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Autore: Robigna88    17/08/2015    1 recensioni
Harvey Specter è il mediatore più brillante di New York.
Lisa Sullivan è una donna comune con qualche segreto e molte difficoltà.
Cosa succede se Harvey incontra Lisa?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harvey Reginald Specter, Mike Ross, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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6.

 

 

 

“Pronto a tornare a casa?” Lisa si fermò sulla soglia della porta e sospirò guardando con un sorriso Bruno.

L’uomo se ne stava seduto sul letto, indossando i suoi pantaloni color cachi e il suo maglioncino azzurro sopra la camicia chiara; in pieno stile Bruno Rossetti. La guardò regalandole un sorriso e Lisa pensò che somigliava molto a sua madre, o almeno a sua madre da giovane. Ricordò, con un vago senso di tristezza, il giorno in cui si erano seduti a terra, su un grande tappeto verde, e avevano sfogliato un gigantesco album pieno zeppo di foto di ogni tipo.

Di alcuni Bruno non aveva saputo dirle assolutamente nulla, con l’età che avanzava la memoria sembrava dileguarsi lentamente ma gradualmente e purtroppo nessuno poteva fare niente per impedirlo.

Di altri invece le aveva raccontato storie straordinarie, come le avventure di sua cugina Serafina che per anni aveva raccolto le olive nelle campagne dei ricchi agricoltori siciliani e che aveva finito per sposarne uno.

Della Sicilia e di quella sua cugina che lui chiamava amorevolmente Fina, aveva parecchi ricordi e nessuno di loro sembrava volersi cancellare dalla memoria.

“Prima è passato il tuo amico,” le disse alzandosi. “Quello con i capelli gellati e il completo italiano da almeno duemila dollari.”

Lisa gli si avvicinò di qualche passo. “Intendi Harvey Specter?”

“Esatto,” mormorò lui inforcando gli occhiali. Le lenti rotonde gli davano un aspetto sbarazzino, persino un po’ stravagante. “Harvey… ha uno stile niente male, devo dire. Mi ha portato un’ottima bottiglia di vino italiano. Ha detto che fa bene al cuore, e mi ha detto alcune cose, in quanto mio avvocato…”

Bruno lasciò la frase a mezz’aria, ma Lisa sapeva di quali cose stesse parlando. Si prese un attimo per capire se quel bruciore che sentiva pungerle la bocca dello stomaco era rabbia o gratitudine; spettava a lei parlare a Bruno di quelle cose ma forse Harvey sapeva che non avrebbe mai trovato il coraggio necessario a farlo.

Ancora una volta si fermò a riflettere sulla follia di tutta quella situazione, a quanto la sua vita fosse cambiata in così poco tempo, a quanto Harvey Specter si stesse rivelando diverso da come lei lo aveva immaginato.

Forse, si disse mentre si metteva a sedere sul letto di suo zio, non sarebbe finita dopo il sesso… forse lui avrebbe davvero potuto amarla. Il pensiero che presto avrebbe dovuto lasciare New York per tornare in Italia con Bruno la riportò alla realtà con una forza talmente brutale ed inaspettata che quasi le venne da piangere. Ma si trattenne e si sforzò di mantenere il controllo; sarebbe finita ancor prima del sesso, e quel sesso non sarebbe mai diventato amore.

Dubitava che lui sarebbe rimasto ad aspettarla per chissà quanto tempo. E in fondo perché avrebbe dovuto? Lei non sarebbe mai stata adatta ad uno come Harvey. Al massimo sarebbe tornata a servire drink a quelli come lui in qualche bar e tutto sarebbe finito com’era iniziato; con delle tartine al salmone, qualche bicchiere di troppo, un sorriso e l’illusione di essere speciale per qualcuno che di ordinario, nella propria vita, non aveva assolutamente nulla.

“Non so se essere arrabbiata con lui perché te l’ha detto o se essergli grata… non so se avrei saputo trovare il coraggio o le parole giuste” disse stringendo la mano di suo zio che nel frattempo si era rimesso seduto.

“Immagino che non debba essere stato facile per te sapere che… che ho fatto un bel disastro” scherzò l’uomo. Ma nel suo tono c’era solo tanta amarezza.

