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Autore: champagnesupernova_    30/07/2015    1 recensioni
- Dammele. - gli ordinò, di punto in bianco, spezzando il silenzio un po' imbarazzato che si era creato.
- Che cosa? -
- Le istruzioni. - ribadì, ostentando un gran sorriso, come se stesse dicendo qualcosa di ovvio.
- Credo di essermi perso qualcosa. Istruzioni per...? - gettò a terra il mozzicone della sigaretta accesa poco tempo prima e si avvicinò, stranito ma curioso.
- Per vivere. -
- Tu sei pazza. - spalancò gli occhi color ghiaccio, pensando all'assurdità della richiesta.
- Può darsi, - gli concesse, - tu però dammele lo stesso. -
Tess si avvicinò così tanto che Luke poté vedere un pizzico di preghiera nei suoi occhi scuri, ben nascosto, e ignorando le domande che stavano affollando la sua mente, annuì in fretta, senza pensare alle conseguenze che quel gesto avrebbe portato.
- Okay. -
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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III.
 
 
 
 
 
 
L'ultima volta che Tessa Lowe era entrata in una scuola era stato quando aveva dodici anni ( e tre quarti ) e si era convinta che andare a prendere la sua migliore amica all'uscita sarebbe stata un'idea a dir poco geniale, ma al contrario era stata a dir poco traumatizzata. 
Il persistente odore di lucidalabbra alla fragola del bagno delle ragazze le era rimasto nel naso per giorni, mentre la figura di due ragazzine dai capelli biondi che si annodavano la camicia sulla vita nel tentativo di apprire più attraenti ancora le tornava in mente e sapeva che le avrebbe riviste dopo qualche anno su un trafiletto di un giornale locale che parlava dei matrimoni perfetti di ricconi considerati "scapoli d'oro".
Ora, mentre camminava accanto alla stessa migliore amica che non aveva gradito affatto la sorpresa fatta quattro anni prima per raggiungere la fermata dell'autobus, sentiva il panico che le stringeva lo stomaco e le venne voglia, per la centesima volta in quei giorni, di fermarsi a vomitare. 
Poteva fingere di avere il "giorno time out", come lo chiamava sua madre, dove era troppo stanca per fare qualsiasi cosa che non fosse dormicchiare davanti alla televisione, ma qualcosa la spingeva a non farlo: era il Gran Giorno, sarebbe finalmente entrata a far parte del gruppo di Normali E Banali Adolescenti Che Si Lamentano Della Scuola E Non Hanno Il Cancro, e aspettava questo momento da una vita. 
Fino ad allora aveva studiato a casa, ottenendo buoni risultati, e non se n'era mai lamentata perchè non era affatto pronta a lasciarsi alle spalle la vita che era riuscita a costruire tra mille difficoltà: l'ospedale, dove era una specie di celebrità, e tutti i medici e le infermiere e anche qualche inserviente tenevano a lei come un nonno tiene alla sua nipotina, la vita tranquilla con sua madre, senza nessuna interferenza, le amicizie che non diventavano mai troppo strette.
A Tess il suo piccolo, monotono mondo andava bene perchè aveva visto tutti gli altri scomparire: il mondo con suo padre, il mondo pieno di caramelle e giocattoli, il mondo dove tutto era normale.
 
- A che stai pensando? - cinguettò Caroline, senza attendere davvero una risposta.
 
- Ho paura, credo. - confessò lei, mentre la faccia dell'amica diventava una maschera di compassione.
 
- È un grande passo, tesoro, ma ci sono io accanto a te! Ti farò conoscere un sacco di gente e vedrai che in quattro e quattr'otto ti abituerai a tutto questo! - le strinse un braccio mentre faceva un piccolo cenno al bus che era comparso in fondo alla strada per chiedergli di fermarsi.
 
- Grazie, Carol, - disse Tess, sinceramente grata all'amica che l'aveva distolta dai troppi pensieri che le affollavano la testa e che l'avrebbe aiutata almeno un poco anche a scuola.
 
- Vieni, sediamoci in fondo, ti faccio sentire la canzone che ho scelto per il tuo primo giorno. - e dicendo così le spinse nell'orecchio una cuffietta color rosa e fece partire un brano pop del suo cantante preferito.
 
