Bhe rieccomi qua dopo un ritardo non molto lungo.. ma mi devo scusare
comunque! Chiedo perdono!! * me si inginocchia! * per farmi perdonare, come
potete vedere è arrivato il magnifico capitolo in cui si sentono i pensierini
del nostro piccolo tesoro!!! Che carino!!! XD
Devo assolutamente ringraziarvi per
seguirmi ancora e per supportarmi!! Perciò ragazze questo capitolo è dedicato a
tutte voi che continuate a leggere la mia storia nonostante gli enormi
ritardi!!! Bhe che altro dire.. questo è il penultimo capitolo.. ma non vi dimenticherete
presto di me.. infatti se guardate c’è un’altra storiella che si è creata nella
mia testolina.. spero che vogliate darle un’occhiata! Bacioni! =)
Ora passiamo alle risposte per le vostre
incoraggianti recensioni!!
Simlyme: certo che ti ho dedicato il
capitolo!! XD mi sopporti sempre quando ti faccio commenti chilometrici alla
tua FF!! comunque ti ringrazio veramente di cuore!! Cercherò di postare più
spesso.. ma non so se mi sarà possibile.. ma cercherò di impegnarmi 1 perché
manca pochissimo alla fine, 2 perché ho fan meravigliose come te che mi
supportano!!
Mi dispiace tantissimo per il tuo
ginocchio!! Mi raccomando cerca di rimetterti!! Bacioni!!
Ps: posso fare un po’ di pubblicità alla
tua FF?!
PrincessMarauders: oh che bello!! Due nuove
fan!! Sono sempre felicissima quando qualcuno scopre la mia piccola FF!! spero
che questo capitolo vi piaccia ragazze!! Kisses! XD
Mistica88: sono riuscita a postare appena
ho potuto!! Fammi sapere se ti piace! =)
Sa chan: grazie mille per i complimenti e
per averla inserita tra i preferiti!! Naturalmente ho continuato a leggere la
tua FF, anche se non ho più commentato.. è che riesco a mettermi davanti al pc
solo la sera, e non ho più la forza di commentare, solo di continuare a leggere
le storie, perciò ti chiedo perdono se non commenterò molto spesso.. ma la scuola
mi uccide... comunque la tua storia ha preso una piega che mi piace
moltissimo!! Continua presto! È da tanto che non aggiorni.. (il bue dice
cornuto all’asino… XD eh lo so.. sono così.. XD ) bacioni!!
Saraligorio1993: ciao! Grazie mille del
complimento! E grazie soprattutto di continuare a seguirmi, credimi, ogni volta
cerco di aggiornare il più presto possibile, e infatti appena ho un minuto
libero corro a scrivere qualche frase, anche perché spunta sempre qualcosa che
devo fare.. XD comunque grazie mille! Kisses!
Non ci posso credere!!
Mi svegliai senza Jacob al mio fianco,
immaginai di essermi scaldata troppo. Edward, Rosalie e Alice erano intorno a
me, silenziosi si muovevano per la stanza.
Cioè Alice danzava da una parte all’altra
della stanza a sistemare gli innumerevoli fiori nei mille vasi, mentre Edward
era seduto ai piedi del divano, con le mie gambe in grembo, e Rosalie era
seduta sulla poltrona a fare zapping a 300 km/h.
Edward mi fissava, sembrava che non avesse
allontanato gli occhi dal mio viso nemmeno un attimo. Era.. non so descrivere
quali sentimenti vi fossero sul suo viso. Era tremendamente infelice,
dispiaciuto, addolorato. Ecco.. forse era questo il sentimento prevalente in
lui. Il dolore nel vedermi in quelle condizioni. Scorsi un’altra emozione.
L’odio, la rabbia verso colui che era la causa del mio soffrire. Cercai
mentalmente di calmarmi. Non volevo farlo addolorare e non volevo far star male
il mio bimbo.
Mi fissava, e io lo fissavo di rimando.
Come sempre ero ipnotizzata dai suoi occhi, non riuscivo a smettere di
guardarli.
Mentre li fissavo erano solo indifferenti,
e guardandoli ricordavo i momenti in cui il suo sguardo era brillante, felice,
angelico. Come quando ci siamo sposati. Nulla avrebbe potuto descrivere
l’emozione che vi lessi dentro. Erano assolutamente rapiti, felici, esulanti,
meravigliati, quasi stupiti, come se io gli avessi fatto l’onore di sposarlo.
In realtà ero io ad essere stata miracolata, perché mi era stato permesso di
avere al fianco un angelo simile.
