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Autore: Silvi_MeiTerumi    11/08/2015    2 recensioni
L'unico modo affinché la società sopravviva è che ognuno occupi il posto che gli spetta.
Il futuro appartiene a coloro che sanno qual'è il loro posto.
Ma bisogna stare attenti, non ci si può fidare di nessuno, sopratutto negli Intrepidi.
*
"Non dovresti essere qui, non è il tuo posto" scandisce bene quelle parole, affilate come coltelli, prima di spingermi contro il muro.
"E tu? Sei sicuro che questo sia il tuo posto?" gli pongo quella domanda che lo fa immobilizzare. Non avevo mai visto insicurezza nei suoi occhi. Pensavo che non sapesse nemmeno cosa fosse.
*
Cosa succede quando una guerra comincia?
Cosa può accadere se si decide di stare dalla parte sbagliata?
(Eric x Nuovo Personaggio)
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Break Free



Capitolo 11


La mattina seguente mi sento allegra e leggera. Cerco di mascherare l’enorme sorriso che mi si dipinge in viso ogni secondo, ma inutilmente. Allora smetto di provarci. Lascio che i capelli siano liberi dalla solita coda e indosso una semplice canotta nera.
“Oggi sei più strana del solito” mi punzecchia Tris mentre ci dirigiamo in mensa per la colazione.
“Be’ sai, oggi è una giornata magnifica”
Mi guarda con le sopracciglia corrugate, come per ricordarmi che qui la vita non è il massimo.
“Lascia che si perda un po’ nei suoi pensieri pieni di fiorellini e cuoricini” interviene Chris. “Non credo capiterà più”.
La schiaffeggio leggermente sul braccio e prendo posto a uno dei tanti tavoli. Vicino a me siede già Will e di fronte Uriah.
Afferro un biscotto e comincio a mangiucchiarlo con un po’ troppo entusiasmo. Potrei sembrare una pazza.
Poi lui entra. I suoi piercing brillano sotto la luce al neon, i capelli tirati all’insù e la solita impassibilità sul volto.
Vorrei tanto alzare la mano per salutarlo, magari si siede accanto a me. Sorrido già al pensiero.
Ma lui non mi degna neanche di uno sguardo, continua a camminare dritto fino al tavolo dove siede Max. Gli fa un cenno di saluto e poi si siede.
Ora non riesco più a sorridere.
“Vedi, ora è già triste” ridacchia Chris mordendo il suo toast al burro.
Cosa mi potevo aspettare. Anche se mi ha baciata non significa che cambi qualcosa. Magari si è pentito. O magari ero troppo ubriaco e non si ricorda nemmeno.
“Comunque oggi si esce in ricognizione” esulta Uriah con la bocca piena.
“Che cosa?” domando per saperne di più.
“Ma dove hai la testa?” mi punzecchia. “Andremo dove abbiamo fatto l’esercitazione la prima volta per vedere se c’è qualcosa di sospetto. Anche se mandando noi iniziati vuol dire che il minimo che potremmo trovare è un Escluso” borbotta poi deluso.
 
