Il mio nome è Hobbes, e
sono una tigre di pezza.
"Una tigre di pezza non parla" direte voi, dandomi del pazzo.
Come mi dispiace sapere che siete così sordi e tristi da non saper ascoltare le tigri di pezza.
Scommetto che non è sempre stato così: scommetto che anche voi avete parlato con una bambola, un orsetto di peluche o un cane robot, una volta, proprio come fa Calvin con me.
Calvin ha sei anni, ed è il mio migliore amico.
Lo so, è un po' pestifero, ma io gli voglio bene lo stesso.
A volte tento di farlo ragionare, ma come si fa a bloccare quel ciclone?
Provo un po' pena per i suoi genitori, alle prese con un bambino così (passatemi l'eufemismo) vivace.
Mandarlo a scuola è un'impresa, e fargli fare i compiti una fatica di Ercole.
Fosse per lui sarebbe sempre fuori a giocare, anche se forse sarebbe più corretto dire "trovare i modi più distruttivi e pericolosi per divertirsi".
Non sta mai fermo, soprattutto a tavola, e quella sua testolina è sempre in costante attività: l'immaginazione non gli manca proprio.
Ecco il punto: l'immaginazione.
Siete grandi, siete adulti, ma non valete che la metà se non avete un po' di imaginazione.
La vostra mente non sa fare un minimo sforzo in più per concepire una tigre di pezza che parla, agisce, ride e vive: Calvin invece vede in me un amico, l'unico amico, e mi vuole bene.
Voi lo deridete, gli dite che le tigri di pezza sono solo tigri di pezza.
Volete farlo diventare come voi, e forse un giorno sarà così.
Forse un giorno Calvin si stancherà del suo vecchio amico, crescerà e mi lascerà rinchiuso in un armadio, senza più riuscire a sentire la mia voce.
Ma finché non verrà quel giorno, io sarò vivo.
Il mio nome è Hobbes, e sono una tigre di pezza.
Calvin ha sei anni, ed è il mio migliore amico.
"Una tigre di pezza non parla" direte voi, dandomi del pazzo.
Come mi dispiace sapere che siete così sordi e tristi da non saper ascoltare le tigri di pezza.
Scommetto che non è sempre stato così: scommetto che anche voi avete parlato con una bambola, un orsetto di peluche o un cane robot, una volta, proprio come fa Calvin con me.
Calvin ha sei anni, ed è il mio migliore amico.
Lo so, è un po' pestifero, ma io gli voglio bene lo stesso.
A volte tento di farlo ragionare, ma come si fa a bloccare quel ciclone?
Provo un po' pena per i suoi genitori, alle prese con un bambino così (passatemi l'eufemismo) vivace.
Mandarlo a scuola è un'impresa, e fargli fare i compiti una fatica di Ercole.
Fosse per lui sarebbe sempre fuori a giocare, anche se forse sarebbe più corretto dire "trovare i modi più distruttivi e pericolosi per divertirsi".
Non sta mai fermo, soprattutto a tavola, e quella sua testolina è sempre in costante attività: l'immaginazione non gli manca proprio.
Ecco il punto: l'immaginazione.
Siete grandi, siete adulti, ma non valete che la metà se non avete un po' di imaginazione.
La vostra mente non sa fare un minimo sforzo in più per concepire una tigre di pezza che parla, agisce, ride e vive: Calvin invece vede in me un amico, l'unico amico, e mi vuole bene.
Voi lo deridete, gli dite che le tigri di pezza sono solo tigri di pezza.
Volete farlo diventare come voi, e forse un giorno sarà così.
Forse un giorno Calvin si stancherà del suo vecchio amico, crescerà e mi lascerà rinchiuso in un armadio, senza più riuscire a sentire la mia voce.
Ma finché non verrà quel giorno, io sarò vivo.
Il mio nome è Hobbes, e sono una tigre di pezza.
Calvin ha sei anni, ed è il mio migliore amico.