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Autore: Chainblack    31/07/2015    6 recensioni
Una raccolta di Fanfiction scritte in collaborazione con Whitemushroom, dove raccontiamo storie alternative sui vari personaggi dell'universo di Dissidia - Final Fantasy e sui loro punti di vista secondo la nostra visione delle loro avventure.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Lightning
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertenze: Un altro dei miei soliti capitoli in cui tento di dare una voce in più a certi personaggi. Lightning ha già una personalità ben definita, ma c'è un tratto di lei che non sono mai riuscito a comprendere pienamente (e quel dettaglio è il tema principale di questa One-Shot), ed è ciò di cui volevo parlare.


Un motivo per andare avanti

Una spiacevole sensazione di disagio mi accompagna oramai da un po' di tempo a questa parte. E' ciò che in genere mi accade quando non sono perfettamente sicura di star facendo la cosa giusta.
In questo mondo, il tempo passa in maniera relativa; abbiamo combattuto per settimane, per quel che io mi ricordi, ma potrebbero benissimo essere stati mesi, o solo qualche giorno molto lungo. In un posto del genere, dove rischi la vita di continuo, come fai a pensare a qualcosa come il tempo che passa?
Io, paradossalmente, non riesco a smettere di pensare a tutte quelle domande a cui sto cercando di dare una risposta.
Tra tutte ce n'è una in particolare: Perché?
Perché sto lottando in questa guerra senza tempo e senza senso? Come accidenti mi sono ritrovata in questa situazione? Questo è ciò che mi mette più a disagio: non saperlo.
Assieme agli altri guerrieri, mi sono semplicemente ritrovata al Sanctuary. Risvegliata lì, o catapultata, non saprei dire.
Fu allora che venimmo introdotti a Cosmos, Dea della pace e dell'equilibrio, colei che è al di sopra della nostra fazione, che ci ha evocati per combattere per lei contro le schiere di Chaos, il Dio della distruzione.
Ridicolo.
Assolutamente ridicolo.
Una sedicente divinità ti chiama e ti obbliga a uccidere in suo nome, letteralmente intrappolandoti in una guerra di cui non riesci a scorgere la fine. E noi siamo qui, marionette in mano a Cosmos, che ci usa come meglio crede.
Non ricordo moltissimo del mio mondo, ma la mia memoria non è sbiadita del tutto. Sono sempre stata poco incline ad obbedire agli Dei; soprattutto se, di punto in bianco, ti affidano una missione suicida senza nemmeno darti il potere di rifiutare.
Sarò davvero l'unica a pensarla così? Ho come questo timore.
A sentire le pretese di Cosmos, ero certa che anche altri avrebbero condiviso questo mio sentore. Poi mi guardai attorno, e mi accorsi che non era così.
Il Guerriero della Luce si sentiva quasi come onorato all'idea di compiere quella missione. Bartz sembrava aver trovato l'opportunità di buttarsi in una nuova avventura. E Gidan, beh... non mi sembrava il tipo da rifiutare la cortese richiesta di una graziosa signorina bionda.
C'è chi non espresse pareri, ma ognuno era disposto a fare la sua parte. Cloud e Squall, i più solitari, assentirono a loro volta. Anche Terra e Yuna, che apparivano come le più insicure, sembrarono trovare il coraggio di accettare la proposta.
Solo io ho alzato un sopracciglio e ho guardato storto quella "Dea"? Solo io mi sento costretta a combattere, e non invogliata per raggiungere un obiettivo, come un "bene superiore"?
Dubito che riuscirò mai ad accettare questa situazione, non importa quanto mi ci sforzi. Laguna dice di rilassarsi, pensare positivo e sapere che tutto andrà bene.
Facile a dirsi...
Non c'è davvero nessuno che condivide le mie ansie e le mie preoccupazioni? Nemmeno tra le fila di Chaos? Più ci ragiono, più mi sento incredibilmente fuori luogo.
Non mi piace fare la parte di "quella fredda", ma nemmeno mi va di mischiarmi a persone che non mi vanno a genio. Non mi adatterò solo perché me lo dice Cosmos.
- H-hey, Lightining! - balbetta una voce alle mie spalle.
Mi volto. Chi ho di fronte è uno dei più giovani della compagnia, quel ragazzino vivace a cui piace parecchio giocare a pallone.
