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Autore: Luce_Della_Sera    12/08/2015    2 recensioni
Dal primo capitolo:
“La rosa blu in natura non esiste: è solo una rosa bianca colorata. Anche io dovrò essere così: d’ora in poi, nessuno dei miei coetanei dovrà mai sapere come sono fatta in realtà!”.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16: resoconti e accordi

Micol, qui tutto normale. Tu sei già riuscita a parlare con tuo fratello? Ricordati che devi fingere di non sapere niente! Vedi cosa ti dice e cerca di farlo ragionare, d’accordo? Ora devo andare, ho finto di dover andare in bagno per scriverti! Ti aggiornerò appena possibile.
 
Ambra premette il pulsante d’invio del suo cellulare, poi gettò della carta nel wc e si allungò per premere quello dello sciacquone: dopodiché tornò in camera sua, per scoprire che Letizia stava giocando con il telefonino. Una tenue speranza si accese nel suo animo, e così non poté fare a meno di farle una domanda:
“Hai novità da Ilan?”.
L’altra si rabbuiò.
“No, niente… in realtà, stavo cercando di mandargli un sms, ma ho già perso il conto di quante volte ho cancellato tutto. Ogni cosa che ho scritto sembrava così terribilmente banale!”.
“Non penso sia così: semplicemente, sei tu che vedi tutto nero. Però forse è meglio che non ti vengano le parole nello scritto: devi dirgli a voce quello che senti, te l’ho già detto! E ti crederà, vedrai”.
“Sarà… comunque, non dovevi raccontarmi qualcosa?”.
“Forse. Cosa era, esattamente?”.
Ambra fece un sorriso ironico, poi si sedette e si fissò le ginocchia: per un attimo, sembrò tornare quella che era stata fino a qualche mese prima.
“Non vuoi parlarne?”.
Letizia era preoccupata: che stessero per entrare in un argomento troppo delicato per la sua amica? Dopotutto, la sua coetanea era timida per natura, e il fatto che fosse diventata più spigliata non voleva automaticamente dire che fosse disposta ad aprirsi per una cosa intima come l’amore! Decise che non l’avrebbe forzata: stava quasi per dirglielo, quando Ambra parlò.
“Beh, ecco … io e Akemi adesso stiamo insieme”.
“EH??? DAVVERO??? Wow! Com’è successo?”.
“Ci siamo parlate. Sono stata io a cercarla, perché dopo che mi ha rivelato di essere bisessuale è sparita, e così ho pensato che forse l’aveva fatto perché la mia reazione l’aveva spaventata …”.
“In effetti, mi ricordo che non eri molto contenta della situazione. Ma le hai detto qualcosa in merito?”.
“Qualcosa che avesse potuto ferirla, intendi? No, assolutamente. Semplicemente, quando me l’ha detto ho risposto solo che andava bene, ma anche se l’ho detto con la prospettiva di una amicizia e non di altro, molto probabilmente non sono stata convincente. Comunque sia, dopo l’ho chiamata e le ho chiesto se ed eventualmente quando potevamo incontrarci;  non sai quanta fatica ho fatto a scegliere gli abiti giusti, e non hai idea dell’insonnia che ho avuto la notte prima che ci vedessimo! Per non parlare di quanto ci ho messo per pronunciare le paroline magiche: sembravo un disco rotto, ma ero troppo emozionata. Gliel’ho detto, e lei mi ha confessato che provava la stessa cosa, sin dalla prima volta che ci eravamo viste … ero così tesa! Pensavo mi dicesse che ero pazza e che mi voleva solo come amica, e invece …”.
Letizia ascoltava, e più Ambra parlava, più lei le sorrideva: era davvero contenta. Ormai aveva imparato a considerare Ambra un’amica, anche se una parte di lei era ancora convinta di non meritare l’amicizia di nessuno, ed era felice che avesse trovato la sua felicità!
“Le cose che mi sta raccontando, le ho provate e le provo anche io. E’ proprio vero che l’amore è tutto uguale! Chissà perché c’è ancora gente che non lo capisce?”. Le venne in mente Clara, con la sua ottusità e la sua cattiveria: la ragazza stava infatti ricominciando ad essere antipatica quasi come lo era stata all’inizio dell’anno, e in classe si preannunciavano quindi altri venti di guerra; certe persone, a quanto sembrava, non cambiavano proprio mai! E neanche lei, si rese conto, era cambiata poi tanto: certo, aveva più fiducia negli altri, ma il suo essere portata a nascondere aspetti importanti della sua vita alla fine si era rivelato ben lungi da essere una misura protettiva; anzi, l’aveva portata a far allontanare la persona a cui teneva di più al mondo! Doveva parlare con Ilan, era certo: ma lui l’avrebbe perdonata? Il loro rapporto sarebbe ricominciato da zero, o aveva irrimediabilmente rovinato tutto?
“Letizia? Mi ascolti?”.
La ragazza si riscosse.
“Scusami, mi ero persa a riflettere”.
“L’ho notato”.
Letizia si ritrasse davanti allo sguardo indagatore della coetanea: che avesse fatto arrabbiare anche lei, senza volerlo? Era davvero una persona così orribile, sia come fidanzata che come amica? Abbassò lo sguardo, pensando a cosa dire, ma l’altra la anticipò.
“Ehi, Leti, ma che hai?”. Il suo tono non era aggressivo, era solo preoccupata.
“Vedrai che andrà tutto bene. Le cose con Ilan si sistemeranno presto”.
“Come fai ad esserne tanto sicura?”.
Invidiava la sicurezza che Ambra aveva in merito: lei, invece, era piena di incertezze e paure!
“Lo so e basta. Fidati di me”. Ambra sorrise: Letizia di certo non poteva immaginare il motivo per cui si sentiva così fiduciosa. Forse l’avrebbe scoperto in un futuro prossimo, ma fino a quel momento, ciò che le dava tutta quella sicurezza rimaneva racchiuso nel suo cellulare…
 
