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Autore: Ornyl    12/08/2015    1 recensioni
Anno 2040: le poche risorse energetiche rimaste sono in mano ai potenti delle varie Regioni, i cosiddetti Migliori. Nella Regione Thebe il regime pare vacillare alla morte improvvisa dei governanti Oedipus e Giocasta, che hanno lasciato orfani i quattro Principi Ereditari: due maschi, Eteocle e Polinice, e due femmine, Antigone e Ismene. La loro morte pare l'occasione giusta per i ribelli per instaurare la Prima Repubblica, ma si insedia al trono Kreon, fratello della defunta regina, e per i sovversivi parono complicarsi le cose. In loro soccorso però giunge, inaspettatamente, il principe Polinice, animato da ideali di libertà e giustizia per la popolazione, ma si contrappone a lui il fratello reazionario. I due muoiono durante uno scontro e Kreon concede onori funebri solo al nipote Eteocle e ordina di abbandonare all'oblio il cadavere del traditore, pena la morte. Ma una delle due Principesse, Antigone, dopo aver letto di nascosto le riflessioni del fratello e animata dall'intenzione di garantirgli giusta sepoltura, si allea ai ribelli del gruppo di lotta clandestino "Sfinge Rossa" e decide di combattere un regime che anche lei considera opprimente. Anche il suo animo però è in lotta, diviso tra famiglia e nuovi ideali di libertà.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le venne portato del latte tiepido e due biscotti con le gocce di cioccolato. Zio Kreon entrò nella sua stanza accompagnato da Emon e da un piccolo stuolo di domestici, tutti pallidi e stupiti, ma con lo sguardo sollevato per averla vista finalmente viva, finalmente a casa.
Zio Kreon aprì la bocca ma nessun suono uscì dalle sue labbra, almeno per i primi cinque secondi. Poi parve riprendere colore e corse verso di lei, a braccia aperte.
-Antigone- mormorò al suo orecchio. Respirava affannosamente, come se avesse corso senza fermarsi - Sciocca, sciocca Antigone ..-
Si distaccò piano dall'abbraccio, stringendole le spalle con le mani e guardandola negli occhi. Zio Kreon aveva tutti gli occhi rossi di pianto e soffiava col naso. Pareva invecchiato di almeno dieci anni.
-Sono vecchio, Goonie- Goonie. Non sentiva quel soprannome da anni. Papà la chiamava così dopo i brevi periodi di punizione nella sua stanza - Non puoi farmi questi scherzi. Non farli più-
Si sentiva in colpa. Vedere zio Kreon, o un adulto in generale, piangere era sempre una brutta botta. Si sentiva mancare l'aria.
-Sì, zio. Lo giuro-
-Giuri davvero?-
Annuì.
Zio Kreon si allontanava sorridendole tristemente e lasciava avvicinare Emon. Sentì le sue braccia calde intorno alla vita e il battito del suo cuore mentre egli appoggiava il mento sulla sua testa.
-Stupida- la baciò sulla testa, tra i capelli -Giuro che la prossima volta che scappi ti trascino per un braccio di persona, intesi?-
Gli diede un bacio sulle labbra. Anche Emon aveva gli occhi lucidi e assonnati, e ciò la fece sentire ancora più in colpa. La Quarta Principessa Ereditaria emergeva dalla sua recente sepoltura e si prendeva a botte con Antigone fuggitiva. Che orgogliosa principessa, pronta a rivendicare il proprio ruolo. Quella testa era troppo piccola per due Antigone gemelle e opposte.
Sapeva soltanto di essere stanca e di avere un forte dolore alle gambe. Aveva corso tutta la notte con poco cibo nello stomaco, senza bere acqua per rinfrescarsi, aveva visto Snakes entrare in un bordello, era venuta a contatto con la povertà, aveva viaggiato lungo le luci nerastre di un caleidoscopio di colori nuovi e cupi, e ora voleva prendersi una pausa. Voleva esser lasciata sola di nuovo, ma non aveva il coraggio di aprir bocca: doveva loro delle scuse, almeno per il momento. Emon e zio Kreon quasi lessero nel suo pensiero.
