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Autore: Luce_Della_Sera    31/07/2015    2 recensioni
Dal primo capitolo:
“La rosa blu in natura non esiste: è solo una rosa bianca colorata. Anche io dovrò essere così: d’ora in poi, nessuno dei miei coetanei dovrà mai sapere come sono fatta in realtà!”.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16 (parte 1): un consiglio da amica

“Allora, dimmi. Cosa è successo esattamente tra te e Ilan? Sono tutta orecchie!”.
Ambra chiuse il libro di storia dell’arte, e guardò Letizia.
“Ehm…”. La ragazza si sentì smarrita: era arrivata a casa della coetanea con l’intenzione di dirle tutto, ma ora che finalmente erano sole, visto che i genitori di Ambra e il suo fratellino erano usciti, non era più tanto sicura di voler parlare.
“Abbiamo … litigato”.
“Questo l’avevo intuito. Ma perché?”.
“Ecco, io … ho combinato un guaio”.
“Sapevo anche questo, me l’hai detto via messaggio. Ma cosa hai combinato, esattamente?”.
Letizia pensò a quanto si erano invertiti i ruoli: fino a qualche tempo prima, infatti, era lei che doveva tirar fuori con le pinze le cose all’amica!
“Gli ho mentito”.
“Su che cosa?”.
“Su una cosa abbastanza personale. Che riguarda la mia famiglia”.
“Capisco: allora la faccenda è davvero seria!”.
“Già. Riguardava mio padre”.
“Tuo padre? Se non sbaglio, ora ha un’altra famiglia, vero? Cosa è successo? E’ tornato e tu non ne hai parlato ad Ilan, mentendogli in merito?”.
“No, mio padre … mio padre è…”.
Letizia chiuse gli occhi, mentre pronunciava la parola di cinque lettere che tanti guai le aveva causato con il suo fidanzato: per qualche attimo ci fu silenzio, poi Ambra riprese la parola.
“Ho capito bene? Tuo padre è morto?”.
“Sì, due anni fa”.
Letizia cercò di frenare le lacrime, ma fu tutto inutile.
“Non gliel’ho detto perché nella mia vecchia scuola non hanno fatto altro che prendermi in giro quando è successo… mi dicevano che lui probabilmente s’era buttato apposta contro il guardrail per la disperazione di avere una figlia brutta e grassa come me”.
“Ma è terribile! Che cattivi: certa gente proprio non ha cuore! Tu non sei affatto brutta, e non hai un filo di grasso. Quei deficienti della tua classe probabilmente erano solo invidiosi!”.
Ambra era scandalizzata: si alzò, aprì un cassetto e tirò fuori un pacchetto di fazzoletti. Ne porse uno a Letizia, che pareva essersi tramutata in una fontana, e aspettò…
“Forse; però prima ero grassa davvero… e in ogni modo, le loro parole mi hanno fatto male, e mi hanno segnata. Mi prendevano in giro per qualsiasi cosa, specie quando dicevo la verità… quando mentivo, invece, stranamente mi lasciavano in pace. Così ho pensato che dovessi nascondere la vera me, per non soffrire! E una delle cose che mi sono prefissa di non dire a te e gli altri, per non rischiare di essere attaccata di nuovo, era proprio la morte di mio padre. Anche perché ci soffro ancora, e a volte lo preferirei davvero lontano da mia madre, da me e dalle mie sorelle e in compagna un'altra compagna ed altri figli, piuttosto che sotto terra!”.
La padrona di casa fece per allungare un braccio verso la sua ospite, ma poi ci ripensò. Era davvero giusto cercare di abbracciare una persona in quelle condizioni? Nonostante fosse migliorata nei rapporti sociali, purtroppo aveva ancora parecchie incertezze in quel campo! Perciò, per non sbagliare, restò ferma, aspettando che l’altra continuasse.
E Letizia lo fece: parlò di come si erano svolti esattamente i fatti il giorno prima, sottolineando che non dava assolutamente la colpa a Livia per aver parlato, e rivelò anche quel che le aveva detto Ilan esattamente. Poi, vergognandosi, accennò anche alla sua teoria della rosa blu, rendendosi improvvisamente conto di quanto fosse stupida e infantile.
“Ecco, questo è tutto”.
“Ti ha detto che sei falsa in tutto, insomma, giusto?”.
“Esatto”. Quella conferma suonò come una doppia condanna.
“Era ferito. E’ comprensibile. Però secondo me avrebbe dovuto fare uno sforzo e capirti di più!”.
“Lo pensi davvero? Non lo dici solo per farmi sentire meglio?”
“Nossignora: quando si litiga tra amici o tra fidanzati di solito la colpa non è mai di una persona soltanto, lo sapevi?”.
“Sì, ma in questo caso io…”
“In questo caso tu cosa? D’accordo, non dicendo nulla di tuo padre hai fatto pensare ad Ilan che non ti fidi completamente di lui, e quindi è normale che si sia sentito ingannato e si sia arrabbiato….ma era una cosa così delicata! Avrebbe potuto capirti, invece di chiederti conto di tutto in quel modo tanto brutale. Smettila di darti la colpa: hai una parte di responsabilità, ma pure lui la ha! Sai cosa devi fare a questo punto, no?”.
“Parlargli?”.
“Precisamente. Ti do un consiglio da amica: se non vuole essere raggiunto al cellulare, vallo a cercare domani in classe, e se non va bene neanche quello, vallo a trovare a casa… dopotutto è stato lui a dirti di farti viva quando avresti finito di riflettere sulle sue parole, no?”
“Ma se lui non mi volesse più?”
“Se ti dicesse chiaro e tondo che non vuol più aver nulla a che fare con te, cosa che non credo si verificherà mai, allora devi lasciar perdere, altrimenti finirai per essere considerata una stalker. Ma finché non lo fa, non solo puoi, ma devi usare ogni mezzo per spiegarti: hai diritto di farlo, così come lui chiaramente ha diritto ad avere spiegazioni! Presentati senza le lenti se decidi di parlargli a quattr’occhi, magari così lo convinci che non sei finta: non lo pensa davvero, ne sono sicura, ma potrebbe comunque essere una buona mossa. Ricordati che non ti ha chiuso la porta in faccia, ti ha solo detto di prenderti del tempo e pensare a quel che è successo… ti ha dato un’altra possibilità, a modo suo, quindi se tieni davvero a lui come sembra, devi afferrarla al volo! Raccontagli quello che hai detto a me sul tuo dolore per il tuo lutto, suoi tuoi ex compagni di scuola  e sulla teoria della rosa blu, e sii anche più precisa se riesci: se gli racconti tutto nei dettagli, vedrai che presto tutto si risolverà!”
“E se non mi credesse?”.
“Lo farà, perché ti ama”.
Letizia sperò che Ambra avesse ragione, ma non voleva illudersi: quindi, cercò di non pensare al futuro, e si focalizzò sull’ultima parola del discorso dell’amica, spostando l’attenzione da se stessa a lei.
“A proposito di persone che si amano: che mi dici di te e di Akemi?”.
“Ah, questa è una storia lunga”.
“Come hai detto tu pochi minuti fa, sono tutta orecchie!”.
“Va bene, d’accordo, ora ti racconto… ma prima vado in bagno!”.
Veloce, Ambra afferrò il suo cellulare e si avviò fuori della stanza: Letizia si chiese a cosa le servisse il telefonino ma non osò formulare la domanda e guardò la coetanea uscire dalla camera, senza emettere alcun suono.

  
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