Un altro tentativo di avvicinarmi in maniera pacifica, probabilmente dietro spunto del Guerriero della Luce. Apprezzo molto la loro buona fede, ma ripeto a me stessa di non essere interessata alla compagnia di chi si fa gratuitamente sfruttare dagli Dei.
- Come va oggi? Posso sedermi? - mi chiede in maniera impacciata.
- Se lo desideri... -
Mi sorride come se non avesse notato la mia freddezza, e si accomoda di fianco a me. Solo a guardarlo in faccia risulta scontato che sta cercando qualcosa di cui parlare. Non mi piacciono le farse.
- Tidus, non sei obbligato a parlare con me -
- Siamo parte dello stesso team, è normale che tra compagni di squadra ci si conosca per diventare più affiatati - mi dice che una sincerità snervante - Senza cooperazione, non sarei mai diventato un asso del Blitzball! -
Ancora quello strano sport. Da come ce lo aveva descritto, sembrava essere molto più che calciare il pallone.
- Beh, qui non siamo in una partita di Blitzball, siamo in guerra. Ognuno di noi potrebbe morire da un momento all'altro; non mi sembra l'occasione migliore per fare amicizia -
Mi alzo e faccio per andarmene, ma in qualche modo sapevo che non sarebbe stato facile scrollarselo di dosso. Mi segue a ruota come un cane seguirebbe una palla.
- Aspetta, Light! Tentiamo di lavorarci su! - mi dice - Tutti vorrebbero che tu, Squall e Kain vi integraste di più nel gruppo. Siamo alleati, giusto? -
"Alleati". Parola usata troppo alla leggera. In qualche modo devo farglielo capire.
- Sbagliato - gli rispondo, inviperita - Siamo nella stessa fazione, questo è vero, ma non è detto che io condivida il vostro stesso desiderio di combattere per Cosmos. Se avete intenzione di giocare ai servitori della Dea fate pure, ma non trascinatemi con voi -
Lui assume un'espressione intristita. Mi dispiace di essere stata scorbutica, ma in qualche modo lo dovevo dire. Meglio tardi che mai.
- Light, perché non hai fiducia nella nostra causa? -
Sospiro.
- Perché non mi va di combattere per qualcuno che si erge al di sopra di noi come una divinità. Non è ciò in cui credo, e non è ciò per cui combatto. Riacquistando parte della mia memoria, ho ricordato cosa voglia dire trascinarsi avanti in una guerra perché un "Dio" vattelapesca ti ha detto che il tuo destino è quello... non è un qualcosa che puoi capire, Tidus -
- Lo credi davvero? -
La serietà della sua risposta mi ha colto di sorpresa, devo ammetterlo. Se ha qualcosa da dirmi, farà meglio a sputare il rospo. Non ho intenzione di ascoltare altre inutili lamentele.
- Mi sbaglio? -
- Eccome - mi fa lui - So di cosa parli. Ho conosciuto persone il cui destino era... "morire". Sacrificarsi per salvare l'umanità. E perché? Per una stupida tradizione religiosa. Perché "Dio", appunto, aveva detto così -
Interessante. Sa di cosa sto parlando. Allora perché non sembra capire?
- Bene, allora hai avuto un assaggio di cosa vuol dire essere disperati - sbuffo.
- Ma... c'è una persona che si è ribellata a tutto questo. E quella persona è riuscita a cambiare il suo destino con l'impegno e l'aiuto dei suoi amici. Nessun Dio, nessuna regola. Solo volontà. Capisci cosa voglio dire? -
Lo ascolto. Le sue parole mi riportano a ricordi sbiaditi. Cose che non riesco ancora a ricordare, ma che in qualche modo sento familiari. Una strana sensazione.
- Light, se Chaos vince, nessuno sa che fine farà il mondo. Non combattere per Cosmos, fallo per te e per coloro che vuoi davvero proteggere - mi dice con determinazione - Ci sarà... qualcuno che vuoi difendere ad ogni costo, no? Tutti ce l'hanno -
Beati loro. La mia memoria è ancora abbastanza messa male. Eppure quelle parole non mi sono nuove. Qualcun altro era solito usare gli stessi toni euforici credendosi un eroe in grado di proteggere i propri cari, in qualsiasi circostanza. Un idiota, ed era qualcuno a cui tenevo.
- Ti prometto che ci penserò su, Tidus -
Lui mi sorride, come se in qualche modo sapesse che le sue parole hanno fatto breccia.
Forse ha ragione. Forse devo ancora capire il perché della mia presenza qui. Magari non è per essere un fantoccio di Cosmos, magari è per qualcosa di più.
Non mi resta che fare come ho sempre fatto. Andare avanti, combattere, ricordare.
Prima o poi capirò qual'è il mio scopo, me lo sento.
   
 
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