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Autore: Kaleido_illusion    31/07/2015    3 recensioni
Chi non conosce l'indie horror di Ib?
Ma tu lettore, se sei tra quelli che non lo conoscono o volgiono saperne di più, ti invito a leggere delle avventure di Ib, un adolescente, e Garry che per errore o un desiderio espresso e non mantenuto, entrano in un mondo artificiale fatto di pittura e tristezza, popolato da esseri che non dovrebbero esistere, ma che hanno trovato la vita grazie ad un eccellente pittore visionario, Weiss Guertena.
Immergetevi insieme ai protagonisti nell'arte!
Buon proseguimento ...
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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° Tra Genio e Follia °

 

Atto.2

“ VIENI IB ”…

… vieni di sotto Ib ti mostrerò un posto segreto. ”

 

Pensò inizialmente ad un balck-out dovuto al temporale che colpiva ormai da un pezzo la città, lasciando il suo tocco umido sulle case e le strade per poi colare sui muri fino all’asfalto, ma iniziò ad abbandonare l’idea quasi subito, siccome in tutta la sala non volava una mosca. Non un brusio, né voci preoccupate e nemmeno i sorveglianti con le torce erano passati in quei cinque minuti d’attesa nell’oscurità.
Si staccò mal volentieri dalla parete e seguì il fascio di led d’emergenza che fendevano l’oscurità oltre l’angolo alla sua sinistra. Aveva appena mosso il primo passo che un rumore acquoso la raggiunse e della vernice rossa si materializzò sul pavimento. Il colore spiccava tetro sulle mattonelle ingrigite dalla mancanza di luce e componeva poche parole sbavate in stampatello: “ VIENI IB”. Le prese un colpo. Come facevano a conoscere il suo nome? Ma soprattutto chi aveva scritto quella frase?!
<< C’è qualcuno? Per favore vieni fuori… >> chiese ad alta voce e tuttavia timorosa di ottenere una risposta, perché in caso affermativo chi poteva dire se si trattasse di una persona amica o meno? Non aveva decretato poco fa che lì si trovava molta gente strana e perciò imprevedibile? La sua fantasia suscettibile aveva iniziato a farle ipotizzare tutta una serie di situazioni e circostanze spiacevoli.
In risposta alla sua chiamata però ebbe solo uno sgocciolio proveniente dalla sua sinistra. Lo seguì non avendo altra scelta. Non ci pensava nemmeno di restare un minuto di più lì da sola e per di più quasi al buio. Raggiunse l’angolo speranzosa di trovarvi qualcuno, ma fu ripagata da una macchia di vernice blu che gocciolava dalla cornice dell’enorme quadro.
“ I quadri non dovrebbero perdere la pittura! ” pensò sorpresa dall’insolita scoperta, finché non si accorse che all’ altezza dei suoi occhi vi era un nuovo indizio scritto sul muro con lo stesso colore lucido.

 

‘ vieni di sotto Ib ti mostrerò un posto segreto ’

