Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: Silvi_MeiTerumi    05/08/2015    2 recensioni
L'unico modo affinché la società sopravviva è che ognuno occupi il posto che gli spetta.
Il futuro appartiene a coloro che sanno qual'è il loro posto.
Ma bisogna stare attenti, non ci si può fidare di nessuno, sopratutto negli Intrepidi.
*
"Non dovresti essere qui, non è il tuo posto" scandisce bene quelle parole, affilate come coltelli, prima di spingermi contro il muro.
"E tu? Sei sicuro che questo sia il tuo posto?" gli pongo quella domanda che lo fa immobilizzare. Non avevo mai visto insicurezza nei suoi occhi. Pensavo che non sapesse nemmeno cosa fosse.
*
Cosa succede quando una guerra comincia?
Cosa può accadere se si decide di stare dalla parte sbagliata?
(Eric x Nuovo Personaggio)
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Break Free


Capitolo 8

La mattina seguente posso ancora sentire il sangue di Edward sulle mani, non ho voglia d’alzarmi dal letto, ma non posso fare altro.
Oggi inizia il secondo modulo. Quello mentale.
Non aspetto gli altri e mi dirigo da sola in mensa, devo pensare in tranquillità.
Prendo una fetta di torta al cioccolato e un bicchiere di succo, fortunatamente non fatico a trovare posto, la mensa è pressoché vuota.
Comincio a mangiare la mia fetta quando un altro piatto si poggia sotto il mio naso.
Storco le labbra quando vedo Eric seduto di fronte a me.
Non mi saluta neanche, comincia a masticare in completo silenzio la sua colazione, non so cosa voglia.
Ma la mia intenzione di starmene zitta va a monte, non riesco a sopportare il suo sguardo addosso.
“Devo sapere qualcosa?” dico prendendo un sorso di succo per dissetarmi.
“No” dice solo, facendo comparire quel suo solito sorrisetto.
“Allora cosa ci fai qui?” sbotto stringendo il vetro che ho tra le mani.
“Sono venuto a far colazione, semplice” il tono con cui lo dice mi fa solo chiudere gli occhi per calmarmi, anche se lo attaccassi non avrei speranza di vincere. Quindi devo stare buona.
“Comunque complimenti, sei riuscita a superare il primo modulo. Vedremo come va il secondo” dice pulendosi le labbra con un tovagliolo e poi incrociando le braccia al petto.
Non gli rispondo neanche, non voglio. Non dopo ieri notte, dove il suo lato menefreghista è emerso.
“Quattro farà i primi dieci, poi tocca a te” una voce si fa sentire e un ragazzo moro si ferma vicino al nostro tavolo.
“Ok, Zeke” sbuffa Eric annoiato “ ma perché devo fare io da balia a questi mocciosi?” grugnisce infastidito dalla notizia appena ricevuta.
“Hai deciso tu di fare il Capofazione, no? Quindi hai degli impegni da rispettare” mi faccio avanti, dicendo quello che penso, come farebbe una Candida “anche quello di stare dietro a dei mocciosi” sibilo a denti stretti prima di lasciare il mio posto.
Sono giunta quasi alla fine della mensa quando sento un colpo riecheggiare tra le mura. Eric ha appena tirato un pugno sul tavolo.
 
E’ da più di un’ora che me ne sto seduta nel bel mezzo di un corridoio insieme agli iniziati trasfazione e interni.
Tris è appena entrata dalla porta dove Quattro l’attendeva per il test, e di fronte a me c’è Uriah.
Lo guardo appena e lui mi sorride, magari gli Intrepidi fossero tutti simpatici come lui.
“So che questo test lo ha approvato Jeanine in persona” sento Will dire a Chris.
Jeanine, la donna a capo degli Eruditi. Colei che da anni complotta contro gli Abneganti, noi Pacifici ne eravamo al corrente.
Lei era da temere, dava la caccia ai Divergenti e io non mi spiegavo il perché, non sapevo nemmeno il motivo per cui a lei dovesse interessare così tanti distruggerli.
Aspetto ancora una mezz’oretta buona finchè Quattro non fa capolinea e mi chiama, ma contro ogni mia aspettativa lui se ne va.
Alzo gli occhi al cielo, non ero nei primi dieci. Questo vuol dire che Eric  mi sottoporrà al test. Peggio di così.
Entro nella stanza e vedo un computer e un lettino, proprio come al test della scelta.
“Ma che coincidenze!” dice sarcastico mettendosi di fronte al monitor e facendo cenno di sedermi.
Mi accomodo e aspetto che la prova inizi, prima comincia prima finisce.
Eric si avvicina con una siringa con un liquido ambrato al suo interno, deglutisco vedendolo così vicino al collo.
“Questo siero ti farà affrontare la tue paure che io potrò vedere attraverso il computer. Affrontale da vera Intrepida” spiega guardandomi appena.
“Ma non è violazione di privacy?” sussurro per smorzare la tensione, ma non funziona.
Non sorride, non il suo usuale ghigno. Solo una linea retta sulle sue labbra.
Sento l’ago bucarmi la pelle e in meno di sessanta secondo il buio mi avvolge.
 
