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Autore: Dangerina15    08/08/2015    0 recensioni
Sequel di " Forever Enemies".
Le avventure del Capitano Alyssa Cortès e dell'ex Commodoro Joe Jonas non sono finite! Qualcosa sconvolgerà le loro esistenze, qualcosa che potrebbe portarli indietro...alle origini di tutto!
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1: RIMORSI



POV ALYSSA


Una notte come tante: stellata, con la luna piena che le faceva da regina, bianca in tutto il suo splendore. Il mare era piatto e silenzioso, c'era poco vento per cui la nave tendeva ad oscillare lentamente, come una culla, così da conciliare il sonno a tutto l'equipaggio.
Ma non a me.
Erano già diverse notti che dormivo poco, o non dormivo affatto e la causa era lo stesso ricorrente sogno. Non appena poggiavo la testa sul cuscino del letto e Morfeo giungeva per condurmi nel suo mondo, mi ritrovavo in un attimo nella grande sala da ballo della mia casa di Ronda, Spagna: avevo 16 anni e, come accadeva alle signorine di quella età, era giunto anche per me il momento di “ entrare in società”. Era stata organizzata una festa in mio onore a cui erano stati invitati tutti i più nobili e ricchi uomini della città: duchi, conti, marchesi, ambasciatori e perfino principi di città adiacenti alla nostra: tutti conoscenti del Conte Alejandro Martin Cortès,ovvero mio padre. C'era tanta musica creata dagli strumenti più belli: violini, pianoforte, flauti; tavole imbandite di cibo; liquore e tanta allegria. Molti cavalieri erano impegnati nelle danze, altri alla ricerca della dama giusta da corteggiare per un eventuale fidanzamento, essendo le donne tutte in età da marito. Ma tutto quel lusso, quel perbenismo mi angosciava: non ero pronta per sposarmi con un uomo che avevo visto a stento una volta, né volevo perdere la cosa a cui tenevo di più: la mia libertà. Il rapporto con mio padre non era dei migliori proprio per questa “ tua smania da maschiaccio”,così la definiva papà. Quella fu la sera in cui presi la decisione di seguire le orme di mio nonno Cortès e abbandonare i miei genitori alle loro frivolezze da nobili. Purtroppo però questa decisione provenne da un episodio precedente, alquanto burrascoso: durante la festa, mio padre mi presentò il duca di Siviglia, Juan de la Vega; era evidente che cercava un pretendente che mi chiedesse in sposa quella sera, così lui e mia madre Florencia, avrebbero potuto vantarsi davanti a tutti i loro amici di come la loro unica figlia avesse immediatamente trovato un marito abbiente e nobile non appena entrata nel mondo degli adulti.
Non ero d'accordo, non lo ero mai stata con le decisione assurde e maschiliste di mio padre. Qualche giorno prima avevamo avuto un battibecco perchè mi ero rifiutata di partecipare ai festeggiamenti e lui, con i suoi toni burberi e severi, mi costrinse dicendomi che avrebbe venduto la mia cavalla, la mia unica e sola amica, e mi avrebbe rinchiusa nelle mie stanze. Cedetti di malagrazia ma il nostro conto era ancora in sospeso e quello era il giusto momento per ripagarlo con la stessa moneta. Non appena il Conte mi chiese un ballo, mi voltai verso mio padre in modo severo e poi, rivolgendomi di nuovo al mio spasimante, risposi:
<< Preferirei un secchio di acqua gelata sulla testa, piuttosto che accettare di ballare con voi, signore.>>.
Il Conte di Siviglia sgranò gli occhi dalla sorpresa e mio padre, in preda ad un attacco d'ira, mi voltò verso di lui.
<< Come osi rivolgerti in questo modo al Conte?>> mi sgridò a piena voce, interrompendo le danze e facendo voltare tutti gli invitati verso di noi. Nei suoi occhi leggevo l'imbarazzo di quel momento ma a me non importava: doveva sapere chi ero davvero e, di certo, non ero la sua marionetta.
<< Se tu puoi imporre le tue regole, non vedo perchè io non posso imporre le mie.>>
<< Io sono tuo padre, Alyssa Cortès, tu devi obbedirmi.>>
<< Io non voglio sposare un uomo che non amo, non voglio abbandonare la mia libertà e non voglio essere il capro espiatorio di quello che tu credi sia una macchia per la famiglia.>>
<< Tuo nonno era la vergogna per noi perchè era un pirata!>> gridò mio padre.
<< Io voglio essere come lui, papà, e tu non potrai impedirmelo!>>.
A quel punto sentii un fortissimo dolore alla guancia: mio padre mi aveva appena dato uno schiaffo di fronte a tutta la nobiltà di Ronda e provincia.
Ci fu un attimo di silenzio; mio padre continuò a guardarmi con gli occhi iniettati di sangue ma con lo sguardo perso nel vuoto. Era la prima volta che arrivavamo a quei livelli e lui si pentì subito del gesto. Io continuai a tenermi la guancia dolente e con gli occhi carichi di lacrime, lo guardai senza rivolgergli una parola.
<< Alyssa...>>
<< Sta zitto, papà, non voglio ascoltarti.>> risposi fredda a un qualsiasi tentativo di mio padre di intavolare una discussione.
<< Per l'amor del cielo, stai facendo la figura della bambina davanti a tutti.>>
<< Sto? Qui il bambino sei tu, sei tu che non sei mai cresciuto! Sei tu che vuoi che diventi come la mamma, ma sai una cosa? Hai ragione, mio nonno era una macchia per la tua famiglia e vuoi sapere perchè? Perchè tu non sei all'altezza di un uomo come lui.>> risposi di un fiato, trattenendo le lacrime. L'avevo fatta grossa, così mi voltai e cominciai ad avviarmi all'uscita di casa mia.
<< Alyssa, torna qui immediatamente! Io sono tuo padre!>>
<< No! Da oggi tu non sei mio padre e io non sono tua figlia!>> gli urlai piangendo e fuggì, chiudendo forte le porte della sala.
Fu in quel momento che mi svegliai di soprassalto, madida di sudore, con gli occhi sgranati e il respiro affannato. Ero di nuovo nella cabina del Capitano, nella Gold Treasure, in quella notte tranquilla che aveva sopportato lo stesso identico incubo delle notti precedenti. Mi alzai dal letto dove, al mio fianco, dormiva Joe, l'unico uomo che mi avesse veramente amata così per com'ero, senza chiedermi nulla in cambio. Presi una bottiglia di rhum e un bicchiere e ne versai un po', uscii dalla stanza e mi sedetti sulle scale a fissare il mare, l'unica cosa che mi dava sollievo in quella notte di ricordi e malinconie.


