Crossover
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Autore: ladystorm94    30/01/2009    1 recensioni
Forza. Cuore. Mente. Tre ragazze che non si sopportano. Un magico libro scomparso. Un mondo da salvare. Un destino comune, pericoloso, pieno di insidie. Un viaggio attraverso universi che esistono solo nei libri... Dedico questa storia a tutti quelli che hanno ancora il potere di sognare, sperando che a voi piaccia leggerla almeno quanto a me piace scriverla! Buona lettura... e recensite per favore!!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Libri
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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-Messaggere di Nasuada, eh?- disse Eragon dubbioso, non appena furono fuori dall’abitazione. Di fronte a loro, le imponenti sagome di Glaedr e di Saphira, la bellissima dragonessa blu di Eragon, si stagliavano davanti a loro, l’una accanto all’altra. -Eragon…- mormorò Morgan, lanciando occhiate significative all’indirizzo del drago dorato –Non potremmo andare in un posto più… appartato?- -E’ davvero così segreta la questione?- domandò il ragazzo, preoccupato ma anche piuttosto seccato. -Più segreta di quanto pensi.- rispose l’altra, con occhi imploranti. Eragon tacque. Evidentemente stava comunicando con la mente con Saphira. -D’accordo- proclamò infine. Montate. E reggetevi forte, se ci tenete a non finire spappolate al suolo.- Le tre ragazze non potevano crederci: sarebbero salite sul dorso di un drago, un’esperienza indimenticabile per chiunque… peccato, però, che le reazioni furono diverse… -Forte!!- esultò Morgan, in preda all’emozione. -Oh, mio Dio!- mormorò Viktoria, sul punto di svenire. -Neanche per idea, io su quel… coso non ci salgo!- sbottò Giselle, atterrita al solo pensiero. -Nessun problema, Gi, vorrà dire che ci aspetterai qui…- sorrise Morgan, ma Viktoria non era del suo stesso parere: -Giselle, devi venire con noi!- insistette Viktoria, trascinando l’amica che si dimenava come un pesce preso all’amo. Alla fine, però, salirono tutti a bordo. Aggrappato alla punta cervicale della dragonessa, il Cavaliere di Draghi si sentiva perfettamente a suo agio. Dietro di lui, avvinghiata come una ventosa, c’era Morgan, che appena Saphira aveva preso il volo si era ricordata di soffrire di vertigini, ma poi non si era più lamentata e si stava godendo il panorama. Giselle, ormai rassegnata all’idea del volo, teneva gli occhi sigillati e non mollava neanche per un attimo la stretta ferrea sull’amica, i cui lunghi capelli biondi le frustavano la faccia. Infine, in preda a un pericoloso miscuglio di euforia e terrore, c’era Viktoria. Volarono per pochi minuti, giusto quel tanto che bastava ad allontanarsi da Ellesmera. Davanti a loro, la Du Weldenvarden sembrava non finire mai. Atterrarono in uno spiazzo circondato dalla ricca e verdeggiante vegetazione della foresta. Quando tutte e tre furono finalmente a terra, Eragon le seguì balzando giù dalla dragonessa e fece scorrere lo sguardo indagatore sulle ragazze. -Allora, mi spiegate una volta per tutte che cosa succede? I Varden hanno bisogno di me? Nasuada è ferita? Come…?- -Calmati, prima di tutto!- gli urlò addosso Viktoria, irritata. -D’accordo, d’accordo, sono calmo. E ora… che c’è?- -Ehm…- incominciò Morgan, cercando sui volti delle sue amiche sguardi di approvazione che non arrivarono. Poi prese coraggio: -Tutto quello che vedi, la foresta, i monti, i mari, la guerra, persino te stesso… insomma, quello che voglio dire è che… tutto quello che vedi è soltanto frutto della fantasia di un uomo. E’ soltanto un libro, una storia. Lo avresti mai immaginato?- Eragon scosse la testa, aggrottando la fronte. -Cosa? Ma… che vuol dire? Una storia? Era questo il messaggio di Nasuada?- -No, Eragon. Non esiste nessun messaggio. Noi veniamo da un mondo in cui i draghi fanno parte della leggenda e dove la magia non esiste. Siamo qui perché il vostro mondo, quello che costruiamo scrivendo storie, sta scomparendo, e noi siamo incaricate di salvarlo.- sussurrò Morgan, a testa bassa. Saphira le guardò con interesse. -Come possiamo essere sicuri che non ci state mentendo?- disse la dragonessa, parlando alle ragazze attraverso le menti. -Purtroppo non abbiamo alcuna prova, ma stiamo dicendo la verità! Dovete crederci! Abbiamo bisogno del vostro aiuto, altrimenti tutto questo mondo scomparirà!- dichiarò Giselle. Morgan le mise una mano sulla spalla. -Ho trovato!- strillò elettrizzata, strabuzzando gli occhi. -Cos’è che hai trovato?- chiese Viktoria. -Le prove! Noi abbiamo le prove! Saphira, entra della mia mente!- esultò, raggiante. -E come posso essere certa che, entrata in contatto con la mia mente, non tenterai di farmi del male?- domandò Saphira attraverso la sua mente. -Te lo giuro, io non so neanche come si fa! Facciamo così: se tenterò di entrare nella tua mente, potrai sbranarmi.- -A me va benissimo.- -Bene. Ora ti farò guardare i miei ricordi, così potrete credermi.- -Certo, ma prima posso chiederti perché preferisci che lo faccia io e non Eragon?- domandò la dragonessa, con la voce del pensiero. -Non lo so, forse perché preferisco entrare i contatto con una mente femminile.- -Sei pronta?- -Sì.- rispose Morgan sicura, sforzandosi di far riaffiorare nei minimi dettagli i ricordi, da quando erano state risucchiate dal computer, a quando avevano incontrato in Guardiano, fino al risveglio nella Du Weldenvarden. Intanto sentiva la mente di Saphira, contorta e particolare come solo la mente di un drago può essere, insinuarsi nella sua memoria e leggerla senza difficoltà, senza darle alcun fastidio, anzi regalandole una strana sensazione di pace. Quando la dragonessa troncò il contatto fra le loro menti, quasi si dispiacque. Saphira lanciò a Eragon un’occhiata preoccupata, che presto il ragazzo imitò. Evidentemente aveva condiviso con lui i ricordi di Morgan. -E’ davvero incredibile!- esclamò Eragon, rivolto alle tre ragazze –Ma sappiate che potete contare su di noi. Contribuiremo alle vostre ricerche e vi aiuteremo a salvare il mondo. Dopotutto, questo è il nostro mondo, e il minimo che un Cavaliere e il suo drago possano fare per il proprio mondo.- -Un colo avvertimento, però: non una parola. Né con Oromis, né con nessuna altro.- chiarì Morgan. I due annuirono.
  
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