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Autore: Silvi_MeiTerumi    02/08/2015    1 recensioni
L'unico modo affinché la società sopravviva è che ognuno occupi il posto che gli spetta.
Il futuro appartiene a coloro che sanno qual'è il loro posto.
Ma bisogna stare attenti, non ci si può fidare di nessuno, sopratutto negli Intrepidi.
*
"Non dovresti essere qui, non è il tuo posto" scandisce bene quelle parole, affilate come coltelli, prima di spingermi contro il muro.
"E tu? Sei sicuro che questo sia il tuo posto?" gli pongo quella domanda che lo fa immobilizzare. Non avevo mai visto insicurezza nei suoi occhi. Pensavo che non sapesse nemmeno cosa fosse.
*
Cosa succede quando una guerra comincia?
Cosa può accadere se si decide di stare dalla parte sbagliata?
(Eric x Nuovo Personaggio)
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Break Free

 
 
Capitolo 5
 
I giorni passavano lenti e ogni passa che muovevo potevo percepire le ossa scricchiolare sotto il mio peso.
Stare qui mi stava distruggendo.
La notte mi serviva solo a pensare.
Pensavo alla mia fazione. A come sarebbe stata la mia vita ancora tra i Pacifici.
Mi sentivo amata e accettata per quello che ero, mi trattavano con estrema dolcezza.
Già, dolcezza che tra gli Intrepidi pareva non esserci.
Ogni azione che si compieva qua dentro sembrava dover essere meccanica, non spontanea.
Ma rimuginare sul mio felice passato non sarebbe servito a niente.
Era stata fin troppo chiaro, Eric.
Lui, che mi stava facendo sudare e lavorare ore su ore. Non mi aveva rivolto più parola se non per darmi ordini.
Probabilmente se l’era legata al dito la nostra piccola discussione avvenuta nel corridoio.
Devo ricordarmi di aggiungere pure rancoroso nella mia lista per descriverlo.
“Sei pronta?” la voce di Al mi riscosse dai miei pensieri, facendomi sobbalzare appena.
“Non volevo spaventarti, ma il treno partirà a breve” ridacchio leggermente porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
L’afferrai volentieri e insieme ci incamminammo verso le rotaie, gli altri erano già là.
Sorrisi vedendo Christina abbracciata a Will, quei due continuavano a  negare che ci fosse solo semplice amicizia.
“Guardali, si vede lontano un miglio che si piacciono” mi sussurrò Al, facendomi annuire vistosamente.
“Caspita, si!” esclamai. Ma il mio sguardo venne catturato dall’immagine di Tris che si mordicchiava il labbro in disparte, sembrava in imbarazzo.
“Gli Abneganti non sono abituati a questi gesti d’affetto” mi spiegò il bruno accanto a me, storcendo appena le labbra.
E li pensai a come potesse essere cresciuta Tris, ma ero sicura di una cosa, i suoi l’aveva di certo amata.
Anche se tra fazioni non si andava tanto d’accordo, Johanna mi aveva sempre spiegato che in ogni famiglia ci doveva essere l’amore, ma che a causa di questi conflitti molti tendevano a incolpare gli Abneganti di molestare i proprio figli.
Scacciai quell’orribile pensiero mi concentrai sul fischi del treno in arrivo, presi la rincorsa e a mia sorpresa riuscì a salire.
“Wow Sophie, stai facendo dei progressi” si complimentò Chris raggiungendomi con gli altri.
“Ascoltatemi bene” sempre quel tono di voce “oggi io e Quattro vi porteremo a vedere come si lavora nel corpo di guardie della recinzione” spiegò incrociando le braccia e mettendo in risalto i muscoli definiti degli avambracci.
“Tanto la Rigida non arriverà fino a qui” sentì Peter ridacchiare con Molly per quello appena detto.
“Magari non ci arriverai nemmeno tu” dichiarai sporgendomi verso di lui, ero stufa delle sue battutine.
“Lascia stare Sophie, non ne vale la pena” la voce sottile di Tris mi fece solo che innervosire, doveva difendersi.
“No che non lascio stare!” alzai di più la voce “lui non è nessuno per continuare a prendersi gioco di te, di noi tutti!” sbuffai serrando i pugni.
“Pensa per te, biondina” sputò acido Peter avvicinandosi troppo sovrastandomi con la sua altezza.
Vidi Al venirmi in contro e poggiare una mano sulla spalla di dell’ ex-Candido per spintonarlo.
“Ora basta! Mi sono stancato di assistere a queste continue discussioni tra adolescenti” sbraitò Eric separandoci, rischiando quasi di farmi cadere.
Afferrò Peter per la giacca sollevandolo da terra e spingendolo contro la superficie in metallo.
“Vedi di abbassare la cresta, non sei ancora un Intrepido” sussurrò tra i denti lasciandolo poi andare.
“E tu” puntò il dito su di me “fatti gli affari tuoi” mi sgridò fulminandomi con lo sguardo di ghiaccio.
 