-Noi .. Noi torniamo a letto- disse zio con fare imbarazzato -Domattina ne parleremo. L'importante è che sei finalmente tornata a casa. Emon, vieni con me. Uscite tutti, avanti-
La stanza si svuotò lentamente, in un silenzio animato solo dal frusciare delle vestaglie e dei grembiuli e dagli sbadigli.
Antigone immerse i biscotti nel latte e morse con vigore. Masticava lentamente, come se fosse gelosa di un sapore che aveva dimenticato per anni, e beveva a lenti sorsi. Ismene la guardava con affetto, come non faceva ormai da anni.
-Si vede che hai fame, chissà come hai fatto a resistere per un giorno intero senza cibo-
Leccò un pezzo di cioccolato che era rimasto sul labbro superiore, poi diede un altro morso.
-Sono stata bene, invece. Me la sono cavata-
Ismene, appoggiata ad una parete con le braccia conserte e la vestaglia sbottonata, le lanciò uno sguardo sorpreso e divertito. Se solo avesse potuto parlarle delle frittelle di Orest l'avrebbe fatta ricredere.
-Ah sì, e come?-
-Ho trovato cosa potevo permettermi con pochi spiccioli-
Ismene si mise a ridere e poi sbadigliò.
-Non potevi tornare domattina ed evitare di svegliarci tutti, eh? Adesso posso lasciarti da sola o scappi di nuovo?-
-Non scappo più, lo giuro-
La vide allontanarsi verso la porta.
-Dopo mangiato fatti un bagno. Puzzi come una fogna!-
Si allontanò ridendo, poi chiuse la porta. Sentì i suoi passi in corridoio, poi un cigolio e un tonfo.
Antigone consumò lentamente l'ultimo biscotto, bevve l'ultima goccia di latte e iniziò a spogliarsi. Puzzava come una fogna, pensò. Solo come una fogna. Era normale, normalissimo, dopo un giorno intero lontana da casa, con gli stessi vestiti addosso, costretta a riposarsi sulle panchine e dietro le aiuole. Era un alibi che reggeva, pensò aprendo il rubinetto della vasca da bagno e lasciando scorrere l'acqua. Ed aveva avuto tanta fortuna da non essere stata notata da nessuno, struccata e malconcia com'era.
Perchè sei scappata, Antigone?
Zio Kreon si era limitato ad abbracciarla, per il momento. L'indomani l'avrebbe sicuramente convocata nella sua stanza di ricevimento e le avrebbe fatto il terzo grado. Aveva un alibi, ora necessitava soltanto di un motivo per cui fosse scappata.
Perchè sei scappata?
L'acqua era al livello delle sue caviglie.
Sono scappata per curiosità, zio. Piccola avventura. Non intendevo mettere in ansia nessuno di voi. Mi dispiace, davvero. Giuro che non si ripeterà.
Aveva tutto ciò che si potesse mai desiderare, avrebbe detto zio Kreon.
Lo so, ma non darmi dell'ingrata. So che non mi manca nulla, zio. E' stata solo una piccola gita, una batosta .. giovanile. Sì, giovanile. Proprio così.
Si sedette lentamente sul fondo della vasca, prese del bagnoschiuma e riempì la spugna. Si sentiva sporca come non mai, unta, come se avesse passato anni via da casa. E quella sensazione era apparsa da quando aveva rimesso piede in camera sua. Si lavava per bene, passando la spugna in ogni angolo, in ogni centimetro di pelle che attraversava; poi prendeva un grosso pugno di shampoo e lavava per bene la testa, separando ogni ciocca di capelli con attenzione e lasciando cadere scie grigiastre sulla superficie dell'acqua.
Ritornare sua Altezza Antigone Spartes Labdakou pareva dura, anche se aveva smesso quei panni da un giorno solo. E pensare che avrebbe dovuto tornare al commando, decidere quale vita condurre e chi abbandonare.
Si asciugò distrattamente i capelli e poi indossò la camicia da notte. Puntò la sveglia alle otto. Decise di dormire senza scostare le lenzuola.