Apro gli occhi lentamente, sono distesa in un prato dove l’erba mi solleticai piedi.
Non vedo niente all’orizzonte, ma comincio a correre verso un punto indefinito, ci sarà una fine.
Improvvisamente mi blocco alla vista di qualcosa di nero che sale sopra il mio braccio. Un ragno.
Cerco di scrollarmelo di dosso e calpestarlo. Ma appena cade a terra dal suolo spuntano tanti piccoli ragnetti che si affrettano a salire su di me.
Ricomincio a correre imperterrita fino a quando non vedo un piccolo laghetto dove con un balzo mi ci tuffo. L’acqua gelida mi mozza il respiro, ma il pro è che i ragni si sono dileguati.
Mi afferro con forza alla riva e sento delle voci nelle vicinanze. Le seguo e mi ritrovo vicino alla cupola dei Pacifici, sono i miei amici.
Tento di avvicinarmi ma qualcosa mi sbarra la strada. E’ come se ci fosse una lastra di vetro tra di noi. Batto con forza i pugni su di questa, voglio romperla ma non riesco. E’ troppo spessa.
E poi li sento, i mormorii cattivi che vengono dalle loro bocche.
“Traditrice”
“E noi che l’avevamo accolta”
“E’ figlia di due assassini”
“Ci ucciderà tutti”
No, non è vero. Come possono dire queste cose? Non farei mai del male a nessuno di loro. Io non sono come i miei genitori. Io sono diversa.
Tento di nuovo di rompere la barriera che mi impedisce di arrivare a loro, ma invano.
Alla fine decido di andarmene, a un vero Intrepido non importerà quello che pensano gli altri. E loro non cambieranno idea.
Subito lo scenario cambia e mi trovo avvolta dall’oscurità.
Eric mi guarda sereno e pian piano si avvicina a me, si inginocchia e mi prende per mano.
Mi aiuta ad alzarmi e mi fa uscire da quella stanza buia, vedo la palestra con i bersagli scorrermi di fronte.
Poi d’ un tratto lo sento spingermi nel vuoto, non lotto, mi lascio abbandonare dalle forze.
Ho paura di sfracellarmi al suolo.
 
Mi sveglio di colpo con il sudore che bagna la mia fronte.
Ho il respiro accelerato e il cuore in gola.
“E’ finita” mi rassicura Eric, è preoccupato. Glielo leggo negli occhi.
Abbandono la testa sul lettino e mi guardo intorno, la paura è ancora in circolo.
“Come sono andata?” chiedo incerta se lo voglio sapere o no.
“Dieci minuti, un tempo buono per la prima volta”  mi dice sorridendo appena.
“Era tutto così reale” sussurro  cercando di alzarmi, ma barcollo ancora un po’ e sono costretta a prendere la spalla di Eric come appoggio per non cadere.
Ritraggo subito la mano, come se mi fossi appena scottata. “Scusami” dico flebilmente per il gesto appena compiuto.
“E di cosa?” chiede guardandomi con gli occhi leggermente aperti.
“Non fa niente, io vado” e per la prima volta sono io ad andarmene.
 
