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Autore: LatersBaby_Mery    01/08/2015    5 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 14.

POV ANASTASIA

 
Quando la mattina successiva apro gli occhi, i raggi del sole che filtrano attraverso le tende illuminano la stanza, allungo il braccio accanto a me, ma Christian non c’è. Mi strofino gli occhi e mi metto a sedere, la sveglia segna le nove e mezza. Sento dei rumori provenire dal bagno, e pochi istanti dopo esce Christian, con indosso solo un paio di jeans, e con un asciugamano si tampona le guance e il mento. I miei appetiti mattutini si risvegliano immediatamente, nel vederlo a torso nudo e fresco di doccia e barba.
“Buongiorno principessa!” esclama avvicinandosi.
“Buongiorno!” farfuglio stiracchiandomi.
Christian si siede sul bordo del letto e mi bacia le labbra. “Ci siamo svegliate tardi stamattina..” osserva.
“Sai com’è.. mio marito stanotte non avendo di meglio da fare si è messo a strimpellare al pianoforte”
“Strimpellare?? Io non la vedrei così. E poi..” scosta la coperta e mi posa una mano sulla pancia “A lui piaceva”
“Quindi la suonerai tutte le notti??”
“Perché no..” scrolla le spalle e sorride. Mi dà un altro bacio prima di alzarsi e tornare in bagno, ne esce poco dopo e si dirige nella cabina armadio per prendere una camicia e un maglioncino.
Mi distendo nuovamente e osservo tutti i suoi movimenti. A dirla tutta mi dispiace che copra quel fisico statuario.
“Come mai quel broncio? Non ti piace questa?” domanda con la camicia sbottonata.
“Beeh, ad essere sincera, ti preferisco decisamente senza..” ammetto mordendomi il labbro.
Christian scuote la testa, sorridendo. Posa il maglioncino sulla sedia e cammina lentamente fino a sedersi nuovamente accanto a me. Mi accarezza una guancia con il dorso della mano e mi ipnotizza con i suoi occhi color del piombo. “Lo sai che effetto mi fa quando mi dici certe cose? Quando mi guardi in quel modo?” la sua mano scende dal mio viso al mio collo, facendomi propagare dolci brividi lungo la spina dorsale “Quando usi quella voce?” prosegue, mentre la sua mano scende sul mio petto, e comincia lentamente a sbottonarmi la camicia da notte “E, soprattutto, lo sai che effetto mi fa quando ti mordi il labbro??” domanda con quella voce calda e seducente. Sento contrarsi tutti i muscoli del basso ventre, il mio respiro è diventato più affannoso.
“Rispondi! Lo sai??” insiste.
“Credo di sì” sussurro portando le mie mani sul suo petto. Risalgo lentamente fino ad arrivare alle spalle, e gli sfilo la camicia. Ammiro i suoi muscoli guizzanti e mi mordo volontariamente il labbro. Lo sguardo di Christian si fa più profondo. Mi afferra per i polsi e delicatamente mi fa stendere di nuovo, allargo le cosce per fargli spazio, Christian si porta su di me e pianta i palmi sul materasso, ai lati della mia testa, in modo da non schiacciarmi con il suo peso.
“Vuoi qualche delucidazione?” domanda mordicchiandomi il lobo dell’orecchio.
“Non mi dispiacerebbe” rispondo accarezzandogli la schiena.
Christian mi solleva la camicia da notte, mi fa mettere seduta per sfilarmela dalla testa e poi mi fa stendere di nuovo. Si porta nuovamente su di me e comincia a baciarmi il collo, poi scende verso il seno.
“Mi piace quando dormi senza reggiseno” mormora prima di avventarsi sui miei capezzoli. Chiudo gli occhi mentre mi godo la sensazione delle sue labbra sulla mia pelle. La sua bocca si fa strada fino al mio ventre arrotondato, gli dedica delle coccole speciali, baciandolo ovunque, dopodiché la sua mano si intrufola delicatamente all’interno dei miei slip.
“Sempre pronta, Mrs Grey” commenta con una punta d’orgoglio.
Mio marito ha sempre avuto un enorme potere sul mio corpo, ma devo ammettere che da quando sono rimasta incinta sono diventata ipersensibile, basta davvero poco per eccitarmi. E Christian, invece, si diverte a torturarmi, prolungando l’attesa. Si alza per togliersi i jeans, ma mi metto a sedere di scatto sul bordo del letto e lo blocco. Mi guarda dall’alto mentre gli slaccio i tre bottoni, poi aggancio le dita ai passanti e lentamente faccio scorrere il denim giù per le sue gambe. Aspetto che Christian scalci via i jeans, e poi mi concentro sui suoi boxer, dai quali traspare la sua evidente eccitazione, gli bacio la pelle intorno all’ombelico, e poi la leggera striscia di peli che va fino all’elastico dei boxer, glieli tolgo lentamente, mentre la mia bocca scende sempre più giù.
Mi diverto anche io a torturarlo un po’, e i suoi gemiti sommessi che riecheggiano nella stanza non fanno altro che rendermi ancora più bramosa di lui.
“Ana, fermati, ti prego..” mi supplica prima di arrivare al punto di non ritorno.
Mi solleva il viso e mi dà un leggero bacio, prima di adagiarmi nuovamente sul letto e farmi finalmente sua.
Intreccio le dita ai suoi capelli e attiro la sua bocca verso la mia, mentre lui comincia a muoversi dentro di me. Gli cingo i fianchi con le gambe, permettendogli di andare più a fondo.
“Non hai idea di quanto piacere mi fai provare” ansima “Ti prego non smettere mai”
“Ti amo” sono le uniche parole che riesco a dire.
Christian in tutta risposta spinge più forte e mi bacia con una dolcezza infinita, prima di venire dentro di me, ed io con lui.
Passiamo un’altra mezz’ora a baciarci e coccolarci, poi finalmente mi decido ad alzarmi e vado a fare una doccia, mentre Christian con calma si riveste.