 
 
#Luke
 
 
 
 
Nessuno riusciva a stare attento durante Letteratura, e ognuno cercava di restare sveglio a modo suo. 
Di solito Calum si sedeva accanto a me e mi parlava di come Caroline, la sua bella ex, dopo che l'aveva mollato era diventata ancora più somigliante ad un'oca starnazzante, cattiva e sempre con la bocca aperta, anche se non era ben chiaro per fare cosa, ma quel lunedì Calum era troppo incazzato per parlarmi e a me non rimaneva altro che fare finalmente quello a cui avevo pensato per buona parte del weekend, con eccezione delle ore che avevo passato insieme ad Ashton a casa proprio di Caroline, all'insaputa di Cal, per partecipare a quella che si era rivelata una festa abbastanza noiosa.
 
"1.", iniziai a scrivere, " Non innamorarti MAI, non fino a quando non hai l'età giusta. Fino a quando non sarai uscita dal liceo devi pensare solo a divertirti, perché se ti innamori adesso sei fottuta e ti rovini la vita, sul serio. ( Ricordami di farti a voce qualche esempio. ) 
 
2. Sii superficiale nel relazionarti: se fai un biscotto a forma di cuore per i tuoi amici quando stanno male loro non lo faranno per te né ti ripagheranno in alcun modo. " 
 
Mi passai una mano tra i capelli, infastidito. Cosa stavo scrivendo? La mia lista sembrava stilata da uno di quei ragazzi arrabbiati con il mondo vestiti di pelle nera che piacevano tanto alle ragazze.
Inoltre Tess aveva bisogno di istruzioni per vivere la sua vita come aveva sempre sognato fare, non per vivere una vita da adolescente depressa.
 
"3. Carpe diem. Se vuoi fare qualcosa ma ti preoccupi per questo e quel motivo, beh, smettila. Fa' quello che hai voglia di fare e fallo al più presto, perché potresti rimpiangere di non averlo fatto."
 
- Che cosa diavolo stai facendo? - grugnì il mio vicino di banco, e mi resi conto che stava osservando da un po' la mia lista.
 
- Niente di che, - alzai le spalle, mentendo. 
 
 
 
- Davvero? Me le darai davvero? - si illuminò Tess.
- Ti ho detto di sì, - mormorai. Cosa mi era preso? La sua era una richiesta a dir poco assurda e io, ancora più assurdamente, avevo accettato di darle le istruzioni per vivere, quando neanche sapevo cosa volesse davvero dire.
Le istruzioni che conoscevo io comprendevano il deludere i propri genitori, essere sospesi da scuola e accendere una sigaretta ogni volta che non mi andava di affrontare un problema, ma non era assolutamente questo che volevo dire a Tess.
- Grazie. Davvero. - la sua voce era così piena di gratitudine che fui costretto a voltarmi e ad osservare il suo volto ora sereno.
- Non sono sicuro che siano quelle giuste, io di solito vivo secondo le regole sbagliate, - mi uscì fuori dalla bocca prima che potessi rendermene conto e me ne pentii subito dopo, perché non erano cose che andavano dette, queste, perché poi ci sarebbero state domande a cui non volevo dar risposta, neanche a lei.
- Però mi sembra che tu stia vivendo bene, - azzardò Tess, facendomi sorridere amaramente.
- Immagino si possa dire così, - annuì, guardando la sigaretta che sarebbe presto terminata e la cenere che sporcava appena il marciapiede grigio.
- Non è la verità? -
- Quante domande, ragazzina, frena! Ho detto che ti scrivo la lista e te la scriverò, punto. - 
- Cristo, Hemmings, ma tu hai sempre il ciclo? - borbottò lei, girandosi piano e ritornando dentro casa.
- Arrivederci anche a te. - bofonchiai ironico, troppo innervosito per salutarla davvero. Più gentile cercavo di essere con lei più cazzate mi ritrovavo a dire o a fare, e non era affatto quello che volevo.
Ma io, in fondo, cosa volevo? Niente. 
La guardai mentre scansava terrorizzata il gatto e tornai verso la macchina di Ashton, impedendo alla mia testa di iniziare a pensare a cose che non volevo proprio affrontare.
 
