Fanfic su artisti musicali > Pierce the Veil
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Autore: Laly_94    10/08/2015    2 recensioni
I Pierce The Veil non sono più una band da cinque anni ormai, e Vic ogni giorno si fa strada nella sua vita con il peso del senso di colpa sulle sue spalle, la sua vita gli fa schifo e vorrebbe aver lottato ai tempi.
Lila è una ragazza normale, bassa e banale, arrabbiata e in cerca di vendetta, ha una forza e una potenza che superano ogni limite.
L'incontro può solo scatenare un uragano.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vic Fuentes
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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2 – I Don’t Need No Carrying On!
 
All’ennesimo cliente che la salutò rivolse solo un piccolo e breve sorriso insieme ad un impercettibile movimento della testa.
Non riusciva a fare a meno di pensare a quello che era successo… il giorno prima?
Cazzo, le sembrava che fosse successo anni prima, e chissà a cosa stava pensando lui, probabilmente pensava che lei fosse una pazza sclerata, probabilmente aveva anche pensato di chiamare la polizia ad un certo punto, chissà che cazzo le era passato per la testa.
O forse era semplicemente una ragazza molto fortunata e lui si era dimenticato completamente di lei, quello sarebbe stato un sollievo, anche se al solo pensiero che lui si fosse dimenticato…
-sono ventitré e settanta.- annunciò alla donna che stava mettendo quello che aveva comprato nella busta.
Quando la signora la pagò e la salutò per andarsene tirò un sospiro di sollievo, e anche per quel giorno aveva finito, doveva solo chiudere la cassa e mettere tutti i soldi nella cassaforte, e poi avrebbe potuto tornarsene a casa.
Quando tutta quella burocrazia finì guardò l’orario, erano già le 19.30, probabilmente sua nonna si stava chiedendo dove fosse.
Uscì dal negozio e compose un numero sul telefono e poi lo portò all’orecchio, la voce che sentì dall’altro capo la fece tranquillizzare, un altro stressante pomeriggio era finito, e sua nonna stava ancora bene.
-Nana, sono un po’ in ritardo ma sto arrivando.- annunciò alla donna.
-va bene Lila, n realtà mi ero appisolata, quindi non avevo neanche visto l’orario.- quelle parole la fece preoccupare, sua nonna ormai non dormiva più il pomeriggio, se non quando stava male.
-Nana stai bene?- chiese lei con un lieve tono di preoccupazione nella voce, tono che sua nonna notò.
-si non ti preoccupare e torna a casa. Ciao.- disse tranquilla la nonna.
Lei non rispose e riattaccò, non si infilò neanche le cuffie nelle orecchie.
 
