. Vuoi imbucarti all’altro matrimonio?- sibilò Cyril, per poi aggiungere, determinato a coinvolgerla nella folle idea che gli era balenata in mente –Ovviamente no! Cosa vado a pensare? Sei troppo perfettina per cazzate del genere!
–Se per "perfettina" intendi "con la testa al posto giusto, cioè sul collo", allora sì, sono la regina delle perfettine! Mi dici che senso avrebbe imbucarci a una festa? A meno che tu non sia uno di quei masochisti che gode nell’essere umiliato, perché si accorgerebbero subito che non siamo dei loro e ci caccerebbero a calci in culo, poco ma sicuro!
–Non c’era bisogno di tutta questa filippica per farmi capire che te la fai sotto, Irving.
Pungolata nell’orgoglio, Faith fece inconsciamente il gioco di Cyril.
–Io non me la faccio sotto!- sbraitò, gesticolando animatamente, prima di aprire la porta che dava sulle scale e inizare a salirle.
A Cyril non rimase che annuire, con un guizzo diabolico nello sguardo, e starle dietro.
–Avrai bisogno di una guardia del corpo, in mezzo a quegli sconosciuti- rispose quando lei gli chiese come mai la stesse seguendo.
Quell’affermazione suscitò le sue grasse risate.
–Tu… proteggere me? E‘ più probabile il contrario, Wollestonecraft: sono il doppio di te!
–Ehm… beh… vero anche questo. Ora possiamo muoverci, prima di attirare l’attenzione?
Faith rispose affermativamente e riprese la salita senza voltarsi indietro.
 
***
 
La strana coppia si dimenava al ritmo convulso della musica elettronica, che entrambi disprezzavano, ma che in quel momento induceva le loro membra a muoversi come un serpente al suono del flauto dell’incantatore.
–Forse avremmo fatto meglio a riempire d'aria fresca i polmoni passeggiando nel parco del castello: qui dentro si soffoca!
–Perché, fuori no?- replicò Cyril, allentandosi il nodo della cravatta. –Saremmo inciampati a ogni passo in coppiette in amore, sai che imbarazzo? Meglio restare qui a farci deridere per come balliamo!
–Spiacente di disilluderti: spostare il peso da un piede all’altro non rientra nella definizione di ballare- ribatté Faith, gettandogli le braccia al collo, e per un pò rimasero in silenzio a oscillare sul posto, muovendo i piedi di tanto in tanto. Dopo quella che a entrambi parve un’eternità, la musica cessò, e la ragazza aggiunse, titubante –Ehm… che ne diresti di tornare di sotto? Siamo stati fortunati, finora, ma a tirare troppo la corda si spezza. Evitiamo una figura di merda epocale.
–Ma dai, non siamo qui da tanto!
–Ah, no? Da quanto?
Cyril ammiccò verso di lei e rispose, con voce suadente –Potrei dire che quando mi trovo in tua compagnia il tempo per me si ferma…
–Non ti conviene: ti ho visto guardare l’orologio non più di un minuto fa!
–Non ti sfugge niente, eh? Ok, siamo qui da quaranta minuti. Probabilmente abbiamo perso qualche momento imbarazzante di Kyle e Brian, i secondi e, se siamo particolarmente sfigati, il carrello dei dolci. E allora? A me non importa!
–A me sì, però! Cazzo!- soffiò Faith, puntando i piedi come una bimba che si vede negare il giocattolo tanto bramato. –Secondo te perché mi sorbisco per intero un matrimonio? Io vivo per il carrello dei dolci!
L’altro curvò le labbra in un sorrisetto di scherno, la afferrò per i fianchi generosi e, stringendo tra le dita le rotondità, ridacchiò –Questo spiega tutto!
Senza degnarlo di una parola, Faith fece ritorno alla sala del ricevimento di Jack ed Allison, dove recuperò la borsa e, appurato che mancava un quarto d’ora (minuto più, minuto meno)  al suo amato carrello dei dolci, marciò verso il parco, tallonata da Cyril.
Ritenendo scortese da parte sua non aprire bocca (dopo aver tentato in ogni modo possibile di liberarsi di lui), riesumò una parvenza di conversazione.
