Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Sapphire_    28/07/2015    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Akashi Seijuro, nonostante avesse a malapena tredici anni, era un tipo che incuteva abbastanza timore.
Saranno stati i suoi occhi – bicromatici, uno rosso e l’altro dorato – oppure quell’aria di superiorità che sembrava intrinseca in lui.
[...]
A lui non importava essere simpatico a chiunque. Il suo unico obbiettivo era vincere. Ed era la cosa che gli riusciva meglio, oltretutto.
[...]
Quello che colpì maggiormente Akashi però non era la figura in sé, ma il fatto che nessuno lo vedesse. Sembrava invisibile: nessuno lo notava, gli si fermava accanto, gli parlava. Sembrava che fosse solo un’ombra.
Ancora prima che ne fosse consapevole, quel ragazzo era diventata la sua nuova preda."
***
Salve a tutti! Questa mini long l'ho scritta più di un anno fa, quando ancora KnB era in corso e le cose che si sapevano su Akashi erano molto meno. In ogni caso, oggi ho deciso di pubblicarla, giusto per condividere questa cosuccia con voi. Spero che l'introduzione vi abbia incuriosito, in questo caso: buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Seijuro Akashi, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~Hunting


[Second year]

~Caccia

Il tempo era passato in fretta, pensava Akashi, mentre si asciugava il sudore con un asciugamano e fissava distratto il campo da basket che si stava man mano svuotando.
Gli sembrava ieri la prima volta che aveva avvistato Kuroko e l’aveva fatto astutamente entrare nella prima squadra; ed era fiero del fatto che si fosse scoperta una scelta giusta: Tetsuya si era rivelato un abile esecutore di passaggi veloci e mirati, con la giusta potenza e invisibilità che lo portava a non essere notato dagli avversari.
In poche parole, Akashi era soddisfatto del proprio lavoro.
Si sedette in panchina, afferrando una bottiglietta d’acqua posta accanto a lui e sorseggiando il liquido rinfrescante.
Rimase così per quelli che gli parvero pochi istanti, ma furono invece più di dieci minuti; in quest’arco di tempo il campo si svuotò lasciando solo un’assordante silenzio.
Akashi si stupì nel constatare che ci fosse un’altra persona, oltre a lui, che non sembrava intenzionata ad andarsene: Kuroko Tetsuya, in un bagno di sudore, era intento a collezionare fallimenti mentre tentava di far entrare la palla nel canestro.
Akashi ridacchiò appurando che, nonostante la sua straordinaria abilità nei passaggi, rimaneva sempre un totale incapace nei semplici canestri, persino con un solo metro di distanza e senza avversari a fargli da blocco.
Il rosso rimase ancora seduto, facendo dondolare la bottiglietta tenendola dal tappo e fissando con occhi imperscrutabili il ragazzino che continuava a tentare senza sosta.
Si morse un labbro, concentrato su Kuroko.
Non aveva scordato la sua caccia. Continuava da un anno ormai perché, sebbene fosse riuscito nel proprio obbiettivo di farlo entrare nei titolari della prima squadra, era consapevole che il gioco non fosse ancora terminato.
Ma il fatto era che non voleva farlo finire perché si divertiva
un mondo.
Ridacchiò.
Come se non si fosse accorto che Tetsuya provasse un po’ di timore nei suoi confronti!
Doveva ammetterlo, ci aveva messo un po’ a notare questo particolare – quel moccioso era così indecifrabile, certe volte!
Ma alla fine l’aveva notata – sì, quella strana ombra che si faceva strada negli occhi di Kuroko quando Akashi gli si avvicinava e gli parlava.
E quanto si divertiva, in quei momenti. Amava metterlo in soggezione con un semplice sguardo dei suoi occhi differenti, con un semplice ghigno divertito o una frase lanciata per caso.
Stava giocando con la sua preda, ne era consapevole, ma era
così divertente!
Fece un sorriso poco rassicurante, poggiando la bottiglietta e alzandosi. Fissò ancora Kuroko tentare di centrare il canestro, guardandolo mentre teneva fra le mani la palla di cuoio, prendeva la mira e la lanciava – ed essa ruotò nel canestro, per poi cadere senza entrarci e rimbalzando sul parquet lucido.
Appena il tonfo riempì le orecchie di Akashi, decise però che per quella volta se ne sarebbe stato buono: quella sera era una piccola tregua, ma la caccia era ancora in corso e le trappole in ogni angolo.
Avrebbe aspettato il momento in cui Tetsuya fosse caduto in una di esse e in quel caso lui sarebbe stato lì, pronto a raccogliere il frutto dei suoi sforzi.