 Adesso era davvero spaventata. Lì con lei c’era qualcuno che conosceva il suo nome e si divertiva a scrivere frasi strane sulle pareti.
Aveva appena finito di leggere, che un rumore di pesanti passi riecheggiò in tutta la sala.
Tlak, tlak, tlak …
Avevano una cadenza calma e tranquilla come se alla persona che li produceva non importasse che i locali fossero immersi in una coltre d’inchiostro.
Ib venne rianimata da una scossa di sollievo, forse finalmente lo staff si era mobilitato e stava recuperando i visitatori sparpagliati nei saloni. Si slanciò oltre l’angolo, impaziente di riunirsi agli altri, e percorse tutto il corridoio fino ad arrivare alla parte centrale delle stanza.
<< Signore, sono qui!>> disse ad alta voce, dimenticandosi del divieto di rumori molesti della galleria.
Nessuna risposta le venne in rimando, solo il lento e costante passeggiare di questo individuo celato dalle ombre. << Signore! Dov’è? così la raggiungo…>> riprovò, facendo qualche passo incerto verso la fonte del rumore.
Ancora nessuna risposta e la situazione cominciava a diventare inquietante.
Perché non rispondeva? Era uno scherzo per caso?? Perché se così fosse stato non lo trovava affatto divertente!
Stava appunto per annunciare il suo disappunto quando si spensero anche le luci di emergenza immergendola in una coperta scura e densa come la pece. Non vedeva assolutamente nulla e procedere era impossibile, perciò andando a tentoni cercando di raggiungere una qualsiasi parete da cui potersi orientare. Finalmente sfiorò con la punta delle dita la liscia superficie del muro e i freddi cartellini apposti sotto i quadri. Vi si gettò contro come se avesse trovato un ancora di salvezza, mentre i battiti del suo cuore acceleravano per l’agitazione.
<< Dove sono tutti?!>> mormorò a se stessa per non farsi schiacciare dalla paura della solitudine.
 Tlak, tlak, tlak … I passi continuavano senza sosta aumentando l’ansia di Ib che era ormai sull’orlo delle lacrime.
“ Cosa devo fare? Che vuole questo tipo?” pensò con rabbia e frustrazione, usando la ragione come appiglio per contrastare l’imminente sfogo delle sue paure. Ma non voleva cedere e per prima cosa si impose di resistere e trovare i suoi genitori. Non poteva farsi prendere dal panico, altrimenti si sarebbe immobilizzata e non sarebbe andata più da nessuna parte. Costrinse perciò i suoi piedi a muoversi, mettendo una scarpa d’avanti all’altra con silenziosa circospezione ed avanzando alla cieca. All’improvviso un lampo biancastro irruppe prepotentemente contro il nero pece, illuminando le scale che portavano al piano inferiore, accecando la giovane.
“ È un invito?” si chiese intimorita. Non voleva scendere e si attaccò al muro, premendovisi più che potè; sembrava volesse diventare un tutt’uno con esso, tanto che  picchiò la testa contro la cornice di un quadro. Qualcosa le rotolò addosso, facendola sobbalzare dalla paura e portare d’istinto le mani a coprire la bocca per trattenere un grido. Una oggetto oblungo giaceva spappolato sul pavimento ai suoi piedi. La curiosità ebbe la meglio sullo spavento ed accovacciandosi, riuscì a riconoscere l’oggetto nella fioca luce. Era una pera!
“ Da dove arriva?” domandò frastornata dall’improbabile ritrovamento e guardò in su verso l’alto, scorgendo il dipinto nella penombra. Riconobbe nella figura una natura morta, dove in un cesto di frutta era rimasto uno spazio vuoto.
<< Che sta succedendo?!?>> scattò, allontanandosi dal frutto troppo maturo e passando d’avanti ad un altro quadro. Anche qui gli oggetti presero a muoversi, oscillando pericolosamente verso il bordo della cornice.
Ib era terrorizzata, procedeva a ritroso, dando le spalle alle scale e scrutando con orrore le ombre nere nei quadri brulicare come incubi notturni.
D’un tratto urtò con le spalle contro lo stipite della porta e si voltò di scatto in allarme. Non c’era nessuno nonostante i passi la seguissero come una presenza impalpabile. Per cui non ci pensò due volte e si avviò verso la rampa desiderando ardentemente che tutto finisse. Ma suoi sensi vennero subito attratti da una finestra sul pianerottolo che prima, salendo,  non aveva notato. Vi si scagliò contro, tastando freneticamente il contorno in cerca della manopola per aprirla. Non la trovò. Stava per cedere allo sconforto quando una figura sfrecciò oltre superficie opaca ed Ib senza indugio iniziò a battere sul vetro nella speranza di richiamare la sua attenzione.
<< Ehi! Ehiiiiii! Si fermi, ho bisogno d’aiuto>> strillò, mentre i pugni si abbattevano sulla barriera che la separava dall’esterno.