–Allora, ti, ehm, sono piaciute le portate?
–Abbastanza. I crostini di carne erano deliziosi, ma l’Haggis non l’ho toccato, non mangio interiora animali. Tu? Mi sorprende non abbia vomitato, il tuo ragazzo ha veramente dato spettacolo!
–Infatti ho piluccato, più che mangiare: ho rischiato di farmi andare tutti i piatti di traverso, mi disgustavano… Kyle e quella troia, naturalmente, non i piatti.
–L'avevo capito. Certo che è veramente uno stronzo.
–Non è uno dei tuoi migliori amici?
–Ti è mai successo di pensare  "Fottiti, bizzoca di merda“ della Venter? Eppure è la tua migliore amica. Semplicemente… capita. E‘ mio amico, non il mio fidanzato, non sono ignaro dei suoi difetti.
–Lui... non si rende conto che le persone provano sentimenti, credo.
–Stronzo e insensibile.
–Trovami un maschio etero sensibile. Anzi, no: trovami un maschio sensibile; se penso alle merde umane che hanno fatto soffrire Demon…
–Dipende da cosa intendi per sensibilità: se per te è piagnucolare per ogni cazzata smielata, allora no, se invece è avere una minima capacitò di immedesimarsi negli altri, allora ce ne sono. Pochi, forse, ma ce ne sono.
–Kyle di sicuro non è tra questi. Ma non è neanche colpa sua, è fatto così- sospirò Faith, adagiando la testa sulla spalla di Cyril, che non protestò, lasciò scivolare una mano lungo il fianco e la strinse a sè.
–Allora è fatto male.
–Non l’ho negato: ho detto che è fatto così, non che fa bene a fare quello che fa- ribatté Faith, sopprimendo a fatica uno sbadiglio, segno che aveva alzato un po‘ troppo il gomito: a differenza di altri, che da sbronzi diventavano iperattivi, lei si spegneva. Se non fosse stata attenta alla salute del suo fegato e dei suoi neuroni, avrebbe potuto benissimo usare l’etanolo come antidoto all’insonnia pre-esame!
–Allora perché ci stai insieme?- domandò un perplesso Cyril: non si capacitava di come una ragazza tanto intelligente avesse potuto perdere la testa per una persona così superficiale.
–A parte la "tartaruga magica" e il sesso da urlo, intendi?- replicò la Irving con una smorfia maliziosa. –Potrei risponderti che sono gli unici motivi, ma credo meriti di sapere la verità, visto che in parte è colpa tua se il mio cervellino contorto ragiona in questo modo: perché non mollo Kyle, dato che il nostro è un rapporto meramente fisico, nato morto, che si trascina per inerzia? Elementare, Wollestonecraft:  almeno per il momento, non ho speranze di trovare di meglio. Per la precisione: non penso che il „meglio“ potrebbe mai volermi, quindi perché cercare?
Forse a causa del senso di colpa latente, forse dell’atmosfera romantica del parco, oppure, chissà, del fatto che Faith, al chiaro di luna, fosse davvero carina, Cyril perse la testa e la baciò d’istinto, cogliendola totalmente di sorpresa.
Lei non si staccò immediatamente, anzi, si beò di quel bacio inaspettato finché la ragione non prevalse sui cosiddetti bassi istinti, rammentandole a chi appartenevano quelle labbra morbide e piene.
–Sei impazzito?- ruggì, spingendolo via. –Tu… tu… tu…
–Complimenti, l’imitazione del telefono occupato ti riesce benissimo- ironizzò lui, arricciando il naso. –Scherzi a parte: che ti prende? N-Non stavo andando male, vero?
In circostanze diverse avrebbe riso a crepapelle per un’uscita del genere, ma in quella particolare occasione  vinse la rabbia.
–Mi prende che ho una dignità, e non la getterò nel cesso per due bacetti scadenti con uno che mi disprezza!
Punto nell’orgoglio, Riccioli d’Oro contrattaccò.