[Attento, Akashi-kun.
Accidentalmente, potresti finire in una delle tue stesse tagliole.]

***

La pausa pranzo era suonata da soli dieci minuti e Akashi si trovava in quel momento in compagnia dei suoi compagni di basket – Midorima, Murasakibara, Aomine, Kuroko e Kise.
Quest’ultimo era il nuovo acquisto di quell’anno: giocava da poco, eppure sembrava già straordinariamente portato per il basket: alto e veloce, imparava subito quello che gli veniva mostrato e questo l’aveva portato a essere ammesso ben presto in prima squadra, dove per il momento avrebbe fatto da riserva.
Ma Kise l’aveva distratto solo momentaneamente dalla sua preda e non gli aveva fatto scordare che la caccia era ancora aperta. E tutto poteva ancora succedere.

Fissava Kuroko chiacchierare e ridere con Aomine, mentre sorseggiava il suo solito milk-shake alla vaniglia; il suo preferito, aveva capito Akashi da ormai tanto tempo.
Ma non gli importava di certo la bevanda preferita del ragazzino: in quel momento stava covando rabbia al suo interno, mascherata con pacata indolenza; il suo obbiettivo era schiacciare sotto la sua scarpa quell’idiota di Aomine Daiki che altro non era che un ostacolo.
Ostacolo particolarmente ostico
, pensò Akashi, con un piccolo gioco di parole involontario.
Aveva notato – niente sfuggiva ai suoi occhi – la preferenza che Tetsuya provava per il giovane Aomine, la stella della squadra. E questo non aveva fatto altro che irritarlo e fargli triplicare la sessione di allenamenti di quei giorni. Una sorta di ripicca – già, si stava comportando come un bambino, notò.
Diede un morso al suo snack – non propriamente salutare, ma non gli importò – mentre fissava con aria pericolosa Aomine.
All’ennesima risata di Kuroko, fece la cosa più infantile e per cui, in seguito, si sarebbe dato del coglione da solo.
«Aomine, va’ a prendermi una bottiglietta d’acqua» la sua voce risuonò con una nota di fastidio.
Non era tipo da dare ordini continuamente ma voleva vederlo sparire per un po’, almeno il tempo di calmarsi ed evitare di ucciderlo con una limetta – Midorima ne aveva giusto una, in quel momento: era il portafortuna del giorno.
Gli unici che lo sentirono furono proprio Aomine e Kuroko, in quanto gli altri tre erano spostati un po’ più al lato parlando di tattiche di basket – perlomeno Midorima e Kise, dato che Murasakibara era troppo concentrato sui propri dolci.
«Eh?!» esclamò seccato Aomine, guardandolo con “non ho la minima intenzione di alzarti, vai e prenditela da solo l’acqua, idiota” stampato in faccia.
Ma la replica ebbe vita breve, poiché lo sguardo di Akashi – lo sguardo di un folle, avrebbe pensato qualcuno – fece morire la frase sul nascere. Aomine si alzò annoiato, sbuffando e, senza dire niente, andò a prendere l’acqua come gli era stato chiesto –
ordinato.
Senza Aomine, Kuroko sembrò come spegnersi e non fece fiato, dedicando la sua attenzione al milk-shake e non rivolgendo un solo sguardo al capitano.
Inconsciamente Akashi strinse la barretta, la quale si spezzò fra le sue dita, e socchiuse gli occhi, irritato.
Perché? Perché fa così?!
, pensava rabbioso.
«Tu e Daiki siete molto amici» disse con tono secco, attirando l’attenzione di Tetsuya.
«Già» fu il laconico commento dell’altro.
Senza preavviso, il rosso si alzò di scatto attirando anche l’attenzione degli altri compagni di squadra, i quali però, dopo la sua occhiata gelida, ritornarono alla propria conversazione.
Si avvicinò a Kuroko, allungando una mano e prendendogli fra le dite delle ciocche di capelli.
«Tieniti lontano da lui. È un ordine. E non ti conviene contraddirmi» disse con aria mortale, rivelando una parte delle proprie carte.
«Ti pregherei di allontanarti, Akashi-kun» rispose Kuroko, impassibile.
Il rosso fece una smorfia, afferrando per i capelli il ragazzino e chinandosi sul suo viso.
«Non permetto che altre persone tocchino la mia preda, hai capito?» lo spostò poi con malagrazia all’indietro, sollevandosi anche lui.
Poi se ne andò in silenzio, ignorando le occhiate incuriosite di Midorima, Murasakibara e Kise, ma desiderando quelle di Kuroko, il quale aveva abbassato lo sguardo con aria vuota.
Dimentico dell’acqua, dello snack e delle chiacchiere futili degli altri tre, si diresse in palestra, porto sicuro e di sfogo.