Ad un tratto però il suo sguardo cambiò.
Divenne terrorizzato e infuriato.
“Carlisle!” urlò. Sobbalzai dallo spavento
e dallo stupore.
Lui comparve immediatamente dalle scale.
“Cos’è successo?” chiese allarmato.
“Le deve aver rotto un’altra costola!”
rispose adirato.
Ma cosa stava dicendo? Io non avevo sentito
nessun dolore acuto come la volta precedente.
“Io non ho sentito niente Edward, sarà
stato un rumore fuori.” Gli rispose Rose.
Ma lui la fulminò, si alzò e mi prese
delicatamente in braccio. Rosalie ringhiò, ma ciò che probabilmente non li fece
litigare, fu che io rantolai, e mi toccai il bacino.
“E’ il bacino!” disse Edward.
Subito si mosse il più velocemente
possibile portandomi in mansarda.
Mi depositò delicatamente sul lettino e mi
prese la mano mentre Carlisle iniziava a visitarmi.
Non c’erano rumori in casa, oltre alla
macchinetta per i raggi X.
Dopo qualche minuto, Carlisle finii, e vidi
la perplessità sul suo volto, come su quello di Edward.
“Edward, non si è rotta assolutamente
niente.. sicuro di aver sentito qualche rumore?” chiese Carlisle scettico.
“Ti dico di si, Carlisle! Come quello
dell’altra volta! Ne sono sicuro!!” sembrava inferocito, come se credesse che
lui lo stesse deridendo. Era troppo preoccupato per me.
“Meglio se bevi questo, Bella. Sei troppo
pallida.” Intervenne Rose. Mi mise tra le mani un bicchiere stra colmo di
sangue, su cui mi avventai famelica, e nel frattempo osservavo tutto quello che
succedeva intorno.
Carlisle non rispose ad Edward, come se
sapesse che il figlio non era appieno delle sue facoltà mentali.
“Sono sicuro, Carlisle. Non mi invento le
cose.”
“Non ho mai affermato il contrario
figliolo, ma solo tu l’hai sentito. Tu, Rosalie?”
“No, nessuno. Sono sicurissima.”
“E io ti dico il contrario. Accidenti
Rosalie, eri li, come hai potuto non sentire?”
Intanto Edward mi prese tra le braccia e si
era avviato verso le scale.
“Ehi, ti ho detto che non ho sentito
nessuno schiocco. Meglio che tu ti faccia controllare le orecchie, Edward.”
Ribatté Rose.
Ma Edward preferì non risponderle. Io dal
canto mio stavo concentrando tutte le energie che mi erano rimaste nel cercare
di non urlare. Nonostante i movimenti fossero delicatissimi, mi faceva male
tutto.
Poi vidi Edward fissare il piano di sotto,
e seguii il suo sguardo. Trovai Jacob, nell’ingresso che guardava all’insù.
“Jake.” Sussurrai, sicura che potesse
sentirmi, grazie al suo udito superfino.
Edward mi depositò molto dolcemente sul
divano, mentre lui si sedette vicino a me, sul pavimento.
“Carlisle, siamo arrivati a metà strada per
Seattle. Non c’è traccia del branco. Potete andare.”
“Grazie, Jacob. È il momento buono. Ne
abbiamo davvero bisogno.”
“Secondo me, potete partire tranquilli e
andare in più di tre alla volta. Sam si sta concentrando su La Push, ci
scommetto.”
“Se ne sei convinto tu, va bene. Alice,
Esme, Jasper e io andremo ora. Poi Alice
tornerà a prendere Emmett e Rose..”
Ero troppo concentrata a bere, che non feci
caso alle sue parole, cosa che invece non sfuggì a Rose.
“Neanche per sogno. Emmett viene con voi
adesso.” Sibilò.
“Dovresti andare a caccia.” Le rispose
Carlisle.
“Andrò a caccia quando ci andrà lui.”
Ringhiò voltandosi verso Edward che non fece una piega.
Jasper ed Emmett si posizionarono subito
vicino a Carlisle, come Alice ed Esme. Dovevano avere proprio bisogno di
andare. Stavo facendo stare male tutti. Rinunciavano a cacciare e fare le loro
cose di tutti i giorni per stare dietro a me. Gliene ero profondamente grata,
ma mi sentivo tremendamente in colpa.
Andarono via, volando oltre la finestra, e
Jacob si sedette nella poltrona vicino a Rose.
Che non fece mancare il suo disgusto.
“Bleah. Qualcuno porti fuori il cane.”
“La sai questa, Psycho? Sai come muoiono i
neuroni delle bionde?”
