Fanfic su artisti musicali > The Vamps
Segui la storia  |       
Autore: MuchLoveNoah    10/08/2015    1 recensioni
Noah Regan si trasferisce all'estero per portare avanti i suoi studi. Incontrerà quattro ragazzi un pò strani, ma tutto sommato simpatici, durante il suo soggiorno. Non può immaginare a cosa la porterà questo incontro.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

#Capitolo 9

 
Stavo canticchiando “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey, ero felice come tutte le volte che si avvicinava il periodo di Natale.
-“E sentiamo, chi è che vorresti a Natale?”- disse Ariana ironica con uno guardo esplicativo.
-“In che senso?”- chiesi io ricambiando il sorriso anche se avevo assolutamente capito a cosa si riferisse, come stava facendo da ormai parecchi giorni.
-“Andiamo Noah, lo so che hai capito che intendo”- disse lei buttando a terra qualche addobbo, io scossi il capo lievemente –“ tu e Tristan non siete una coppia, ma non siete neanche ‘solo amici’. Che siete allora?”- disse lei gesticolando eccessivamente. Io posai il mio sguardo su di lei prima di rispondere.
-“Qualcosa di bello”- risposi io facendo spallucce e riprendendo a concentrarmi sugli addobbi natalizi e così fece anche Ariana.
-“Bhe, sappi che ‘qualcosa di bello ’ non sarà sufficiente in eterno per chi ti sta accanto e chi… vi sta vicino”- disse lei esplicativa mentre srotolava un filo di luci ed usava il suo tono ‘dovremmo-parlarne-ma-non-ti-forzo’.
-“Questi addobbi che ci ha dato Catherine non ci basteranno mai, andiamo da Walmart a prenderli al volo?”- dissi bruscamente voltandomi verso di lei. Lei mi fissò per qualche secondo.
-“Come vuoi”- disse con aria rassegnata afferrando la sua giacca che era rimasta sulla spalliera del divano.
Le strade di Boston erano semplicemente meravigliose in quel periodo dell’anno. Le luci, la neve, il freddo pungente, il clima natalizio accompagnato da quella serenità della durata di appena due settimane. Non solo era magico, era tranquillo, era quello che ci sarebbe servito in un intero anno; o almeno per come la vedevo io: forse era proprio per questo che amavo tanto il Natale.
Il 25 era ormai vicino, e io ed Ariana ci stavamo occupando delle decorazioni. Volevamo un Natale che rispettasse le tradizioni, ma eravamo le uniche a poterci pensare: i ragazzi sarebbero stati occupati alla Berklee probabilmente fino alla mattina del 24 per consegnare gli ultimi lavori di dicembre. E tutto ciò li aveva presi così tanto che li vedevo davvero raramente, le ultime lezioni le avevo passate in compagnia di Ariana, i nostri orari coincidevano così poco tanto da non vederci neanche prima di andare a dormire o al risveglio pur stando nello stesso appartamento. Parlavo così poco con Tristan, ancora meno con Brad, e mi faceva stare male: sentivo qualcosa che non quadrava in tutto ciò.
In meno di un’ora il nostro carrello si era riempito: addobbi vari, palline e qualsiasi cosa di natalizio potesse venire utile; ci avviammo così alla cassa. Notai l’insegna sui vari stand: “AIUTO COMMESSI PER IL PERIODO NATALIZIO CERCASI”; lo fissai per qualche secondo riflettendo. Quando arrivò il nostro turno aprii il portafoglio e ci trovai appena la giusta somma per pagare: in effetti un lavoretto non mi avrebbe fatto male, ero piuttosto libera nel periodo delle vacanze, dovevo fare i regali e odiavo chiedere sempre ai miei genitori.
Dissi ad Ariana di andare avanti ed io cercai di parlare con la stessa commessa che ci aveva servito riguardo quel lavoro. Mi disse di presentarmi la mattina dopo sul presto, circa le 8: era stato più facile di quello che potessi pensare. Il tragitto verso casa fu lento, eravamo entrambe stanche e piene di borse; dopo essere arrivate in college e aver finito di decorare il nostro appartamento mi scoprii più stanca di quello che credevo pur non avendo fatto nulla di che. Ariana andò quasi subito a dormire; io invece mi sdraiai un po’ sul divano prima di seguirla e così ne approfittai per visitare i miei social. Improvvisamente il cellulare mi vibrò tra le mani e notai la notifica verde di WhatsApp: era Tristan.

