Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: Marauder_    01/08/2015    1 recensioni
Scorci della vita di Mika, così come me li sono immaginati.
Scrivendoli, ho tirato fuori moltissimi dei miei pensieri più profondi, delle sensazioni più indescrivibili.
Scrivendoli, mi sono emozionata. Spero di poter emozionare anche voi.
-Andy!- esclamò, qualche istante prima che il biondo premesse il dito sulla cornetta rossa, per riattaccare la telefonata.
-Sì?-
-Ti amo- aggiunse Mika, deciso, sperando che quelle due semplici parole riuscissero ad alleviare almeno un po' il peso del vuoto che premeva sui loro petti.
-Anche io- rispose Andy. E infatti, funzionò: il biondo si mise a letto, stranamente più leggero, e ancora prima di rendersene conto, stava già sognando il momento in cui Mika avrebbe varcato di nuovo la porta del loro appartamento.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Distant hearts, staring at the sun


Mika si trovava in America da quasi tre settimane, e la voglia di ritornare a casa sua stava cominciando a tormentarlo. Sentiva il bisogno di riposarsi, di staccare la spina; ma soprattutto, desiderava rivedere la sua famiglia. Gli mancavano le urla di sua madre, le battute di suo fratello, persino le sciocche litigate delle sue sorelle. Più di tutto però, gli mancava Andy: non riusciva a fare ad altro che a pensare al momento in cui avrebbe potuto riabbracciarlo.
Anche Andy, dal canto suo, stava vivendo in maniera particolarmente pesante quel periodo di lontananza: per quanto succedesse spesso di stare anche diversi giorni senza potersi vedere, non era una cosa a cui ci si potesse abituare, il fatto di trovarsi a chilometri di distanza dall'uomo che si ama. E sia Mika che Andy, lo sapevano bene. Tuttavia, avevano imparato a farsi forza, a sostenersi a vicenda anche da lontano. Quindi, entrambi proseguivano imperterriti con i rispettivi impegni, accontentandosi di poter ascoltare la voce dell'altro, nelle ore in cui i diversi fusi orari lo permettevano.
La distanza che li separava però, non impediva loro di riuscire a cogliere i segnali, nascosti nei sospiri e nel tono di voce, che stavano ad indicare quando qualcosa non andava.
Quella mattina, al telefono, Andy sembra stranamente più silenzioso del solito: -Hey, va tutto bene?- chiese infatti Mika, quando si rese conto che il suo compagno non stava prestando affatto attenzione a ciò che gli stava raccontando.
-Certo, perché?-
-Sei sicuro? Ti sento un po' strano-
-Sono solo stanco- rispose Andy, con un tono di voce per nulla convincente: Mika sapeva che stava mentendo. Il riccio pensò a tutte le volte in cui, nonostante la spossatezza, Andy era stato capace di riservargli un sorriso, uno scherzo, una carezza. Quella voce non apparteneva affatto alla semplice stanchezza.
-Andy.. Sul serio, cosa succede?- insistette Mika, allarmato.
Si sentì un lungo sospiro: -Mi manchi. Molto-
Mika si sentì pervadere dalla malinconia, mentre Andy proseguiva a parlare: -Ma non preoccuparti, è solo una giornata no. Domani sicuramente mi sarà pass..-
-Anche tu mi manchi- lo interruppe il riccio. -Ma tra pochi giorni sarò di nuovo a Londra. Dobbiamo avere solo un altro po' di pazienza-
-Lo so, infatti mi sento un idiota a farti preoccupare solo per questo-
-Non sei un idiota! Beh, almeno non per questo motivo- esclamò Mika, sorridendo.
-Hey!- rispose Andy, cercando di mascherare la sua voce divertita dietro ad un fasullo tono offeso.
-No, sul serio. So come ti senti, e non è una cosa stupida. Vorrei poter fare qualcosa per starti più vicino- sospirò Mika, sincero: gli capitava spesso di fare quel genere di conversazioni con Andy, eppure ogni volta non riusciva mai a trovare nulla di meglio da dirgli se non “ci rivedremo presto”.
-Non ce n'è bisogno. Non pensare a me, pensa solo a dare il meglio nell'esibizione di questa sera- gli disse Andy, cercando di trasmettergli tutto l'affetto di cui fosse capace: non voleva in alcun modo distrarre Mika dal suo lavoro.
-D'accordo- rispose semplicemente il ragazzo, nonostante fosse consapevole di non essere affatto capace di smettere di pensarlo nemmeno per un istante; sapeva che iniziare una discussione a riguardo sarebbe stato perfettamente inutile, e quindi lasciò cadere il discorso.
Pochi minuti più tardi, Mika diede la buonanotte al compagno, il cui fuso orario segnava ormai l'ora di andare a dormire.
-Andy!- esclamò, qualche istante prima che il biondo premesse il dito sulla cornetta rossa, per riattaccare la telefonata.
-Sì?-
-Ti amo- aggiunse Mika, deciso, sperando che quelle due semplici parole riuscissero ad alleviare almeno un po' il peso del vuoto che premeva sui loro petti.
-Anche io- rispose Andy. E infatti, funzionò: il biondo si mise a letto, stranamente più leggero, e ancora prima di rendersene conto, stava già sognando il momento in cui Mika avrebbe varcato di nuovo la porta del loro appartamento.