La figura tornò indietro inaspettatamente ma invece di aiutarla, incominciò a percuotere la superficie trasparente, spaventando a morte la ragazza. Urlò di terrore e senza sapere come, si vide scendere a rotta di collo gli immacolati gradini inondati dai neon.
<< Mamma, Papà! Dove siete?!?!>> sbraitò, senza scomporre minimamente il visitatore che passeggiava indisturbato da diverso tempo.
Raggiunse l’ingresso con il fiato corto e siccome nessun suono le era giunto come risposta, guadagnò la strada della porta, sicura di trovarvi una via d’uscita, ma cozzò contro la fredda anta scorrevole che non accennò a volersi spostare nemmeno di un millimetro. In preda alla disperazione la ragazza cercò di aprirla concentrandovi tutta la sua forza, incastrando le unghie nella stretta fessura che si creava dall’accostamento delle due vetrate e tirando.
“ Ti prego, ti prego , ti prego … apriti!! “ ripeté mentalmente sperando che qualcuno la ascoltasse ed esaudisse la sua preghiera, tuttavia i battenti non si mossero per nulla.
Non era ancora pronta a mollare e tentò un ultimo disperato tentativo con le due finestre a nastro incastrate lì vicino a portata di mano. La prima non cedette né si spostò e allora provò con la seconda, ma ebbe una brutta sorpresa; appena la sfiorò, un getto di liquido rosso iniziò a scorrere come un torrente dalle guide delle ante creando rivoli scarlatti e schizzando ovunque, disegnando un campo di papaveri sul pavimento niveo. Si ritrasse disgustata e preoccupata: poteva essere vernice oppure poteva essere sangue? Il colore era scuro, ma talmente indefinito e lucido da non poterlo identificare in modo esatto.
‘ Ib…’ una voce proveniente dalla stanza a piano terra la chiamava preoccupata.
<< Mamma? Papà? >> chiese la ragazza sbigottita e la voce la chiamò di nuovo con urgenza.
“ Grazie al cielo! I mie sono rimasti in quella stanza!” si incitò mentalmente e senza perdere altri secondi preziosi seguì il dolce conforto che dava quella voce parentale.
Stranamente i passi sembrarono intensificarsi a mano a mano che Ib andava avvicinandosi  alla sala, e quando vi entrò si rese conto che il suono rimbombava contro le pareti ed il soffitto come se fosse proprio il calcestruzzo di cui erano fatte o l’intonaco a produrre quel sinistro scalpiccio. Non vi prestò molta attenzione e si diresse immediatamente al quadro dove aveva lasciato i suoi genitori una manciata di minuti fa, era troppo concentrata sul nuovo obbiettivo per notare qualcos’altro.
Il quadro svettava in tutta la sua imponenza; i colori erano cupi ma il disegno intuibile nonostante la stanza albergasse nelle ombre.
<< Mamma sono qui!>> sussurrò una volta che si rese conto di essere nuovamente da sola. Tuttavia non risentì più la voce. << E dai papà, non è divertente!>> sentenziò rivolta al nulla nero di fronte a sé, mentre il panico le serpeggiava lungo la schiena afferrandole le scapole. Ib girò un paio di volte su sé stessa osservando con angoscia crescente lo spazio. Nessuno, non c’era nessuno nemmeno lì. Voleva piangere dalla frustrazione e per la paura, siccome non riusciva a capacitarsi del perché non avesse incontrato anima viva in tutto questo tempo. Dove erano scomparsi tutti?
Un rumore di carta strappata l’agghiacciò, pietrificandole il sangue nelle vene. Quel suono scricchiolante proveniva da un punto dietro di lei. Si girò lentamente portandosi le mani al petto, come faceva da bambina per proteggersi dal mostro che viveva sotto al letto. Aveva paura ed allo stesso tempo sapeva di doverne conoscere l’origine. Stava accadendo esattamente quello che aveva visto in una marea di film Horror: qualcuno si ritrovava da solo a dover fronteggiare suoni preoccupanti e lo spettatore, a questo punto, sapeva già che la sorte del protagonista poteva finire solo in un modo. Infatti la scoperta che fece, sebbene fosse preparata, fu peggiore di quanto si aspettasse. La madre in rosso, che inizialmente stava sgridando il figlio, con movimenti a scatti e disconnessi come un burattino impazzito, si ribellava alla sua prigione di stoffa, rivolgendo il suo volto privo di connotazioni fisiche verso la ragazza. La sagoma si scollava con uno strappo secco e raccapricciante ed in quei punti comparivano delle crepe scure, come il terreno che si spacchi per la siccità, mandando parte della pittura a sbriciolarsi sul pavimento, mentre il bambino blu si rannicchiava in posizione fetale sulla tastiera reinventata del pianoforte, artigliandosi la testa con le dita celesti. Ib osservava con gli occhi sbarrati la scena ed a poco a poco il sangue le defluiva dal viso, donandole un pallore degno dell’intonaco privo di colore. Il suo cuore poi perse un battito quando il sottile braccio scarlatto della donna, solcato da venature nere e rinsecchite, si distese nella sua direzione, schiudendo le dita affusolate nel tentativo di ghermirla come gli artigli di un uccello rapace.
