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Autore: Silvi_MeiTerumi    09/08/2015    3 recensioni
L'unico modo affinché la società sopravviva è che ognuno occupi il posto che gli spetta.
Il futuro appartiene a coloro che sanno qual'è il loro posto.
Ma bisogna stare attenti, non ci si può fidare di nessuno, sopratutto negli Intrepidi.
*
"Non dovresti essere qui, non è il tuo posto" scandisce bene quelle parole, affilate come coltelli, prima di spingermi contro il muro.
"E tu? Sei sicuro che questo sia il tuo posto?" gli pongo quella domanda che lo fa immobilizzare. Non avevo mai visto insicurezza nei suoi occhi. Pensavo che non sapesse nemmeno cosa fosse.
*
Cosa succede quando una guerra comincia?
Cosa può accadere se si decide di stare dalla parte sbagliata?
(Eric x Nuovo Personaggio)
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Break Free

Capitolo 10
 
Sono diversi giorni che ritorno nel mio scenario di paure e queste sono aumentate.
Sto facendo disperare Eric che per non so quale motivo ha deciso di seguirmi in questo percorso, mi da consigli sul come superarle, ma la paura è sempre troppa.
Il mio tempo non migliora di molto e sono parecchio sconsolata.
Oggi andrà come le altre volte, ci posso scommettere.
“Sei pronta?” mi domanda Eric preparando il siero.
“Non lo so, non riesco ad affrontarle” ammetto sospirando di rabbia.
“Per questa volta entro anche io con te, se me lo permetti” propone avvicinandosi.
Mi irrigidisco, Eric dovrà essere ancora più partecipe alla mia debolezza?
Però pensandoci bene, lui può aiutarmi se l’ho vicino.
“Ok, te lo concedo” ridacchio nervosamente mentre lui si avvicina sollevando di poco il labbro per sorridere.
“Alzati, altrimenti ti schiaccio, minuta come sei” mi prende in giro facendomi spostare cosicché si possa sedere sulla poltrona e prendermi sulle ginocchia.
Arrossisco per questo insignificante contatto, mi sento una sciocca.
Poi sento l’ago entrarmi nel collo e il siero percorrere le mie vene.
Mi appoggio con la testa sulla spalla di Eric e lascio che il buoi ci avvolga.
 