Lisa si strinse nelle spalle. “Ho sempre saputo che sei un pasticcione. Solo che non avevo capito fino a che punto.”

“Mi dispiace Lisa” sussurrò Bruno. “Non sapevo che ci fosse qualcosa che non andava nei miei documenti… all’inizio. E quando l’ho scoperto, appurato che i tuoi erano tutti in regola… beh ho pensato che se nessuno se ne era accorto fino ad allora…”

“Già…” Lisa annuì abbassando lo sguardo per un attimo, poi rialzandolo per fissare un punto imprecisato della stanza. “Scommetto che non avevi pensato che se mai avessi avuto un infarto sarebbe saltato fuori che qualcosa non andava vero?”

Bruno scosse il capo accennando una risata. “Avrei dovuto pensarci. Beh… che vuoi farci? È la vita. Ma dimmi… cosa c’è tra te e quell’avvocato?”

Lisa si passò una mano tra i capelli. “A dire il vero non lo so. Ma non ha importanza. Qualunque cosa sia finisce oggi. Se dobbiamo tornare in Italia…”

“Dobbiamo?” la interruppe Bruno. “I tuoi documenti sono in ordine, sono solo io quello che se ne deve andare.”

“Io sono tutto quello che hai zio Bruno. Non ne discuteremo neppure, io torno in Italia con te.”

 

 

 

****

 

 

 

Il palazzo in cui viveva Harvey era esattamente come se lo era immaginato. Quando era entrata e aveva visto quella specie di piccolo salottino nell’angolo destro, Lisa si era chiesta quanto diavolo costasse vivere lì. Era stato un pensiero istintivo, forse dettato dal fatto che aveva avuto la sensazione che persino le maniglie delle porte in quel posto costassero quanto metà della sua casa.

Ma d’altronde uno come Harvey dove altro avrebbe potuto vivere? Un avvocato brillante e di grande successo… non poteva certo abitare in una piccola casa di periferia o in un fatiscente palazzo.

Era stato piuttosto facile procurarsi il suo indirizzo. Quando aveva chiamato il suo ufficio e Donna le aveva comunicato che era già andato a casa perché aveva dei documenti da studiare per un caso molto importante, tutto quello che aveva dovuto fare era stato chiedere se per caso l’avesse disturbato se fosse passata a trovarlo. Donna le aveva assicurato che non sarebbe stato un disturbo e le aveva detto di prendere carta e penna per appuntare l’indirizzo.

Le aveva anche dato una piccola “dritta”, consigliandole di portare la cena, perché difficilmente Harvey si sarebbe ricordato di mangiare altrimenti.

Così Lisa aveva preparato una teglia di lasagne, anche se non aveva intenzione di trattenersi a lungo.

Una volta di fronte alla porta giusta, allungò la mano libera e bussò per tre volte. Stava per bussare una quarta quando si aprì.

Harvey la fissò con un’espressione sorpresa. Uno stupore talmente genuino che a Lisa venne da ridere. Era vestito casual, con un paio di pantaloni scuri e una maglietta grigia, i capelli leggermente spettinati e in mano un bicchiere di vino rosato.

“Lisa,” mormorò incredulo. “Cosa ci fai qui?”

Lei fece un grosso respiro. “Avevo bisogno di parlarti, così ho chiamato il tuo ufficio e Donna mi ha detto che ti avrei trovato qui.”

“E quella?” l’uomo indicò la teglia stretta nelle sue mani.

“Donna mi ha anche suggerito di portarti qualcosa per cena. Ha detto che lavori ad un caso molto importante e che se non ci avessi pensato io probabilmente ti saresti persino scordato di cenare. Così ho preparato le lasagne.”

Harvey sorrise, e agli angoli dei suoi occhi si crearono quelle pieghette che gli facevano lo sguardo furbo ma dolce. “Donna ha ragione. Vieni dentro, così possiamo parlare mentre ceniamo.”