 
- Chi è Tess? - il tono sempre più curioso ( e sempre meno arrabbiato ) di Calum mi riportò alla realtà, ovvero ad una noiosissima ora di lezione.
 
- Ora mi parli? - chiesi, fingendomi arrabbiato.
 
- Non fare il cazzone come sempre, sto cercando di perdonarti, - ringhiò piano, mentre per l'ennesima volta maledicevo la sua ex per aver ridotto il mio amico un romantico e sempre triste straccio.
 
- Una tipa. Io e Ashton le diamo ripetizioni. -
 
- Una tipa, eh? - 
 
- Esatto. - gli lanciai un'occhiata furente. 
 
- E' una ragazzina, Calum, ha sedici anni e... - mi interruppi di colpo.
 
- Anche Carol ha sedici anni, e non mi sembra tanto una ragazzina innocente, - sibilò lui, colpito sul vivo. 
Come sempre si andava a finire per parlare di lei. 
 
- Beh, lei non è Carol, anzi, è totalmente diversa. - sorrisi appena pensando a cosa avrebbe potuto dire se l'avesse vista, o meglio, che faccia avrebbe potuto fare.
 
- Istruzioni per? - domandò, mentre mi affrettavo a coprire il foglio.
 
- Giuro che se non rimetti i tuoi occhi sul banco non ti pago il pranzo, - 
 
- Okay... -
 
Tornai alla lista, mentre mi accorgevo che era già la seconda volta che pensando a Tess arrivavo a perdermi con la testa.
 
 
 
 
- Guarda là, come si diverte. Troia. - 
Non c'era bisogno di girarsi per capire di chi stava parlando Calum.
Questa storia stava sfiorando il ridicolo e ormai c'eravamo tutti stancati.
 
- Cazzo, ma sei fissato con lei! - sbottò Michael, scompigliandosi i capelli colorati e osservando le ragazze che camminavano senza fretta tra i corridoi.
 
- Dovresti cercarti qualcuno, anche solo per una scopata, - continuò, ammiccando a una mora che fece una risatina.
 
- Ma Hood non si diverte più con queste cose, - lo prese in giro Ashton, - Deve esserci amore, allora sì che diventa, aspetta, com'è che avevi detto?, intenso. Credo che ti chiamerò così, Cal l'intenso. -
 
- Stai zitto, - alzò il dito medio per poi appoggiarsi al mio armadietto, con cui stavo avendo problemi.
 
- Ce la fai ad aprire una cazzo di serratura? -
 
- Ce la fai a non pensare a una cazzo di idiota ventiquattr'ore al giorno? - risposi a tono, ricordandogli che non era proprio la giornata giusta per ascoltarli lamentarsi di ragazze da farsi al buio o chiusi in bagno, oppure a sentir parlare d'amore e di ex. 
 
Mentre scrivevo quella lista mi ero accorto che a ogni parola che compariva sul foglio corrispondeva un mio difetto, un enorme, insopportabile difetto, e mi ero all'improvviso accorto di quanto ero fuori posto.
 Non a scuola, non tra i miei amici, ma nel futuro. Perché a dirla tutta non avevo mai pensato a cosa sarebbe successo una volta che il liceo sarebbe finito: mamma mi avrebbe trovato un'università dove papà poteva comprarmi i voti? Al mio rientro avrei trovato insipide ragazze appena ventenni desiderose di diventare mia moglie solo per quello che avrei ereditato una volta morto mio padre? 
La risposta mi metteva i brividi. 
Non volevo niente di tutto ciò ma era esattamente quello che sarebbe successo, se non avessi escogitato un piano al più presto.
 
- Scusa, Luke. Non mi sembra che tu stia bene, e non volevo... - cominciò Cal, prima di venire interrotto.
 
- Perché l'intero gruppo di Caroline è radunato attorno al suo armadietto? Le è caduto il vibratore? - si sporse Ashton, curioso di scoprire cosa c'era oltre le testa delle ragazze tanto belle quanto insulse che facevano parte del gruppo selezionato della rossa e dei giocatori di football che stavano sempre dietro a loro, nella speranza di rimediare qualche nottata.
 
