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Autore: Chainblack    31/07/2015    6 recensioni
Una raccolta di Fanfiction scritte in collaborazione con Whitemushroom, dove raccontiamo storie alternative sui vari personaggi dell'universo di Dissidia - Final Fantasy e sui loro punti di vista secondo la nostra visione delle loro avventure.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Jecht
Genere: Missing Moments
Rating: Verde
Avvertenze: Una mia rivisitazione del punto di vista di uno come Jecht in un clima relativamente serio.


Sulle orme dell'Asso

Un altro gruppo di quei maledettissimi esseri all'orizzonte. Che fastidio, oggi non è proprio giornata.
Ne avrò incrociati a decine, ma per quanti ne faccia a fette ne compaiono sempre altri. Poco male; si vede che sono diventato famoso anche qui! Se qualcun altro vuole un pezzo del campione, si faccia avanti: ho abbastanza calci per tutti.
Questi... "cosi", però, non danno molta soddisfazione quando dai loro un cazzotto o due. Sembrano essere completamente privi di vita, devoti solo a combattere fino allo stremo. E, cosa più inquietante, hanno il nostro aspetto.
Cloni? O cos'altro? Poco importa. Ne ho addirittura visti alcuni con la mia faccia! Che presuntuosi; pensare che un fantoccio possa replicare il mio impeccabile stile non sta né in cielo né in terra. Per loro conservo sempre un calcio extra.
Andare avanti a combattere per giorni, però, è stancante. Anche la mia giovane compagna di viaggio sembra essere esausta, e pare necessitare una pausa.
- Sir Jecht... - mi implora lei - Non sarebbe saggio fermarsi per un istante? -
Yuna sembra essere parecchio affaticata. La scelta migliore e concedersi un po' di riposo, a quanto pare, e nonostante tutto non la trovo un'idea malvagia.
- Avevo giusto bisogno di stendermi un po'! - le dico, stiracchiandomi e trovando un appoggio quanto più comodo possibile.
Anche lei, sollevata, si abbandona ad un lungo sospiro di sollievo. Incrocio le braccia e alzo lo sguardo.
Il cielo è diverso in questo mondo, ma non cambia l'atmosfera di pace che ti ispira guardandolo. Che sensazione familiare. E non è l'unica.
Un lungo viaggio, tra combattimenti e fatica, con compagni di avventure e una meta non meglio definita. Nuove emozioni, nuovi incontri. Perché ho come la sensazione di aver già vissuto un'esperienza del genere?
Persino Yuna, in un modo o nell'altro mi è familiare, ma non riesco a rievocare il ricordo a cui è associata. Pazienza.
Da quanto ho capito, parte delle nostre memorie la ripristiniamo combattendo. Comodo! Non chiedo di meglio.
Invece, alcuni ricordi rimangono lì, indelebili, che continuano a tormentarti. Il ricordo di quel pusillanime e del suo arrogante sguardo di sfida nei mie confronti, e la mia decisione di andarlo a prendere, ovunque egli sia. E magari di pestarlo un po'.
- Sir Jecht, sta ancora pensando a Tidus? -
Sbuffo. Centrato in pieno, a quanto pare.
- Bah, cosa importa? -
- Nulla, mi rincuora semplicemente vedere come le sia affezionato - mi dice lei con un sorriso sincero.
Mi viene da protestare.
- Affezionato? Non sono così melenso, diamine! - sbotto io - Quel moccioso sta dalla parte di Chaos? Ma se non è capace di starsene buono senza piangere ogni due secondi contati! Lì gli faranno la pellaccia, te lo dico io -
Lei sorride di nuovo.
- Quindi è preoccupato per lui? -
- Bah, vedila come vuoi - borbotto - So solo che ho una gran voglia di prenderlo a calci. Magari stavolta riesco a temprarlo un po' -