–Da che pulpito: non ti liberi di Kyle soltanto per avere qualcuno con cui fare „ginnastica da camera“! Come osi parlarmi di dignità?
Lo schiaffo risuonò nella notte, talmente forte da spaventare le coppiette più vicine, che fuggirono veloci come lepri nella stagione di caccia.
–Invece di darmi addosso, fatti un esame di coscienza: se la mia autostima è ventimila leghe sotto i mari lo devo anche, se non soprattutto, a te. Per tre anni mi hai dato il tormento. Tre fottutissimi anni! Oltretutto i primi anni dell'adolescenza, quando ero più fragile! Maledetto il giorno che ti ho rincontrato!
–E quello in cui mi hai incontrato?
–Quello rientra nei ricordi selettivamente rimossi. E‘ sepolto nelle viscere del mio ippocampo per non riemergerne più- celiò in tono falsamente zuccheroso Faith. –Avanti, rientriamo, muoio dalla voglia di gustare qualcosa di dolce!
Nella mente di Cyril balenò una replica volgare (o proposta indecente, a seconda dei punti di vista) riguardante il dolce contenuto nei suoi slip, ma ebbe il buon senso di tenersela per sè. Rimase fermo, immobile, con la schiena contro un albero finché la figura curvilinea della Irving non sparì inghiottita dalle luci della sala.
 
***
 
La festa sarebbe terminata all‘alba, se il richiamo seducente di Morfeo non avesse esercitato il suo potere sui festaioli più irriducibili. Augurate felicità e prosperità agli sposi, e ridacchiato ai classici commenti allusivi sulla luna di miele, gli ospiti tornarono a casa, dove l’allegro chiacchiericcio delle signore - esclusa Faith, prostrata dall’emicrania - venne soppiantato da occhiatacce e sbadigli degli uomini, desiderosi di silenzio e di un incontro ravvicinato col materasso.
Non aveva posato la testa sul cuscino che sentì bussare alla porta della sua stanza; imprecando sottovoce andò ad aprire e si trovò davanti… Cyril, che la sorprese per la seconda volta, quella notte, tappandole la bocca con la sua.
–Ti hanno drogato, non c’è altra spiegazione!- esclamò, massaggiandosi la regione frontale, che le doleva.
–Sono d’accordo- annuì il biondo. –Speravo che togliendomi lo sfizio sarebbe passata, invece…
Irata, lo afferrò per le orecchie e sibilò –Non ti picchio a sangue per rispetto ai tuoi nonni, miei ospiti, ma ti assicuro che i miei muscoli fremono al pensiero di torcerti il collo e dilaniarti le carni!
–Hai visto troppi film dell’orrore, Irving- gnaulò Cyril, agitandosi nel tentativo di divincolarsi. –Ho preferito la sincerità: se avessi blaterato di trovarti all’improvviso una strafiga mi avresti riso in faccia, spedito al manicomio o che so io!- poi aggiunse, per evitare ritorsioni ai danni di parti delicate del suo corpo –Non nego che in giro si vede di molto, ma molto, ma molto peggio, però si vede pure di meglio, per questo non capisco come mai ho tanta voglia di…
–Toglierti uno sfizio?- ringhiò lei, avvicinando pericolosamente un ginocchio alla pelvi di Cyril, che deglutì a vuoto, terrorizzato: conoscendola, non avrebbe avuto remore a trasformarlo in un eunuco.
–Capire cosa ci trova Kyle in te, così potrò mettermi l’anima in pace. Sono sulla buona strada, sai? Se fai sesso come baci…
–Ehm… lo prendo per un complimento, perciò grazie- pigolò lei, scrutandolo con aria perplessa. –Ora, se non ti dispiace, vorrei aspettare che l’aspirina agisca comodamente avvol… la smetti di baciarmi a tradimento?
–Niente funziona contro il mal di testa meglio delle endorfine, Irving, e come si producono le endorfine in due?
Sconcertata, Faith soffiò –Scordatelo! Ti pare che mi umilierei facendolo con chi considera sprecato ogni attimo in cui non mi affossa l’autostima? Ho…
–Una dignità, sì. Perché, io no?- osservò Cyril, giocherellando con l’elastico del pezzo inferiore del pigiama. –Ma se non ci vede nessuno sarà solo il nostro piccolo, sporco segreto.