La sera, l'esibizione di Mika andò al meglio: non si trattava di un vero e proprio concerto, doveva solo cantare qualche canzone nel corso di una cena a cui era stato invitato.
Quando uscì dall'edificio in cui si trovava, la sua mente corse inevitabilmente ad Andy, che a quell'ora probabilmente stava per iniziare a lavorare. Mika non riusciva a togliersi dalla testa la loro conversazione al telefono di quella mattina: desiderava con tutto se stesso trovare qualcosa per far sentire al suo compagno un po' meno la sua mancanza.
Spesso si sentiva in colpa: il suo lavoro li aveva messi in difficoltà diverse volte, ogni tanto arrivando addirittura a litigare. Ma d'altronde, entrambi sapevano che non esistevano alternative: una carriera come quella di Mika andava anteposta a tutto, così come Andy non poteva rinunciare ai suoi impegni di regista, che lo portavano, anche se meno spesso di Mika, a viaggiare in quasi tutto il mondo.
Nessuno dei due avrebbe mai avuto né il coraggio né il diritto di chiedere all'altro di rinunciare alla propria carriera, soprattutto visto che ormai sapevano di potercela fare, nonostante tutto. Tuttavia, questa certezza non riusciva mai a far scomparire completamente il senso di colpa di Mika, che affiorava quasi ogni volta che stava via per diversi giorni, dal momento in cui si rendeva conto che Andy iniziava a nascondergli le sue sofferenze.
Quella notte, Mika la passò sveglio a riflettere, alla ricerca di un modo per poter far sentire vicina la sua presenza ad Andy, nonostante le miglia che li separavano. Tuttavia, non arrivò ad alcuna soluzione.

Il giorno successivo, appena sveglio, il riccio ricevette una telefonata: -Ciao Andy-
-Ciao. Come stai? Come è andata ieri?- chiese il ragazzo, con un tono di voce di nuovo malinconicamente pesante.
-Tutto ok, ed è andata benone. Tu come stai?-
I due iniziarono a chiacchierare del più e del meno, senza mai parlare davvero di qualcosa: facevano sempre così, quando cercavano di far finta di non trovarsi nei due poli opposti del pianeta.
-Che tempo fa a Londra?- chiese ad un certo punto Mika.
-Oh, il sole sta per tramontare, è molto bello. E lì invece?-
-Qui è appena sorto- rispose sorridendo il riccio, per poi riservarsi qualche istante di silenzio, mentre Andy aveva iniziato a descrivergli il lavoro che aveva terminato proprio quel giorno.
-Hei? Ci sei ancora?- chiese il biondo, che dopo qualche frase aveva percepito di aver perso l'attenzione di Mika.
-Sì, scusa. Stavo solo pensando che per lui non siamo così lontani. Per il sole, intendo. Insomma, lui da lì ci riesce a vedere entrambi-
Anche Andy sorrise: in qualche modo, quell'osservazione l'aveva fatto sentire meglio.