Finalmente scendiamo e le recinzioni non mi sorprendono più di tanto, ero già abituata a vederle quando venivo a lavorare nei campi.
A volte mi perdevo a guardarle e rabbrividivo a vedere gli sguardi freddi degli Intrepidi che si appostavano su questa.
Le guardie presenti non prestavano molta attenzione al nostro passaggio, troppo intente ad aprire il pesante cancello per far passare dei camion.
Rimasi indietro e ruppi la fila quando da uno dei mezzi scese Sanny, la mia amica Pacifica.
“Sophie?” domandò incredula appena i suoi occhi incontrarono i miei.
Non dissi una parola, ma mi avvicinai a lei e la strinsi a me.
“Sono cosi felice di vederti sana e salva” disse tra le lacrime che le bagnavano le guance scure.
“Anche io Sanny” ricacciai indietro le lacrime. Non potevo piangere.
“Come va la tua nuova vita? Sono gentili con te?” chiede innocentemente asciugandosi gli occhi con la manica.
“La parola gentilezza non rientra nel loro vocabolario” sussurro amareggiata.
“E dimmi, c’è qualcuno di interessante?” ridacchia nella sua innocenza.
Non rispondo, ma boccheggio. Ma la cosa preoccupante è che non penso ad Al o ad Edward, che in quei giorni sono stati premurosi nei miei confronti. Ma penso a qualcuno in cui la cattiveria scorre nelle vene.
“Ora devo andare, devo portare queste dentro” indicò le casse piene di frutta alle sue spalle.
“Oh… Ok” mi rabbuiai al pensiero che forse non l’avrei mai più rivista.
“Abbi cura di te” un ultimo abbraccio e sparì tra le casse di legno.
Sospirai rassegnata cercando i miei compagni guardando verso le scale.
Sgranai gli occhi quando notai la figura possente di Eric puntare verso di me un secondo prima di dileguarsi.
Aveva visto tutto?
 
Eravamo tornati per l’ora di cena ed esausti ci eravamo messi subito a letto.
Ma una luce accecante mi svegliò dai miei sogni facendomi sbattere più volte le palpebre.
“In piedi. Esercitazione” ruggisce qualcuno facendomi drizzare sulla schiena.
Scostai di poco le coperte poggiando i piedi sul freddo pavimento.
Vedo Eric insieme a Quattro ed altri Intrepidi in piedi sulla scala,  ci puntano delle pile contro.
Noto con la coda dell’occhio Molly che con solo una maglietta addosso cerca l’attenzione del Capofazione passando sotto il suo sguardo.
Ma lui sembra non notarlo, difatti mantiene un atteggiamento del tutto impassibile.
Infilo velocemente le scarpe e nel buio sento afferrarmi per una mano. Sorrido. Menomale che c’è Al.
Raggiungiamo per la seconda volta il treno e dopo un po’ di fatica per la stanchezza riesco a salire sul vagone.
Eric butta malamente due sacche nere sotto i nostri occhi, le apre e li vedo. Sono dei fucili, fortunatamente privi di proiettili letali. Sono solo di vernice.
“Ci divideremo in due squadre per giocare a strappabandiera. Io ed Eric saremo al comando. Bisogna nascondere la bandiera e ovviamente cercare di recuperare quella degli avversari” spiega eloquentemente Quattro.
“Comincia tu” suggerisce Quattro all’altro.
“Edward” dice stringendosi nelle spalle.
“Io voglio la Rigida” e la saliva rischia di farmi soffocare. Punto il mio sguardo verso Tris e la vedo arrossire.
Il brusio delle risate si fa sentire nel vagone.
“Io scelgo Peter” e lo vedo esultare quando Eric lo sceglie. Probabilmente anche se lo ha appeso al muro lo considera lo stesso il suo modello da seguire.
“Sophie” dice Quattro stupendomi. Vuole perdere per caso?
“Stai cercando di dimostrare qualcosa?” chiede Eric con il suo tipico sorrisetto. “ O scegli i più deboli così, se perdi sai già a chi dare la colpa?”
“Qualcosa del genere” scrolla le spalle Quattro.
 
Non siamo deboli come sembra, Quattro è un ottimo leader e abbiamo elementi decisamente validi.
Ci muoviamo rapidi nell’oscurità e giungiamo in un parco giochi abbandonato dove una ruota panoramica giace spenta. E’ un peccato.
Raggiungiamo un molo, e vedo desolazione. Gli edifici con le insegne spente e le finestre serrate.
Anche qui si trova un giostra, dove i cavalli sono praticamente rovinati, alcuni mancando perfino della testa.
“Allora, dove la nascondiamo questa bandiera?” chiede Marlene, una figlia di Intrepidi.
“Io dico di attaccarli” dice Uriah con tono aggressivo.
Sono già passati cinque minuti buoni nei quali non si è fatto che litigare per quale strategia adottare.
“Qualcuno deve difenderla, gli altri attaccheranno” suggerisce Tris sorridendo appena.
“Ha ragione lei” gli do manforte.
Interviene Quattro e con tono di superiorità acconsente il piano di Tris.
Che il gioco abbia inizio.
 
Salveee :)
Mi scuso subito per la brevità (?) di questo capitolo e se ci sono degli errori di battitura, ma sono presa da tante cose. Ma per la vostra felicità (spero) sto scrivendo il prossimo.
Come vedete stanno nascendo nuovi rapporti e sembra che Al e Sophie stiano diventando amici.
E poi avete notato Molly? Sembra che provi una certa simpatia per Eric.
Ma detto ciò devo chiudere.
Spero continuerete seguire la storia e un grande grazie per chi la recensisce sempre :)
Alla prossima <3 
  
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