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Autore: _The story at the End_    06/08/2015    2 recensioni
Uno stupido gioco: ecco come iniziava ogni avventura.
Lo sapevo più di chiunque altro, io che passavo le serate a leggere libri.
"Vediamo se hai il coraggio di entrare". La frase con cui iniziava ogni film horror e ovviamente io, che non mi do mai ascolto, sono entrata.
Perché il mio ego non se ne sta apposto ogni tanto?
Perché, se Bertold non avesse pronunciato quella frase, la solita frase su cui perdo il controllo, mi sarei sicuramente rifiutata: "è una femmina è ovvio che non ci entra! "
E io, che sono una femmina, sono stata tanto stupida da cacciarmi in questo guaio.
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Violenza
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Arrivò da destra. L'artiglio di un dinosauro più grosso degli altri, quasi il doppio, colpì Hunter, che era di spalle, e lo scaraventò dieci metri più avanti. Il corpo cadde a terra in una posizione scomposta e innaturale con un rumore agghiacciante, di ossa rotte, che mi si stampò a fuoco nelle orecchie. Non si muoveva e, questo, mi fece salire le lacrime agli occhi perché sentivo che non si sarebbe mosso mai più. Fu come se il tempo si fosse fermato e tutti i dinosauri stessero guardando la scena.
L'unica cosa che volevo fare in quel momento era correre da lui ma questo non mi fu possibile. L'enorme dinosauro che si trovava tra noi aveva perso interesse per il suo corpo senza vita e ora si era voltato verso di me. I suoi occhi guardavano dritti nei miei e nel suo sguardo mi parve di cogliere dell'intelligenza. Se si fosse messo a discutere di genetica non ne sarei stata sorpresa poichè i suoi penetranti occhi neri mi ispiravano saggezza. Il suo manto era verde smeraldo e si scuriva fino a diventare nero sulle possenti zampe.
Con enorme sorpresa capii che non era un dinosauro, ma un maestoso drago. Ormai avevo perso di vista ciò che si definiva anormale perché di cose "impossibili" me ne capitavano ogni volta che schioccavo le dita...
Parlò direttamente nella mia mente. "Raccogli il coltello. Questa è la tua prova." E la sua voce mi riportò ai tempi arcani, alle origini. Il vento che mi muoveva i capelli sembrava portare con se dei segreti preziosi e intorno a me si respirava un'atmosfera di sacralità. "Dimostrati all'altezza" disse, prima di volare via.
Il silenzio fu rotto da un ruggito e io andai con passo deciso a recuperare il coltello; mi fermai vicino al corpo di Hunter e con un fremito gli premetti due dita sul collo. C'era ancora battito. Mi sembrava impossibile ma era ancora vivo. Questo mi bastò per farmi spuntare un sorriso spensierato sul viso e mi girai verso la battaglia con più determinazione. Ebbi appena il tempo di prendere posizione che l'intero gruppo di dinosauri attaccò, come se fosse guidato da un'unica mente. Quando il primo dinosauro fu nel mio raggio d'azione mi fiondai sul suo collo e lo finii prima che quello poté accorgersi di essere morto. Il secondo fu sfortunato perché con un mezzo giro su me stessa gli mozzai la testa. Hunter era vivo, e doveva rimanere tale, ma questo dipendeva da me.
Procedendo così, falciai la prima linea ma questo non mi diede il tempo nemmeno per tirare un sospiro di sollievo perché il ritmo con cui i dinosauri attaccavano era sfiancante. E allora anche io aumentavo la velocità e la potenza dei miei colpi. Mi sentivo sopraffatta, schiacciata da quegli enormi corpi ammassati e andavo avanti solo con la forza della disperazione. Ma prorpio quest'ultima mi infondeva più forza di quanta avrei mai sospettato di avere.
Mentre infilzavo, schivavo e squartavo, però, la mia mente era altrove. Pensavo a quel Velociraptor che si esponeva ai pericoli per proteggere il branco e, senza volerlo, ripetevo all'infinito una parola, come se fosse una litania: sacrificio. Sapevo che in qualche modo era importante e mi accorsi che, inconsciamente, era proprio quello che avevo intenzione di fare, fin da quando avevo sentito il flebile battito del suo cuore e avevo capito che non era finita. Sacrificarmi perché Hunter ne uscisse vivo. Non sapevo perché volevo farlo, insomma, era un perfetto sconosciuto e, in tutta sincerità, non sono mai stata così eroica fino a rischiare la mia vita per un mio ipotetico prossimo. E invece per lui lo avrei fatto. Non mi sentivo affatto un'eroina per questo, in fondo lo facevo per me: non me lo sarei mai perdonato se lo avessi abbandonato lì.
Avere un obbiettivo mi fece sentire più sicura. Ora restava solo una cosa da fare: portarlo dall'altra parte dello specchio.
***
Una goccia di sudore mi scese dalla fronte. Ogni muscolo del mio corpo era stremato, mi mancavano le forze e i miei movimenti erano sempre meno precisi ed efficaci. Il braccio ferito mi provocava un dolore sordo e persistente e sembrava pesare una tonnellata. Potevo sentire il battito del mio cuore anche dentro le orecchie, ansimavo come se non ci fosse abbastanza aria intorno a me.
Guardai in alto e mi accorsi che iniziava a fare buio. Dovevo mettere appunto una strategia ma non potevo fare niente da sola. Mi sentivo in gabbia. Scartai di lato per schivare l'artiglio di un Velociraptor e mentre lo abbattevo mi venne un'idea talmente folle da poter essere catalogata tra le più folli illuminzaioni dell'umanità. Non sapevo quali sarebbero state le conseguenze delle mie azioni ma, se non fossi morta attuando il piano che avevo in mente, saremmo stati salvi. Non potei fare a meno di sorridere alla mia idea e ringraziare la mia immaginazione.
Con un possente gancio atterrai un dinosauro di piccole dimensioni e lo sorpassai con un salto. Andai di corsa da Hunter e presi dal suo zaino delle corde. Con una creai un cappio e con la seconda arrangiai un imbragatura per Hunter, che mi caricai sulle spalle. Il suo peso mi lasciò spiazzata e per poco non caddi in avanti. Fu un'operazione difficile poiché dovetti creare i nodi con una sola mano e contemporaneamente proteggermi dagli attacchi.
Aspettai che un quadrupede massiccio e ben piantato mi corresse incontro per saltargli in groppa e avvolgergli il cappio intorno al collo. Rimasi aggrappata con le gambe e con una buona dose di fortuna non caddi rovinosamente. In qualche modo assicurai Hunter al guinzaglio del mio nuovo animaletto da compagnia e usai una terza corda come redini. La cosa più assurda fu che tutto andò come doveva e l'animale si diresse esattamente dove volevo che andasse.
Ci avvicinavamo velocemente allo specchio e fu allora che mi ricordai che era ricoperto di lava. In quell'esatto momento il dinosauro si impenò e io caddi a terra, Hunter però, rimase impigliato nelle corde.
Guidata dall'istinto, lanciai l'ultimo coltello che mi era rimasto e tranciai di netto la corda che teneva Hunter legato al collo dell'animale. Presi al volo il suo corpo e cademmo entrambi a terra. Ci trovavamo pochi centimetri prima del muro di lava e quindi esattamente davanti lo specchio. Ormai era fatta. Grazie alle ultime forze che mi rimanevano mi passai il braccio di Hunter dietro il collo e lo sollevai da terra. Con due grosse falcate mi trascinai fino allo specchio e mi gettai direttamente nel rivolo di lava.
   
 
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