 

Micol aveva pensato e ripensato a come affrontare il fratello. Lui non le aveva detto assolutamente nulla di quello che era successo con Letizia, e si domandava quindi se fargli sapere che ne era al corrente fosse la cosa giusta; dopotutto, non erano affari suoi! Non si diceva forse che tra moglie e marito non si doveva mettere il dito? E se avesse parlato, non avrebbe messo nei guai la sua amica? Queste ad altre domande le si erano affollate in testa: ma quando aveva sentito la porta aprirsi, si era detta che doveva agire. Dopotutto, se Letizia era così spaventata da aver confessato tutto ad Ambra, era evidente che teneva alla storia con il suo ragazzo, e lei non poteva credere che ad Ilan non importasse più nulla. Conoscendolo come lo conosceva, era certa che invece gliene importasse eccome, per questo non ne parlava: ai loro genitori aveva detto che si sarebbe dedicato un po’ di più allo studio in vista della maturità e avrebbe fatto più guide per via l’esame pratico della patente, e loro chiaramente non avevano sollevato obiezioni, ma a lei la cosa era parsa un po’ strana, anche se non aveva fatto domande né a lui né a Letizia quando erano a scuola. E ora, tutto si spiegava!
“Ciao, Micol”.
“Ciao”.
Ilan la fissava, perplesso, con la schiena appoggiata allo stipite della porta.
“Tutto bene?”.
“No, non va tutto bene. Si può sapere che cosa hai combinato con Letizia???”, avrebbe voluto dirgli lei; ma non lo fece.
“In effetti ho qualcosa che mi preoccupa. Ma magari si risolve da solo”.
“Non ti va di dirmi cos’è? Se mi dai il tempo di fare la doccia, quando ho finito ne parliamo!”.
Non chiedeva di meglio. “D’accordo. A tra poco, ok?”.
Ilan, allontanandosi, si augurò che la sorella non fosse preoccupata per questioni di cuore; lui non si sentiva molto adatto a darle consigli, non essendo una ragazza! Micol, dal canto suo, si augurava che il fratello collaborasse e non si arrabbiasse troppo quando avesse scoperto cosa voleva dirgli: lei desiderava solo che le cose tra lui e la sua fidanzata tornassero a posto, ma di certo poteva fare ben poco senza la sua volontà!
 