“Tra un quarto d’ora devo uscire, mi hanno telefonato dall’ufficio” mi informa Christian una volta a tavola per la colazione.
“Ma come??” domando, non nascondendo il mio disappunto “Oggi è sabato!”
“Appunto! Se mi hanno chiamato di sabato, vuol dire che si tratta di qualcosa di importante. Ma non preoccuparti, piccola, torno per pranzo, e oggi pomeriggio decoriamo l’albero. Promesso!”
Mi sorride, ed io non posso fare a meno di ricambiare. Prima di uscire Christian mi porge un’ultima fetta biscottata con la famigerata marmellata di mirtilli e mi dà un bacio in fronte.
Una volta terminata la colazione, prendo la mia adorata coperta di Winnie The Pooh e mi sistemo sul divano in salone a visionare un paio di manoscritti. La mia lettura, però, viene momentaneamente interrotta dal mio Puntino che vuole attirare la mia attenzione.
“Hey, cucciolo” sussurro accarezzandomi la pancia “Ti stai divertendo lì dentro, vero?”
So che probabilmente sembro un po’ buffa, però sento che lui davvero percepisce le mie coccole, la mia voce. Da qualche parte ho letto che da lì dentro sente chiaramente il battito del mio cuore. Questo cuore che batte solo per due persone: lui e il suo meraviglioso papà. Ripenso ancora all’espressione di Christian di stanotte: era così emozionato, incredulo. È stato un momento così bello, intenso, travolgente. E ancora adesso mi viene da piangere, sentendo il mio piccolo che si muove dentro di me. È come se solo adesso avessi realizzato completamente di non essere più sola, perché lui me la fa sentire realmente la sua presenza, tirando qualche calcetto ogni tanto, e in quei momenti il battito del mio cuore accelera notevolmente.
Mi sono innamorata di nuovo.
 