- È la sua nuova amica, oggi è il suo primo giorno qua, - spiegò Calum, che ovviamente ne sapeva più di noi.
 
- È figa? - chiese Michael, più per abitudine che per altro.
 
- È molto bella, molto più naturale delle altre. - chiarì il moro.
 
- Mr. Intenso, Mr. Intensooo... - cominciò a canticchiare il riccio, sempre più forte, fino a quando perfino qualche testa del gruppo accanto si girò.
 
Non so come feci.
 
Attraverso la schiera di studenti che era davanti a lei la vidi, mentre confusa e imbarazzata cercava di mettersi in punta di piedi per vedere meglio.
 
- Che cazzo ci fai qui?! - dissi sbalordito, abbastanza forte perché lei si accorgesse di me.
 
- Che cazzo ci fai tu qui?! - rispose Tess, allibita quanto me. 
 
- Io ci studio, ragazzina. - mi avvicinai a lei, che sgomitava per farsi largo tra le schiene dei ragazzi.
 
- Io ci vengo per hobby, invece. - sottolineò l'evidenza e mi resi conto dell'assurdità della situazione.
 
Era la mia scuola quella dove doveva iniziare questo lunedì? Era davvero la mia? In effetti era piuttosto vicina a casa sua e questo liceo era uno dei migliori di Sidney, dovevo immaginarlo.
 
- Non credevo che dovessi venire qua... - iniziai, senza sapere esattamente cosa dire.
 
- E io non sapevo che tu frequentassi questa scuola, - ammise.
 
- Staccati da lui, stronzetta. - alle nostre spalle arrivò, all'improvviso, Calum, che era visibilmente irato.
 
- Scusa? - lei alzò un sopracciglio, e se non fossi stato alquanto confuso avrei riso di fronte alla sua espressione infastidita.
 
- Calum perché diavolo ti stai 
comportando da fidanzata gelosa? - chiesi, sperando che cogliesse la sfumatura di avvertimento nella mia voce. 
 
- Tess! - gridò allora Ashton, abbastanza forte da far voltare tutte le persone che passavano di lì in quel momento e a farla arrossire.
 
- A quanto pare siete tutti qui, - commentò ironica, tentando di mascherare l'imbarazzo.
 
- Aspetta, è la Tess a cui stavi scrivendo quella strana cosa delle istruzioni durante la prima ora?! - si stupì Calum, togliendosi l'espressione arrabbiata.
 
A quel punto mi accorsi che ogni singolo ragazzo e ragazza che si trovava in quel punto ci stava guardando come se fossimo i protagonisti di una telenovela e ciò, come si poteva capire dalla tonalità delle guance di Tess, era alquanto imbarazzante.
 
- Tesoro, - si levò un trillo tristemente noto, che fece irrigidire Calum in meno di un secondi, - vuoi spiegarmi come conosci questi quattro idioti? - 
 
- Non mi sembrava la pensassi così su di me quando hai deciso che volevi ballare venerdì sera, - ridacchiò Ashton, mentre io sgranavo gli occhi e li puntavo in quelli scuri davanti a me.
 
- Sei una sua...amica? - sputai fuori, ancora più incredulo di prima. E pensare che poco prima avevo creduto che l'avrebbe odiata se mai l'avesse incontrata.
 
- È la mia migliore amica, Hemmings, e ha avuto il cancro quindi non trattaria cosí, - la voce di Caroline si incrinò platealmente sulla parola "cancro".
 
Se possibile, la odiai ancora di più: aveva davvero detto in mezzo a un corridoio pieni di gente che la sua amica era stata gravemente malata? 
 
Guardai ancora più stranito la bionda che guardava fisso il pavimento, prendendo grandi respiri.
 
- Smettila con questa storia, - mormorò, abbastanza forte da essere sentita sia da me che da Caroline, che però decise di ignorarla.
 
- Io ho fame, vado in mensa. - continuò, girandosi e quasi correndo via da noi.
 
 
 
 
#Tessa
 
 
 
 
- Tesoro, aspetta! Noi non mangiamo in mensa! - sentì gridare, ma decisi di ignorarla proprio come lei aveva fatto con me.
 
