Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Neera Everdeen    10/08/2015    1 recensioni
Luce non è una ragazza come tante: pochi amici, una vita passata tra lo studio e il mondo degli artisti, appassionata di arte, letteratura e di tiro con l'arco, la sua vita cambia radicalmente quando perde i genitori in un terribile incidente stradale. Una lettera spedita da un'anziana signora, sua nuova tutrice, la porterà alla scoperta di un mondo diverso, un mondo che sente suo.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Aslan, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Arrivo di fronte al lampione. Nel suo chiacchiericcio, la Ninfa mi aveva spiegato che il lampione è simbolo della nascita e della vita di Narnia, ed è stato naturale pensare subito alla fiammella all’interno come “fiamma più antica”.
Mi avvicino lentamente al palo ghiacciato, quando il cavallo comincia a sbuffare impaziente, poi comincia a parlare.
- Ma sei impazzita per caso?-
Per poco non volo giù dalla sella dalla sorpresa.
- Tu.. tu parli?-
- Ma va? No guarda, mi stavo esercitando nello studio di lingua narniana.-
Mette il broncio per un po’poi ,spazientita, gli rispondo a tono.
- Senti mister permalosità, dammi una mano per arrivare alla fiammella, che mi serve.-
Sto per mettermi in piedi, quando un suo nitrito preoccupato mi ferma. Tra gli alberi sbuca un uomo.
- Ma guarda.- dice, con un ghigno soddisfatto dipinto sul volto- la figlia di Eva.-
Incocco l’arco, preparandomi a tirare. Una grossa cicatrice parte dalla fronte, attraversa il sopracciglio destro per fermarsi a metà guancia, mentre i capelli unti gli arrivano a metà collo. i denti sono storti e scheggiati. Una visione orribile. Roba da film horror del sabato sera. Altro che Scream.
- Chi sei?- gli chiedo, senza abbassare la guardia.
- Sono Fendren, mia cara.- mi dice, provando a fare un inchino da seduto. Il suo cavallo è .. magnifico. Il pelo bianco è immacolato, e gli enormi occhi azzurri osservano il tutto con una certa curiosità. Ma da come il mio si comporta è meglio non fidarsi.
L’uomo con noncuranza tocca la sella, per estrarre con un gesto fulmineo una spada scheggiata, che punta alla mia gola.
- Mia cara, mi spiace non poter fare la tua conoscenza in modo approfondito, ma ho degli ordini, e non posso sgarrare.- odio quel “mia cara”. Mi fa imbestialire a tal punto da mirare all’occhio, invece che alla fronte. Molto più doloroso che letale.
A quel punto accade una cosa strana. È come se due parti di sé stessero .. litigando ?
- Sì che puoi sgarrare.- si dice, con una voce calma – no! Ho degli ordini, non .. non posso..- lo dice con una voce nervosa e tremante.
Cerco di indietreggiare, ma un suo movimento nervoso mi  fa desistere dal farlo.
Poi sento un rumore di zoccoli, ma lui sembra non accorgersene.
Peter sbuca tra gli alberi e punta la sua spada alla gola dell’uomo.
- Toccala e muori.- gli dice con voce ferma e rabbiosa.
Fa quasi paura. Gli lancio un’occhiataccia. Era tutto sotto controllo, idiota.
L’uomo sussulta quando sente la lama sul collo. Indietreggia cauto,  guardandomi negli occhi, con una promessa stampata nello sguardo: ci rivedremo.
Mi giro verso Peter.
- Era tutto sotto controllo!-
- Oh certo.- mi dice, con un sorriso beffardo – tutto sotto controllo per farti ammazzare.-
- Taci e dammi una mano.- gli rispondo scorbutica, cacciandogli l’arco tra le mani. Mi metto in piedi, afferro un pezzo di legno che avevo trovato per strada e cerco di dargli fuoco. Ci riesco dopo interminabili minuti, ed esulto urlando. Il cavallo sembra non gradire, e si impenna. Volo per terra, ma il “Re” ,rimasto a terra, cercando di mettere l’arco incastrato nella sella, riesce a prendermi al volo. Resto a fissarlo impietrita. Oltre ai parenti e Jason, nessuno, e ripeto: nessuno, mi aveva mai abbracciato o preso in braccio. Mi guarda con un misto di sorpresa e pentimento nello sguardo. Scendo, borbottandogli un “grazie” sottovoce. Lui mi porge un barattolo con una candela, lo stesso che ho usato per arrivare qui. Cerco di accenderla , e quella, con un guizzo, brilla di una luce azzurrina, per poi diventare di un arancio carico. Mette un tappo bucherellato, e monta in sella. Mi affretto a fare lo stesso, per poi vedere che una corda unisce le selle. Mi dice, senza guardarmi, che serve ai militari per non perdersi nelle tormente. Quando arriviamo al castello, non sento le urla e le acclamazioni, solo a sentire la sua voce che minaccia un uomo. Mi ha fatto paura.
Chi è veramente Peter?
 
   
 
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