Al dormitorio ci sono tutti tranne Tris, ma so che è andata dagli Eruditi per trovare suo fratello Caleb.
Mi sdraio a pancia in su e penso a come è possibile che io abbia quelle paure.
Dei ragni lo sapevo, ma le altre?
Vedo Molly raggomitolata su se stessa, il terrore la circonda.
“Ho fatto letteralmente schifo” esordisce Chris stendendosi vicino a me.
“Non dire così, è la prima volta che lo facciamo” la rassicuro continuando a guardare il soffitto.
“Credi che se queste paure comparissero nella realtà, riusciremmo a superarle?” chiede preoccupata.
“Perché non dovremmo? Diventeremo Intrepide!” affermo decisa.
Ride appena e rimaniamo stese un altro po’.
Non so per quanto siamo state così, ma Will ci richiama per la cena e controvoglia lo seguo.
A mensa il chiasso è diminuito, probabilmente il test del secondo modulo ha scombussolato parecchio gli iniziati.
“Dopo mi accompagnate a fare un tatuaggio?”
“Come? Che ne hai fatto di Sophie?” mi scuote appena Chris, rido con lei perché è vero. Non avrei mai fatto un tatuaggio. Ma ora sono cambiata.
Mangiamo in fretta, ma noto che Al non ci segue.
“Non vieni?” gli chiedo premurosa.
“No, ho mal di testa, andrò a letto” dice continuando a giocare con la forchetta nel piatto.
In questi ultimi giorni è strano, non è più attivo.
E’ anche distaccato, non mi rivolge più i sorrisi di prima. Si sta allontanando. Ma credo sia per il test mentale, quindi decido di lasciargli il suo spazio.
 
Osservo con attenzione i vari disegni appesi al muro, indecisa chiedo consiglio ai miei accompagnatori, che sfortunatamente litigano sul decide cosa è meglio per me.
“Ho deciso” dico interrompendoli e indicando il ricalco del mio tatuaggio.
Una piccola fiamma con la scritta ‘brave’ all’interno.
 
Quella notte gli occhi stanchi non riescono più a stare aperti, Tris non è tornata e nemmeno Al, sono preoccupata per loro.
Ma la stanchezza si fa sentire e io non posso vincerla,  devo riposare. Loro saranno Intrepidi, se la caveranno.
E quando le prime luci del dormitorio si illuminano io sono già seduta e guardo il letto di Tris, è completamente intatto. Non è tornata stanotte.
Infilo velocemente gli stivali e non prendo nemmeno la felpa, devo raggiungere la mensa.
Corro attraverso i corridoi ancora vuoti e quando spalanco le porte cerco Uriah e i suoi amici con lo sguardo, magari loro sanno dove si trova la mia amica.
Poi li vedo, stanno parlando con Zeke, almeno credo. E con loro c’è pure Eric.
Ma non mi importa, ora devo sapere che fine ha fatto Tris. Temo per lei.
Mi avvicino decisa. “Sophie!” mi saluta raggiante Uriah venendomi un po’ incontro e afferrandomi per il braccio.
“Hai visto Tris?” chiedo di getto, non c’è tempo da perdere.
“E’ appena arrivata” ridacchia indicando con un cenno di capo all’entrate della mensa.
Non lo ringrazio neanche, troppo concentrata nel raggiungerla e afferrarla per le spalle.
“Dove eri finita?” strillo scrollandola, ha un occhio nero e un livido viola sullo zigomo destro.
Non parla e il suo corpo trema, cosa gli hanno fatto?
“Ti va di parlarne?” ritento gentilmente senza farmi prendere dall’agitazione.
“Stavano cercando di buttarmi dallo strapiombo, volevano uccidermi” sussurra tenendo gli occhi rivolti al pavimento.
Sento lo sguardo di Eric addosso, non ho bisogno di voltarmi per averne conferma.
“Chi?” chiedo esitando un attimo, non sono sicura di volerlo sapere, ho un brutto presentimento.
“Peter, Drew e. .” comincia scossa dai singhiozzi “e?” la incito a continuare sentendo la delusione crescermi nel petto.
“Al” basta quel nome a farmi sedere sulla panca, le mie gambe sono deboli e le parole non escono.
Vedo Uriah avvicinarsi con Marlene timorosi, forse non sanno se venire o no.
Ma in quel momento Al fa il suo ingresso a mensa e si affretta a raggiungerci, è senza fiato e la sua faccia è gonfia.
“Tris, posso parlarti?” domanda agitando le mani in cerca di appiglio. Si avvicina sempre di più alla mia amica.
“Io non volevo, non ho mai pensato di…” cerca di fare un discorso logico, ma non gli riesce, sa che ha sbagliato.
“Stammi lontano” gli intima calma Tris “non avvicinarti mai più a me” dice piano, quasi sottovoce.
“Se lo fai giuro che ti uccido. Sei solo un vigliacco” urla poi  in preda alla rabbia attirando l’attenzione  dei presenti su di noi.
Al indietreggia un attimo e cerca delle scuse, poi si volta verso di me e mi guarda con la disperazione negli occhi. Vuole aiuto.
Sono troppo scossa per poter dire qualcosa, deglutisco a fatica e muovo qualche passo indietro.
Avrebbe potuto prendere di mira me, chi lo sa.
Scuto la testa quando lui se ne va via correndo.
Mi siedo accanto a Tris e nessuno delle due parla.
 