Perché non stava zitta un secondo soltanto? L'avevo già provato sulla mia pelle, il lato da protagonista di Carol, fin troppe volte, come avevo già dovuto interpretare innumerevoli altre volte la parte dell'amica malata per cui lei, con la sua indicibile compassione, aveva fatto di tutto.
La cosa che faceva più male era che lei mi aveva davvero aiutato: migliori amiche dalla prima elementare, aveva presto imparato come distrarmi quando le infermiere trafficavano con la flebo, cosa dirmi prima degli esami medici, come intrufolarsi nella mia stanza dopo l'orario di visita. 
Senza quei momenti, senza la speranza di poter essere come lei, avevo la sensazione che mi sarei spenta e avrei continuato a vivere la mia vita da Adolescente Che Ha Avuto Il Cancro invece che buttarmi sulla vita da Normale E Banale Adolescente Che Si Lamenta Della Scuola E Non Ha Il Cancro.
Ero incapace di arrabbiarmi per tutte le cose che mi aveva fatto in questi anni perché erano ciò che mi aveva dato una parvenza di normalità, lei era la mia briciola di realtà che mi impediva di disconnettermi da ciò che mi circondava.
 
- E dove mangiate? - gridai a mia volta, senza nemmeno girarmi.
 
- É un posto segreto, tesoro, porta il tuo pranzo e seguici. - Caroline ammiccò e aspettò che mi avvicinassi a lei.
 
- Devo andarlo a comprare, il pranzo. - specificai, mentre le sue labbra lucide si piegavano all'ingiù.
 
- Lo sai che cosa ha dentro il cibo della mensa? Tanto, tantissimo grasso e un sacco di calorie. - disse schifata.
 
- Esattamente quello che mi piace, - le sorrisi, trattenendomi dal dire qualche parolaccia. 
Mi aveva pregato di essere educata davanti agli altri.
 
Sentì la risata leggera di Luke seguirmi fino in fondo al corridoio, mentre Ashton convinceva Carol a non mandare nessuno degli idioti della squadra di football ad accompagnarmi in mensa.
 
- Non sapevo fossi amica di Caroline, - la voce bassa e tranquilla del biondo suonava molto più vicina di quanto credevo. Mi voltai per trovarlo dietro di me.
 
- Mi stai seguendo? -
 
- No, ragazzina, vado solo a mangiare. - rispose, e il mio volto si scaldò. 
Non trovai, però, la forza di replicare: quei piccoli cinque minuti appena passati avevano prosciugato tutta la mia già scarsa energia. 
 
Se c'era una cosa per cui non mi ero proprio preparata, era incontrare gli occhi di ghiaccio di Luke Hemmings. O averlo accanto a me mentre camminavamo verso la mensa. O vederlo infastidito con la mia migliore amica.
Ma mi arresi all'idea di dover dire addio ai miei neuroni, dato che avremmo frequentato la stessa scuola e avrei dovuto quindi vederlo ogni giorno, mesi e mesi da passare con la testa incasinata per colpa sue, e mi preparai all'ardua impresa di entrare e uscire dalla mensa cercando di non badare ai commenti che sarebbero arrivati.
 
- Giusto, scusa. Come conosci Caroline? - chiesi, sperando di avere qualcosa di cui parlare per un po'.
 
- È la ex del mio migliore amico, Calum. - rispose acido, mentre tentavo di ricordare come lui l'avesse lasciata.
 
- Ho presente chi è, l'ha mollata poco prima del loro anniversario, giusto? - 
 
- No, - Luke si fermò di colpo e mi guardò a dir poco confuso. 
 
- Lei ha piantato lui, che ora è uno smidollato depresso e io devo subire le sue lunghissime lamentele. -
 
- Allora dev'essere un'altro Calum quello di cui parli tu, io intendo Calum Hood. - specificai, mentre uno strano presentimento iniziava a farsi sentire.
 
- Calum Thomas Hood. A dire il vero non l'ha nemmeno mollata, lui l'ha trovata a letto con un altro proprio quando dovevano uscire insieme. - spiegò, osservando divertito la mia bocca spalancarsi e formare degli insulti.
 
