Hikari
lanciò un’occhiata disperata
all’orologio: segnava, senza
ombra di dubbio, le quattro e dieci. E lei doveva ancora arrampicarsi
fuori
dalla stazione della metropolitana di Akabanebashi. Maledisse tra
sé e sé la
distanza tra Hikarigaoka e la torre di Tōkyō, la sua lentezza nel
prepararsi e
la ficcanasaggine di sua madre, che l’aveva fermata per un
interrogatorio lampo
mentre stava uscendo per andare alla stazione.
Fece
passare rapidamente la sua Suica, superando al volo una
povera nonnina per poi correre su per le scale della stazione. Una
volta in
cima si fermò a riprendere fiato e poi ricominciò
la sua folle corsa verso la
torre, ben visibile da dove si trovava.
Cinque
minuti dopo si fermò ansimando davanti ad un ragazzo biondo
comodamente appoggiato al muro, gli occhi azzurri fissi sul cellulare.
«Scusami,
sono in ritardo!» proruppe la ragazza, cogliendolo di
sorpresa.
«Hikari!
Ciao! Respira, ti prego» la salutò lui, con un
sorriso
smagliante che la fece annaspare ancora di più.
Prima di rischiare l’iperventilazione (cosa a cui era comunque prossima), decise di seguire il consiglio di Takeru e prese un respiro profondo, mentre il ragazzo la guardava divertito.
«Va
meglio?» le chiese, quando la vide tornare a respirare come
una persona normale.
«Decisamente»
rispose lei, con un sorriso.
«Ricominciamo
da capo?» domandò lui. «Ciao, Hikari,
che bello
vederti!»
Divertita,
la ragazza replicò: «Takeru, che
piacere!»
I due
ragazzi scoppiarono a ridere, poi Takeru disse: «Siccome
è
una bella giornata, che ne dici di salire?»
«Salire?»
domandò incerta la ragazza.
«Sì,
sulla torre. Se siamo fortunati, forse riusciamo a vedere
anche il monte Fuji!» Il ragazzo notò la sua
espressione dubbiosa, quindi si
affrettò a spiegare: «Sia ben chiaro che pago
io.»
«Cosa?
Ma costa più di duemila yen, stai scherzando?» si
agitò
Hikari, cominciando a frugare nella borsetta alla ricerca del
portafoglio.
«Mai
stato più serio. Dai, vieni, ci divertiremo!»
esclamò lui,
prendendola per mano e trascinandola verso la biglietteria.
«Che
ti dicevo? Abbiamo fatto bene a salire fin
quassù!» disse
Takeru, sorridendo e voltandosi verso Hikari.
La
ragazza sorrise a sua volta. «Devo ammettere che avevi
ragione.
C’è un panorama splendido!»
«Io
ho sempre ragione» replicò il ragazzo, con un
cenno altezzoso
della mano.
«E
questa superiorità?» domandò lei,
fingendo di guardarlo male. «Secondo
me stai passando troppo tempo con Daisuke…»
«Ti
stai confondendo, quello è il mio gemello cattivo»
ribatté
lui, facendola ridere.
«Che
dici, ci facciamo una foto?» domandò Hikari,
quando tornarono
seri.
«Vedo
che ti è rimasta la passione» sorrise lui,
guardandola
recuperare il cellulare dalla borsetta e settare la fotocamera interna.
«Direi
di sì» rispose lei, facendogli cenno di
avvicinarsi. «Sorridi!»
gli ordinò, prima di scattare a raffica quattro o cinque
fotografie.
«Wow,
hai beccato la luce perfetta! Cosa non facile, in questa
torre» si complimentò Takeru, quando Hikari gli
fece vedere i risultati.
«L’occhio
del fotografo» rispose lei, con un tono di
superiorità.
«Chi
è che sta passando troppo tempo con Daisuke,
scusa?» la prese
in giro il ragazzo.
«Il
tuo gemello cattivo, no?» rispose lei, sorridendo.
«Giuuuuuuuusto.
Continuo a dimenticarmi della sua esistenza!»
ridacchiò lui. Poi, come colto da un’idea
improvvisa, controllò l’orologio.
«Accidenti,
sono già le sei meno un quarto… Alle sei e mezza
ci aspettano ad Odaiba per
andare a prendere i Digimon» esclamò, con
un’aria un po’ delusa.
«Cavoli,
è vero! Credo che sia meglio se iniziamo a scendere e ci
avviamo verso la metro» disse Hikari, con un’aria
altrettanto delusa.
In
silenzio, i due raggiunsero l’ascensore e tornarono alla base
della torre. Qui, Takeru lanciò un’altra occhiata
all’orologio e disse: «Contando
che ci vorrà una mezz’oretta ad arrivare ad
Odaiba… Credo che abbiamo il tempo
per un gelato, non credi?»