Ecco un’altra sciocca battuta per cercare
di farle perdere la pazienza. Sorrisi tra me e me.
“Allora? L’hai già sentita o no?” chiese di
nuovo, non avendo ottenuto nessuna risposta.
Così decise di appigliarsi a l’unico che
poteva saperlo.
“L’ha già sentita?” chiese rivolgendosi a
Edward.
Girai il viso verso il suo, e mi stava
fissando.
“No.” Rispose, senza staccarmi gli occhi di
dosso.
“Magnifico. Allora ti piacerà,
succhiasangue. I neuroni delle bionde muoiono soli.”
Rosalie non sembrò per niente scossa.
“Ho ucciso centinaia di volte più di te,
bestia schifosa. Non te lo scordare.”
“Un giorno, Miss Universo, ti stancherai di
minacciarmi a vuoto. Non vedo l’ora che arrivi, quel giorno.”
Possibile che sapessero solo cercare un
buon pretesto per uccidersi a vicenda?
“Basta, Jacob.”
Si girò verso di me.
“Vuoi che me ne vada?”
Perché aveva pensato ad una cosa simile?
“No! Certo che no.”
“Sembri stanco.”
“Morto.”
Jacob si lasciò cadere sulla sedia, e mise
il piede vicino alla faccia di Rosalie.
“Rose, potresti riempirmi il bicchiere?”
E volò via.
Con la mente iniziai a divagare, per
cercare di svagarmi. La prima cosa che mi venne in mente fu il ricordo
dell’isola Esme. Ah. Così bella, pacifica, tutte quelle piume in giro
soprattutto! Ricordo quanto mi trovai buffa. Sembravo una gallina.
“Hai detto qualcosa?” Edward interruppe le
mie divagazioni.
Mi stava fissando, e io lo fissai di
rimando. Ero completamente confusa. Che gli stesse succedendo qualcosa?
“Io non ho detto niente.”
Edward di mise in ginocchio, chino su di
me.
“Che stai pensando ora?”
Ok. Adesso iniziava a spaventarmi.
Possibile che i vampiri potessero impazzire?
“A niente. Che succede?”
“A cos’hai pensato un minuto fa?”
Oh oh. Ammetterlo o no?
“Solo.. all’Isola Esme. E alle piume.” e
come al mio solito arrossii.
“Di qualcos’altro.” Mi mormorò.
Mi stava facendo preoccupare seriamente. Oh
mio dio. Perché Carlisle era andato via proprio adesso? Avrebbe potuto
visitarlo, capire cosa avesse!
“Ma cosa? Edward, che succede?”
Poi mi paralizzai dalla sorpresa. Edward,
lentamente e delicatamente aveva appoggiato le mani sul pancione, come avrei
voluto avesse fatto dal primo momento.
Dietro di lui vidi comparire Rose,
completamente scioccata con il bicchiere in mano.
“Il fe.. Al.. al bambino piace il suono
della tua voce.”
___________________ questo era il mio stato
mentale. Ero completamente allibita. Per una frazione di secondo mi sembrò di
non capire nulla di ciò che avesse detto. Poi collegai tutto, e non potei fare
altro che urlare dalla gioia.
“Santo cielo, riesci a sentirlo!” ma me ne pentii.
Il mio bimbo mi aveva dato un calcio bello forte. E sussultai.
“Sssh. Hai spaventato il.. lui.” Mi disse
Edward. Vedevo una nuova luce nei suoi occhi mentre fissava il mio pancione
enorme. Sembrava sorpreso, felice, entusiasta. Finalmente un’emozione diversa!
Appoggiai la mano nel punto in cui aveva scalciato.
“Scusa, piccolo.”
Edward intanto aveva praticamente
appoggiato la testa sul pancione.
Rosalie ci fissava terrorizzata. Probabilmente
credeva che quello di Edward fosse un trucco, ora che non c’erano gli altri a
trattenerlo, sarebbe stato facile per lui far bloccare Rose da Jacob, che
voleva la sua stessa cosa, e poi drogarmi per uccidere il bambino. Ma quest’idea
non mi era passata per un solo secondo nella mente.
Non avevo dubitato nemmeno un attimo delle
intenzioni di Edward. E poi l’espressione del suo viso diceva tutto. Nemmeno lui
era in grado di fingere così bene.
Ero ansiosa di nuove informazioni. Finalmente
poter conoscere il mio piccolo mi dava una gioia immensa.
“Cosa pensa ora?”
“La cosa.. lui, o lei è..” mi fissò negli
occhi, completamente stupito e gioioso. “Felice.”