POV JOE


Mi svegliai a causa di un rumore, probabilmente era Alyssa che si era alzata. Non appena aprii gli occhi, trovai la porta della cabina aperta; doveva essere uscita a prendere una boccata d'aria. Così mi alzai lentamente e, uscendo, la trovai immersa nei suoi pensieri con un bicchiere di rhum in mano.
<< Posso avere l'onore di brindare con lei, Capitano?>> esordii sorridendo. Lei mi guardò e sorrise di contraccambio, aspettando che mi sedessi con lei per darmi il suo bicchiere e finire quel poco di rhum che rimaneva.
<< Cosa fai qui a quest'ora della notte?>> cominciai. Lei inizialmente rimase in silenzio, osservando le poche onde del mare che si infrangevano sulla fiancata della nave, poi si voltò a guardarmi e mi prese una mano, intrecciandola alla sua.
<< Non riesco a dormire.>>
<< E sai perchè?>>
<< No.>> rispose lei quasi assente.
Stava mentendo. La guardai fissa e lei capì che era meglio sfogarsi piuttosto che tenere tutto dentro.
<< Ogni notte faccio sempre lo stesso sogno, un sogno che mi tormenta il cuore.>> disse. << Credo che sia giunto il momento di parlarti di qualcosa di importante, Joe, qualcosa che devi sapere su di me, sul mio passato>>.
Ricordavo le poche parole che Cotton, qualche anno prima, mi aveva raccontato su di lei, ma aspettavo che fosse lei a raccontarmi chi era veramente, a rivelarmi gli oscuri fantasmi che la opprimevano.