A
Hikari si illuminò lo sguardo: «Al gusto
matcha?»
«Al
gusto che vuoi! A patto che paghi io, naturalmente.»
«Ma,
Takeru, hai già pagato la salita… Non
è giusto che paghi
anche il gelato!» tentò di protestare la ragazza
castana, ma il biondo si
infilò agilmente nella coda del bar e, prima che lei potesse
capacitarsi della
cosa, era già di ritorno con due coni gelato.
«Gelato
al matcha, madame!» Takeru le consegnò il cono con
un
mezzo inchino.
«Grazie,
davvero…» rispose lei, prendendolo quasi con
esitazione.
«Figurati,
nessun problema. Purtroppo non abbiamo tempo di sederci,
ma possiamo mangiarlo mentre andiamo alla stazione.»
«Certo.
Ma prima, ci vuole una punizione, perché hai pagato contro
il mio volere» disse beffarda la ragazza, mentre un piano
prendeva forma nella
sua mente.
«Una
punizione?» domandò sorpreso il ragazzo, mentre
gli arrivava
sul naso un ricciolo di gelato verde. «Ehi!»
esclamò, mentre Hikari immortalava
la scena con il suo telefono.
«Sei
bellissimo, Takeru!» ridacchiò la ragazza,
controllando lo
schermo dell’apparecchio. «Sai, il verde ti
dona.»
«Ma
non mi dire» borbottò lui, pulendosi il naso e
cercando di
sbirciare la foto. «Scusa, hai problemi di vista? Come faccio
ad essere bello
se ho una cazzuolata di gelato verde su metà faccia, secondo
te?»
«Oltre
che con Daisuke, passi del tempo anche con Mimi?» lo prese
in giro lei, mettendo via il telefono prima che lui cancellasse le
prove.
«In
realtà» disse lui, guardandola con i suoi occhi
azzurri «preferisco
passarlo con te, il tempo.»
Hikari
lo fissò, gli occhi spalancati e le guance bollenti, il
gelato completamente dimenticato.
Takeru
si limitò a sorridere e a dire: «Forza,
dobbiamo andare.» E uscì dalla torre,
mentre Hikari lo seguiva dopo qualche secondo, ancora imbambolata per
quello
che le aveva detto.
Hikari
Yagami
ha aggiunto due nuove foto presso 東
京タワー Tokyo
Tower con Takeru Takaishi
“Ti
va un gelato, Takeru? :P “
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Daisuke
Motomiya
ha commentato questo elemento: “Cooooooosa?!? Hikari e il
biondino… Insieme…
Torre… Noooooooooo!”
Miyako
Inoue
ha commentato questo elemento: “Daisuke,
piantala di fare queste
scenate. Ragazzi, siete fantastici! <3 <3
<3”
Daisuke
Motomiya
ha commentato questo elemento: “Zitta, maledetta! Miyako
Inoue”
Miyako
Inoue
ha commentato questo elemento: “ Non sei nemmeno capace di
taggare -.-‘’ “
Hikari
Yagami
ha commentato questo elemento: “Ehm, ragazzi, potreste
smetterla?”
Minako
Kiuchi
ha commentato questo elemento: “Hikari,
è il tuo ragazzo? Belli, belli!
Un bacio!”
Hikari
Yagami
ha commentato questo elemento: “Grazie, zia! “
Daisuke
Motomiya
ha commentato questo elemento: “Miyako Inoue,
come osi?!? Hikari
Yagami, ti prego, dimmi che è uno scherzo!
T.T”
Takeru
Takaishi
ha commentato questo elemento: “Daisuke,
perché dovrebbe esserlo?”
Taichi
Yagami
ha commentato questo elemento: “La cosa si fa interessante. Yamato,
porta i pop corn!”
Yamato
Ishida
ha commentato questo elemento: “Taichi, ti
prego -.-‘’ “
Daisuke
Motomiya
ha commentato questo elemento: “Takeru Takaishi,
muoviti ad arrivare,
che ti devo disintegrare! Biondino da strapazzo!”
Takeru
Takaishi
ha commentato questo elemento: “Uuuuh, che paura!”
«Credi
che tu e Daisuke risolverete la faccenda prima che
arriviamo ad Odaiba?» domandò Hikari, con fare
casuale.
«Ho
paura di no… Ha commentato di nuovo» rispose
Takeru, sentendo
il telefono vibrare per una notifica in arrivo.
«Che
dice, stavolta?» chiese Hikari, incuriosita, sporgendosi per
leggere.