Sono di nuovo stesa a terra e so che da li a poco arriveranno quegli stupidi ragni, mi guardo intorno e vedo Eric poco lontano da me.
Mi avvicino e insieme cominciamo a camminare.
“La prima paura l’hai già superata” dice quando vede i soliti puntini neri arrampicarsi sulle gambe.
Ci tuffiamo in acqua ed emergiamo poi vicino al lago dove hanno sede i Pacifici.
Delle note di una chitarra fluttuano nell’aria così come i soliti mormorii.
Ma questa volta non c’è la lastra di vetro che mi impedisce il passaggio, così avanzo con Eric al mio fianco e raggiungiamo il piccolo gruppetto che a cerchio sta spettegolando di  me.
“Ma guardala, l’assassina” mi accusa uno puntandomi il dito contro.
“Non è vero” mi difendo mantenendo la testa alta. Scocco un’ occhiata a Eric, ma rimane impassibile. Forse non ha sentito.
 Ma so che il peggio deve ancora arrivare.
“Avresti dovuto perdonare Albert, solo così ora potrebbe essere vivo!” mi urla un’altra guardandomi furiosa.
Faccio due passi indietro sconcertata da quell’accusa, ma sbatto contro il petto di Eric che con una mano mi incita a non ascoltarli ed avanzare.
“Ora giri pure con lui!” mi gridano arrabbiati, ma li vedo solo sfuocati ora. Mi sto allontanando dalle loro accuse inutili.
D’un tratto ci ritroviamo dagli Intrepidi e su una sedia è legata una ragazza, un Abnegante.
La pistola nella mia mano mi sembra così pesante.  La stringo con forza e la punto vero la fronte della vittima.
“Avanti, sparale” mi ordina Eric affiancandomi e incrociando le mani dietro la schiena. Non ne rimarrà impressionato, è abituato a vedere persone morte.
Tremo e l’indice non ne vuole sapere di premere il grilletto, ma non ho scelta. Lei potrebbe essere una minaccia e io devo superare la mia paura.
Premo e la pallottola colpisce la fronte della ragazza oramai riversa a terra.
Una piccola goccia di sudore bagna la mia fronte. Avevo sparato.
Dalla parte poi si apre un varco dove vengo risucchiata con forza. So dove mi porterà.
Lo studio di Johanna è sempre stato in ordine e ogni cosa era sistemata in modo minuzioso.
Lei è seduta dietro la sua scrivania, sta scrivendo, probabilmente è la lista dei raccolti del mese.
Non sorride ma non sembra nemmeno triste, è in una via di mezzo.
Poi dalla finestra li vedo, arrivano gli Intrepidi e senza il permesso salgono le scale in legno e le mettono in mano un pezzo di carta con le scritte in rosso.
E’ il certificato della mia morte.
Johanna si tiene la testa con una mano e comincia a ribaltare tutto quello che trova sul suo cammino.
“Accetta la tua morte, solo così la supererai” mi dice Eric guardandomi.
“Io l’accetto, c’è una fine per tutti” ripeto ad alta voce, convincendomi.
Lo scenario cambia e so che l’ultima è la paura peggiore.
“Non sono realmente io” sento sussurrare alla mia destra “io non ti farei mai del male” Eric è sparito.
Giro su me stessa ma poi lo vedo, si sta avvicinando, a passo deciso .
Mi prende per mano e lentamente mi carezza una guancia. E’ così dolce nei suoi movimenti, si avvicina poco a poco. Le nostre labbra sono vicinissime.
Ma i suoi occhi dapprima azzurri diventano scuri e con una ferocia inaudita comincia a strattonarmi e a condurmi allo strapiombo.
“Lasciami” urlo dimenandomi e cercando di opporgli resistenza.
Siamo quasi vicini al vuoto e mi ricordo che devo agire come solo un’ Intrepida farebbe.
Gli sferro un calcio al ginocchio facendolo gemere dal dolore. Vicino a me c’è una sbarra di metallo, l’afferro e con tutta la forza colpisco Eric.
Il sangue gli sgorga dal viso e con una spinta lo spingo nello strapiombo.
 
Appena l’effetto della simulazione finisce gli occhi mi si spalancano.
Eric sotto di me non è naturalmente scosso e come lo guardo mi sorride appena.
Mi alzo lentamente e cerco di sistemarmi i capelli sfuggiti alla coda di cavallo. “C’è l’ho fatta?” domando ansiosa di sapere la risposta.
“Si, sette minuti” dichiara Eric guardando il monitor.
Sospiro sollevata, posso farcela. “Grazie, ancora” dico avvicinandomi a lui.
“Non credevo avessi così tanta paura di me” sembra deluso quando pronuncia quella frase.
“Ora non ne ho più” e sono sincera. So che non mi farebbe mai del male.
“Però faresti bene ad averne, qui il cattivo sono io” un tempo sarebbe stato orgoglioso a dirlo, ma adesso non lo è più. Lo vedo come mi guarda dispiaciuto.
Allungo una mano verso il suo braccio per richiamarlo, ma lui si ritrae, come scottato.
“C’è qualcosa che non va?” ha cambiato di nuovo umore.
“Ho da fare, non ti servirà più il mio aiuto dato che hai raggiunto il tuo obbiettivo” sputa cattivo guardandomi altezzoso.
“Ma che stai dicendo?” sbotto arrabbiata.
“Buona fortuna per il test finale” ruggisce inviperito andandosene sbattendo la porta.
 