Vic stava chiudendo il negozio quando sul marciapiede, poco più avanti a lui scorse un viso famigliare.
Suo fratello Mike lo stava aspettando dall’altro lato della strada con i loro amici, non si sarebbe potuto fermare molto con lei, che poi per quale motivo si doveva fermare a parlare con lei?
Senza neanche pensarci chiuse la porta del negozio e tirò giù la serranda, si voltò, e il fato volle farl scontrare con la ragazza che lui proprio non voleva vedere.
-scusa!- esclamò tenendola per non farla cadere.
-che cazzo, ma esisti per rovinarmi la vita?- esclamò lei guardandolo negli occhi.
-ma che diavolo? Scusa se ti ho evitato un trauma cranico.- disse lui frustrato, ovviamente non aveva colto che non era un’accusa la sua.
-beh, il trauma cranico me l’avresti evitato anche se magari stavi attento a dove mettevi i piedi.-
-okay senti…- iniziò lui, poi si fermò, la lasciò aiutandola a rimettersi sulle sue gambe.
-…senti, facciamo così, domani a mezzogiorno ti offro il pranzo, che ne dici? Passi di qua e ti porto in un bel posto… pago io ovviamente.- corteggiare non era il suo forte, le ragazze di solito gli si buttavano ai piedi.
-no grazie.-
-ehi, andiamo! Mi voglio far perdonare…- non aveva mai dovuto pregare una ragazza… quanto cazzo stava cadendo in basso?!
Che poi perché doveva pregarla? Perché aveva anche solo pensato a invitarla fuori? Lui non voleva uscire con lei, allora perché di faceva tanti problemi se lei non accettava, doveva sentirsi sollevato, no?
No, non si sentiva per niente sollevato, già il fatto che una ragazza lo stava rifiutando lo agitava, però quella era una pazza, non era una grande perdita.
-beh se paghi tu allora ci posso pensare.-
-perfetto, allora alle 12.00 qui domani.-
Lei non rispose, si allontanò semplicemente.
Lui non sapeva se andare o no il giorno dopo, se non sarebbe andato e lei sì probabilmente l’avrebbe odiato per tutta la vita, come se già non lo facesse, anche se non sapeva il motivo; se invece sarebbe andato e lei non c’era avrebbe fatto la figura dell’idiota.
Scuotendo la testa si diresse verso i suoi amici.
-ehi ma chi era quella?- chiese Jaime curioso.
Farti una vagonata di cazzi tuoi? Pensò lui, ma sarebbe stato scontroso se gliel’avesse detto.
-boh…  una che è entrata ieri in negozio.- rispose allora semplicemente…
-ma chi la pazza?- chiese Tony.
-sì lei!- disse Vic ridendo.
-la pazza? Io sono tuo fratello, stronzo! Perché io non so niente di sta pazza?-
-perché tu ieri sera non c’eri… se cagavi i tuoi amici apposta di cagare la tua ragazza lo sapevi pure tu!-
-Ali non è la mia ragazza!- rispose subito lui.
-oh ma sentitelo!- disse Tony.
-ali non è la mia ragazza!- ripeté Jaime facendo il verso a Mike, questo gli provocò una bella sberla sulla schiena, anche se probabilmente si era fatto più male Mike.
Continuarono a “picchiarsi” per un po’ e Vic fu sollevato del fatto che avessero cambiato il discorso, non vleva parlare di lei, non voleva dire a tutti che era rimasto affascinato dal suo comportamento, non voleva dire che l’indomani avrebbe saltato il loro pranzo del sabato per pagare il pranzo a una ragazza della quale non sapeva niente, neanche il suo nome.
Per quanto ne sapesse lui quella poteva anche essere una stalker che l’indomani l’avrebbe ucciso senza pietà mentre lui implorava di lasciarlo, quel pensiero lo fece rabbrividire, la ragazzina, così bassina e minuta, poteva soltanto non presentarsi all’appuntamento e via, perché lui avrebbe potuto schiacciarla con un dito se gli si presentava l’occasione.
Solo una cosa sapeva di lei: non era una ragazza facile, In tutti i sensi.
-cosa facciamo stasera allora?- chiese Tony quando presero a camminare verso casa di Mike e Vic.
-beh, ceniamo e poi andiamo… al club...-  disse Mike.
Il Club era una specie di pub, potevi bere fino a reggerti a stento in piedi, potevi farti tutte le ragazze, o i ragazzi, che volevi, e potevi anche fare after, dato che offrivano la colazione dalle 6 del mattino.
Ormai quello era diventato il loro posto, era lì che Mike aveva conosciuto Alysha, lei era lì con sua sorella, e Vic ha pensato bene di provarci, alla fine Mike e Alysha avevano parlato praticamente tutta la notte e Vic si era scopato la sorella.
Alla fine della serata Vic era più teso di una corda di violino e se ne stava andando a casa ubriaco e poco soddisfatto, Tony se ne era andato poco prima di loro con una ragazza, Jaime andava via con un sorriso da ebete e qualche macchia di rossetto scadente qua e là, Mike invece era tornato a casa tutto felice, imbevuto di succo all’arancia e con un numero in più nella rubrica del suo telefono.
Il pomeriggio seguente lui l’aveva chiamata e boom… da quel giorno non avevano smesso di vedersi, di parlarsi e di fare foto insieme al massimo della sdolcinatezza pubblicate poi su qualche schifo di social network.
Vic era schifato da tutto quello, anche se vedere suo fratello sempre felice e sorridente gli piaceva, ormai era un anno che frequentava quella ragazza.
Era felice perché quel sorriso stampato sul viso di suo fratello non lo vedeva da anni, quel sorriso che lui gli aveva tolto senza alcuna pietà, qualcuno più forte di lui era riuscito a ridarglielo, e per quanto odiasse quella ragazza, non poteva fare a meno di ammirarla per quello che era riuscita a donare a suo fratello, una vita migliore, migliore rispetto a quella che avrebbe potuto dargli lui.
E quella consapevolezza lo faceva anche star male, aveva sempre promesso a Mike che avrebbero scalato le classifiche musicali insieme, aveva promesso che avrebbero fatto una vita migliore di quella che facevano da ragazzini, aveva promesso che gli avrebbe comprato una casa enorme e che sarebbero andati lì a vivere insieme, ma poi, come un bravo coglione, aveva voluto rovinare tutto, aveva rotto tutte le promesse, e ora le uniche scale che salivano erano quelle per arrivare al loro appartamento che era una specie di trilocale mignon, e per quanto riguardava la loro vita?
Mike lavorava nel market della città come magazziniere e lui…
Beh lui faceva una vita di merda, da fallito.
 