POV CHRISTIAN
 
Osservo Seattle che scorre dal finestrino, nella frenesia del periodo natalizio.
Odio andare in ufficio il sabato mattina. Odio questa situazione. Odio mentire ad Anastasia. Spero che tutto questo si risolva nel minor tempo possibile, perché non so per quanto ancora riuscirò a resistere. Sono sempre teso e preoccupato, ma a casa devo sembrare tranquillo e disinvolto.
Per fortuna c’è mia moglie con il suo pancino a farmi stare un po’ meglio. Questa notte abbiamo sentito Puntino muoversi per la prima volta, ed è stata un’emozione così forte che ho temuto che il cuore mi scoppiasse nel petto. Senza neanche accorgermene mi sono ritrovato le guance solcate di lacrime, ma non poteva fregarmene di meno, ero così felice. Si è fatto sentire proprio mentre suonavo, e in un certo senso mi sento orgoglioso di ciò, mi sa proprio che quella melodia diventerà la sua ninna nanna, come l’ha definita Ana.
I miei dolci pensieri vengono bruscamente interrotti appena scorgo il grattacielo della GEH. Barney e Welch mi hanno telefonato mentre Anastasia era sotto la doccia, e ho dovuto inventare una vaga scusa per non farla preoccupare. Con la speranza che ci siano buone notizie, entro in ascensore insieme a Taylor. Dopo pochi secondi le porte si aprono e mi dirigo a passo svelto nell’ufficio di Barney. Lui e Welch mi accolgono e mi porgono un caffè, che prontamente rifiuto, ho lo stomaco chiuso.
“Allora, Barney, di che novità parlavi al telefono?” domando sedendomi.
“Dunque, Mr Grey, abbiamo effettuato i controlli ai computer della SIP, e ci siamo accorti che tre giorni fa i server sono stati attivi per una decina di minuti”
Faccio un rapido calcolo mentale. “Impossibile! Tre giorni fa c’è stata la disinfestazione, gli uffici erano chiusi”
“Proprio per questo la cosa risulta anomala, ma vede, il lasso di tempo in cui qualcuno ha acceso i computer corrisponde al momento in cui si sono oscurati i nostri schermi, quindi certamente le due cose sono collegate”
Mi passo nervosamente una mano tra i capelli. Ho sperato con tutto me stesso che la radice non fosse la SIP, ma purtroppo è così, e il pensiero che Anastasia possa essere in pericolo mi fa gelare il sangue.
“La SIP è dotata di un circuito di telecamere esterne, non si possono visionare i filmati??” chiedo, cercando un qualunque appiglio che possa aiutarci.
“Sì, però serve la sua firma per richiederli, è lei il proprietario!”
“Certo, firmo tutto!”
Barney mi porge un foglio e una penna, la afferro e firmo avanti e indietro.
“Non ha alcuna idea di chi possa essere stato? C’è qualcuno che può avere qualche rancore nei suoi confronti??” domanda Welch.
“L’unico era Hyde, ma è fuori gioco, a meno che non sia stato lui la mente e qualcun altro il braccio”
“E’ un’ipotesi che stiamo valutando, ma non è una pista semplice, considerando che non sappiamo chi sia l’interlocutore di Hyde” spiega Welch. “Quando sarà possibile visionare i filmati?” chiede poi a Barney.
“Purtroppo non prima di lunedì, nel week-end gli uffici che si occupano di questo sono chiusi!”
Cazzo! Altri due giorni!
“Qualunque cosa scopriate, voglio essere il primo a saperlo, e, soprattutto, alla SIP non dovranno sospettare nulla, mia moglie specialmente. Sono stato chiaro?”
“Certo, Mr Grey, non si preoccupi!”
Li saluto con una stretta di mano ed esco dall’ufficio, con la testa e il cuore più pesanti.
Questa situazione comincia seriamente a preoccuparmi, non so se rivelare qualcosa ad Anastasia per metterla in guardia, o stare zitto per non farla agitare. No, non le dirò nulla. È così serena e tranquilla in questo periodo, che non potrei pensare di vederla triste. Inoltre potrebbe far male al bambino, ed è in assoluto l’ultima cosa che voglio.. anzi, non lo voglio affatto.
Quando rientro a casa è ormai quasi ora di pranzo, Mrs Jones sta preparando la pasta, e mi comunica che Anastasia è in salone. La raggiungo e la trovo sul divano che dorme, rannicchiata nella sua coperta di pile, con un plico di fogli aperto addosso.
Mi chino davanti a lei, appoggio il manoscritto sul tavolino e le do un bacio in fronte. Si muove un po’ prima di aprire gli occhi e sorridermi.
“Oddio, ma stavo dormendo??” farfuglia, confusa.
“Eh sì, mi sa che ti sei addormentata mentre leggevi!”
Annuisce e si strofina gli occhi. “Che ora è?”
“E’ l’una, mi sa che tra poco è pronto il pranzo!”
“Non mi voglio alzare, si sta così bene qui!”
“Davvero??” domando scostando la coperta e stendendomi accanto a lei.
Ana si accoccola sul mio petto e sbadiglia.
“Sì, hai ragione, si sta proprio bene!” osservo, chiudendo gli occhi per qualche istante.
“Che problemi c’erano in ufficio?” chiede, facendomi tornare bruscamente alla realtà.
“Scartoffie da firmare!”
“E a te non piacciono le scartoffie?”
“Solo quando accanto alla mia firma c’è anche la tua!” affermo con un sorrisetto prima di baciarla.
 