[Avanti Akashi-kun.
È come chiedere a un coniglio di stare lontano dalla sua tana.
Mi deludi, se pensi che lo farà.]

***

Il display al limite del campo segnava con caratteri luminosi che mancavano unicamente tre minuti alla fine dell'ultimo quarto, che avrebbe così determinato la fine della partita. Affianco al tempo vi erano i punteggi delle due squadre, completamente agli antipodi e che non facevano sorgere il minimo dubbio su chi sarebbe stato il vincitore.
Sotto il nome “Teikou” i caratteri allegri del numero 124 spiccavano a decreto dell’indiscussa vittoria della squadra di quella scuola, mentre il numero 43, sotto il nome “Waseda”, pareva invece quasi triste e meno brillante dell'altro.
Akashi si muoveva facilmente tra gli avversari, giungendo davanti al canestro e prendendo la palla passatagli da Murasakibara, saltando e aggiungendo così altri due punti al loro già alto punteggio.
Riprese fiato, non però particolarmente stanco o sudato, ma non aspettò più di qualche secondo e riprese a correre per il campo, tenendo d’occhio la palla che era stata presa dalla squadra avversaria.
Il ragazzo che l’aveva però si ritrovò improvvisamente a palleggiare il nulla, poiché la palla gli era sparita da sotto il naso; quando comprese chi fosse stato, era già tardi.
Kuroko, rapido e invisibile come al solito, aveva rubato la palla per poi passarla ad Aomine, che, senza tanti preamboli, aveva superato gli avversari e aveva fatto altri due punti.
Il display segnò gli ultimi sessanta secondi della partita mentre la palla veniva data a Midorima che terminava il gioco con un tiro da tre punti sulla sirena.
Il pubblico esplose in applausi mentre la squadra del Teikou esultava soddisfatta; Akashi sorrise compiaciuto, avvicinandosi al centro campo per il saluto finale.
Le parole “grazie per la bella partita” risuonavano tristi nelle bocche degli avversari, mentre l’altra squadra rideva per la vittoria.
Senza dire una parola, Murasakibara e Midorima si diressero verso gli spogliatoi, sorbendosi l’insoddisfazione di Kise che avrebbe voluto giocare anche l’ultimo quarto al posto di Kuroko; vennero seguiti da Aomine e Tetsuya che, sotto lo sguardo gelido di Akashi, si scambiavano un pugno amichevole – loro gesto fraterno che era diventato quasi un rito.
Il rosso, fino a poco prima soddisfatto per la vittoria, si smontò in pochi attimi, raggiungendo lo spogliatoio dietro ai due e limitandosi a sedere sulla panchina per riposarsi invece che correre a farsi una doccia.
Vide i compagni dirigersi verso i box, compreso Kuroko, ma Akashi lo trattenne.
«Tetsuya, aspetta un attimo»
Gli altri lo guardarono incuriositi, ma senza porsi troppe domande andarono nelle docce per levarsi il sudore di dosso; non si accorsero di aver appena lasciato un agnellino nella tana del lupo.
«Sì, Akashi-kun?» domandò Kuroko cortese, con la solita espressione indifferente che impediva agli altri di comprendere cosa stesse pensando.
«Hai giocato bene oggi. Bravo» disse Akashi a bassa voce. Kuroko sembrò rimanere per un attimo interdetto, ma si riprese subito.
«Grazie, Akashi-kun»
Seijuro rimase ancora zitto, facendo intendere all’altro di poter andare, ma appena Kuroko voltò le spalle Akashi riprese la parola.
«Scappi?» domandò con voce soffice. Tetsuya si immobilizzò, in silenzio; poi si girò, evitando lo sguardo del rosso, il quale ghignò: Kuroko fissava sempre le persone quando parlava e se non lo faceva era perché si trovava in difficoltà.
«No, Akashi-kun. Vorrei solo andare a farmi una doccia» rispose.
Seijuro si cullò nel suono del proprio nome pronunciato dall’altro: trovava carino che Kuroko ripetesse di continuo il suo nome, quando gli parlava.
«Perché non mi fai un po’ di compagnia? Aspettiamo che gli altri finiscano» disse con tono casuale, facendo cenno di sedersi affianco a lui. Senza proferire sillaba, Tetsuya fece come gli era stato ordinato.
Non era un tipo che veniva sottomesso facilmente, ma con Akashi sembrava diventare un pezzo di plastilina tra le sue mani.
Il silenzio intercorse ancora tra i due, venendo rotto di tanto in tanto solo dalle voci allegre dei compagni e dallo scrosciare dell’acqua. Era carico di tensione, almeno da parte di Kuroko che sedeva rigido sulla panca di legno.
«Perché?»
Il sussurro del sesto giocatore fu talmente basso che per un attimo Akashi pensò di esserselo immaginato. Ma come si girò e vide il compagno che lo guardava di sbieco, quasi incerto, aprì la bocca per parlare. Per un attimo nessun suono uscì dalla sua bocca, lasciando lo stesso Akashi spiazzato, ma poi deglutì e parlò.
«Perché è divertente. E tu sei la preda perfetta»
Lo disse con un tono secco, indifferente. Come se quello per lui fosse proprio solo un gioco.
Tetsuya, a quella risposta, sembrò spegnersi. Ma, allo stesso tempo, in lui si fece strada una sorta di luce nera, di rabbia e irritazione.
E in quel momento Akashi capì che mai frase più sbagliata uscì dalle proprie labbra.
«Ora, se non ti dispiace, vado a farmi la doccia»
Niente
Akashi-kun a solleticare dolcemente le orecchi di Seijuro, che osservò inerme il compagno alzarsi e sparire dalla sua visuale.

