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Autore: Piuma_di_cigno    07/08/2015    1 recensioni
Scarlett è una ragazza perfettamente normale, quando tanti piccoli cambiamenti stravolgono il suo mondo: attacchi di rabbia incomprensibili, una forza disumana che improvvisamente le scorre nelle vene, il fatto di non riuscire più a sentire il freddo ... Non capisce cosa le stia succedendo, finché un ragazzo, Will, pronuncia il nome della sua nuova condizione: licantropo.
Da allora, è una corsa senza fine, per cercare di capire quello che è diventata e quello che perderà della sua vita. E, soprattutto, tra queste perdite, ci sarà anche Daniel, il misterioso ragazzo che la salva nelle notti di luna piena? E se proprio lui, il suo salvatore, il suo scoglio nell'oceano, fosse il nemico peggiore?
Genere: Malinconico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 4 – Lupo
 

Pensavo di essere un lupo, ma il verso dei gufi mi ha messo paura durante la notte.
(Il mio caro vecchio lupo, Parisini Marcus)

Mi alzai, stordita, e mi resi conto di poggiare su quattro zampe invece di due.

Mi mossi con cautela. Non mi sentivo intorpidita, per niente. Mi sentivo come se mi fossi svegliata da un sogno … Un lungo, lunghissimo sogno in cui ero una ragazza umana.

Poi, mi resi conto che il sogno doveva essere questo.

La realtà era la mia umanità, il sogno la mia natura di lupa.

O erano entrambe realtà?

Meravigliata, mi guardai in giro, tendendo per un riflesso naturale le orecchie.

I grilli frinivano e la mia vista era ancora più acuta di quello che era stata nei miei ultimi giorni umani. Potevo vedere nei minimi dettagli un ragno tessere la sua tela luccicante, ed era notte.

Non era una notte buia, però.

La luna illuminò i riflessi argentei sul mio pelo, riscaldandomi. Era come se fosse diventata il mio sole; i suoi raggi mi procuravano sollievo, illuminavano il mio cammino ed erano caldi sul mio muso.

Avanzai di qualche passo, titubante.

Non ero sicura di sapere come fare, ma ben presto capii che andare su quattro zampe era la cosa più naturale del mondo.

Annusai un po' l'aria, e sentii l'odore del bosco, della città distante, dei raggi caldi della luna e di qualcosa di più grosso e strano dietro di me.

Mi voltai di scatto, saltando più in alto di quanto in realtà desiderassi. Sentivo una forza nuova scorrermi lungo le zampe, come se avessi bevuto litri di caffè. Inclinai le zampe e la testa, snudai le zanne e tesi le orecchie, pronta a difendermi e ad attaccare.

Non si vedeva nulla, lì in giro, ma sapevo che era lì dietro. Lo percepivo.

Aveva un odore diverso da quello umano e anche da quello di lupo. Sentii odore di bosco, di raggi di luna, di latte e, lontano lontano, di essere umano. Ma era molto vago.

La figura nascosta tra gli alberi era indubbiamente diversa da tutto quello che avrei mai potuto conoscere.

Udii un fruscio leggero, che in forma umana non avrei sentito, mentre la creatura si voltava e si preparava ad uscire allo scoperto. I miei muscoli si tesero al massimo, come tutti i miei sensi. Non avrei mai attaccato un essere umano, ma se fosse stato lui a farlo, non avrei esitato a difendermi.

“Ehi.”

Mi alzai di colpo, sorpresa.

Era un ragazzo.

Lo studiai, perplessa. Aveva i capelli castani, che gli ricadevano sul viso e sugli occhi, che erano di un colore incredibile. Erano dorati, ma … Luminosi. Non trovavo nessun'altra parola per descriverli: luminosi. Scintillavano nella notte come gli occhi di un gatto.

Era alto e muscoloso. Vedevo la maglietta tendersi sulle spalle.

Indossava una maglietta e un paio di pantaloncini, nient'altro. Era scalzo e sembrava vagamente a disagio, sotto il mio esame, come davanti a un animale selvatico.

Be', in effetti ero un animale selvatico.