Lisa annuì avanzando di qualche passo. Poi aspettò che lui richiudesse la porta e lo seguì fino alla cucina. Mentre lui le prendeva le lasagne di mano e le metteva a riscaldare nel forno a microonde, la donna si guardò intorno e notò che, come il suo ufficio, anche il suo appartamento offriva una vista mozzafiato sulla città. Era una casa bellissima, proprio come la casa che aveva sempre immaginato lei quando si era spinta oltre e aveva sognato un futuro fatto di indipendenza e tranquillità economica e non solo.

“Ti piace la casa?”

La voce di Harvey la riportò alla realtà e mentre lui la aiutava a togliersi il cappotto, lei fece cenno di sì col capo fissando gli occhi sulla porta di una stanza. Dal punto in cui si trovava poteva intravedere un grande letto e si chiese quante donne ci avessero dormito sopra.

“Hai una casa davvero stupenda,” mormorò voltandosi per sorridergli. “Ma prepara la tavola solo per te, io non mi tratterrò a lungo.”

“Perché? Hai da fare per caso?”

“Devo…” farfugliò Lisa. Ma non c’era un modo buono per dirgli che era andata lì per salutarlo. Un addio probabilmente. “Io…”

“Lisa,” le disse Harvey avvicinandosi ancora di più a lei. “Stai bene?”

Lei annuì aprendo e chiudendo i pugni un paio di volte, nella speranza che le mani le smettessero di tremare. Ne alzò una e gliela poggiò sul viso, accarezzandogli le labbra con il pollice.

“Pare che questa volta tocchi a me” gli sussurrò.

Harvey le baciò la punta del pollice prima di parlare. “Tocchi a te cosa?”

“Non sapere cosa dire.”

Lui abbozzò un sorriso ricordando quando al loro primo appuntamento aveva fatto scena muta quando l’aveva vista bellissima sulla soglia di casa. Stava per dirle qualcosa quando lei lo baciò. Un bacio delicato, ma deciso.

L’uomo piegò poco il capo, con la punta della lingua le solleticò le labbra e quando lei le dischiuse, rispondendo a quel tocco, tutto si fece più caldo. Lisa gli circondò il collo con le braccia, poi affondò le mani nei suoi capelli mentre lui se la stringeva al petto avvolgendola con entrambe le braccia. Con un gesto veloce lui la sollevò da terra e la portò dritta in camera da letto senza smettere di baciarla.

Solo quando raggiunsero il letto si staccò da lei, il tempo necessario a farla sdraiare. Lisa lo osservò mentre dolcemente le sbottonava la camicetta, accompagnando la discesa verso l’ultimo bottone con dei baci leggeri sul collo, tra i seni, sull’addome. Poi, dopo averle sorriso, Harvey si sfilò la maglietta e si piegò fino a poggiare di nuovo la bocca sulla sua.

Lei gemette contrò le sue labbra, appagata dal calore delle sue dita che le stringevano prima le mani, poi i fianchi.

Quando interruppero il bacio per respirare, Lisa gli prese il viso tra le mani e lo guardò dritto negli occhi. Si accorse, mentre quello sguardo bello la osservava in attesa, che lo amava e non le era più possibile negarlo. Per quanto assurdo fosse, per quanto affrettato sembrasse… lei si era innamorata di lui. Del suo modo di fare, del suo modo di essere, di quelle labbra che ora arrossate sembravano affamate di lei.

“Vorrei dirti una cosa, prima” gli sussurrò. “Ma ho paura che potrebbe rovinare questo momento ed io voglio che sia perfetto.”

Harvey scosse poco il capo, dandole un rapido bacio prima di guardarla di nuovo. “Non c’è niente che potrebbe rovinare questo momento.”

“Promesso?”

“Promesso.”

“Io ti amo,” confessò lei. “Non so quando sia successo, ma ti amo.”

Harvey sembrò irrigidirsi per un attimo, poi Lisa lo sentì rilassarsi nuovamente. Pensò che era un buon segno anche se non sapeva cosa le avrebbe risposto. Le sarebbe andata bene qualunque parola, perché in fondo quello era un addio, anche se lui non lo sapeva.

L’uomo però non disse nulla, semplicemente poggiò le labbra sulle sue e in quel bacio Lisa trovò la sua risposta.

 

 

   
 
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