«Ah,
no. È mia nonna che mi ha scritto un messaggio. Vuole sapere
come va con…» Takeru si interruppe con un suono
strozzato e diventò tutto
rosso. Cercò di nascondere il telefono il più
velocemente possibile.
«Con?
Tutto bene? Sei tutto rosso!» si preoccupò la
ragazza,
guardandolo.
«Tutto
bene, ma ho come il sospetto che dopo stasera sarò figlio
unico.»
«Che
ha fatto Yamato?»
«Diciamo
che ha spifferato cose che non dovevano assolutamente
trapelare alla nonna. E adesso lo saprà tutta Nagoya,
accidenti!»
«Sapere
cosa?»
«Che…»
Takeru deglutì nervosamente «…
che ti ho chiesto di uscire.»
«Oh.»
«Già.»
Tra i
due calò un silenzio piuttosto imbarazzato: certo, erano
usciti, ma nessuno aveva ancora detto ad alta voce che quello era un
appuntamento in piena regola.
Dopo
qualche minuto, Takeru si schiarì la gola e disse: «Ehm,
comunque… Spero che tu ti sia divertita.»
Hikari
si riscosse dai suoi pensieri e si affrettò a rispondere:
«Oh,
sì, è stato tutto così
divertente.» Divertente?!? Hai appena definito un
appuntamento divertente?!? Bella mossa, Hikari! Ora sì che
ti chiederà di
essere la sua ragazza! si rimproverò mentalmente,
lanciando uno sguardo
sconfortato a Takeru, che sembrava perso nei suoi pensieri.
«Hikari,
senti…» La voce di Takeru la richiamò
all’improvviso alla
realtà. Si voltò titubante verso di lui:
«Che c’è?»
«Tu…
Sai che mi piaci, vero?»domandò lui, praticamente
bordeaux.
«Io…
Sì, lo so» ammise la ragazza, senza guardarlo.
«Mi
piaci più che come amica. Molto più che come
amica. Sai anche
questo, immagino.»
«Più
o meno.»
«Che
vuol dire “più o meno”?»
«Che…
Che Miya mi aveva detto una cosa del genere e anche Sora, ma
io… Io, ecco, volevo sentirlo da te» quasi
sussurrò Hikari, ormai diventata un
tutt’uno con il sedile, da quanto ci stava sprofondando
dentro.
«Immaginavo
che Sora l’avesse capito. Lei ha la Digipietra
dell’Amore,
dopotutto…» commentò amaro il ragazzo.
«Ehm,
in realtà, l’hanno capito quasi tutti. Mi hanno
detto che
sei una persona molto trasparente» confessò la
ragazza.
«Vorrei
che fosse un complimento, ma ho paura che l'esser capito
così a prima vista significhi che sono una persona di ben
poco valore…»
«Mister
Bingley, vero?» sorrise Hikari, riconoscendo la citazione.
«Già.
Non si può dire che non stia studiando la mia
parte» replicò
lui, sbuffando.
Hikari
gli sorrise di nuovo. «Comunque, è un complimento.
Perché tu
non sei assolutamente una persona di poco valore, Takeru. Sei una
persona
fantastica, sei sempre disponibile, gentile, carino e… E io
sono innamorata di
te.»
Ecco.
L’aveva detto.
Passò
qualche istante perché Takeru elaborasse quello che Hikari
aveva appena detto. Poi, come colpito da una scossa elettrica, il
ragazzo si
rianimò e si voltò verso di lei.
«Dici
davvero?» domandò incredulo.
«Certo
che dico davvero! È da quando avevamo sette anni che sono
innamorata di te!»
«Cosa?!?
Anche io!»
«Davvero?»
«Sì!
Oh, che stupidi siamo stati! Abbiamo aspettato sette anni per
dirci una cosa del genere?» esclamò lui,
soffocando una risata.
«Seriamente…
Siamo pessimi!» ridacchiò anche Hikari.
«Direi
che è il momento di rimediare, no?»
domandò Takeru,
tornando serio e prendendole la mano tra le sue.
«Direi
di sì» rispose la ragazza, stringendogli la mano e
appoggiandosi alla sua spalla.
In
quel momento, il cellulare di Hikari iniziò a vibrare,
facendo
saltare tutti e due sul sedile. «Chi è che rompe,
adesso?» domandò poco
finemente la ragazza, controllando il nome sullo schermo.
«Chi
è?» chiese Takeru.
«Miya.
Ma tanto manca una fermata, direi che posso fare a meno di
rispondere» rispose Hikari, rimettendo il telefono in borsa e
appoggiandosi di
nuovo a Takeru, che le passò un braccio dietro le spalle e
la strinse a sé.