Ho pianto silenziosamente tutta la notte, non ho parlato con nessuno e mi sono rifugiata nel letto.
Ripenso a Johanna, lei si che avrebbe saputo darmi un consiglio su come affrontare questa situazione.
Perdonare o no? Era questo il mio problema.
Il perdono non è da Intrepidi, mi ripeto affondando la faccia nel cuscino.
In lontananza provengono delle urla, ma non gli do importanza, voglio solo starmene sdraiata per il resto della giornata. Avvero dei passi avvicinarsi.
“Si tratta di Al” Will mi scuto leggermente, sa che sono sveglia.
E’ mattina presto e mi domando cosa potrebbe essere successo, ma decido di non volerlo sapere.
Almeno fino a quando qualcuno non grida un “è morto!”.
Balzo giù dal letto e sorpasso Will, raggiungo velocemente la fonte di rumore e mi blocco quando vedo diversi Intrepidi attorno allo strapiombo.
Due tirano una fune e sembra che la cosa che stanno tirando su sia pesante.
Alcuni invece si parlano sottovoce, lanciando di tanto in tanto uno sguardo al gruppo di iniziati.
Mi avvicino piano  allo strapiombo e quando il suo corpo viene poggiato sul pavimento roccioso sento mancarmi il respiro.
Quattro mi si para davanti impedendomi il passaggio.
Ma riesco comunque a sottrarmi al suo tocco e raggiungo il corpo senza vita di Al.
Gli accarezzo una guancia. E’ freddo e l’acqua lo ha fatto diventare bluastro.
Gli chiudo gli occhi castani con una mano delicatamente. Ho paura che senta male.
“Portatelo via da qua” ordina Eric avvicinandosi e restando come sempre impassibile.
“No!” urlo lasciando il via libera alle lacrime mentre cercano di portarmelo via, lo stringo a me bagnandomi la maglietta.
“Si sveglierà!” mormoro carezzandogli i capelli e sorridendo appena “sta solo facendo finta”.
Sento tirarmi dalle spalle, Uriah ha gli occhi vuoti e mi aiuta ad alzarmi.
Mi giro e vedo Chris in ginocchio con Will che l’abbraccia. Tris è in piedi con gli occhi spalancati, sta provando quello che sto provando io. Rimorso.
Mi aggrappo al braccio di Uriah e lancio un urlo straziante quando portano un sacco nero per Al. Ma il mio amico è troppo grosso, non ci entrerà. E a lui non piacciono gli spazi chiusi.
Lo sollevano e lo poggiano al suo interno, tirano la cerniera come meglio possono. L’avevo detto io che Al non andava bene per quel misero sacchetto.
“Io vado con lui” dico a Uriah cercando di seguire i due Intrepidi.
“Sophie” mi richiama tristemente il moro “non puoi andare con loro”. Mi tira leggermente per la maglia.
“Certo che posso” dico con voce rauca “Vero Eric?” lo interpello guardandolo con le lacrime agli occhi, mi darà il consenso.
Lui non muove ciglio e mi guarda non più con indifferenza, ma con compassione.
“Ha bisogno di me!” strillo liberandomi dalla presa di Uriah.
Mi avvicino al Capofazione e gli urlo contro “Dammi il permesso di andare con lui! E’ mio amico!”.
Non dice niente ma continua a guardarmi, gli afferro le braccia e le stringo appena. Per un attimo lo abbraccio e lo sento irrigidirsi al mio tocco. Ma non ricambia, probabilmente prova solo disgusto.
“Ti prego” lo supplico inginocchiandomi lasciando che i capelli mi ricoprano la faccia.
Ma lo vedo, fa un cenno agli altri due di andare.
Si abbassa alla mia altezza, ‘dammi il consenso’ penso.
“Non puoi fare niente” mi sussurra guardandomi dritto negli occhi lucidi.
 
 
Rieccomi! :)
Allora, in questo capitolo iniziano le prove nelle simulazioni e cominciamo a capire qualcosa di più su Sophie. E capiamo qualcosina anche su Eric.
E mi spiace tanto per Al,  ma ho dovuto farlo morire. . Mi si è stretto il cuore. Mentre scrivevo la parte mi venivano in mente le scene del film. Tristezza.
E spero di non farvi odiare Eric nell’ultima parte ahaha, ma non sarebbe lui se non fosse così malvagio.
Alla prossima <3
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: Silvi_MeiTerumi