Nel momento in cui me ne resi conto, mi distrassi e pensai: quanto senso aveva quello che stava succedendo? Ricordavo vagamente Daniel, il ragazzo pallido che mi stava vicino durante la trasformazione.

Lupetta, così mi aveva chiamata. Dunque, sapeva cosa sarei diventata, e probabilmente se n'era andato per paura di me. Eppure, non sembrava spaventato …

“Io sono Will.” si presentò d'un tratto il ragazzo, distogliendomi dai miei pensieri e costringendomi a focalizzare di nuovo l'attenzione su di lui.

Oddio.

Ero un lupo.

Ero un lupo!

Cercai di urlare, ma dalla mia bocca proruppe sono uno strano guaito desolato, simile a un ululato.

Sentii Will ridacchiare sommessamente, mentre giravo su me stessa per vedere la coda, muovevo le orecchie, mi fissavo le zampe e cercavo di alzarmi in piedi.

Ellie e mamma! Come avrebbero fatto a capire che ero io!? E, soprattutto, come poteva essere tutto vero!? Oddio, mi avevano uccisa!

Daniel era un killer! Lo sapevo! Portava le lenti a contatto rosse per spaventare le sue vittime! In quale girone dell'Inferno ero finita? Un momento. Magari quella di Scarlett era la mia vita precedente e io ero rinata sotto forma di lupa.

Ma ero stata uccisa? Perché non me lo ricordavo?

“Dai, lupetta, ora basta.”

Il mio sguardo si focalizzò di nuovo su Will, che adesso rideva. Sulle guance gli si erano formate delle fossette e una fila di denti bianchi e dritti era comparsa sul suo viso; i canini erano stranamente appuntiti, leggermente simili a zanne di lupo.

“So cosa stai pensando.” mi anticipò. “Cos'è successo? Dove sono? Cosa sono? Perché lo sono? Perché parli con me? Come fai a sapere che sono umana?”

Mi sedetti e lo fulminai con un'occhiata.

Complimenti, mister genio, pensai.

Will ridacchiò di nuovo.

“Ti sei trasformata, ti trovi in un bosco, sei uno splendido licantropo, perché la luna l'ha deciso, perché anch'io sono come te. Ah, dimenticavo.” mi rivolse un ghigno. “Benvenuta nel branco.”

Rimasi a fissarlo per una frazione di secondo.

Lui era un licantropo? Io ero un licantropo? Oddio. Se non mi fossi ritrovata trasformata in un lupo, probabilmente … Be', l'avrei preso per un metodo un po' strano per attaccare bottone.

Questo tipo era fuori di testa!

“Come ti chiami?”

Lo fissai, in attesa che capisse.

“Oh, giusto.” Will mi lanciò un sorrisetto sarcastico; mi stava prendendo in giro. E, a giudicare dalla sua espressione, si stava anche divertendo un mondo.

“Trasformati.”

Quasi mi cascò la mascella dalla sorpresa. Potevo … Potevo tornare umana? Non mi avevano uccisa?

“Desideralo.” spiegò Will come se fosse del tutto naturale. “Succederà.”

Per un attimo, mi concentrai solo su quello, perlomeno finché il ragazzo non borbottò:”Aspetta … Meglio se vai dietro quegli alberi. Mmm … E tieni questi.”

Mi lanciò dei vestiti.

Da come ghignava soddisfatto, probabilmente era meglio fare come diceva lui, per evitare di dargli un altro motivo per prendermi in giro. Afferrai cautamente i vestiti, che avevano il suo stesso odore, e mi nascosi tra gli alberi.

Desideravo molto tornare come prima, perciò mi limitai a focalizzarmi sul desiderio e nient'altro.

Avvertii una strana sensazione di vuoto allo stomaco e la pelle che tirava un po', mentre tornavo umana. Era così … Semplice, pensai. Mi sentii improvvisamente triste, come se tornare Scarlett mi avesse prosciugato tutte le energie e la voglia di vivere.

Guardai la luna, alta nel cielo, e la sua luce, tanto vivida da sembrare quasi un cuore pulsante nella notte. Provai una profonda nostalgia, che mi attanagliò le viscere. Pareva che mi avessero strappato qualcosa di essenziale dal petto … Volevo il mio contatto con la luna, di nuovo.