POV ALYSSA


Mi sfogai con Joe. Gli raccontai tutto, sperando che questo non avesse ripercussioni nel nostro presente. Lui ascoltò con interesse e non fece alcuna smorfia quando raccontai dell'abbandono della mia casa.
<< Quindi è questo quello che ti angoscia?>>
<< Si, Joe. In effetti, non ho mai avuto più notizie della mia famiglia, non so se stanno bene, se vivono ancora lì. Ho degli strani sensi di colpa per aver rinnegato mio padre.>> dissi malinconica e poggiai la testa alla sua spalla. Lui mi abbracciò e mi diede un bacio in fronte.
<< So come ti senti, piccola. Ho avuto rimorsi per tutta la vita per la scelta di mio fratello Nicholas. Non mi sono mai dato pace per quello che gli avevo detto, per come lo avevo ferito. Se potessi tornare indietro cambierei le cose, forse Nicholas sarebbe ancora vivo. Ma il passato non può tornare, dobbiamo vivere nel presente e imparare dai nostri errori, solo così potremo essere delle persone migliori.>> mi rispose dolcemente.
<< Hai ragione. Non ho mai perdonato mio padre per quello che mi ha fatto ma mi sento in colpa lo stesso. Potessi tornare indietro, qualcosa forse la cambierei. Ma il destino ha voluto darmi una possibilità di ricominciare: con te.>>
A quelle parole, Joe mi guardò sorridente e, sfiorandomi il mento con le dita, mi alzò il viso fino a sfiorargli le labbra.
<< Lo stesso è per me. Siamo due anime dannate in cerca di perdono che trovano la forza l'una nell'altra.>> rispose e mi baciò con passione, lasciando cadere il bicchiere sul ponte.




POV JOE


Riuscivo a capirla come nessun altro. Avevo vissuto la stessa situazione e sapevo cosa significava vivere col rimorso di non poter più chiedere scusa.
Ma il destino ci riservava tante soprese.
D'improvviso, un'ondata di fumo ci investì, facendoci tossire. Appena mi fu possibile riaprire gli occhi, andai al bordo della nave e vidi un galeone in preda alle fiamme. Alyssa mi raggiunse e sgranò gli occhi.
<< Che cosa sarà successo?>> disse guardandosi attorno: nessun segno di lotta, né di agguato né di esplosivo.
<< Alyssa, guarda!>> risposi indicando in mare.
Un uomo. Su una tavola di legno. Forse l'unico sopravvissuto a quel disastro.
<< Dobbiamo salvarlo.>> mi disse Alyssa. << Prendi la cima, dobbiamo tirarlo su.>>.
Feci come mi ordinò e, insieme, riuscimmo a tirarlo sulla nave. Nel frattempo tutta la ciurma si era svegliata per via del fumo e, con la stessa sorpresa, osservarono l'uomo che si trovava svenuto sulla nostra nave.
<< Chi sarà?>> chiese Scuttle, il timoniere.
<< Non lo so.>> rispose Alyssa perplessa. << Ma presto lo scopriremo. Gary.>> e il medico di bordo si mise sull'attenti. << Portalo di sotto, dagli tutte le cure necessarie, dobbiamo sapere che cosa è accaduto e chi sia.>>
Gary eseguì gli ordini e portò l'uomo sottocoperta. Scambiai uno sguardo complice con Alyssa: volevamo sapere la stessa cosa:
Chi era quell'uomo?
  
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