 
Si svegliò al primo trillo della sveglia. Voleva prepararsi in tempo prima della colazione e dell'incontro con zio Kreon. Sciacquò velocemente il viso sotto l'acqua corrente, si diede una passata di trucco e una spazzolata ai capelli e scelse un vestito di cotone leggero, azzurrino, con una cinta bianca. Quel pomeriggio avrebbe dovuto assolutamente rendere conto e ragione di quella fuga all'intero Senato, riunito in seduta speciale. E magari l'avrebbero anche fatta visitare. Antigone portò il polso all'altezza degli occhi. Il piccolo punto che Big McKeane aveva sistemato era ancora coperto dal cerotto: nessuno l'aveva notato, per fortuna. Sospirò e afferrò un'estremità, serrando le labbra e strappandolo con forza. La piccola e sottile cauterizzazione era una sottilissima linea grigiastra, praticamente invisibile. I medici che l'avrebbero controllata non ci avrebbero nemmeno fatto caso. Era tranquilla. L'alibi reggeva. Svuotò il borsone e annusò i vestiti uno dopo l'altro, con cura, quindi cercò di coprire il tanfo di smog della felpa, del fazzoletto e dei jeans spruzzando su qualche goccia del suo profumo, sufficiente a dar l'impressione che fosse rimasta a girovagare nell'Acropoli, poi spostò il tutto nel cesto dei panni sporchi.
Due lievi tonfi alla porta la richiamarono.
-E' permesso?-
-Avanti!-
Una piccola domestica con la pelle color sabbia e la faccia piena di lentiggini si fece avanti.
-Buongiorno, vostra Altezza! Spero di non avervi svegliata!-
-Buongiorno a te, figurati, ero già sveglia. Hai qualcosa da dirmi?-
-Sì, sua Altezza vostro zio vi ha chiamata. Vi vuole vedere nella sua stanzetta dei ricevimenti!-
-Perfetto, accompagnami lì-
Seguì la piccola domestica, si chiuse la porta alle spalle e la seguì lungo tutto il corridoio e poi sulla scalinata che conduceva al primo piano. La stanza dei ricevimenti era la prima porta sulla destra, subito dopo la scalinata. La domestica bussò sommessamente.
-Sì?- la voce assonnata di zio Kreon era riconoscibile tra mille. La domestica aprì la porta e avanzò.
-Vostra Eccellenza, è arrivata vostra nipote-
-Falla entrare, Michelle. Poi chiudi la porta e ordina di far preparare la colazione-
Antigone entrò a passi lenti nella stanzetta, un piccolo ambiente dalle pareti bianche e dal pavimento in piastrelle bianche e verde scuro, arredata con mobili di legno tinteggiati di bianco e poltrone di legno e velluto verde. Zio Kreon, in camicia azzurra e gilet nero, sedeva alla scrivania con espressione assonnata ma serena, tranquilla, con i gomiti sul tavolo e le mani incrociate.
-Non ti ricordi di questa stanza, immagino-
Sorrise. Prima era la stanza dei ricevimenti di papà, che le vietava spesso di accedere. Erano alcuni dei luoghi vietati ai bambini, almeno fino alla pubertà, ma quella stanza l'aveva sempre trovata noiosa.
-Forse no- si sedette lentamente, sorridendogli imbarazzata -Erano le regole, noi bambini non potevamo entrare-
Zio Kreon rise guardandola negli occhi, poi sospirò.
-Immagino tu abbia capito perchè ti abbia convocata-
-Sì, zio. Devo porgerti le mie scuse. E' stata .. una sbandata. Una semplice sbandata. Non volevo farvi soffrire in nessun modo, a nessuno di voi. Stanotte ho pensato intensamente a come farmi perdonare-
La guardava ancora con espressione serafica e serena, con gli occhi assonnati e tranquilli. Il suo volto non pareva mostrare nè rancore nè rabbia.
-Molto bene. Hai ormai diciotto anni, non penso ti servano le ramanzine, giusto?-
Rimase in silenzio, con gli occhi bassi.