–Che custodiresti gelosamente, in attesa della prima occasione per usarlo contro di me. Buona sì, scema no, Wollestonecraft- cinguettò la Irving, rivolgendogli uno sguardo enigmatico. –Conosco la morale elastica di Kyle: un’oretta di pomicio libero può perdonarmela, le corna full optional…
–E‘ un sì?
–Non sei l’unico a volersi concedere qualche sfizio… con misura, ovvio- gli sussurrò all’orecchio mentre chiudeva la porta della stanza che divideva con Abigail.
Lui parve rifletterci un attimo, prima di sospirare –Chi si accontenta gode, e io voglio godermela. Seguimi, in soffitta non rischiamo di svegliare o incrociare nessuno e c’è un vecchio divano comodissimo!
 
 
 
Quattro mesi dopo….
–Ho sonno- sbadigliò Kyle, riemergendo da una pila di appunti.
–Dormi- rispose Cyril da dietro una pila altrettanto alta: gli esami erano ancora lontani, ma i due stavano scontando due settimane di nullafacenza trascorse a folleggiare a Istanbul.
–Stronzo- sbuffò Kyle, coprendosi il capo con un quaderno aperto.
–Tu di più- replicò Cyril senza scomporsi, assorbito dalla indispensabile operazione di sottolineare il materiale di studio secondo il suo rigido codice di priorità: in verde le parti da studiare, ma non approfondire, in giallo i concetti spiegati dai professori, ma integrati con altre fonti, in rosa le parti incomprensibili e (probabilmente per questo motivo) più spesso chieste agli esami. Come riuscisse a non impazzire, era un mistero. –Hanno bussato, alza le chiappe e vai ad aprire.
–Alzati tu, principino di ‘sto cazzo!- sbottò Kyle, irritato dall’atteggiamento altezzoso dell’amico.
Piegato dalle insistenze dell’altro, Cyril si arrese e, con passo strascicato, si diresse alla porta. L’espressione che si dipinse sul suo volto non appena posò gli occhi sulla visita inattesa non si può descrivere.
–I-Irving?
–Bello sapere che nonostante due settimane di baldoria in Turchia ricordi il mio cognome, Wollestonecraft. Non ci dormivo la notte!
–Davvero?- le chiese lui, che invece ai baci roventi e le carezze spinte che si erano regalati sul divano nella soffitta dei suoi nonni aveva pensato parecchio, sebbene fosse stato capace di non lasciar trapelare nulla con gli amici, men che mai Kyle. Non la vedeva da allora, il che gli aveva procurato un misto equilibrato di sollievo ( per non aver tradito del tutto un amico) e vuoto (volente o nolente, la Irving avrebbe sempre occupato un posticino speciale nel suo cuore, che lo ammettesse o meno). Averla davanti, fasciata da un vestito palesemente nuovo e altrettanto palesemente adatto al suo fisico, gli fece seccare la bocca all’istante.
–Naturalmente… no! Posso entrare? Devo dare il bentornato al mio ragazzo.
–La mia rettilona sexy! Ti sono mancato?- chiocciò l’interessato, palpeggiandola spudoratamente.
–La tartaruga che parla, canta e fa magie da morire, tu nemmeno un po‘- rispose lei con scioccante onestà, al limite della brutalità.
–Questa linguaccia biforcuta un giorno ti metterà nei guai- asserì Kyle, scuotendo la testa. –Sei stata un tesoro a venire a salutarmi.
–Ho un secondo fine: so che sei allergico alle mostre, ma al parco qui vicino espongono le installazioni di Krzysztof Wodiczko, e la mia vena romantica si illude che tu possa tollerare un tuffo nell’arte contemporanea, anche se la consideri spazzatura pagata a peso d’oro.
Kyle impallidì, avvampò, si guardò intorno in cerca di vie di fuga, infine assunse una tinta verde-giallastra alquanto inquietante; era chiaro che si sentiva tra due fuochi: l’odio profondo per quell’ammasso di inutilità incomprensibili che per lui era l’arte e la prospettiva che Faith lo ringraziasse del sacrificio come piaceva a lui.