“Amore stai attento a non spezzare i gancetti, altrimenti non riusciamo ad appendere le palline!” mi rimprovera mia moglie.
“Ai suoi ordini, signora!”
“Spiritoso!”
Mi dà una pacca sul sedere per poi baciarmi. Come le avevo promesso, dopo pranzo siamo in salone per addobbare l’abete di due metri che il negozio ci ha consegnato ieri pomeriggio. Nei giorni scorsi Anastasia è andata in giro con mia madre e mia sorella a scegliere le decorazioni che più le piacevano.
È euforica come una bambina, e non saprei neanche descrivere la dolcezza che trasmette. In un certo qual modo mi sento euforico anche io: è il primo Natale che trascorriamo insieme, ed è anche il primo in cui percepisco davvero l’atmosfera del periodo.
Apriamo tutte le confezioni degli addobbi, e piano piano cominciamo ad appendere le varie palline, stelline e campanelle. Anastasia ha scelto i toni del bianco e dell’oro, che si abbinano in qualche modo ai mobili della nostra casa. Dopo aver decorato più della metà dell’albero, occorre prendere la scala, e ovviamente ci salgo io. Non l’avessi mai fatto.
“Christian più a destra quella” sposto la campanella come mi dice “Nooo! Non così vicino all’altra pallina, devono essere ben distanziate!”
Dopo mezz’ora passata a subire ordini e rimproveri, finalmente l’albero è terminato, la stella che ha scelto per la punta è davvero magnifica, tutta tempestata di brillantini color oro.
Spegniamo la luce del salone per vedere che effetto fa, e restiamo letteralmente a bocca aperta: le lucine dorate si riflettono nella vetrata, e illuminano tutta la stanza, insieme alla luce che proviene dal fuoco del camino. Sembra la scena di un film.
Allungo la mano verso l’interruttore per riaccendere la luce, ma Anastasia mi blocca. “Aspetta, godiamoci questa visione, è così bella!” dice stringendosi a me.
Ed è vero: le luci, il fuoco, l’albero, la stella, e lei tra le mie braccia, mi infondono calore. Calore di casa.
 