Ilan è tornato a casa pochissimi minuti fa dalla palestra; gli parlerò quando si sarà fatto la doccia. Non ho un piano preciso, agirò di impulso. Ma qualsiasi cosa io decida di fare, spero che vada a buon fine!
 
Dopo aver finito di digitare quelle parole, inviò il messaggio e sospirò, imponendosi la calma mentre aspettava che il fratello maggiore si rifacesse sentire.

 
 
Ambra lesse il messaggio: fu tentata di incrociare le dita per scaramanzia, ma si trattenne, e continuò a ripassare con Letizia, la quale, come era successo in precedenza, si trattenne dal fare domande e chinò la testa sul libro per non mostrarsi troppo curiosa. Era convinta che l’autrice dei messaggi fosse Akemi, e pensava che fosse compito della sua compagna di classe parlarne, se e quando si fosse sentita pronta; non immaginava neanche lontanamente quanto fosse lontana dalla verità!
 
 

“Allora, che ti è successo?”.
Micol non era una tipa timida, anzi, tutt’altro; ma quel giorno sembravano mancarle le parole.
“Se non te la senti di parlarne con me, ti capisco: ma dovresti almeno provarci con mamma, quando lei e papà torneranno!”.
“No, meglio lasciare fuori mamma e papà. Dopotutto, quello che devo dirti riguarda anche te!”.
“Ossia?”.
Il ragazzo era interessato, ma ancora perplesso.
“Si tratta di Clara. Te la ricordi, vero? Ti ho già parlato di lei: la distribuisce come l’ostia quasi come se non fosse la sua, ed è molto arrogante e scorretta. Prende di mira tutti quelli che osano contraddirla o che non cedono al suo fascino, e quindi non ci ha messo molto a dare fastidio a me, ad Ambra e a Letizia. Per un certo periodo s’era calmata, ma adesso sta ricominciando…”.
Micol era perfettamente consapevole di stare prendendo l’argomento un po’ troppo alla lontana: ma non sapeva in quale altro modo affrontarlo, e non le era sfuggita l’espressione del fratello quando aveva nominato Letizia. Era evidente che, qualsiasi cosa fosse successa, lui ci teneva ancora! Clara non era certo il vero problema, ma usarla per iniziare il discorso le era sembrato necessario, e inoltre magari avrebbe potuto ricavare qualche dritta su come tenerla a bada.
“Vorrei che mi dicessi come devo comportarmi con lei; farla stare zitta sarebbe utile, e gioverebbe anche alle altre. Anzi, perché non dai consigli anche a Letizia su come arginarla? Sei più grande, perciò di certo sai come si rimettono al loro posto le ragazzine troppo boriose! E so che lei ci terrebbe ad essere protetta da te in questo senso”.
Ci fu silenzio per qualche attimo, dopodiché Ilan pronunciò tre semplici parole con tono quasi lapidario:
“Io non credo”.
“E perché no?”.
La ragazza fece del suo meglio per sembrare stupita: e si accorse ben presto che la sua piccola messinscena era stata presa per vera.
“Non ha bisogno di essere protetta, sa cavarsela da sola”.
“Non è vero: non è una donnetta spaurita e bisognosa delle gesta eroiche di un cavaliere, questo sì, ma è comunque molto fragile!”.
“Non direi. Hai idea delle stupidaggini che racconta, la tua amica tanto fragile?”.
“Stupidaggini?”.
Micol trovò ancora più difficile fingere ignoranza: anche lei in un primo momento aveva dato ragione al fratello, quando aveva saputo da Ambra come stavano le cose, ma poi aveva capito le ragioni di Letizia: e si meravigliava che Ilan se la fosse presa così tanto e non avesse cercato di comprendere la fidanzata. Che ci fosse altro di cui né lei né Ambra erano a conoscenza?
“Sì, proprio così. Mi ha mentito su una cosa abbastanza grave, e chissà su quanto altro… non so se riuscirò a fidarmi ancora di lei!”.
“Cosa ti ha detto, esattamente? Sei sicuro di non aver capito male? Le hai chiesto spiegazioni, almeno?”.