-Goonie?-
-Immagino di sì. Mi dispiace. E' ovvio che debba comunque chiedere scusa a te, a Ismene, ad Emon e a tutti gli altri-
-Antigone Antigone Antigone ..- fece giocherellare una penna stilografica tra le mani continuando a sorridere - Sei una ragazza intelligente, degna figlia di mia sorella e di tuo padre. Immagino tu abbia capito la lezione e abbia .. Insomma, capito la gravità. Cosa avremmo fatto se fossi rimasta ferita, Antigone? E se non fossi tornata a casa? Noi non possiamo più perdere altri membri della famiglia, Goonie ..-
La gola le si strinse in un nodo. Voleva piangere.
Se solo avesse potuto dirgli la verità, forse avrebbe compreso.
-Oh, Goonie ..- le strinse la mano - Goonie, avanti. Può capitare, l'ho compreso. Da ragazzo le mie bravate le facevo pure io, eh, ti pare forse che sia nato adulto? L'importante è che sei tornata a casa sana e salva e mi prometti che non scapperai più, okay?-
Come posso non scappare?
-Avanti, asciugati il viso- le porse un fazzoletto di cotone -Devo dirti una cosa bella-
Alzò gli occhi di colpo appena si calmò.
-Cosa?-
Zio Kreon si alzò e uscì dalla tasca dei pantaloni un biglietto di carta rossa, bollato con una lambda di cera color oro.
-Aprilo e leggilo, su-
Staccò lentamente le due estremità che chiudevano il biglietto.
- "Gran Ballo di Riappacificazione: la Principessa Perduta, ore 21:30 al Palazz.. "-
Si bloccò di colpo. Una risata nervosa fiorì sul suo volto. Zio Kreon ridacchiò rumorosamente.
-Niente male, eh?-
Lanciò il biglietto per aria e corse ad abbracciarlo. Aveva le lacrime agli occhi.
-Zio Kreon .. Non posso crederci .. Sono un'ingrata, lo so!-
-Ah, Goonie .. E' una storia chiusa, okay? Corri a fare colazione chè fra poco hai un appuntamento con Arakne Magoon!-
 
La morbida gonna di seta color fiamma toccava terra, producendo un debole fruscio ovattato, e saliva fino al bustino di seta e organza in tinta, attraversato da una trama di fili d'oro che si intrecciavano come fiamme fino all'altezza delle spalle. La Magoon aveva scelto per lei una corona d'alloro in oro, due pesanti orecchini di rubino e bracciali degli stessi materiali. Un paffuto collega della Magoon, Adonis Ciniereus, un ometto dai capelli ondulati color azzurro cielo e la pelle color neve, la truccava e l'acconciava con cura: rossetto color fiamma alle labbra, polvere d'oro sulle guance e abbondante mascara sugli occhi, mentre per i capelli aveva scelto una treccia olandese.
-Ecco qua- poggiò la corona sulla sua testa e sorrise - Alzatevi, vostra Altezza!-
Si alzò in piedi, ben dritta, fissandosi per bene allo specchio. La Quarta Principessa Ereditaria, Antigone Spartes Labdakou, tornava a brillare dopo un giorno di angoscia per la famiglia e l'Acropoli intera, rossa e fiera come una fiamma. Adonis batteva le mani felice.
-Tra voi e vostra sorella è impossibile decidere chi sia la migliore, vostra Altezza!-
-Avete fatto un lavoro meraviglioso. Sono un'altra persona, davvero. Ringrazi la Magoon da parte mia-
Adonis spruzzò sulla sua testa una vaporosa nuvola di lacca luccicante.
-Siamo noi a dovere ringraziare voi! Voi e vostra sorella! Siete delle stelle!-
-A proposito, mia sorella è pronta? Manca poco al ballo!-
Due colpi bussarono alla porta.
-E' permesso?-
Ismene si faceva avanti, radiosa come non mai, con i capelli d'oro raccolti nella sua stessa acconciatura e il viso splendente di rosa e azzurro. Indossava il suo stesso abito, ma di colore diverso, un azzurro chiaro che esaltava la sua pelle nivea e i suoi occhi cerulei.