Quel giorno, Mika aveva solo qualche intervista nel corso della mattinata, e quindi dedicò il resto del tempo a visitare il posto; non aveva trovato la possibilità di farlo in nessuna delle giornate precedenti. Così, si infilò il cappotto e iniziò a passeggiare, attraversando prati e boschi, fino a ritrovarsi su un'altura che dava sul mare. Il cantante rimase immobile per qualche minuto, a godersi quel panorama incontaminato.
Poco dopo, si spostò sopra ad una roccia, riportando per l'ennesima volta i suoi pensieri ad Andy.
Durante la conversazione di quella mattina, Mika era riuscito a trovare una frase giusta, qualcosa che, anche se solo per un istante, era riuscito ad alleggerirlo. Sollevò lo sguardo, e lo puntò verso il sole, che stava ormai per tramontare anche lì: “Here I stand, staring at the sun” pensò.
Immaginò Andy, quasi dall'altra parte del mondo, e si chiese se stesse osservando anche lui, in quel momento, quello stesso sole che, mentre per Mika stava segnando la fine della giornata, per lui stava dando il via ad una lunga lista di impegni quotidiani.
Immaginò di poter raggiungere il sole, e poi da lì poter vedere anche lui Andy, che probabilmente si stava sfregando gli occhi assonnati.
Sussurrò un “buongiorno”, e immaginò quella parola volare verso il cielo, seguendo i raggi della luce, e atterrare poi direttamente sulla finestra di Andy.
Mika si rese conto che pensare di poter sconfiggere quella distanza, anche se solo con una parola sussurrata al vento, lo faceva sentire molto meglio. Improvvisamente quindi, iniziò a frugare nelle sue tasche, in cerca del blocco note che si portava sempre appresso, nel caso in cui venisse colpito, come in quel caso, da un'improvvisa ispirazione.

Watch the sunset, hold it from afar
Close as I get, to being where you are

While there's light left
I sing this song for you
Don't know if you care but every day I do

Iniziò a scrivere, sollevando la testa alla fine di ogni frase, per controllare che il sole fosse ancora là, quasi spaventato all'idea di veder scomparire il ponte che in quel momento, in qualche modo, lo stava tenendo vicino ad Andy.

You're not there, but we share the same one
Miles apart, staring at the sun
Distant hearts, staring at the sun
One thing's true, just like you
There's only one

Ogni volta che riportava lo sguardo al foglio di carta, vedeva delle macchie nere, effetto della luce del sole che si era impressa sulla sua retina. Tuttavia, continuava a scrivere: sentiva che quelle parole stavano diventando una canzone preziosa, alla quale potersi affidare nei momenti più difficili. Mika pensò che sarebbe stato disposto a fissare il sole anche fino a diventare cieco, se questo gli avesse permesso di poter vedere anche solo per un istante il volto di Andy.

And I don't care if it burns my eyes
And I don't care cause my love is blind
From staring at the sun

Infine, il cantante pensò a quanto in quel momento sentisse bruciare dentro di sé il calore dell'amore che provava per Andy. Si stupì di quanto quel sentimento potesse essere forte: l'amore è come un filo, resistentissimo, che non si spezza nemmeno se fatto passare attraverso gli oceani, i continenti, tra le montagne. Non era il sole: era l'amore, la forza tanto misteriosa quanto potente che in quel momento lo faceva sentire così vicino ad Andy.
Mika immaginò di concentrare tutti quei pensieri in un suo respiro, che avrebbe raggiunto Andy dall'altra parte del mondo. Avrebbe voluto che anche lui riuscisse a sentire come quella distanza sembrasse fragile, rispetto alla forza dell'amore che provavano l'un l'altro.

Send my love down in those rays of light
Through your window on your tired eyes

Say good morning say it to the sun
Like you're talking, talking to someone

Man mano che scriveva, anche una melodia si era fatta spazio tra i pensieri di Mika: si trattava di un ritmo dolce, eppure intenso, proprio come era la loro storia d'amore.

Here I stand, staring at the sun
Distant land, staring at the sun

Appuntò infine queste ultime parole, mentre l'ultimo raggio di luce stava per scomparire dietro all'oceano, per andare a posarsi, dall'altro lato del mondo, sul cammino di Andy.
Ritornato nella sua stanza, Mika aprì il computer e, ormai a notte inoltrata, riportò il testo della canzone che, aveva deciso, si sarebbe chiamata Staring At The Sun.
Era talmente stanco che non trovò nemmeno la forza di rileggerla; tuttavia, come ultima cosa prima di infilarsi a letto, ricopiò quelle parole in una email, che inviò all'indirizzo del suo compagno.

La mattina successiva, sul display del cellulare di Mika, era apparsa la notifica di un nuovo messaggio: Grazie diceva. Assieme, era allegata una fotografia: un tramonto, che molte volte Mika aveva guardato assieme ad Andy, dalla finestra di casa loro.

  
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