 
Due giorni dopo…
 
Oggi finalmente è lunedì, Barney questa mattina ha ricevuto i filmati delle telecamere della SIP, e insieme a Welch ha trascorso tutta la mattinata a visionarli. Ora sono in pausa pranzo, e li ho convocati entrambi nel mio ufficio per essere aggiornato.
Fanno il loro ingresso poco dopo, li invito ad accomodarsi al tavolo delle riunioni.
“Allora, cos’avete scoperto?” chiedo, sedendomi e allentandomi la cravatta.
“Purtroppo non ci sono buone notizie Mr Grey.. dalle telecamere non è emerso nulla che già non sapessimo, le uniche persone ad essere entrate e uscite sono gli uomini che hanno effettuato la disinfestazione, sei per l’esattezza, e sono usciti cinque minuti prima che venissero attivati i server” spiega Barney. “Inoltre, controllando la piantina del palazzo, abbiamo scoperto che esiste una porta d’emergenza, dall’altro lato dello stabile, ma le telecamere erano rotte, le hanno riparate questa mattina.” prosegue.
“Cazzo!!” tuono, sbattendo le mani sul tavolo di vetro. Non è possibile!
“Quindi, purtroppo, siamo sicuri che si tratti di qualcuno che conosce molto bene l’ufficio, in primis perché sapeva che le telecamere erano fuori uso, e poi perché sapeva a che ora gli operai del comune sarebbero usciti per la pausa pranzo” spiega Welch.
Di male in peggio. Probabilmente la mia Ana lavora gomito a gomito con qualcuno che ci vuole male. Ed io non posso essere con lei ogni minuto della giornata.
“Mi dispiace dirglielo, signore, ma siamo costretti ad interrogare alcuni dipendenti della SIP” mi comunica Welch.
Sbuffo sonoramente.
“So che non è d’accordo, e mi creda neanche noi vorremmo farlo, ma è necessario!”
“Con quanti di loro dovrete parlare?” domando.
“Per fortuna il cerchio è ristretto, a parte sua moglie sono solo in sei a conoscere i codici dei computer dell’ufficio principale. Gli altri sono protetti da password diverse. Li interrogheremo per controllare se hanno degli alibi per la mattina del 14” dice Welch.
“Però, potremmo non svelare i particolari ai dipendenti, potremmo dire semplicemente che il sistema informatico ha rilevato l’attività dei server in un orario in cui gli uffici erano chiusi, e quindi bisogna capire chi è entrato in ufficio in un orario non consentito.” propone Barney.
“Mi sembra un’ottima idea, così non scateniamo putiferi inutili!” osservo.
Dopo avermi informato di come intendono agire, Welch e Barney lasciano il mio studio. Andrea entra poco dopo e appoggia sul tavolo il vassoio con il mio pranzo.
Mentre mangio cerco di far vagare la mia mente altrove, e mi ritrovo a pensare che mancano solo cinque giorni alla vigilia di Natale. Sicuramente mia madre avrà organizzato il cenone a casa loro, e vorrà anche me ed Anastasia. Mi rendo conto che mai come quest’anno sto aspettando con ansia questo giorno, gli altri anni quando andavo dai miei per il cenone, dopo un po’ cominciavo ad essere insofferente e desideravo solo il silenzio di casa mia, quest’anno, invece, sono felice di trascorrere del tempo con la mia famiglia.. anzi, la nostra famiglia.
All’improvviso, mi sembra quasi di sentire la lampadina che si accende nella mia mente, e un’idea secondo me geniale prende forma davanti ai miei occhi.
Chiedo immediatamente ad Andrea di passarmi una telefonata, voglio fare una sorpresa ad Anastasia per Capodanno, e sono certo che ne sarà felicissima.


Angolo me.
Buonasera ragazzee!! Anzi, direi buonanotte. E' davvero tardissimo, ma purtroppo non sono riuscita ad aggiornare prima perchè quando il pomeriggio ho la nipotina a casa non mi dà molto agio di scrivere, o vuole vedere le foto al pc, o vuole che giochi con lei, insomma.. vuole attenzioni :)
Però non mi andava di pubblicare direttamente domattina, quindi ho aggiornato ora. Spero davvero che il capitolo vi piaccia, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate.
Ancora grazie a tutte voi che leggete, seguite e recensite. Siete stupende!!
Un bacio, a presto. Mery
   
 
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