TRADUZIONE!!
DISCLAIMER: questa storia è basata su
personaggi e luoghi creati e che appartengono a J.k.
rowling, vari editori trai quali Bloomsbury, Scholastic Books e Raincoast Books, e Warner Bros. Inc.
Non è fatto a scopo di lucro e non è stato infranto nessun copyright.
Nota dell’autrice: Uno speciale grazie a Bruno per
avermi aiutato e per essere stato il mio beta.
Nota della
Traduttrice: Penso che questa one-shot
sia bellissima e soprattutto piena di emozione, per questo ho deciso di
tradurla. È stata scritta da Eskarina
(Eskarina@e-mail.dk) Potere trovare l’orginale qui
(http://www.astronomytower.org/authors/eskarina/beauty.html)
Beauty
Harry si domandava come lei potesse essere così bella
ai suoi occhi quando tutti i suoi amici la trovavano brutta. Davvero non lo
capiva. Sia Ron che Hermione dicevano che lei
assomigliava a un carlino. Una volta sarebbe stato d’accordo con loro, ma ora
non avrebbe ampiamente più potuto. Non avrebbe più potuto da quel giorno.
Era stato un giorno alla fine del suo sesto anno – più precisamente,
l’anniversario della morte di Sirius. Ron ed Hermione avevano, beh, forse non
dimenticato, ma non ci avevano pensato molto. Tutti gli altri giorni, Harry
stava bene – loro non gli facevano domande, anche se le pensavano. ma...quel giorno era speciale.
Così era diventato matto. Certo che lo era. Non
avrebbero potuto per una volta pensare a qualcun altro? Come Sirius?
"Ora, Harry," aveva detto Hermione
lentamente, "Io capisco che tu sia triste. Sirius era un
nostro buon amico, ma...Harry, è successo un anno fa! Non pensi che..." Questo era tutto quello che
aveva sentito prima di correre fuori dalla torre di
Grifondoro, accecato dalla rabbia.
Mentre camminava per Hogwarts, lui sperò davvero che
Voldemort o qualche Mangiamorte fosse arrivato così lui avrebbe potuto sfogare
la sua rabbia. Si, sarebbe stato davvero felice se Draco Malfoy fosse stato là.
Allora avrebbe potuto esprimere la sua collera picchiandolo.
Ma nessuno era venuto, ed Harry era finito in una polverosa, torre
vuota. Non era sicuro che lo fosse, ma non se ne preoccupò. Non si preoccupava
più di nulla ormai.
Si sedette sul davanzale e guardò fuori, verso la Foresta proibita, che scura
contrastava contro la luce del sole.
Pianse. Pianse per Sirius, per i suoi genitori, per Cedric, per tutte le
vittime di Voldemort, e per sé stesso. Si, pianse anche per Peter Minus, I
Serpeverde, I mangiamorte, e Voldemort. Ripensò al passato, suo e degli altri.
Nel profondo, lui conosceva tutte le anime, ognuna delle vittime di Voldemort. Anche quella del fratello minore di Sirius, Regulus. Il
Principino.
"Come ti sei sentito quando tuo fratello è morto?" Harry chiese alle ombre che stavano prendendo il
sopravvento "Hai pianto, Sirius? O non te n’è
importato?"
"Conta, Potter?" chiese una voce, e Harry si voltò velocemente,
pronto per attaccare. Qualcuno stava in piedi nel buio. Poteva vedere la sagoma
di una ragazza, ma non riusciva a capire chi era. Una lunga ombra copriva il
suo volto e il suo corpo. Allora fece un passo avanti, e Harry fissò i suoi
profondi occhi blu. Occhi che aveva già visto ma che allo
stesso tempo non conosceva. Pansy Parkinson. Lacrime
che cadevano sulle sue guance.
"Ha importanza se ha pianto?" chiese lei ancora. "Non
cambierebbe nulla, comunque. Allora perchè
piangere?" Lei entrò e lo fissò da sotto le sue lunghe ciglia. E lui seppe di non poter mentire a quegli occhi, non quando
erano pieni di lacrime. Lui si domandò perchè gli faceva una domanda simile
quando lei stessa piangeva.
"Perché... Perché dimostri di essere triste, che
lui o lei ti manca. Perché se ne sono andati. Perché..."
"Perché cosa?" chiese ancora. "Perché
puoi mostrare agli altri che sei triste? ma importa, Potter? è rilevante che
gli altri vedano che sei triste? non tornano indietro,
comunque. Allora perchè piangere?"
"Perché…Io…" lui guardò giù. "Non lo so, ok?" La
rabbia stava montando dentro di lui. Perché gli stava
facendo quelle domande? Non aveva il diritto di spuntare fuori e fargli quelle
domande! Lui guardò in su, arrabbiato, pronto per
ribatterle.
E si fermò.
I suoi occhi erano così tristi, tanto quanto i suoi. Lui guardò di nuovo in
basso, mordendosi il labbro.
"Non lo sai?" domandò lei. "Non ci sono molte cose che sai, non
è vero, Potter??" lenta toccò la sua guancia, affettuosamente.
"Guardami, Potter. Guardami"
E lo fece. La guardò, lentamente,
paurosamente. Aveva un sorrisino sulle labbra, leggero e un po’ cinico,
ma nonostante tutto un sorriso. Le lacrime bagnavano le sue guance.
"Perché tu
stavi piangendo?" chiese lui, lentamente.
"Ho paura," mormorò. "Piango perchè ho
paura"
Harry annuì. La capì. non sapeva come, ma capiva.
"Anch’io ho paura" sussurrò.
"Lo so," disse, e lo baciò. "Forse
potremo avere paura insieme." Harry annuì soltanto. Non avrebbe potuto
dire nulla. Non c’era nulla da dire. "Per favore, abbracciami"
mormorò lei nel suo orecchio, e lui la circondò con le sue braccia. Adagio lei
iniziò a baciarlo, e lui rispose.
E sul pavimento di una torre che molti non
conoscevano, persero entrambi la loro innocenza. Lui non sapeva come si
sentisse a riguardo o perchè aveva dato una cosa così bella a lui. Ma l’aveva fatto, là nella torre, circondata dall’oscurità.
Quando lui si svegliò la mattina dopo, lei se n’era andata.
non gli aveva più parlato da allora. Tutte le volte
che aveva provato a parlarle, lei l’aveva ignorato
Ma alcune volte, quando lei pensava che lui non l’avesse vista, lui la vedeva
fissarlo. Lui non capiva cosa o perchè era successo. Lei aveva ragione quando
aveva detto che lui non sapeva molte cose.
Ma lui sapeva che lei era la più bella persona che
avesse mai incontrato.
*Fine*
che ne
dite, non vale la pena di essere commentata?
Edit:
Ho notato che alcuni hanno chiesto un sequel,
purtroppo non c’è U_U. Perché Eskarina, l’autrice, non l’ha
scritto.