A volte persino io mi chiedo se sto dicendo davvero ciò che penso o se in realtà c'è dell'altro. Ogniqualvolta si viene a parlare del bamboccio, mi viene un gran nervoso! Come se non bastasse, nemmeno il tempo di formulare qualche pensiero che la sua faccia torna a tormentarmi, stavolta in forma più concreta.
Un gruppetto di quegli esseri ci ha raggiunto di soppiatto, e vedo Yuna alzarsi di scatto e impugnare la sua asta.
Che gran seccatura, ma in fondo mi conosco. Non riesco a star fermo per un minuto che già mi prudono le mani.
Quelle creature, poi, non hanno idea dei lividi che stanno per ricevere: il fatto che avessero il SUO aspetto non avrebbe dato loro una mano, anzi.
- Sir Jecht... i loro volti... -
- Sono solo feticci senza coscienza, non farti problemi - le dico mentre porto la mano sulla mia grossa spada - Guardali, non frignano neppure. Non sono molto fedeli all'originale! -
Mi basta uno scatto per portarmi sul più vicino. Un rapido colpo di spada, e può dire addio alla porzione alta del busto. Uno è andato.
Yuna tiene a bada quelli alle nostre spalle; vorrà dire che i tre davanti sono tutti miei. Sorrido.
Uno tenta di colpirmi con un fendente; piuttosto lento, oserei dire. Un colpo ben assestato, e riesco a mandare al tappeto anche lui. Non avrei dato la stessa opportunità anche al secondo, che stendo lanciandogli addosso lo stesso masso al quale mi ero appoggiato poco prima. Rimane lui, l'ultimo falso moccioso.
Prima di riuscire a saltargli addosso, mi accorgo di un suo movimento sospetto: ha evocato un pallone. Mi scosto in tempo, e il suo tiro non mi becca di striscio.
Digrigno i denti.
- E quello lo chiami un calcio...!? -
E' il momento di un breve sfoggio di classe.
- Spero che tu mi stia vedendo, bamboccio! Ecco come si esegue un tiro che si rispetti! -
Un pallone. Un palleggio, due. Un salto. Un'acrobazia che da sola racchiude un fitto intreccio di movimenti, torsioni e muscoli che si flettono. Il tiro che ha fatto impazzire tutta Zanarkand ogni volta che si riuniva allo stadio centrale.
Un perfetto tiro Jecht No.3!
Il mio pallone trapassa da parte a parte quello pseudo guerriero, di cui ora rimane ben poco. Atterro con un po' di fiatone; era sempre un'emozione ripercorrere il passato tramite quel tiro fenomenale.
Che nostalgia. Spero che, alla fine di tutto, riuscirò a concedermi un'ultima partita.
Yuna ha terminato di badare a quegli altri insetti, nessun altro nemico in vista.
- Tutto bene, ragazza mia? -
- Tutto regolare, Sir Jecht -
Annuisco.
- Non siamo al sicuro da nessuna parte. Meglio muoversi - sbuffo, mettendomi in marcia.
- Sir Jecht, mi dica la verità - mi interrompe lei - Lei non sta semplicemente tentando di fermare Tidus. Lei vuole salvarlo, non è così? -
Mi volto e la guardo, il suo sguardo deciso ma gentile. Non capisco il suo interesse, e non intendo comprenderlo.
- E perché dovrei? -
- Perché è suo figlio, sangue del suo sangue - annuisce - Non basta? -
Mi gratto la nuca cercando una risposta. Mi venne solo la più naturale.
- Non può essere un bambino piagnucolone per sempre. Prima o poi i piccoli crescono e diventano grandi -
Lei mi segue con lo sguardo.
- Ma ci sono quelli più testardi e capricciosi... - continuo io - ...e se non ha intenzione di capirlo, vuol dire che ha ancora bisogno del suo vecchio che gli indichi la retta via -
Lei sorride di nuovo, facendomi capire che non esige altre risposte, e riprendiamo la marcia.
Sento che non manca molto.
Inutile negarlo; voglio bene a quel frignone. E' proprio per questo che, alla fine di tutto, mi assicurerò di stampargli un bel pugno su quel faccino lacrimoso.
Qualcosa imparerà, dopotutto.
   
 
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