-Ismene!- si voltò di scatto e le strinse le mani - Ma guardati! Guai a te se ti sento ancora ripetere di essere grassa, va bene?-
Ismene ridacchiò e l'abbracciò.
-Ti perdono soltanto per aver spinto zio Kreon ad organizzare una festa grandiosa!-
-Ma la mia ragazza è pronta o è in fase di costruzione?-
Emon entrò di colpo nella stanza, sbucando dalla porta con un gran sorriso stampato in faccia. Indossava uno smoking nero, ben attillato, abbinato ad una cravatta color fiamma e a dei gemelli d'oro e rubino. La prese per una mano e la fece volteggiare su se stessa, facendo brillare l'orlo della sua gonna di sprazzi dorati che non aveva notato. Ismene batteva le mani e faceva tintinnare i suoi bracciali.
-Sei bellissima! La Magoon ha fatto un ottimo lavoro con te! Sei l'attrazione della serata!-
-Ragazzi, vedo che siete tutti pronti!- la voce di zio Kreon tuonò dal corridoio e si sentirono i suoi passi avvicinarsi. Si fece avanti con un completo simile a quello di Emon, ma con una grossa spilla a forma di lambda sul nodo della cravatta e un aspetto decisamente più originale: un ciuffo di capelli neri striati da luci dorate si innalzava sulla sua fronte e la barba era stata eliminata, lasciando il suo viso liscio e lucido di bagliori d'oro. Anche quella sera, zio Kreon avrebbe indossato le lenti a contatto con i riflessi dorati.
-Ecco lo zio!- esclamò Ismene - Caspita che eleganza! E' sempre della Magoon, vero?-
-Già!- esclamò zio Kreon accennando un occhiolino- Ha fatto un ottimo lavoro con tutti! Siete tutti incredibili, belli come i vostri genitori! Per non parlare di te, Goonie ..-
Avvampò. Emon le diede una pacca sulla spalla.
-Sei la stella della serata. Questa festa è tutta per te- guardò il suo orologio da taschino -Andiamo. La sala è già piena, ci aspettano-
Si incamminarono lungo il corridoio e arrivarono all'ascensore. Ad attenderli c'era il Gran Consigliere con l'abito da cerimonia.
-Vostra Altezza!- esclamò appena la vide - Bentornata a casa! Non lasciateci più, vi prego!-
-Non lo farò, Gran Consigliere-
-Meno male!- schiacciò un pulsante e le portiere dell'ascensore si aprirono di scatto -Vostra Altezza vostro zio vi avrà sicuramente parlato dei rischi che avreste potuto correre, di tutti i pericoli che avrebbero potuto insidiarvi e ..-
-Basta, questa è una serata di festa- lo interruppe zio Kreon -Dobbiamo tutti divertirci senza pensieri, okay?-
L'ascensore schizzò giù velocemente e delicatamente, aprendosi poi davanti al corridoio della sala da ballo con un forte trillo. Due damerini afferrarono le maniglie delle porte e fecero accedere quel piccolo corteo formato da zio Kreon, Gran Consigliere e loro ragazzi in una stanza sfavillante di luci dorate e rossastre, con leggeri drappi appesi al soffitto, i lampadari decorati da rose e un grande buffet poco lontano. Appena fecero il loro ingresso nel salone la musica si interruppe e tutti , chi con il bicchiere di champagne in mano o chi era impegnato in una conversazione o al buffet, si voltarono verso di loro e iniziarono ad applaudire, accompagnati dai flash dei fotografi e dalle telecamere verso di loro.
-Vostra Altezza!- un fotografo mingherlino, con una macchina fotografica più grande della sua faccetta secca, si appostò davanti a lei sul tappeto rosso - Un sorriso per la vostra città che è stata col fiato sospeso per voi!-
-Com'è stato essere lontana da casa, Principessa?- una giornalista bruna, con un caschetto di capelli neri e il rossetto viola, si faceva largo tra i paparazzi e le porgeva un microfono.