“Le polpette oggi fanno venire solo la nausea” afferma Christina masticandone una.
Guardo Tris di fronte a me, è pensierosa. Ma come non potrebbe esserlo? La stanno cercando e se la trovano farà la stessa fine di Al.
“Ragazze!” Uriah ci si avvicina tutto sorridente, ha sicuramente qualcosa da dirci.
“Allora, che ne dite se stasera andiamo tutti al Pozzo? Ho  sentito da mio fratello Zeke che ci sarà la musica” esclama tutto contento.
Un po’ di musica non mi nuocerà di certo.
E così verso le nove ci ritroviamo nel centro di una massa di Intrepidi che balla e beve.
“Io vado a prendere qualcosa da bere” annuncio a Will vicino a me.
“Vengo con te se non ti dispiace” mi stupisco sentirla parlare con me.
Lynn si fa strada e io dietro cerco di non farmi schiacciare come un moscerino.
Riusciamo a raggiungere il piccolo banchetto dove c’è una quantità illimitata di bevande, ma stasera prenderò della semplice acqua. Mi è bastato quel poco alcool ingerito al funerale di Al per farmi stare male.
“E’ così sexy” sento dire alle mia spalle da una tinta di viola.
“Peccato che sia così concentrato sul suo ruolo da Capofazione” confessa l’altra dai capelli scuri.
Non ci vuole tanto per capire a chi si riferissero. Infatti il loro sguardo è puntato su Eric, a pochi metri da noi.
Faccio finta di non averle sentite e afferro la bottiglietta d’acqua stappandola.
“O magari ha paura dell’amore” ridacchia Lynn facendomi sobbalzare.
“Come?”
“Hai capito no? Eric. Per me non sa cosa voglia dire voler bene a una persona" ripete fermamente.
“E cosa te lo fa pensare?” indago cercando di capirci di più.
“Lo hanno sempre evitato tutti per il suo caratteraccio, non è abituato ad avere un rapporto sano con qualcuno” spiega come se la cosa fosse ovvia.
Non faccio altre domande.  Mi sento solo dispiaciuta per lui e la tristezza mi pervade ancora una volta.
 
Sono ormai le due di notte quando io gli altri ci avviamo per ritornare al dormitorio, abbiamo fatto tardi, dimenticandoci dello scorrere del tempo.
Rimango un attimo indietro solo per poter vedere se Eric è nelle vicinanze.
E guarda caso è in compagnia delle due ragazze di prima, sembra si stia divertendo.
Ride e getta la testa all’indietro, deve perfino aggrapparsi alla ringhiera per stare in piedi. Avrà sicuramente bevuto.
“Sophie!” inaspettatamente mi chiama e non so bene cosa fare, lancio una rapida occhiata agli altri che sembrano non essersi accorti di avermi lasciata indietro.
“Vieni qui!” mi richiama, anzi, mi ordina.
“Che cosa stai facendo?” gli domando incrociando le braccia al petto. Prima sembra su tutte le furie con me e poi mi rivolge ancora la parola.
“Mi diverto un po’ con i miei amici, unisciti a noi” mi propone, e inevitabilmente gli sguardi dei suoi ‘amici’ sono su di me. E a mio parere sono troppo sorpresi.
C’è qualcosa di inquietante vederlo in questo stato. Non sono sicura che mi piaccia.
“Ragazzi” comincia alzando un po’ la voce “ lei è Sophie” mi presenta ridacchiando. Temo sia una presa in giro.
Li saluto con un cenno di mano e dopo che ricambiano mi rivolgo il più calma possibile ad Eric.
“Dovrei parlarti, ma in questo stato non credo sia una buona idea” affermo seria.
Mi volto e mi incammino veloce, ma li sento i suoi passi pesanti che mi seguono.
Svolto l’angolo e lui prontamente mi ferma afferrandomi per un braccio, spingendomi contro la parete.
“Quale è il tuo problema?” cerco di sembrare minacciosa, cosa che mi riesce male dato che il suo sorrisetto mi fa capire che non potrei mai intimorirlo.
Per un attimo i suoi occhi indugiano nei miei, in silenzio, poi mi tocca il viso e si avvicina.
Mi sfiora le labbra con le sue. In quel momento non sento più niente.
Lui sorride e preme la bocca sulla mia. Si muove lentamente risultando dolce.
All’inizio sento l’insicurezza farsi spazio in me, sono tesa e non so come comportarmi. Così quando si scosta temo di aver sbagliato qualcosa.
Ma poi mi circonda il viso con le mani, che sono fredde e grandi, e mi bacia di nuovo, con più fermezza.
Io porto solo le mie mani sulle sue spalle, sfiorandogli di tanto in tanto i capelli corti e il collo.
 
 
Finalmente sono tornataaa :)
Che ve pare di questo capitolo? ;)
Se Eric all’inizio sembrasse spaventato da quello che può provare per la piccola Pacifica, alla fine non resiste.
Sophie supera le sue paure e capisce che Eric è ‘innocuo’. Si, ma solo con lei :’)
Grazie a chi lascerà un commento! Alla prossima <3
  
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