Per un istante, fui tentata di ritrasformarmi.

Poi, però, pensai alla mamma e ad Ellie e a Will, fermo in mezzo agli alberi e mi decisi a trovare la volontà di tornare indietro.

Mi bloccai di colpo, quando vidi i miei piedi nudi … Come il mio corpo.

Soffocai un gemito disperato. Che ne era stato dei miei vestiti!?
Presi quelli di Will con un certo ribrezzo, misto a uno strano senso di disperazione. Erano pantaloncini e una maglietta.

Li indossai e pensai che fossero suoi: la maglietta mi arrivava quasi alle ginocchia, e i pantaloncini erano piuttosto larghi per me. Niente scarpe, come immaginavo.

Uscii allo scoperto e trovai il sorriso di Will ad attendermi.

Mi soppesò come io avevo fatto con lui prima, in forma da lupo, e il suo sorriso si allargò, mentre i suoi occhi si ingrandivano leggermente.

“Sei molto carina.” mi fece cenno di seguirlo, mentre si infilava tra gli alberi. Poco lontano, notai i brandelli dei miei vestiti. Che diamine avevo combinato?

Will seguì il mio sguardo.

“Ah, sì.” mi indirizzò un sorrisetto malizioso. “Ogni volta che ti trasformi, i tuoi vestiti fanno quella fine. Da lupa occupi molto più spazio che da umana.”

Mi passai una mano sul viso, senza rispondere.

Infine, gli lanciai un'occhiata.

“E' tutto reale?”

Will rise.

“Come ti chiami?” chiese di nuovo.

“Scarlett.” risposi. Forse avrei dovuto dargli un nome falso; in fondo, niente mi impediva di credere che fosse un killer o un pazzo … Ma non ne trovai le forze. Ero completamente sfinita.

“Mh. Bel nome, Scarlett.” commentò Will.

Rimase un istante in silenzio, come soppesandolo.

“Sai cos'è un licantropo, Scarlett?”

“Mi pare di averlo capito più che a sufficienza.”

Sogghignò.

“Bene, perché lo sei. Tutti noi lo siamo.”

“Tutti noi?” gemetti, terrorizzata. “Ma in che razza di posto sono vissuta!?”

Will rise di nuovo.

“Davvero, Scarlett, sarà un piacere averti nel nostro branco. Hai un pelo splendido da lupa, lo sai? Nero, con rare sfumature argentee … Non ne avevo mai visti come te.”

Non risposi, di nuovo assorta tra i miei pensieri.

“Potrò tornare a casa?”

“Ci penseremo.”

“Come sarebbe a dire?”

“Tutto a suo tempo, Scarlett.”

Rimasi zitta per un altro istante.

“Sei … Il capobranco, tu?”

Will sogghignò e i suoi canini, come zanne bianche, luccicarono.

“L'Alfa, per la precisione.”

“Come facevi a sapere dov'ero?”

“Lo sentivo … E ti seguivo da un pezzo.”

Trasalii, suscitando un'altra risata.

“Sapevi quello che mi sarebbe successo?”

Annuì.

“Ti ho vista in libreria. Ho seguito i tuoi attacchi di rabbia, badando che nessuno si facesse troppo male. Per fortuna, sembri avere una discreta capacità di controllo.”

Pensai che fosse completamente pazzo. Io, capacità di controllo? Avevo distrutto il muro della cucina!

“Non è vero.” obiettai. “Ho rotto un bicchiere, litigato con la mia collega e rovinato il muro della cucina.”

Will sorrise di nuovo.

“Qualche membro del mio branco ha ammazzato delle persone, durante quegli attacchi di rabbia, lo sai?”

Rabbrividii e non dissi più nulla, mentre attraversavamo il bosco. Sentivo il richiamo della luna, i suoni, vedevo tutto, vedevo tutto quello che potevo vedere nel buio … E non era poco. Potevo scorgere i minimi dettagli del terreno, fino a contare i granelli di terra di cui era composto.

Quando parlò di nuovo, per la prima volta, Will mi sembrò serio.

“Imparerai, Scarlett, e le cose andranno meglio.”

   
 
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