E’ molto che non esco. Stringo la giacca intorno alle mie spalle, il vento che entra nel vagone mi fa rabbrividire.
Raggiungiamo in poco tempo il Luna Park abbandonato e con un balzo tocco a terra.
“Venite qui” Quattro ci richiama tutti intorno a lui, cominciando a spiegare che si procederà a coppie e si andrà a vedere se c’è qualcosa di insolito.
“Chris e Will” “Uriah e Marlene” “Peter e Molly” continua così per circa due minuti quando mi accorgo che rimaniamo io e Tris. Menomale che non sono capitata con Drew, l’avrei picchiato ancora altrimenti.
“Io andrò con Tris” dice poi Quattro facendomi rimanere di sasso.
“Ma io sono sola!” protesto incrociando le braccia al petto. Non è giusto.
“Perché sola? Sarai in coppia con me” afferma una voce alle mie spalle “Non sei felice?” domanda Eric.
“Buona fortuna” mi sussurra Christina sorpassandomi.
Mi volto ed Eric si è già incamminato, non ha avuto nemmeno la decenza di aspettarmi.
Lo rincorro e una volta al suo fianco decido di non parlargli. E’ lui che dovrebbe dire qualcosa, dopo quello che è accaduto ieri notte.
Arriviamo in una specie di piazzale dove gli edifici che ci circondano stanno cadendo a pezzi. La desolazione regna sovrana.
“Sei più silenziosa del solito” constata volgendo i suoi occhi cristallini su di me.
“Sei più perspicace del solito” ribatto sarcastica sfidandolo.
“Qualcuno qui è di cattivo umore” ridacchia facendomi saltare i nervi.
“Qualcuno fa finta che io non esista!” esplodo piazzandomi di fronte a lui “ e non saluta nemmeno” concludo imbronciandomi.
In meno di un secondo mi ritrovo le sue labbra sulle mie nel giro di poche ore per la seconda volta.
L’arrabbiatura con lui mi passa velocemente, non riesco a resistergli.
“Così va meglio?” domanda poggiando la fronte sulla mia e carezzandomi la guancia con delicatezza.
Arrossisco vistosamente e annuisco impercettibilmente.
Riprende a camminare e si avvicina a una delle casette, aprendo piano la porta e guardandovi all’interno. Fa cosi per le altre tre case, quando mi decido di aiutarlo.
“Cosa stiamo cercando esattamente?” chiedo innocentemente picchiettandogli debolmente il dito sulla spalla.
“I Divergenti” mi ghiaccio sul posto. Non lo ha detto veramente. “Sto scherzando” ride poi circondandomi con il braccio le spalle.
“Perché dovresti cercarli?” indago continuando a mantenere il suo passo deciso.
“Perché rappresentano una minaccia” lo dice sicuro di sé “ ma non preoccuparti, non ti possono fare nulla”.
Non dico niente, devo scoprire di più su questa faccenda. Ma non adesso.
Un urlo dietro di noi ci fa staccare bruscamente, tanto che rischio di cadere.
Un Escluso ci si avvicina minaccioso con un pezzo di legno in mano, ha i capelli grigi e la barba incolta.
I suoi vestiti sono degli stracci e probabilmente soffre la fame data la sua magrezza.
“Sei morto” sibila Eric estraendo dalla fodera la pistola e puntandogliela contro.
L’Escluso sobbalza, non si aspettava che Eric passasse subito all’attacco.
“Non puoi ucciderlo” gli dico cercando di mantenere la calma “intimidiscilo e andiamocene” suggerisco tirandolo per la giacca.
Sembra contrariato alla mia idea, continua a tenere la pistola alta, ho paura di vedere un altro cadavere.
“Vattene o ti sparo” grugnisce parandosi  davanti a me “e io non scherzo mai” aggiunge fiero.
Prego affinchè l’Escluso se ne vada, so per certo che se non lo fa si ritroverà con un foro in piena fronte.
Fortunatamente quest’ultimo gli da retta e si dilegua.
Tiro un sospiro di sollievo. “Bene, ora seguimi” ordina rimettendo la pistola al suo posto.
Ritorniamo sui nostri passi e vorrei tanto sapere qualcosa su di lui, ma ho paura di essere invadente. D’altronde Eric non sembra disposto a spifferare fatti personale, è riservato.
“Come era la vita dei Pacifici prima di arrivare qui?” è lui a iniziare una sorta di dialogo.
“Non era male” ammetto “ la violenza non esiste e ti puoi sentire protetto in ogni momento”.
“Perché negli Intrepidi non ti senti protetta?” indaga alzando un sopracciglio, cosa che mi fa ridacchiare.
“Ma se durante l’iniziazione mi hai quasi colpito con un coltello!” esclamo facendogli sgranare gli occhi, forse non se lo aspettava.
Più volte avevo rischiato di perdere la vita, avevo sentito che anche nelle simulazioni qualcuno era morto per la troppa paura. Il loro cuore non aveva resistito a tanto.
“Fa tutto parte di un piano, è così che possiamo addestrarvi” spiega infastidito, come se cercare ci buttare nello strapiombo qualcuno è solo per allenarci.
“Nei Pacifici è tutto molto più semplice” penso ad alta voce senza rendermene conto.
“Certo, li ripetete sempre ‘la felicità ti accompagni’, ridicolo” si beffeggia di me facendomi storcere il naso.
“E’ un buon augurio, essere felici non è facile” protesto guardandolo imbronciata. Essere infelici è facile, non ci si accontenta mai di niente, è per questo che cadiamo nel baratro dell’infelicità come allocchi.
“E tu sei mai stata felice?” la sua domanda mi spiazza. Lo sono mai stata?
 
