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Autore: M3K1317    16/08/2015    1 recensioni
Questa long-fiction è una versione migliorata di "Inazuma Eleven personalizzato", miglioramento della quale sono grato ad Ale2000.
Anno 2091 - Italia
Tra le tecnologie avanzate e i molteplici cambiamenti avvenuti sino ad ora, un gruppo di ragazzi tenta di creare una nuova potente squadra. Ma un ostacolo è in agguato nell'ombra.
Fra misteriosi personaggi, oscuri segreti e curiose rimembranze del passato, Milo e i suoi amici riusciranno nell'intento?
[Dal capitolo 4]
"Egli rideva in un modo così sguainato che Milo dovette coprire il telefono con una mano, per impedire che il tutto svegliasse i genitori o la sorella. E sopratutto che i suoi poveri timpani si distruggessero.
Dopo la scena a dir poco surreale, il portiere sbottò, mantenendo però un tono di voce basso:
"Ma... Era proprio necessario?".
Dall'altra parte ci fu il silenzio come risposta. Ormai sembrava inevitabile."
Genere: Avventura, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8
 
Milo detestava decisamente gli opimi ed iterativi interrogativi cui era sottoposto ogni qualvolta affermasse che si sarebbe incontrato con degli amici. Non che ciò avvenisse spesso, e proprio per via della rarità di tali accadimenti, la madre del ragazzo era divenuta eccessivamente protettiva nei suoi confronti. Tal volta il gigliuccio di strade ch'egli avrebbe attraversato era troppo grande, altre volte era troppo malfamato, talvolta lo riteneva persino inadatto. Insomma, la destinazione del figlio non le aggradava mai. Per sua ventura, il padre interveniva frequentemente in suo favore, convincendo la madre che non fosse caso probo, porre tanta ansia, per un avvenimento per molti quotidiano.
In quel momento camminava lungo la strada. Purtroppo per lui, casa sua non era a due passi dal parco. Mentre costeggiava un edificio color malva, si arrestò onde riflettere un secondo. La costruzione che aveva davanti era tra gli edifici simbolici della città, quasi a parimerito col castello. La colorazione curiosa era dovuta ad un'altrettanto curiosa mania del suo primo proprietario: il questore. Quando comprò l'edificio, esso era malandato e scolorito, con un cortile arso e porte danneggiate. Ottenne il permesso di colorarlo di malva, in quanto era la vernice meno cara, tra quelle in circolazione. Anni dopo, esso fu comprato da un'anziana signora, che nella sua vita aveva conosciuto genti a cui erano state intitolati vie e palazzi. Tutti quanti la chiamavano signora Luce, che probabilmente era il suo nome, ma il cognome non era noto a nessuno. A dirla tutta, nessuno era neppure certo se fosse lecito rivolgersi a lei come "signora" o "signorina".
Milo non si era posto a riflettere sulla casa, ma bensì sugli accadimenti luschi della notte prima. Ma proprio mentre pensava ai fatti strani, se prospettava un altro di fronte a lui.
"Milo Hammer?" chiese un uomo moro, con un accenno di barba sul mento. Avrà avuto vent'anni, ma il tono suggeriva non essere lì per motivazioni puerili. Si può dire che esso spronasse il castano a sospettare intenzioni non probe. "Sì..." rispose questi con tono intimorito.
L'altro gli porse la mano, dicendo "JJ, molto piacere.". Senza cessare di trasmettere insicurezza, il portiere rispose al gesto, stringendo la mano e balbettando: "Piacere mio...".
Rammenterete certo di altri tre individui, in quel momento atti a giocare a calcio in un campetto poco lontano.
"Adesso ti faccio vedere io!" urlò Volt, correndo con la palla al piede verso Rich. Dopo aver fintanto da un lato, corse dall'altro, inseguito dall'amico, che non era stato ingannato dalla cabala. "Prendi questo!" esclamò il difensore, caricando la gamba destra dietro la schiena e slanciandola verso il pallone. Per un istante, a tutti parve di vedere la sfera di cuoio travolta da un carro tipico della Grecia Antica, mentre Rich dichiarava: "Carro di Diomede!". Colpito dalla tecnica del rivale, Volt si ritrovò senza la palla.
"Eh eh eh eh eh..." si udì provenire da un'altra zona del parco. La stagliante risata si avvicinò ai due ragazzi ed alla ragazza, mentre ad essa veniva associato un volto.