Non voleva essere critica, ma Ilan interpretò le sue parole proprio come un attacco, perché quando rispose lo fece con tono parecchio irritato.
“Certo che le ho chiesto spiegazioni! E lei lo ha ammesso. Devi sapere che quando sono andato a conoscere la sua famiglia …”.
Mentre ascoltava il fratello, Micol fu presa da un’angoscia mista a paura: si era messa d’accordo con Ambra per cercare di non far dividere Ilan e Letizia, ma più lui parlava più si rendeva conto che la situazione era più difficile di quanto avesse pensato inizialmente. E se suo fratello maggiore non ne avesse voluto sapere?
“Beh, io ci provo”, si disse. “Poi, si vedrà!”.
“Capisco come ti senti. E’ brutto quando qualcuno tradisce la fiducia di qualcun altro, specie se tra i due c’è una relazione amorosa! Però non pensi che dovresti darle una seconda possibilità? Chiunque può sbagliare, dopotutto!”.
“Giusto. Ma io ho i miei principi!”.
“Al diavolo i tuoi principi … di solito sono una buona cosa, ma non in questo caso, credimi. Cosa ne puoi sapere di come si è sentita lei, in questi anni? Magari ancora non ha superato la morte del padre! Un lutto è sempre qualcosa di particolare, no?”.
“Lo so. Ma è una cosa che purtroppo può capitare, e non c’è niente di male a dire che un genitore è venuto a mancare!”.
“Questa è la tua visione delle cose. Ma potrebbe non essere la sua, non ci hai pensato? Perché non le parli, per chiarire?”.
“Le avevo detto di riletterci su: se le andava, poteva venire lei da me per parlarne! Il fatto che non l’abbia fatto può anche significare che evidentemente non le importa poi tanto di quello che c’è stato tra noi. Non ti pare?”.
“No, non mi pare affatto”.
“Non ti pare solo perché hai deciso di difenderla a spada tratta”.
“E tu invece l’hai già condannata! Meno male che non tutti abbandonano gli altri solo per un errore, altrimenti saremmo tutti rovinati, e nessuno avrebbe più amici o partner…”.
“Adesso esageri, la stai buttando troppo sul tragico. Io non l’ho abbandonata, le ho solo chiesto di pensarci su: la considero molto intelligente, e so che capirà che ha sbagliato. O almeno, credevo di saperlo: ora inizio ad avere dubbi”.
“Ilan, è successo ieri! Dalle tempo!”.
“Se si ama veramente, anche ventiquattro ore soltanto sono tante”.
“Bravo, che filosofo. Però le tue filosofie a quanto pare valgono solo per gli altri, vero? Non per te! Vorrei proprio vedere che cosa avresti fatto tu a parti invertite! Non le hai dato neanche il tempo e la possibilità di spiegare, e ti lamenti? Sei legalmente adulto, eppure a volte ti comporti peggio di un bambino della scuola materna!”.
Ilan fece per replicare, ma proprio in quel momento la porta d’ingresso si aprì: i genitori, con le buste della spesa accanto, passarono lo sguardo dal figlio alla figlia, e viceversa.
“Tutto bene, ragazzi? Non è che state litigando?”.
La loro madre aveva capito tutto come al solito, ma nessuno dei due voleva confermarle che aveva ragione.
“Chi noi? Assolutamente no!”.
I fratelli si guardarono, mentre formulavano la stessa frase praticamente all’unisono:  dopodiché, scoppiarono a ridere, e di colpo sembrò come se non avessero mai discusso. Non parlarono più di quello che si erano detti, ma Micol, mentre aiutava i genitori a sistemare gli acquisti nel frigo, sapeva che Ilan avrebbe rimesso a posto le cose, o quantomeno avrebbe tentato… qualche minuto dopo, si infilò in bagno, portandosi dietro il cellulare, e scrisse ad Ambra.
Lei e la sua amica avevano fatto quanto era in loro potere: ora, la palla passava ad Ilan e Letizia. Solo loro, volendolo davvero, potevano far funzionare di nuovo le cose nel loro rapporto di coppia!

  
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