I campi vanno a fuoco e il fumo mi oscura la vista. Sto correndo a perdifiato, devo trovare Tris e Quattro.
Le abitazioni degli Abneganti che sono cosi semplici stanno cadendo a pezzi, gli Intrepidi le stanno buttando giù.
Vedo dei bambini venire trascinati lontano dai loro genitori che urlano per riaverli indietro. Ma non posso fare niente.
Continuo a correre per trovare Tris ma non so dove andare, non conosco il quartiere degli Abneganti.
Dei furgoni blindati arrivano e altri soldati scendono e cominciano a puntare i fucili contro degli innocenti, ma non posso fare niente.
Cerco di non farmi vedere e raggiungere le case ancora intatte, magari è li.
“Sophie” sento una voce chiamarmi. Johanna è stesa a terra in una pozza di sangue. Non respira.
Vorrei tanto urlare ma non ci riesco. Ho la gola secca e le corde vocali non vibrano più.
La scarica di adrenalina mi fa avanzare di corsa in cerca di riparo.
Un fucile è nelle mie mani. Non ci sono proiettili di vernice all’interno. Ma dei veri proiettili.
“Ferma!” ruggisce impedendomi di passare. Eric.
I suoi occhi sono scuri e mi punta una pistola contro. “E’ giunta la tua ora” ride sparandomi.
 
Sono sudata e ho bisogno di acqua. Mi guardo attorno e vedo gli altri dormire tranquillamente. Era solo un incubo. Do un’occhiata veloce all’orologio e sono appena le tre di notte.
Cerco di fare il meno rumore possibile, se inciampo sveglierò tutti.
Nel corridoio le luci al neon sono state abbassate, ma riesco comunque a vedere dove cammino.
Sento lo scorrere della fontanella e come se non bevessi da giorni mi chino con la schiena per dissetarmi.
“Sì, non sarà più un problema” sento dire. Alzo di scatto la testa, chi può essere a quest’ora della notte?
“Te l’avevo detto che se lo si minacciava nei giusti modi si sarebbe arreso”. Una risata.
Tento di nascondermi ma è troppo tardi. Le voci sono proprio dietro l’angolo.
Rimango stupita quando vedo Eric e Max spuntare dall’oscurità.
I due Capofazione mi guardano straniti, devo ammettere che Max mi fa meno paura di Eric. Infatti quest’ultimo appena mi vede comincia a ridere. Una risata strana. La stessa di prima.
“Che ci fai in piedi?” domanda Max mantenendo la solita clama che lo caratterizza.
“Avevo sete e…” cerco di spiegargli in preda al panico. Ma perché mi trovo sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato?
“Tranquillo, ci penso io e lei” gli suggerisce Eric avvicinandosi e prendendomi per una spalla. Non stringe.
I due si salutano e quando l’altro ci ha lasciati soli rivolgo lo sguardo al ragazzo accanto a me.
“Non riuscivo a dormire” mi giustifico agitandomi.
Ma il Capofazione sembra concentrato a guardarmi da testa a piedi. Sembrerò di certo una pazza con i capelli scompigliati ma mi sembra eccessivo il suo insistere.
Seguo i suoi occhi verso il basso e divento rossa. Indosso solo una semplice maglietta grigia che mi fa da pigiama e vorrei solo sprofondare.
Quando Eric si accorge che ho capito cosa sta fissando distoglie subito lo sguardo.
“Perché non riuscivi a dormire?”
“Un incubo” dico, ma non voglio più pensarci. Lui non mi farà del male.
“Ora ritorna nel tuo dormitorio! E’ contro le regole girare mezzi nudi!” mi ordina cercando di suonare minaccioso, ma capisco che non fa sul serio quando mi bacia dandomi la buonanotte.
 
Rieccomi! :)
Questo capitolo è dedicato a Eric e Sophie <3 Io li adoro **
E per nostra fortuna Eric non sembra pentito di quello che ha fatto e nonostante la sbronza si ricorda tutto :’)
Non ho molto da dire, alla prossima <3
  
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