[E questa, Akashi-kun, cos’era?
Una maldestra trappola o una maldestra esca?
In ogni caso, hai fatto un passo falso. Il coniglietto sta per tirare fuori degli inaspettati artigli da volpe.]

Angolo Autrice
E rieccomi qui!
Prima di tutto voglio scusarmi se ho postato con un giorno di ritardo, ma purtroppo ieri non ho proprio avuto tempo di aggiungere il capitolo!
In ogni caso, spero che questo vi sia piaciuto!
Ormai siamo arrivati alla seconda fase, quella appunto della "caccia", e si può notare come ad Akashi piace giocare con Kuroko.
Vorrei inoltre precisare una cosa, che mi è parso di capire abbia suscitato un po' di confusione: le scritte laterali, quelle in corsivo, appartengono a una voce fuori campo che possiamo identificare come una sorta di "coscienza" di Akashi, che gli parla e fa le proprie considerazioni riguardo alla situazione. Mi premeva specificare perché alcune lettrici mi hanno appunto chiesto a chi appartenessero, ed effettivamente la cosa è poco chiara!
Vorrei inoltre mi deste un parere sul carattere dei personaggi: li trovate OOC? Se è così ditemelo perché in caso metto l'avviso, anche se mi sono impegnata per renderli simili agli originali più che potevo.
Beh, anche per questa volta vi lascio, al prossimo - e ultimo! - capitolo.

Sapphire_

  
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