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Autore: HeartRain    10/08/2015    2 recensioni
|IN REVISIONE|
«Ib, sai perché hai gli occhi scarlatti?»
Un incontro tra La Donna in Rosso e Ib, farà aprire gli occhi a quest'ultima su una verità che lei non conosceva di se stessa. Sarà, pur contro la sua volontà, costretta ad accettarla, ma non tutto è come sembra.
Questa é la mia prima Long-Fic, perciò spero tanto che possa piacervi!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garry, Ib, Lady in Red, Mary
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 - Ritorno al mondo esterno

Cosa stavo facendo? Non lo ricordavo, la mia mente era vuota in quel momento.
Era come se fossi appena riemersa da un tuffo in acque gelide, senza però venire bagnata.
“Mondo Fabbricato”, era il titolo del quadro dietro di me; sembrava un miscuglio di oggetti a caso, ma invece aveva senso, tutto quello. Non sapevo bene il perché, però secondo me quell'opera aveva un senso logico, rappresentava qualcosa che avrebbe potuto essere... reale.
Avanzai in quella che ricordai essere una galleria d'arte, nel giorno della mostra di un artista di nome Guertena. Le sue opere avevano un non so che di strano e misterioso.
Cominciai ad osservare alcune di quelle; la prima che notai fu “Posto riservato”, la scultura di un divano a due posti, di un bianco candido. Questo era, in parte, attraversato da rami forti e di colore chiaro, da cui fiorivano stupendi fiori scarlatti.
«Che strano divano... non c'è niente di strano, certo. Vorrei sedermici, ma credo di non potere» commentò una persona, guardando verso la scultura.
Avrei tanto voluto risponderle “È una scultura, non un divano vero”, ma era meglio rimanere in silenzio.
Più avanti c'erano tre sculture raffiguranti dei manichini senza testa, con indosso degli abiti rossi, blu e gialli, “Morte dell'individuo”.
«Secondo me, quello che Guertena dice qui è che 'l'individuo' sia nell'espressione di uno.», spiegò un ragazzo che si trovava proprio accanto a me, «Ecco perché queste figure non hanno teste, vedi?»
«...Penso solo che faccia paura» risposi io, alquanto confusa dal suo discorso.
«Ah, beh... infatti. Ma pensa che più che perdere le loro teste, hanno perso la loro personalità». Mi allontanai, lasciandolo a blaterare discorsi incomprensibili sulla profondità del significato delle opere di Guertena.
Arrivai, dopo un po', al piano sottostante, dove passai davanti alla scultura di una rosa scarlatta, la quale petali erano davvero voluminosi.
Per osservarla meglio, dovetti farmi spazio tra tantissima gente, che chissà perché era riunità lì davanti. Scoprii ben presto il motivo di tutta quella folla: una scolaresca di  bambini, guidata da un'insegnante, che stava osservando una per una tutte le opere, si era fermata proprio lì. Solo due persone non facevano evidentemente parte di quel gruppo: un ragazzo dai capelli lilla con una strana giacca tutta rovinata e una bambina dai capelli biondi con indosso un vestito verde mirto. Passando urtai proprio loro due, che però non si accorsero della mia presenza.
“Cuore fabbricato”, era il titolo dell'opera che appena appena ero riuscita a vedere per intero, prima di venire strattonata da due bambini e cadere.
«Ehi! Fate attenzione!» li rimproverai, una volta in piedi.
Girai l'angolo, irritata, quando qualcuno mi chiamò: «Ib?! È proprio lei...?» sentii, «Ib!».
Quella voce mi era stranamente familiare, così, d'istinto, mi voltai.  Davanti a me c'era quel ragazzo dai capelli e la giacca insoliti che mi porgeva un quaderno dalle dimensioni di un comune diario di scuola. “Diario di Ib”, recitava una targhetta. Beh, doveva  essere  proprio mio, a quel punto.
Lo presi, ringraziando quel ragazzo, quando...
«Aspetta, come fai a conoscere il mio nome?», chiesi.
«Come potrei confonderti, se sono venuto qui con Mary ad aspettare te? ... Non ricordi, Ib? Il Mondo Fabbricato, la Donna in Rosso, le bambole blu...?» rispose lui.
«...C-come?» balbettai, confusa. A quel punto, forse per una coincidenz,a, una caramella gialla cadde dalla mia tasca destra. «Questa è... una caramella al limone? ...Garry...». In quel momento, centinaia e centinaia di ricordi raffiorarono nella mia mente, ricordavo tutto, dal tuffo nell'affresco fino a quello nel quadro del Mondo Fabbricato. Come avrei potuto dimenticarlo?
«Ricordo! Ricordo tutto! Garry...! Mary...!» esclamai sorridendo.
«Non ci speravamo più ormai!». Mary, raggiante, corse ad abbracciarmi e Garry, dopo essersi chinato per arrivare alla nostra altezza, fece lo stesso.
Mary emise qualche gridolino, forse non si aspettava davvero più di rivedermi.
Solo una cosa, una sola, ancora non ricordavo: La Donna in Rosso.
A quel punto, mio padre arrivò,  vedendoci stretti in quell'abbraccio.
«Ehi, cosa fate lì? Venite, prendiamo dei macaron per fare merenda. Vieni anche tu, Garry!» disse.
«Papà!» esclamammo io e Mary all'unisono.
«I macaron... adoro i macaron! E l'acqua, la pizza, le torte, i biscotti, i colori, i bambini, il sole!» commentò Mary, «Vieni sorellina! Vieni Garry! Andiamo a prendere dei macaron tutti insieme, evviva!» esultò.
Tenevo stretta la mano di Garry e Mary, sentendomi felice. Poi, quando andammo verso l'uscita della galleria, avvistai un quadro, dove prima avrei giurato ci fosse il quadro dell'Uomo appeso.
Questo quadro rappresentava una donna dai capelli bruni e lisci, gli occhi e gli abiti scarlatti, che piangeva. Lo sfondo era fatto di sfumature del colore nero e gli angoli da rose rosse quasi senza petali, mentre i suoi occhi brillanti erano la parte più curata di tutto il ritratto, “La Donna in Rosso”.
Poi ci allontanammo, uscendo, per andare al bar più vicino, e dovetti smettere di ammirare quello splendido quadro.