<< … No…no… non ti avvicinare!>> sillabò a stento con la voce incrinata dal nodo che andava formandosi in gola. La sagoma però non voleva saperne e continuava la sua inesorabile avanzata, sporgendo il busto esile ed aggrappandosi con l’altra mano, ormai libera, alla cornice d’orata.
Istintivamente iniziò a ritrarsi, camminando all’indietro finché non finì con una scarpa su qualcosa di scivoloso che minacciò di farla cadere. Spaventata dalla possibilità che si trattasse di una nuova minaccia, diede una rapida occhiata verso il basso, dove una serie di impronte blu elettrico andavano nella stessa direzione a cui lei dava la schiena. Ancora della vernice che le tormentava con i suoi indovinelli. Ancora della pittura che minacciava di farla impazzire.
“ Che siano le impronte del signore che stava camminando prima?” la domanda le si presentò alla mente come una scarica elettrica. Tuttavia non era questo il momento di pensare a certe cose. Provava un mix di angoscia, paura, terrore, impotenza e smarrimento che le opprimevano il petto minacciando di schiacciare i suoi piccoli polmoni. In preda ad un’agitazione selvaggia, sollevo lo sguardo, avvertendo uno strano spostamento d’aria che le solleticava il viso e le fece accapponare la pelle. All’ improvviso la donna si era slanciata di colpo, bruciando la distanza che le separava, facendo serpeggiare le sue dita scheletriche fra le ciocche dei suoi capelli e cercando di afferrarla per la nuca.
Lo sgomento la colse impreparata e, seguendo un ondata di ribrezzo, si scansò da quel contatto spingendosi all’indietro. Sperava di cadere sul pavimento e da lì poter cercare di sfuggire all’essere senza volto, ma al contrario si ritrovo con la sensazione che i piedi perdessero aderenza ed il terreno venisse a mancare. Infatti nemmeno una frazione di millesimo dopo vide chiudersi sopra di sé un muro freddo e bagnato.
<< HAHAHAHAHAHA, che bello! Finalmente è arrivato qualcuno!>> sghignazzò una risata cristallina ed infantile. Fu l’unica cosa che riuscì a sentire prima di infrangere una superficie umida.
Ib si ritrovò immersa in quella che sembrava una piscina immensa, con l’unica differenza che quella che l’abbracciava non era acqua, era qualcosa di più denso e pesante che le impediva di risalire in superficie, facendole aderire persino i vestiti al corpo. Annaspò, cercando di trattenere il fiato. Si agitò e si sbracciò a più non posso per raggiungere il bordo e portarsi in salvo, ma ogni sforzo, ogni misero tentativo di arrancare verso il bordo dell’abisso, risultò inutile e sfiancante, mentre preziose bolle d’aria le sfuggivano dalle labbra volteggiando come leggiadre meduse e sollevandosi in alto.
“ Perché solo io non posso muovermi?!” urlò la sua mente febbricitante. Non riusciva a pensare con lucidità ed il petto era dolorante per la mancanza di ossigeno. Il corpo le sembrava sempre più pesante e stava per fare la fine di un sasso lanciato nel mare, ovvero affondare. Tentò disperatamente di resistere, trattenendo l’aria nel suo albero respiratorio per non annegare, eppure tutto era così maledettamente difficile ed i polmoni la imploravano di aprire la bocca ed aspirare qualsiasi cosa, minacciando altrimenti un collasso. Lottò più che poté ma il fato le fu avverso, un ombra nera si precipitò con destrezza su di lei, avvolgendo la gamba di Ib con la sua appendice luminosa e strattonandola verso il basso. Il movimento azzerò tutte le sue ultime resistenze e quel poco di speranze che ancora le rimanevano l’abbandonarono sotto forma di sinuose e trasparenti ellissi irregolari, mentre ingoiava quell’ liquido indefinito che le bruciava la faringe come se avesse ingollato dell’alcol puro.
“ Ma cosa?! Questo è il mostro marino del dipinto di Guertena. Come faccio ad essere in un quadro?” si domandò esterrefatta prima che le enormi fauci dentate del pesce la ingabbiassero sotto il suo sguardo impotente. Le forze la abbandonarono e nei suoi ultimi momenti prima di perdere conoscenza e lasciare questo mondo, sognò.

NDA:  ciao a tutti! vi allego qui l'indirizzo facebook della pagina che gestisco insieme all'autrice di EFP Dusky Doll. Se volete rimanere aggiornati sugli sviluppi delle storie, vedere i disegni dei vari capitoli, condividere articoli, musica, immagini e ...  improbabili cross over e one shot, perchè non ci date un' occhiata? Grazie mille e buona lettura ;) 

https://www.facebook.com/pages/Black-Signs/917414278320549?fref=ts

   
 
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