L’idea di pretendere una ricompensa in natura per la rottura perse.
–Riccioli d’Oro!- trillò, arpionandolo per le spalle. –Sbaglio, o giusto ieri avevi espresso con Benny il desiderio di vedere le opere di questo Wosisky?
–Wodiczko- lo corresse l’amico, prima di realizzare che si era messo in trappola con le sue stesse mani.
–Grande! Potete andarci voi due, allora!
Imbarazzati, balbettarono in coro –K-Kyle, n-non credo s-sia il c-caso…
–Oh, avanti, non fatevi pregare!- gnaulò. –E‘ la soluzione ideale: io posso studiare in pace, Ricciolino, qui, si distrae un pochino e tu avrai al tuo fianco qualcuno con cui discutere, non un pappagallo che si finge interessato e annuisce senza capirci un’acca. Sono sicuro che vi divertirete un sacco insieme!
–Su questo non c'è dubbio- masticarono Cyril e Faith tra i denti, scambiandosi un’occhiata densa di significato.
Secondo un tacito accordo, nessuno toccò l’argomento "matrimonio e affini"; rimasero su terreno neutrale, commentando ogni tanto le opere più degne di nota. All’incirca due ore dopo, lasciarono il parco e camminarono senza guardarsi nè parlarsi finché Cyril, che la stava seguendo pedissequamente, senza riflettere su dove lo portavano i piedi, si accorse  di quale direzione avevano preso.
–Irving, o il tuo senso dell’orientamento ha bisogno di una revisione, oppure… mi stai portando al tuo appartamento.
La sua risposta fu un’alzata di spalla e il fintamente innocente –Mi va di togliermi uno sfizio.
–U-uno… sfizio?
–Oh, sì, uno che soltanto tu puoi aiutarmi a togliere- miagolò, decisa a divertirsi a sue spese. –Sai, ho un certo appetito…
–A-Appetito?- esalò Cyril, facendosi aria con le mani per darsi sollievo dal caldo improvviso che lo stava assalendo.
–Kyle non mangia piccante, mi accompagni dal messicano?
–V-Vuoi… mangiare? Il tuo appetito… parte dallo stomaco?
–Sai com’è, a ora di cena… tu non hai fame? Hanno aperto un ristorantino adorabile nel palazzo accanto al mio, dobbiamo assolutamente provarlo!
–Dobbiamo- allibito (e, in fondo, deluso), Cyril accondiscese alla richiesta ma, prima di entrare nel ristorante, esalò, colpendosi la fronte col pugno –Dannata Irving! Sarai la mia rovina, me lo sento!
 
Note dell’autrice:
Eccoci giunti alla fine di questo breve viaggio nel passato di Faith e Cyril. Spero vi abbia aiutato a conoscere meglio la nostra doc e, perché no, strappato qualche sorriso e/o risata.
Col senno di poi, chi lo conosce non avrà faticato a detestarlo, mentre mi interesserebbero le opinioni di chi ancora non lo conosce da altre mie storie. Cosa ne pensate di lui? E di Faith “da giovane“?
L’artista dal nome impronunciabile esiste davvero, ho voluto inserirne uno assurdo che solo dei veri intenditori - quali, appunto, Faith e Cyril - potessero conoscere, e l'ippocampo è una porzione dell'encefalo che presiede alla memoria a lungo termine.
A proposito di Cyril… poveretto! Sul finale mi ha quasi (sottolineo il quasi) fatto pena: è rimasto a bocca asciutta! Si aspettava che l’appetito di Faith partisse da più in basso dello stomaco, invece…
Certo che pure Kyle: mai affidare la propria ragazza ad un amico, per quanto fidato lo si creda (specialmente se single)!
Grazie per essere arrivati fino a qui, e grazie di cuore a chi, nonostante sia ormai conclusa, continua a leggere e seguire/ricordare/preferire la mia "Dr. Irving, M.D."! :-*
Serpentina
 
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Serpentina