«Dimmi un po', Ib,» Garry, appoggiato al bancone del bar, teneva in mano un macaron al mirtillo mezzo intero. «com'è andata a finire con la Donna in Rosso?»
«Chi? Non ho visto nessuna Donna in Rosso lì dentro...»
«Cosa dici, Garry?» intervenne Mary, «Ib non ci ha mai parlato di una Donna in Rosso!».
«Ah, allora ricordo male...».

Mary mi raccontò, durante il 'viaggio' tra il bar e casa, di tutto quello che aveva fatto e scoperto («Sapevi della matematica? Affascinaaante, vero?), invece Garry di quello che era successo mentre io non c'ero.
Non li avevo mai visti così allegri, e forse nemmeno io lo ero mai stato tanto.




Angolo autrice
Macciao!
Come state passando quest'estate? Spero che vi stiate divertendo!
Mi scuso se il capitolo è più corto di quelli precedenti, ma senza questo la storia non potrebbe continuare; spero che sia comunque di vostro gradimento! :)
Come sempre segnalatemi gli errori e, se vi va, fatemi sapere il vostro parere con una recensione.
Ora c'è stato il tanto atteso incontro tra i protagonisti, ma non significa che la storia sia finita! ;) Vi anticipo già il titolo del prossimo capitolo: Cinque anni dopo. Ehehehe...
A presto, quindi (comunque sì, ho cambiato l'introduzione °^°)! Un abbraccione,

~HeartRain

 
  
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