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Autore: TaigaTakasu    11/08/2015    1 recensioni
- Non voglio ferirti, Jongin...
- Hey, va tutto bene Kyungsoo!
E ti diró una cosa: sarebbe un onore per me se mi spezzassi il cuore.
Farmi provare tale IMPERIALE AFFLIZIONE mi renderebbe felicissimo!
- Non sai quello che dici...
- Oh si che lo so. Come so che è colpa di queste bellissime stelle se sono ancora bloccato qui con te.
E devo dire...che non mi dispiace per niente...
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Sono preoccupatissima, dottoressa Hwang...mangia pochissimo e svolge la stessa ed identica routine tutti i giorni...-
- Capisco -
- Ho paura che da un giorno all'altro possa dare segni di cedimento, che i medicinali non abbiano l'effetto desiderato...e la depressione non aiuta! -
- Potremmo provare a fargli prendere altri medicinali, non antidepressivi, ma che potrebbero aiutare in un modo o nell'altro -
-Voi siete consapevoli del fatto che io sono qui e sento tutto quello che dite? -
- Gli prescriverò qualcos'altro, allora, per stare più tranquilli, va bene signora Do? -
- Si, fate pure! Riempitemi di pillole fino a farmi sembrare la versione per metà sana di Michael Jackson! -
- Tesoro...non stai bene, la depressione ti accompagna ogni giorno perchè vivi nella ripetitività delle cose -
- Mamma, io sarò anche ripetitivo, ma voglio farti notare che questa cosa che tu chiami "depressione" non mi ha ancora fatto fuori. E ci tengo a precisare che non sono depresso. Stai ingigantendo la cosa -
- Stai andando al gruppo di sostegno che ti avevo consigliato? -
- Si, ma non è una gran cosa -
- Potresti trovarlo istruttivo, sai. Lì ci sono molti casi come il tuo e non dimenticarti che sono persone...-
- Persone...cosa? -
- In viaggio con te, caro -
- Viaggio? Dice sul serio, Doc? -
- Certo. Sono sicura che da esso potresti sperimentare qualcosa che non hai mai provato prima -
Oh, come aveva ragione...




Non per offesa, ma se mi chiedessero quale sia l'invenzione più patetica a questo mondo, risponderei: "I GRUPPI DI SOSTEGNO".
Di tutte le cose più brutte in questo mondo, i gruppi di sotegno erano i peggiori. Andare lì, sedersi nel cerchio magico, guardarsi negli occhi e parlare della propria esperienza di vita. Ogni.Singolo.Giorno.
Se questa non è depressione, dovrei dire che siamo tutti in quel magico cerchio a fare un gioco di sguardi e il cancro ci metterebbe una vita per metterci K.O.
I vincitori non mancano di certo, visto che lo siamo tutti. 
Non è qualcosa di particolarmente allegro, ma neanche troppo triste. E' così così. Io lo definisco così.
Cioè...perchè andare a riunirci in un luogo comune, a condividere il nostro dolore? Per aggiungere ulteriore sofferenza a noi stessi? Patetico e inutile direi.
Il fato non è sempre generoso con chi dovrebbe meritare più di quello che ha.
Alla fine, morire di cancro non è niente in confronto al vivere sapendo di essere il mirino di mille attenzioni che ti fanno sentire come se soffocassi e preferiresti morire all'istante e farla finita. In fondo la vita è fatta per essere vissuta e beh, non farebbe differenza una più corta da una più lunga. Puoi andartene in pace. Sempre meglio che andarsene in giro con una cannula al naso e un carrellino con una bombola per respirare perchè senza creperesti nel peggiore dei modi, visto che hai un solo polmone  ancora in carreggiata, pronto a tradirti in qualsiasi momento. 
Fu stabilito che non ci è dato sapere il nostro destino, ma i "sopravvissuti" sono l'eccezione: sanno già di dover morire e come. Una lenta agonia prima del punto di non ritorno. E gli altri starebbero a guardare mentre essi deperiscono nel corpo e nell'anima. Sguardi impressionati, curiosi, compassionevoli...che dovrei farmene della compassione? 
Certo, c'è chi dice: "Sono troppo giovane per morire"...triste da sentire, davvero. Se dovessi esprimere il mio desiderio, vorrei non essere mai esistito. Un pò assurdo, ma...non si dovrebbe vivere né morire. Ci sarebbe solo il nulla. Nessuna emozione. 
Mia madre non avrebbe passato le sue giornate a dirmi di cercare di vivere una vita felice con il suo ottimismo stampato in faccia, bevendo con me i frullati alla fragola che mi piacciono tanto anche se so che la fragola non è uno dei suoi gusti preferiti (ma non vuole ammetterlo), sistemandomi la bombola ogni ora per controllare che il mio respiro sia regolare, facendomi compagnia mentre guardavo Music Bank in TV con quei cantanti miei coetanei che si esibivano di fronte a gente che viveva vite comuni, ma pur sempre felici. 
Papà non sarebbe stato tutti i giorni a lavoro a spaccarsi la schiena per cercare di comprare i miei costosissimi medicinali, non sarebbe stato lì a dirmi che mi voleva bene e che ci sarebbe sempre stato per me, non avrebbe pianto dicendo che sono ero diventato un uomo e mamma non avrebbe detto carinamente che rimanevo il suo tesoro per suscitare la gelosia di lui, che le avrebbe dato una gomitata giocosa. 
Entrambi sarebbero sempre rimasti lì, cercando di restare forti, essere felici, per me.
Io però non sarei rimasto lì per sempre. Me ne sarei andato prima o poi. 
Potrei andarmene oggi, domani, tra un mese, un anno o più in là. Magari anche ora. E lascerei solo tristezza e lacrime. Bei ricordi da lasciare ai tuoi cari, davvero. 
Tipo la merda di un uccello di passaggio sul parabrezza di un auto. Poi la merda si toglie con una bella sciacquata e il parabrezza torna a splendere. 
Per gli esseri umani non è così: gli infliggi una ferita, un dolore? Non sempre si torna a splendere...si, c'è chi cerca di ignorare il dolore, ma sa per certo che resterà per sempre lì, bruciante nel suo petto, quasi come un tatuaggio sulla pelle. Indelebile. Bel confronto...
In macchina, il viaggio sembrò più corto degli altri giorni, anche se il tragitto era lo stesso. 