-Allora domani mattina andiamo a fare colazione insieme? xx-

Sospirai.

-E’ venuto fuori un impegno: poi ti spiego ma mi sa che dovremo rimandare. E’ un problema?-

-No tranquilla, abbiamo tutte le vacanze per recuperare:)-
-
Sicuro di non essertela presa? Scusami davvero-

Ci mise qualche secondo in più a rispondere e la cosa già cominciava ad agitarmi.

-Con te mai! Nessun problema. Fai sogni d’oro principessa xx-

Sorrisi alla vista di quel messaggio.
La mattina seguente mi svegliai di buon ora, mi vestii comoda e calda dopo una bella doccia e mi diressi al Walmart della sera precedente. Parlai con quella che doveva essere la responsabile del reparto, una donna sulla quarantina di poche parole e molti ordini, e a me andava bene così. Mi disse di mettere sugli scaffali delle scatole di decorazioni in vetro ed eventualmente buttare quelle danneggiate; aggiunse anche che un ragazzo si sarebbe aggiunto per darmi una mano. Dieci minuti dopo giunse e il suo volto non mi risultò per niente nuovo.
-“Cosa ci fai qui?”- chiesi con un sorriso, che il ragazzo- cioè Tristan- ricambiò.
-“Lavoro come te”- disse ovvio. Io lo squadrai.
-“Chi te l’ha detto?”-chiesi io.
-“Ari”- ridacchiò, ed io insieme a lui.
Tristan era un ragazzo molto autonomo, come tutti i ragazzi della band poi. Ma in particolare lui era il classico tipo nella situazione economica in cui chiedere un aiuto extra ai genitori non era un problema, ed apprezzavo che non lo avesse mai fatto notare da quando lo avevo conosciuto. Tuttavia proprio per questi motivi non potevo fare a meno di chiedermi perché fosse venuto.
-“Ci vediamo così poco, e quelle volte che ci riusciamo non è abbastanza”- aveva risposto lui da solo alle mie domande- “Penso che potrà essere divertente e così magari riusciremo anche a parlare un pò”- disse, con lo sguardo fisso su di me.
-“Bhe siamo pagati per lavorare e non chiacchierare, però il pensiero è stato carino lo stesso”- dissi vagamente prendendo qualche scatola. Tristan rimase fermo, dritto in piedi come era arrivato, guardando spostarmi.
-“Non così Noah”- disse dopo una breve pausa, inclinando leggermente la testa e fissandomi. Io lo osservai con lo sguardo di chi è colpevole, ed è stato beccato. Ad un punto cieco per giunta.
-“Che vuoi dire?”- dissi incrociando le braccia e stringendomi in me stessa per poi girarmi verso di lui.
-“Che ti voglio un bene dell’anima, ma mi sento come se non avessi un posto. Ci vediamo poco, a volte nemmeno mi guardi quando siamo insieme, forse non camminiamo allo stesso modo in questa cosa”- disse tranquillamente.
-“Te lo avevo detto che non ero la persona giusta, io non sono quel tipo di ragazza che si ferma a guardarti,  che sente il bisogno di tenerti la mano per strada o ti schiocca un bacio sulla guancia dal nulla. Io… non mi innamorerò mai così. Non sono questo tipo di persona…”- dissi piano girando lo sguardo altrove.
-“Non sei questo tipo di persona, perciò non esserlo. Va bene”- disse per poi fare un passo verso di me –“Ma devo sapere se potrò prenderti io la mano quando sentirò di farlo, darti un bacio in mezzo al corridoio al cambio dell’ora solo perché ne ho voglia… o se tu preferisci guardare qualcun altro”-
-“Non dirlo neanche per scherzo, ok?”- dissi prendendo lentamente il suo viso tra le mani –“Devi solo darmi un po’ di tempo”- dissi inclinando la testa, lui abbassò lo sguardo.
-“Lo sai che ho preso le mie batoste, non sono così sicuro come sembro”- disse con un sorrisetto –“solo, non chiedermi tempo se sai che non porterà a nulla”- disse seriamente. Quelle sue parole mi fecero uno strano effetto, e mi addolcì molto. Abbassai il suo volto che avevo tra le mani nella mia direzione e lo baciai; fu strano per me ma bellissimo, e per quanto fosse sorpreso anche Tristan ne era stato felice.