Mi si bloccò il respiro. Il mio bambino. Improvvisamente
iniziai a piangere dalla gioia e sorridere. Non riuscivo a farne a meno.
Chissà se poteva sentirmi bene? Bhe perché non
provare?
“Certo che sei felice, bel bambino, certo
che lo sei. Come potresti non esserlo, così al sicuro, così al caldo, così
amato? Ti amo tanto, piccolo EJ, certo che sei felice.” Utilizzai il suo nome,
e Edward se ne accorse.
“Come lo hai chiamato?” mi chiese
incuriosito.
Arrossii. “Gli ho dato una specie di nome. Non
pensavo che volessi.. bè, ecco.” Non volevo ricordargli come si era comportato
fino ad un attimo prima, non ora che era così felice ed euforico.
“EJ?”
“Anche tuo padre si chiamava Edward, no?”
Volevo portare avanti la tradizione, ma
forse c’era qualcosa che non gli tornava, la J. Non c’era nessuno con la J in
famiglia. Almeno non in quella biologica.
“Si. Ma cosa..?” si fermò e sorrise.
Sorrise. Il mio Edward aveva sorriso. Ecco.
Adesso ero completamente e assolutamente felice. Ero sposata. Aspettavo un
meraviglioso bambino. Jacob era tornato e sarei diventata presto una vampira. Non
potevo chiedere altro dalla vita.
“Che c’è?”
“Gli piace anche la mia voce.”
Che sciocco. Come poteva non piacere al nostro bimbo piacere la voce del suo
papà?
“Certo che gli piacce. Hai la voce più
bella dell’universo. A chi non piacerebbe?”
Rose sembrava aver superato lo shock
iniziale, e adesso sembrava fiduciosa nei confronti di Edward.
“Avete un piano di riserva? Che si fa se è
una lei?”
Mi asciugai gli occhi che non volevano
saperne di smettere di lacrimare.
“Qualche idea mi è venuta. Pensavo a un
misto fra i nomi di Renèe ed Esme..”
“Resmé?”
“Ma no: Renesmee. Troppo strano?”
“No, mi piace. È bellissimo. E unico,
quindi perfetto.”
“Comunque sono convinta che sia un Edward.”
Ne ero assolutamente certa. Altrimenti come
spiegare il bambino presente nei miei sogni?
Guardai di nuovo Edward. La sua espressione
era strana. Fissava il vuoto, come faceva Alice quando aveva una visione.
“Che c’è? Cosa pensa?”
Poi lo vidi appoggiare l’orecchio al centro
del pancione. Che tenero!
“Ti vuole bene, ti adora indiscutibilmente.”
Annaspai. Ma questa volta non per il
dolore. Ero felicissima. In quel momento non c’erano più Jacob e Rose, solo noi
tre. La famiglia che dopo varie peripezie si era formata. Una famiglia
speciale. Quante persone potevano vantarsi di averne una del genere? La risposta
era solo una: nessuno.
“Ah.” Non capii a cosa si riferiva Edward. Che
fosse successo qualcosa al bambino? Poi vidi il suo sguardo posato su Jacob. E capii.
Lui odiava quella creatura, e adesso anche Edward era dalla mia parte. Lui era
solo, a combattere una battaglia persa già prima di iniziarla.
Edward si spostò fino al tavolino, prese
qualcosa di argentato dal cassetto e glielo lanciò.
“Vai, Jacob. Vai via di qui.” Non lo stava
affatto cacciando via. Voleva farlo andare via per alleviare le sofferenze che
gli stavo arrecando. Che io, con il mio egoismo gli infliggevo ogni giorno.
E scappò via, lontano dalle sofferenze che
la vita gli aveva dato, lontano da tutti e tutto, ma soprattutto lontano da me.
Edward si rimise di nuovo al mio fianco, e
si mise ad accarezzare il pancione. Rose decise che si poteva fidare di Edward
e andò di sopra.
Non parlammo. Non ce n’era bisogno. Il nostro
quadretto familiare era completo e felice.
Ma come si sa ogni cosa bella deve finire.
Edward si alzò e si posizionò davanti a me,
con le braccia tese, e venne subito affiancato da Rose, scesa immediatamente
dal piano di sotto.
Cosa diavolo stava succedendo?
La risposta alla mia domanda venne data
quando vidi Leah trasformarsi davanti alla porta di casa e infilarsi velocemente
un pezzo di stoffa per evitare di essere nuda. Ed entrò così, con una faccia
infuriata e rabbiosa che non prometteva niente di buono.
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