- Di questo potremmo parlarne tra poco con Calum, direi. Ci sarà da divertirsi. Cosa vorresti mangiare? - cambiò argomento mettendosi in fila e porgendomi sovrappensiero un vassoio. Sorrisi al gesto e alla naturalezza con la quale mi stava parlando. 
 
- C'é l'insalata? - 
 
- Insalata? - ripeté, e io annuì.
 
- È l'unica cosa semplice che posso mangiare, a meno che non ci sia del riso bianco senza olio, - scherzai, mascherando la frustazione per la dieta super salutare che ero costretta a seguire la maggior parte del tempo, e che spesso mi creava non pochi problemi.
 
- Dov'è finita la ragazzina che voleva mangiare solo cibo grasso e ipercalorico? - mi prese in giro.
Risi piano per poi notare un cespuglio verdastro poco più in là. Anche se non aveva un ottimo aspetto, almeno c'era qualcosa di sano là dentro.
 
- Ah, ragazzina. - sospirò dopo un po' e inarcai un sopracciglio per incoraggiarlo a continuare.
 
- Dopo che avrei preso la tua grassa insalata tornerai da Caroline?- 
 
- Non credo. Oltre al fatto che non ho idea di dove sia, non ho la minima voglia di sentire storie su di me anche a pranzo. - sbuffai. Probabilmente mi sarei seduta ad un tavolo semilibero e avrei letto il libro che mi ero portata dietro, ma questo non glielo dissi. 
 
- Allora immagino che ti siederai laggiù, - indicò un tavolo non troppo grande completamente libero.
Mi riteneva così asociale? Probabilmente lo ero, ma insinuarlo in quel modo non era affatto carino.
 
- È dove pranziamo noi. Così io è Ashton ti possiamo presentare Calum e Michael, - chiarì dopo avermi studiato per un po', e sogghignò quando mi aprì in un sorriso sorpreso e sollevato.
 
- Grazie. - dissi sinceramente. Mi stava letteralmente salvando.
 
- Non c'è di che, ragazzina. - 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Salut! 
 
Quante cose ci sono da dire. 
Iniziò subito che se no ne scordo qualcuna.
1- questa storia io l'avevo, ormai, abbandonata. Per quanto ci tenessi l'avevo messa nelle cartelle dei progetti abbandonati e non ci pensavo quasi più. Avevo questo e un altro capitolo pronto ma non avevo neppure voglia di pubblicare, anzi, a dire il vero questo l'avevo pubblicato, ma cancellato dopo un po' perché non mi piaceva per niente, né quello successivo che avevo scritto. Era come se non riuscissi a scrivere davvero quello che volevo, e venisse fuori solo una parte, una misera parte di quello che avrei voluto dire. Essendo appunto questa storia davvero importante per me, non volevo che venisse in qualche modo rovinata da capitoli scadenti e insipidi, così l'ho abbandonata. Di recente, però, mi hanno scritto persone che volevano che continuassi, tutte dal nulla, perfino persone che non sentivo da un sacco di tempo sono venute a dirmi che aspettavano il prossimo capitolo, e sono rimasta sorpresa di ciò perché ero assolutamente convinta che come io l'avevo relegata anche gli altri l'avessero fatto. Ora, probabilmente chi la leggeva l'avrà fatto, e a vedere l'aggiornamento si chiederanno confusi da dove diavolo spunta questa instructions ma non potevo non riprovarci, non potevo. In fondo rivedere per bene e riscrivere due capitoli non mi costa davvero niente e facendolo posso anche capire se sono pronta a continuare per bene questa storia, a riuscire a dire tutti quello che vorrei. 
2-quindi, ci sto provando. Ci provo e non so davvero cosa ne uscirà fuori, vorrei con tutte le mie forze riuscirci ma intanto continuerò a provarci per un po'. 
3-vi ringrazio davvero tanto per la pazienza che avete avuto e che forse avrete, se deciderete di provarci con me.
4-in ultimo, grazie se avete letto questo capitolo, ci terrei molto a sapere cosa ne pensate, soprattutto visti i dubbi enormi che ho, e vi ringrazio se deciderete di dare una possibilità a questa storia e la seguirete.
 
 
Grazie per tutto, credo di avervi nauseato con i miei grazie ma lol, lo penso davvero.
 
A presto, xx
  
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