Mi persi a guardare le stesse e identiche case, il cane che faceva i suoi bisogni dietro un idrante rosso, i vecchietti nel parco che passeggiavano e borbottavano per l'indecenza di una coppia che si scambiava baci su una panchina, un bimbo col ginocchio sbucciato che piangeva mentre la mamma lo tirava per un braccio, con faccia arrabbiata...
- Aspetta Kyungie, ti aiuto - disse mia madre mentre cercavo di trasportare il mio carrellino con la bombola fuori dall'auto
- Ce la faccio, mamma - dissi sollevandolo e trascinandolo per il vialetto di casa
Entrammo e in cucina trovammo mio padre mentre preparava dei panini
- Ehilà, com'è andata in ospedale? - il suo solito entusiasmo
- Bene, la dottoressa Hwang ha consigliato a Kyungie di continuare a frequentare il gruppo di supporto - disse mia madre sorridendo
-  Non potete obbligarmi ad andarci! - mi opposi salendo sul bancone e assottigliando gli occhi
- Invece si che possiamo, siamo i tuoi genitori hahahahha ironico eh? - scherzò papà, addentando il suo panino al tonno e pomodori
- Ha ha ha, già...perchè invece non mi procurate documenti falsi e mi permettete di andarmi a sparare l'erba in un locale di notte per passare una sera da vero adolescente? Ho 17 anni, per la miseriaccia, per citare Ron Weasley! - dissi il tutto gesticolando
- Ehm, non ci si "spara" l'erba hahaha - disse lui, ficcandomi un panino in bocca e zittendomi del tutto, mentre mamma rideva 
- Aigoo...siete proprio due bambini hahahaha! - disse lei, scuotendo la testa





Dopo l'ora di cena, cambiai la bombola e andai in camera mia e presi il pc per entrare su Facebook. Scoprii nuovi post con un sacco di commenti. 
Vidi la foto di un mio ex-compagno di "viaggio" del gruppo di sostegno, Kim Myungsoo, per gli amici L: un ragazzo pieno di vita, con tanti sogni e sempre gentile con gli altri. Voleva diventare un cantante, ma le cose sono andate in un altro verso. La leucemia se lo era portato via troppo presto, strappandolo dai suoi cari, a soli 17 anni. 
"Ciao fratello, resterai sempre nei nostri cuori"
"L, sei stato un dono del cielo. Buon ritorno a casa"
"Sii la nostra guida da lassù, ci mancherai"
"Il coraggio, la dolcezza, l'amore: tutto questo in una sola persona. Ciao L"
"Sei con Dio, ora. Non dimenticarti di noi"
Mi toccarono molto le tante parole che scorrevano davanti agli occhi e non potei che mettere "Mi piace" sul suo profilo. Anche se lui non avrebbe potuto fare altrettanto con me. Guardai l'ora: le 22.00.




Chiusi il computer e andai giù in giardino. Misi il carellino accanto a me e mi sdraiai sull'erba, ammirando il cielo stellato. 
Tante stelle in un cielo apparentemente troppo piccolo. Una vista meravigliosa: uno dei pochi piaceri che questa vita ti dà. Se le stelle fossero dei desideri, ne avremmo a bizzeffe di desideri da esprimere, beati noi. Neanche il genio della lampada di Aladdin te ne darebbe così tanti. 
Sospirai. Una stella cadente attraversò il cielo e si perse nell'immensità della volta celeste.






Esprimi un Desiderio.






  
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