"Cristoforo Ventura..." affermò con sicurezza Tundir. L'altro, senza smettere di ridere, commentò: "Ho sentito delle urla provenienti dal campo da calcio, e non ho potuto fare a meno di giungere a controllare...". Lara era totalmente sconosciuta agli occhi del ragazzo più grande, che per aggirare eventuali conversazioni futili, fece come se la ragazza non vi fosse. Diversamente, Volt e Rich gli erano noti come suoi compagni di classe.
"Cosa vuoi?!" chiese con accenni di rabbia il centrocampista. "Far parte della squadra..." rispose l'altro "Ma tu questo già lo sai...". I due si scambiarono sguardi di sfida, mentre il più grande, si apprestava a riprendere a sghignazzare. "Pensa un po'..." commentò tra le risate questi "Siete solo in tre e vi permettete di fare gli schizzinosi sui compagni di squadra...". Tundir era sul punto di controbattere, come fu fermato da Deception, che gli mise una mano sulla spalla, onde render chiaro che non ne valesse la pena. "In verità..." si intromise Lara "Siamo in quattro...". Cristoforo squadro' i tre ragazzi che gli erano dinanzi, per poi scoppiare a ridere in maniera rumorosa e sguainata. Tra una risata e l'altra emerse una frase di senso compiuto: "Ero venuto a proporvi un modo ottimale per stabilire chi sarà il capitano della squadra della nostra scuola! Ma ora che ci penso... È evidente che siate senza speranze!".
Gli altri tre si guardarono in faccia, per poi rivolgere tutti lo sguardo sul centrocampista, che disse: "Ti ascoltiamo...". Ventura rispose prontamente cassando le sue risate: "Una partita.". Le due parole sillabate dal ragazzo parvero quasi ammutolire persino il vento, che per qualcheduno di quegli istanti, non fu udibile per nessuno dei presenti.
"Ci sto!" rispose con sicurezza Volt, spazzando via ogni risposta balenata nelle menti degli altri due "Dimmi dove e quando!". "Questo week end, qui al parco... Tre contro tre..." spiegò l'altro "Il vincitore sarà il capitano della squadra, mentre il vinto la lascerà definitivamente...". Tundir annuì, per poi fissare chi lo frobteggiava. Se gli sguardi umani fossero lame, I loro due sarebbero stati in pieno duello, senza esclusione di colpi o parvenza di conclusione. A terminare il tutto fu Ventura, che salutò con un freddo "Ci vediamo." e si allontanò riprendendo a ridere per l'ennesima volta e in modo incontrollato.
Mentre tutto ciò aveva luogo, un ignaro di tali fatti, ma sciente di ben più gravi accadimenti, il cui prodromo si prospettava a lui, Milo era immobile di fronte all'edificio color malva, esattamente ove era stato raggiunto da JJ. La conclusione del loro dialogo era incisa nella mente del castano, senza che egli potesse far a meno di rivolgervi il pensiero.
"Non ci abbasseremo a codesti livelli!" aveva risposto con fermezza tale da intimorire egli stesso. L'altro, al contrario non si era neppure scomposto, anzi, sembrava attendere un tale controbattere da parte del ragazzo, al quale poi disse: "Puoi scegliere di non cavalcare lo squalo, ma come fai a sapere che non ti troverà onde divorarti ugualmente?". Detto ciò si era allontanato, senza accennare la minima sorpresa.
"Perché?" non poteva fare a meno di chiedersi Hammer "Perché stanno avendo luogo tutte queste stranezze?". Le sue riflessioni non erano più tentativi vani di trovare una soluzione all'enigma nel quale si era ritrovato, ma erano, invece, atti a capire per quale causa vi si fosse invischiato. Come egli pensava ciò, il cancello del giardino che si trovava alla sua destra si spalancò automaticamente, e da esso uscì una donna anziana, coi capelli bianchi e gli occhiali da vista sul naso, vestita con una tunica da notte blu pesante ed una cuffia. Era in ciabatte e si faceva strada con un bastone. "Ti serve aiuto giovanotto?" domandò al castano. "Oh!" esclamò lui, destato dallo zibaldone di riflessioni che aveva in capo "Buongiorno signora Luce.".

ANGOLO DELL’AUTORE
Un altro capitolo pubblicato a fatica col cellulare... In ogni caso... Ecco l'entrata in scena vera e propria di Cristoforo e di JJ... Ringrazio, come sempre, JKEdogawa per la recensione e per i consigli... E saluto ogni lettore che sia arrivato fin qui.
  
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