La giornata lavorativa si concluse bene; presi la mia paga, che sommata ai miei risparmi e qualche extra mi permise di fare i regali. Avevo a disposizione un pomeriggio intero nel centro di Boston per darmi da fare, ma ero più che sicura che ci avrei messo molto pur avendo le idee abbastanza chiare, motivo per cui mi misi subito all’opera.
I regali per Connor e James furono i più facili: a Connor presi un paio di scarpini nuovi per i suoi allenamenti di calcio, dato che erano consumati; invece a James presi qualche vinile in un negozio un po’ nascosto nel centro della città: sapevo che li adorava, ma non aveva modo di portare avanti le sue collezioni.
Ad Ariana invece presi una borsa che desiderava da molto: nera e con qualche borchia; cosa regalare di meglio ad una malata di shopping?
I regali di Brad e Tristan furono quelli che richiesero più tempo per me, ci avevo pensato giorni e giorni prima e finalmente avevo avuto un’illuminazione: avevo prenotato un paio di bacchette per la batteria per Tris, ci avevo fatto incidere il suo nome. Nello stesso negozio poi prenotai anche un bracciale per Brad; decisi di prenderlo in pelle nera, ci feci incidere un dragone simile a quello sulla chitarra di suo fratello, questo si intrecciava nel suo nome.
Non sapevo quanto avrebbero potuto apprezzare quei regali, ma io nel complesso pensavo di aver fatto un buon lavoro, perciò mi ritenni soddisfatta una volta tornata in college.
Finalmente arrivai alla porta della camera, non vedevo l’ora di sdraiarmi sul divano e rimanerci fino a sera. Ariana era indietro con i regali ed i ragazzi sarebbero tornati sul tardi, giusto in tempo per scartare i regali. Così, sistemai i miei pacchetti sotto l’albero e mi buttai sul divano, cominciando a fissare il soffitto, per non so quanto tempo.
Improvvisamente sentii girare delle chiavi nella toppa della porta, anche se era ancora decisamente presto. Vidi Brad entrare e lui sembrò altrettanto sorpreso.
-“Ciao”- dissi, con un tono onestamente strano. Lui rimase sul posto e cominciò a fissarmi –“Successo qualcosa?”- continuai guardandolo interrogativa.
-“Fa strano aprire la porta e vederti”- rise.
-“Come la devo prendere?”- risi anche io
-“Come ti pare”- disse ironicamente sedendosi accanto a me. Lo guardai per qualche istante.
-“Mi sembri di buon umore”- dissi
-“Sembro infatti. Bè, a Natale bisogna stare allegri anche se si è a pezzi”- disse rivolgendo un sorriso triste al pavimento.  Ci fu del silenzio.
-“Finiti in tempo i regali?”- chiesi cambiando bruscamente discorso
-“Anche molto prima di te signorina”- disse rivolgendomi un sorrisetto. Io risi, e lui fece altrettanto.
Dopo poco arrivarono anche tutti gli altri, e cominciammo a scartare i regali. Avevo fatto centro per tutti, ma non avevo ancora dato a Brad il suo e anche a me mancava il regalo da parte sua. In compenso Tris mi regalò la sua giacca di pelle nera, e tutto il resto dei ragazzi mi regalò l’ultimo cd dei Maroon 5; adoravo quei regali!
-“Per te”- disse Brad porgendomi il suo regalo con un sorriso. Afferrai il pacchetto, incredibilmente leggero. Ciò che trovai all’interno fu una bandana rossa, uguale a quella che aveva usato lui il giorno che eravamo andati insieme alle rampe.
-“Brad è bellissima, grazie”- dissi contenta continuando a fissare quell’oggetto.
-“Quando l’ho vista ti ho pensata”- disse con un leggero sorriso. Dietro di lui vidi Tristan spostare lo sguardo verso il basso.
-“Questo è tuo”- dissi rapidamente porgendogli la scatoletta. Lui ne tirò fuori il braccialetto; lo osservò e poi passò il dito sul dragone inciso: quel gesto mi fece capire che aveva in un certo senso colto il messaggio.
-“Lo adoro”- disse alzando la testa e guardandomi con un grosso sorriso. Poi mi abbracciò sussurrando un grazie; fu un abbraccio decisamente lungo e Brad sembrava deciso a non lasciare i miei fianchi, e per quanto mi fosse sembrato che tutti intorno a me si sentissero in imbarazzo almeno quanto lo ero io, non mi sentii di lasciarlo andare.