Lila dal canto suo stava percorrendo il vialetto di casa quando una brutta sensazione salì su per la sua colonna vertebrale, ignorando quella scossa di terrore tirò le chiavi fuori dalla borsa e inserì la chiave nella toppa, girò due volte e con la mano che tremava abbassò la maniglia e la porta si aprì.
Prima di entrare diede una scossa alla mano tremante e respirò, ripetendosi mentalmente le parole di una canzone che la faceva sempre calmare.
Con poco successo entrò in casa e chiuse a chiave la porta alle sue spalle, appese la borsa all’ingresso e si tolse le scarpe indossando le ciabatte.
-Nana! Sono io!- annunciò ad alta voce prima di entrare nel salone.
Quando non vide lì sua nonna e non udì la risposta ricominciò a preoccuparsi, con le mani che tramavano ancora di più fece un elenco mentale delle sette cose peggiori che le potessero succedere.
-Nana?- nessuna risposta.
1- rimanere sola.
2- il componente della sua band preferita che la insultava.
-Nana? Mi stai facendo preoccupare!- entrò nella cucina ma anche lì niente.
3- la fine del mondo.
4- niente più concerti per tutta la sua vita.
Si incamminò verso le camere con il terrore nelle ossa.
5- niente più musica.
6- non essere mai amata da nessun ragazzo.
Aprì la porta della camera di sua nonna e…
7-  sua nonna che moriva.
E trovò sua nonna, sdraiata sul letto, calma, col respiro controllato, malgrado fosse una bella scena si preoccupò ancora di più, tentò di svegliare sua nonna, ma ogni tentativo fu vano, la scosse la schiaffeggiò, ma niente, con la vista appannata dalle lacrime e con le mani che tremavano manco ci fosse un terremoto in corso nel suo corpo, dovette rischiacciare i tasti più volte prima di azzeccare il numero giusto per l’ambulanza.
Fortunatamente, se così si può dire, i paramedici arrivarono pochi minuti dopo, portarono sua nonna in ospedale e lei li seguì, non lasciando mai il fianco della persona che aveva sempre creduto in lei, la persona che non l’aveva mai giudicata perché se era felice lei anche sua nonna lo era.
Arrivati in ospedale la fecero rimanere fuori dal pronto soccorso.
Esausta si lasciò cadere su una sedia e si guardò intorno, le persone la squadravano come se fosse un’aliena, e come biasimarle? Chissà che faccia aveva!
Intravide la macchinetta con il cibo e fu scossa da un senso di nausea, l’ultima cosa che voleva fare era mangiare.
Man mano che le ore passavano le persone là dentro diminuivano, in confronto a loro lei era un fantasma, uno spettro, che osservava gli altri e non si curava di quello che stava succedendo a lui, quando rimase sola erano circa le due del mattino, era ancora seduta al solito modo, al solito posto, aveva il sedere intorpidito, le gambe addormentate e un macigno di tre quintali sulle spalle.
-signorina… lei è uno dei parenti della signora Bellamy?- chiese gentilmente un’infermiera posandole una mano sulla spalla.
-sì, sono io, l’unica parente della signora Bellamy, sono sua nipote, mi dica.- disse lei confusa, probabilmente si era anche incespicata in qualche parola, ma dallo sguardo dell’infermiera le importava ben poco perché sapeva che era scossa.
-capisco signorina. A sua nonna sono stati eseguiti degli accertamenti, da quelli è risultato che è tutto apposto, sua nonna si è addormentata e ora è in stato di coma, è attaccata a un alimentatore, per ora non si sa se si sveglierà, ma voglio che lei sappia che le prospettive di vita di sua nonna, sono al 10%, anche se i medici sono fiduciosi.-
Le ci volle un po’ per afferrare completamente quello che aveva detto l’infermiera, ma quando capì altre lacrime amare scesero giù per le sue guance.


*Note Autrice*
Buongiorno a TUTTI! :D
sono uscita fuori con il secondo capitolo oggi perchè aspettare una settimana per tutti e due mi sembrava tanto! quindi da questo momento posterò il Lunedì e il Giovedì, quindi.... spero che vi sia piaciuto, fatemelo capirelasciando delle recensioni, se non capite delle cose potete anche chiedere o darmi dei suggerimenti per come andare avanti! ;)
poooi... ringrazio _Puffetta_93 che mi sta sempre accanto, ali_darkness che è fantastica e sta scrivendo anche lei una FF se vi va passate, il link è questo: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3210152&i=1 poi, ringrazio anche TheSkyUnderTheSea che ha un nome meraviglioso!
detto questo, Ringrazio anche i lettori silenziosi... A Giovedì... 
Laly! :3
 
  
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