-Ero uscita a prendere una boccata d'aria, nulla di male!-
Gli astanti ridacchiarono rumorosamente e due buttafuori provvidero a disperdere alcuni paparazzi. La musica riprendeva a suonare e alcuni ospiti si avvicinavano per salutare: Medeia veniva avanti con un leggero abito di chiffon violetto che le arrivava alle caviglie, decorato in vita da una fascia dorata, e una spola color indaco, con i capelli tagliati fino al collo e arricciati sulle punte tinte di blu elettrico.
-Antigone, scema che non sei altro!- le prendeva le mani e poi le baciava le guance -Almeno ti sei guadagnata una festa coi fiocchi! Ma guarda poi che abito che hai, fa' una piroetta!-
Si allontanò e volteggiò su se stessa. L'orlo della gonna si mise a scintillare nuovamente.
-Favolosa, magnifica! Herakles, Deianyr, venite a salutare!-
Herakles, in completo beige e cravatta azzurra, con il ciuffo color carota ben impomatato, veniva avanti con una ragazza formosa, in abito arancione stretto in vita tanto da esaltarle i fianchi, e una vaporosa coda di cavallo color mogano decorata da un cerchietto dorato.
-Antigone, carissima!- le baciò leggermente la mano e strinse col braccio il fianco della ragazza -Bello scherzo, davvero! Ti presento Deianyr, la mia ragazza!-
La ragazza fece un profondo inchino, avvampando improvvisamente.
-Dammi del tu, il piacere è tutto mio- disse Antigone -Siamo coetanee e per giunta ad una festa, abbandoniamo le formalità almeno per questa sera!-
Da lontano vide zio Kreon circondato dai suoi soliti amici in smoking sgargianti e amiche dalle pettinature strambe e dai vestiti dai colori metallici; Ismene si avvicinava al buffet a braccetto con Achilleus, vestito con un'attillata giacca azzurra e calzoni grigi, e seguita di nascosto dall'ennesimo fotografo. Seguì ogni suo gesto con lo sguardo: con una mano prese lentamente una tartina e la portò alla bocca. I suoi grandi occhi guizzavano sempre in direzione di quelli di Achilleus, più serpentini che mai sopra quel sorrisetto furbo e brillante. Achilleus l'aveva fatta volteggiare su se stessa e Ismene era avvampata tutta come una bambina, e le si strinse il cuore nel ricordare le parole di Iphigenia.
Già, Iphigenia. E poi Big McKeane, Amphiaraus, anche Jeanne e tutti gli altri. Chissà cosa stessero facendo, chissà se la stessero pensando, chissà cosa avrebbero pensato se l'avessero vista con quell'abito sgargiante e costoso.
Emon ridacchiava con alcuni cadetti e due sue vecchi amici di cui non ricordava il nome; il Gran Consigliere afferrava la sua terza porzione di risotto e parlottava con una robusta donna dai capelli rossastri e l'abito verde scuro; zio Kreon si avvicinava ad un piccolo pulpito al centro della sala e prendeva la parola, illuminato da un fascio di luce dorata.
-Carissimi amici e amiche! Questo piccolo, improvviso rinfresco significa molto per tutti noi. Questa serata è dedicata alla stella più luminosa dell'intera Acropoli-
Nella penombra della sala, un fascio di luce si posò sulla sua testa. Tutti si voltarono verso di lei sorridendo, stringendo i loro bicchieri con quelle mani da unghie laccate in smalto fosforescente.
-Mia nipote, la Quarta Principessa Ereditaria Antigone Spartes Labdakou. Non voglio costringerti a salire e a parlare, assolutamente no, ma .. Volevo soltanto che tutti notassero la tua sfavillante bellezza. Bentornata a casa-
Tutti applaudirono e qualcuno si mise a fischiare. Zio Kreon scese dal pulpito, che si abbassò lentamente fino a sparire dentro una piccola botola, la raggiunse e la baciò sulla fronte. I fotografi immortalarono la scena tra mille flash.
-Già da adesso questa foto farà il giro del mondo!- gridò una voce indistinguibile.
La musica suonava forte. Zio Kreon le porse una mano.