La serata si concluse con tanti ringraziamenti, qualche gesto affettuoso da parte di James e Ariana, e uno sguardo che mi lanciò Brad prima di chiudere la porta della sua camera. Quando mi sdraiai nel letto invece che essere presa dal sonno fui presa da molti pensieri: quanto ancora poteva andare avanti così? Prima che si rompesse tutto irreparabilmente, a causa mia o del tempo stesso?
Girai lo sguardo verso la finestra, guardai la neve scendere silenziosa ed inesorabile. L’amavo così tanto che proprio la notte della Vigilia di Natale decisi di scendere dal letto, mettermi un paio di scarpe ed una vecchia coperta addosso ed uscire all’aperto. Mi sedei su una panchina qualsiasi a riflettere. Improvvisamente sentii dei passi e quando mi voltai ci vidi a sorpresa Brad.
-“Sapevo che ti avrei trovata qui”- disse con un sorriso triste, sedendosi vicino a me. Io sorrisi, e poi seguì uno strano silenzio.
-“Sai che non potremo rimandare la nostra discussione in eterno, vero?”- disse serio voltandosi verso di me.
-“Non stasera Brad”- dissi con voce debole, ma lui sembrò non ascoltarmi.
-“Ci sono così tante cose da dire, talmente tante che più che il modo non trovo mai il momento. Perché ormai siamo circondati da casino, come quello che hai portato tu nelle vite di tutti. Le hai sconvolte per sempre, ed è stato davvero fantastico”- disse con un sorriso amaro sotto il mio sguardo attento per poi voltarsi nella mia direzione –“io ti amo Noah, ma mi hai spezzato il cuore. E se non senti lo stesso, va bene, mi farò da parte e ti lascerò andare, Dio solo sa con quale forza. Ma lo farò, anche se farà male da schifo, anche se non mi ero mai innamorato prima, forse avevo grandi aspettative.”- disse tristemente –“Ti lascerò libera”- sussurrò voltandosi verso di me. Una lacrima mi rigò il viso.
-“Non volevo causare tutto questo dolore, lo sai vero?”-dissi piano. Lui si voltò e mi guardò negli occhi.
E poi successe.
Fu un attimo, quasi indescrivibile tanto per la sua brevità quanto per la sua intensità. Fu un bacio strano, voluto ma inaspettato, vero ma surreale in un certo senso. Una contraddizione in termini, come eravamo io e Brad alla fine. Due persone contrastanti, bianche e nere e senza grigi in mezzo, che non si sa come erano arrivate a tanto. Il nostro rapporto era contraddittorio; amici, estranei, sgraditi e poi amati: così sembrava andare tra noi.
Quando mi sdraiai sul mio solito letto di tutte le sere mi ritrovai con più domande rispetto all’ultima volta in cui mi ci ero messa.
La mattina dopo aprii gli occhi e li voltai verso la finestra; una tipica giornata invernale si stava facendo avanti. Mi alzai ed andai tranquillamente in salotto, notando che probabilmente ero sola in camera anche quella mattina. Ma mi sbagliavo.
-“Noah…”- disse Tristan, seduto sul divano accanto a Brad, entrambi voltati verso di me.
-“E’ arrivato il momento”- disse Brad.
 
 


-Solito angolo-

Holaaa
Mi scuso per questa lunga assenza: avevo detto una settimana ed invece sono state quasi due; in più ho impiegato tre sere per scrivere questo capitolo, l’ho trovato parecchio impegnativo da scrivere ma tutto sommato penso possa andare. Spero vi soddisfi!
Avete presente quel paio di idee pazze di cui parlavo? Bhe le sto perfezionando e nell’insieme penso ne uscirà qualcosa di figo, spero di avere le capacità per far rendere le mie idee.

Grazie ancora per tutte le recensioni positive e commenti carini, siete dolci e mi rendete sempre soddisfattissima!
Per quanto riguarda il prossimo capitolo, penso che non sarà lunghissimo, o almeno non quanto il solito, ma forse lo troverete un po’ uno shock, quindi
vi avverto ahah
Bhe, come al solito il prossimo capitolo arriverà
quando e se ci saranno recensioni. Penso sia tutto, ora vado a dormire che è pure tardi.
A presto!
 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The Vamps / Vai alla pagina dell'autore: MuchLoveNoah