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Autore: FairySweet    07/08/2015    1 recensioni
Non sei mai stato bravo a raccontare bugie. Non l'hai mai fatto, non a te stesso per lo meno, come puoi pensare di ingannarti così? Dimenticare i suoi occhi, il suo sorriso, dimenticare il battito accelerato che ti sconvolgeva il petto ogni volta che l'avevi vicino.
Eppure ci hai provato, hai cambiato vita per lei, per te stesso, per la tua famiglia ma era bastata una telefonata, era bastato il suo nome per convincerti a scappare via di nuovo ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elliot Stabler, Olivia Benson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                         Quando lei aprirà gli Occhi






Era rimasto lì fuori per otto ore, otto lunghissime ore senza dormire, senza mangiare, senza fare nient'altro che pensare a lei.
Vedeva le persone andare e venire, bambini, anziani, persone comuni, persone ignare dei mali del mondo.
Fece un bel respiro abbandonandosi contro lo schienale della sedia “Pensavo fossi andato via” annuì leggermente senza muovere un muscolo.
Conosceva quella voce, perché avrebbe dovuto sollevare lo sguardo dal pavimento? L'aria si mosse leggermente mentre l'uomo si sedeva affianco a lui “Hai dormito un po'?” scosse leggermente la testa “Già, io ho dimenticato come si dorme” sentiva la commozione nella sua voce, nel tremito di quelle parole che non riuscivano a nascondere la paura “Come sta?” Simon sorrise passandosi una mano tra i capelli “Hanno massacrato la mia sorellina” la voce tremò leggermente costringendolo a sollevare lo sguardo “L'hanno picchiata così forte da romperle le costole, il braccio sinistro, è piena di lividi e tagli ed è così … è così bella anche piena di tubi e …” si fermò qualche secondo asciugando le lacrime che scorrevano indisturbate sul suo viso.
Non riusciva a respirare, non voleva farlo. Sentiva solo un vuoto enorme dentro al petto mentre le parole dell'uomo si insinuavano in lui come lame affilate “Hanno massacrato la mia sorellina fino a ridurla in fin di vita” “Simon io …” sentì la voce tremare, tossicchiò leggermente inspirando a fondo “ … io ti giuro che li prenderò uno per uno” ma il ragazzo sorrise, un sorriso forzato tra le lacrime che faceva più male che altro “Vuoi … vuoi vederla?” non sapeva cosa fare.
Lasciare quella sedia voleva dire addentrarsi in un incubo, un sogno orrendo che ora sembrava talmente vivo da paralizzarlo.
Era terrorizzato, massacrato da quell'indecisione violenta ma alla fine, un leggerissimo si uscì dalle sue labbra costringendo l'altro ad annuire.
Ogni passo sembrava pesante quanto un macigno, un metro, un altro ancora fino a quella porta di vetro che segnava il limite della normalità.
Si portò una mano alle labbra nascondendo la voglia folle di scoppiare a piangere. Lei era lì, davanti a lui, il volto pieno di tagli e le labbra livide dolcemente schiuse per accogliere quel tubo che in qualche modo, la costringeva a respirare.
“È addormentata, i dottori hanno fatto tutto il possibile per aiutarla ma hanno scelto il coma farmacologico” mormorò Simon avvicinandosi a lui “Cosa dicono i medici?” il silenzio improvviso lo costrinse a cercare lo sguardo del giovane “Simon?” “Fino a quando non sarà in grado di respirare da sola resterà addormentata” “Mi scusi?” “Dottore” mormorò tremante “Non volevo interrompervi ma ho degli aggiornamenti su sua sorella e ho ritenuto opportuno informala” l'altro annuì appena stringendosi nelle spalle “Le emoraggie interne sono tutte sotto controllo, quello che ci preoccupa è il trauma cranico. Il colpo ricevuto alla testa è stato così rompere il cranio. Un pezzo d'osso si è piantato nel lobo temporale. Date le delicate condizioni della ragazza abbiamo operato il più velocemente possibile eliminando il riversamento di sangue ” “Si sveglierà?” domandò sfinito Elliot ma il medico scosse leggermente la testa “Non ora, non in queste condizioni. Il cuore ha subito uno sforzo non indifferente. L'abbiamo sottoposta ad una prima serie di esami, i valori dei fluidi sono tutti sballati, la pressione pericolosamente bassa. Possiamo controllare pressione, liquidi e infezioni ma dobbiamo essere cauti. I traumi all'addome e al torace sono sotto controllo e lo stesso per le fratture e le ferite” Simon si allontanò da loro cercando di allontanare da sé stesso quelle parole ma il volto del medico lo conosceva bene.
Avevano lavorato assieme molte volte, molte volte era stato la prima persona a parlare con loro dopo aver passato ore a salvare i bambini e le donne vittime di stupri o sevizie “Mi dispiace davvero credimi” “Già” “Questa era l'utlima cosa che mi sarei mai aspettato. Conosco bene Olivia e conosco te. Se può rassicurati beh, sarò io a prendermi cura di lei, dalle operazioni alla somministrazione dei farmaci” “Operazioni?” domandò distratto ma la mano dell'uomo posata sulla sua spalla lo costrinse a voltarsi distogliendo lo sguardo da quel volto pallido e addormentato “Scusa … scusa è solo … ho bisogno di un po' di tempo “Puoi entrare” “Cosa?” “Puoi entrare, non sarò di certo io ad impedirtelo. Suo fratello ti ha autorizzato ad entrare nella sua stanza” cercò qualche secondo Simon, se ne stava appoggiato al muro a fissare il vuoto mentre torturava con le mani un pezzetto di carta “Nessuno entra o esce senza autorizzazione. So che siete molto legati e non … non voglio allontanarla da te” gli diede una pacca sulla spalla sorridendo appena “Ora vai a riposare un po'. Hai bisogno di dormire” “Dormirò quando lei aprirà gli occhi Gordon, allora riposerò”.
  
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