-Vostra Altezza accetta un ballo da me?-
Non aveva mai ballato in vita sua, nemmeno alla festa di incoronazione, e alle feste che organizzavano mamma e papà si sentiva troppo giovane per buttarsi nella mischia. Non era nemmeno sicura di saper ballare bene o di saper ballare proprio.
Tutti intorno a lei sorridevano. Anche una testa ben riconoscibile si era fatta strada fra gli ospiti, una testa d'uovo ben rasata per l'occasione tanto da sembrare quella di un ragazzino grasso poco cresciuto, con gli occhietti tondi e bovini ben aperti e le grosse mani che stritolavano un bicchiere di cristallo. Morrison Snakes indossava un completo e una cravatta neri, con il nodo decorato da un grosso smeraldo e un piccolo fiore bianco che faceva capolino dal taschino, e camminava sorridente e spavaldo circondato da donnette di mezza età, alcune magre e alcune grasse e tutte vestite con abiti stravaganti, di fattura scadente.
-La principessa è uno splendore!- ridacchiò con vocetta stridula una donnina bassa accanto a lui, secca come un giunco, fasciata in un abito verde e con un grosso fiocco sui capelli color cenere -Così giovane e così bella! Si farà una gran signora, come sua madre!-
Zio Kreon si avvicinò con un gesto rapido a Snakes e gli strinse la mano. Lui sorrise, lasciò il bicchiere ad un cameriere e prese un sigaro dalla tasca.
Ballarono un lento per circa cinque minuti, con tutti gli occhi puntati addosso. Era felice e commossa, pensò. Le ricordava quando papà la sollevava in aria e la faceva volteggiare sotto lo sguardo divertito di mamma e quello dei suoi fratelli che provavano ad afferrarle l'orlo del vestito.
Ad ogni giravolta la gonna mandata sprazzi dorati. Zio Kreon si muoveva elegantemente, guidandola in ogni passo, senza affaticarla. La danza finì con un inchino da parte di entrambi e uno forte scrosciare di applausi, mentre Ismene ed Emon sbucavano tra gli invitati e la raggiungevano. Una l'abbracciava, l'altro la prendeva per la vita e la baciava sulle labbra, con gli applausi sempre più forti. Zio Kreon sorrideva e si allontanava verso Snakes.
Occhi dipinti di mille colori, pettinature vaporose ed eleganti, abiti preziosi su chiunque, volti amici e sereni. Eppure si sentiva uno strano vuoto nel cuore, anche se stringeva le mani di Ismene ed Emon. Mancava qualcosa, anzi, qualcuno.
Iphigenia avrebbe indossato un lungo abito di pizzo e seta neri, pieno di decori dorati, e avrebbe ballato da regina anche con una protesi addosso; Amphiaraus avrebbe portato uno smoking simile a quello di Emon; McKeane avrebbe indossato lo stesso completo di Snakes, ma senza quell'orribile spilla di smeraldo e quello strano fiore che fuoriusciva dalla tasca; anche Jeanne sarebbe stata presente, con addosso un vaporoso abito color fumo che arrivava alle ginocchia, fasciato sulla sua bella ed esile figura, con un corpetto nero e le maniche a sbuffo.
Ed Eteocle e Polinice avrebbero fatto la pace, avrebbero iniziato a sparare le loro battute stupide e avrebbero fatto facce strane ai fotografi e alle telecamere.
-Antigone?-
La voce di zio Kreon la chiamò dalle spalle.
-Sì, zio?-
Era accompagnato da un sorridente Snakes, seguito a sua volta da un ragazzetto alto e secco dalla faccia sbilenca, con strani capelli ricci striati di bianco e un completo che pareva più grande della sua taglia.
Che cazzo di fottuta faccia da schiaffi.
-Oh, signor Snakes. Salve-
Lurido puttaniere giù le mani da mio zio o te le faccio saltare a calci.
-Immagino tu conosca già il signor Snakes, no? E' il padre di Eliza-
Sì, uno stupratore di ragazzine disgraziate che nessuno getterà mai in gattabuia.
-Sì, zio. Piacere di incontrarvi anche qui, signor Snakes-
Snakes ridacchiò, le prese la mano e se la porto alle labbra, lasciando un freddo bacio.
Chissà che porcate ci hai fatto con quella bocca, lurido porco.
-Il mio amico Snakes, appunto, chiedeva se .. Se potessi concedergli un ballo. E' un gran signore e un eccellente ballerino, mia cara. Ha tantissime qualità-
Sì, nel ruolo di stupratore con la faccia d'angelo non è male.
Da lontano vide gli occhietti del Gran Consigliere farsi tristi. Gli lanciò un'occhiata colma di compassione.
-Vostra Grazia carissima- disse prendendole la mano -Ebbene, non ho potuto non ammirarvi. Ballavate come una vera regina. Accettate dunque un ballo da me?-
Meglio accettare un ballo che essere colpite alla testa ed essere violentata. Sono una ragazza fortunata.
-Con piacere, signor Snakes-
Le luci si fecero soffuse e si unirono agli altri ballerini. Una grossa mano di Snakes si poggiò sul suo fianco e fu colpita da un brivido di disgusto, l'altra prese la sua. Incrociò i suoi occhietti bovini ed ebbe la tentazione di sputargli in faccia  e colpirlo per bene. Iniziava la danza.
-Mia figlia non fa altro che parlare di voi, Altezza ..-
-Glielo stavo chiedendo, signor Snakes. Eliza è presente alla festa?-
Snakes lanciò una risata quasi malvagiamente divertita.
-La mia piccola Lizette non è ancora abituata ai balli. Qualcuno dirà "oh, ma ha ormai sedici anni!" .. Non capisce le preoccupazioni di un genitore alle prese con una figlia femmina!-
Biascicò quell'ultima parola come se fosse un terribile insulto e in quell'attimo i suoi occhi si accesero di rabbia, poi tornarono serafici.
-Ecco, dicevo ..- disse schiarendosi la voce -Eliza non fa che parlare di voi! Mi ha mandato una lettera in cui ha parlato del piccolo tea party di qualche giorno fa. Vi ha ammirato come una regina, avreste dovuto sentire le sue parole!-
-Cosa diceva?-
-"Oh, sua Eccellenza Antigone è stata così gentile con me, papino caro! E poi è così bella!"-
Nell'imitare un tono di voce femminile Snakes assunse sembianze quasi grottesche. Cercò tanto di sforzarsi di non ridergli in faccia e di non insultarlo pesantemente che iniziarono a farle male le guance.
-Le porti i miei saluti, quando la sentirà. In effetti è una ragazza deliziosa!-
Per una volta era sincera con lui. Eliza era davvero un angioletto con un padre cafone e violento. Un giorno avrebbe dovuto andare al Tempio e pregare per lei.
-Già, una ragazza ..- biascicò quella parola quasi da pronunciarla sputando - Il college femminile alla colonia lunare è il posto giusto per lei. Impara tutto ciò che deve sapere e conoscere una ragazza della famiglia Snakes!-
-Anche qui all'Acropoli c'è un ottimo college, signor Snakes. Vorrei tanto vedere Eliza..-
Snakes le rivolse un sorrisetto nervoso che la fece impallidire. Quell'uomo era una maschera di cera e lardo.
-Ma no!- disse quasi urlando, facendo voltare due ballerini più avanti - Cioè .. Mettetevi nei panni di un buon papà che deve proteggere la sua bambina! Quando la vedo la trovo sempre così piccola, così delicata, così .. Diversa, da me-
La danza finì presto e Antigone quasi si mise a baciar terra. Lo strazio era terminato.
-Oh, ballo terminato!- disse Snakes con un sorrisetto farlo - Permettetemi di congedarmi a dovere ..-
Le baciò nuovamente la mano col suo fare viscido, poi si allontanò a braccetto con la donnina dai capelli color cenere.
-Non ho mai danzato con una creatura talmente elegante! Ah, se il vostro piedino potesse schiacciare le Periferie ..!-
Taci, Antigone, taci.
Trattieniti.
Respira.
Avrebbe voluto sgozzarlo con un colpo di tacco. Gli lanciò uno sguardo colmo d'ira che egli non seppe cogliere, circondato com'era dal suo stuolo di megere.
 
   
 
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