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Autore: MuchLoveNoah    18/08/2015    2 recensioni
Noah Regan si trasferisce all'estero per portare avanti i suoi studi. Incontrerà quattro ragazzi un pò strani, ma tutto sommato simpatici, durante il suo soggiorno. Non può immaginare a cosa la porterà questo incontro.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Capitolo 10


 

(ho scritto questo capitolo mentre ascoltavo : https://www.youtube.com/watch?v=K_AYf7-B9VA , mi farebbe piacere se la ascoltaste mentre lo leggete c: )

E’ il momento di scegliere.
Forse sì. Il problema era che dentro di me lo sapevo, sapevo che non potevo andare avanti a lungo, ma non sapevo darmi delle risposte. Non mi ero mai vista al fianco di nessuno, tanto meno di uno tra due amici, due amici che sarebbero cambiati se io avessi preso una decisione. Due amici che avrebbero cominciato a salutarsi freddamente in una mattina apparentemente ordinaria, due amici che avrebbero cominciato a chiamarsi tali solo per delle convenzioni.
Scossi la testa, non potevo, semplicemente non potevo. Tristan mi guardava con uno sguardo afflitto, mentre Brad mi rivolse lo sguardo di chi pur essendo dispiaciuto non poteva fare diversamente.
-“Lo sai che è meglio per tutti vero?”- disse Brad alzandosi e venendomi davanti, pronunciando queste parole con una voce tremolante. Io esitai.
-“Brad, ti ricordi quando hai detto che mi avresti lasciato libera?”- lui annuì intristito –“sono io che vi lascio liberi”- dissi con la voce rotta dal pianto. Lui sembrò non poterci credere per un attimo; poi quel suo sguardo tornò, e si rivolse a Tristan che non era altro che più afflitto.
Non era così che saremmo andati avanti, qualcuno avrebbe detto che avevo paura di prendere un decisione, e forse era vero. Ma più di tutto mi spaventava la certezza che se avessi scelto niente sarebbe più stato lo stesso per nessuno. Era meglio così. Meglio per modo di dire; invece che sentirmi alleggerita le lacrime continuavano a scorrere sul mio viso, e potevo immaginare come si sentissero Tris e Brad.
Mi preparai senza riuscire a fermare i singhiozzi; mi guardai allo specchio: semplicemente distrutta. Non ero mai stata tanto male, non mi era mai capitato di non riuscire a gestire la mia sfera emotiva. Uscii dalla porta guardando di sfuggita Tristan e Brad, che erano rimasti lì dove li avevo lasciati, semplicemente impotenti. Andai a lavoro continuando a piangere; la gente mi guardava, chi in imbarazzo, chi dispiaciuto o indifferente. Mi stavo odiando per questo mio lasciarmi andare.
Il mio compito era esattamente uguale a quello del giorno precedente: decorazioni in vetro, posizionarle o gettarle via. Lo feci, non con molta attenzione; ero lenta e mi distraevo spesso. Ad un certo punto una scatola mi scivolò dalle mani, e le decorazioni che vi erano dentro non fecero altro che andare in frantumi. Mi chinai per raccoglierle; ma notai quanto quella situazione insulsa mi potesse rappresentare: una decorazione di vetro, apparentemente bella e solida, sembra che non cadrà mai, che sarà sempre così: intatta e perfetta. Ma poi ci si rende conto di come con una leggera spinta possa cadere e rovinarsi per sempre. A pezzi, ecco cos’ero.
Mi sedei sul pavimento chiudendomi in un pianto disperato, tra le lacrime riconobbi un paio di scarpe familiari ; subito dopo si chinò vicino a me Ariana. La guardai, vedevo solo la sua immagine sfocata tra tutte le lacrime che stavo versando.
-“Me l’avevi detto eh”- dissi con una voce irriconoscibile. Lei scosse la testa.
-“Non ha più importanza ora”- disse rivolgendomi un sorriso triste e comprensivo.
-“Sono a pezzi Ari… dovevo stare lontana, ecco cosa”- dissi piangendo. Lei tentò di calmare il mio pianto abbracciandomi.
-“Io… lo so. Lo so come ti senti”- disse piano –“ma non devi fare così”- disse guardandomi e asciugandomi le lacrime. Notai che la responsabile ci stava fissando.
-“Ascolta, non posso stare ancora qui, torno in college ma se hai bisogno di me chiamami”- disse guardandomi, io annuii –“cerca di farti forza, non ti ho mai vista così e non voglio cominciare oggi”- disse triste. La guardai allontanarsi.
Mancanza. All’improvviso. Come si fa a sentire la mancanza di qualcosa che non si ha mai avuto? Mi ero illusa di avere qualcosa, avevo vissuto in un film. Mi ero sempre definita una persona con i piedi per terra, eppure questa volta avevo fallito miseramente.
Ero innamorata? Non ero neanche capace di pensare a qualcosa che potesse andarci vicino. Poteva fare davvero così male, pur non essendoci talmente tanto dentro?
I sentimenti ci fregano sempre; ci prendono di petto nei momenti più inaspettati, ci straziano e tormentano fino alla fine, per poi lasciare un grande vuoto e tante domande che forse non riceveranno mai risposta. Non si vive per soffrire, non per questo; eppure tutti ci passiamo prima o poi. Anche io, quella che se n’era sempre tenuta lontana, soprattutto per la paura di quello che poi mi stava accadendo in quel preciso istante. Non pensavo potesse fare tanto male, che fosse qualcosa di così lacerante tanto da farti arrivare al non capire più te stesso.
La mia giornata fu un miscuglio di cose confuse, a caso e senza senso e connessione logica. Avevo un pensiero in testa, e non pensavo ad altro. Ecco a voi la ragazza che avete sempre dipinto come forte: un soffio in una giornata normale della sua vita normale ed era finita in mille pezzi.
Uscii dal supermercato vagando senza un’idea precisa. Non volevo tornare in college, non così, ma non sapevo dove andare. Era freddo, ero sola, nel dolore e nelle lacrime. Poteva essere peggio di così? Improvvisamente cominciavo a capire tutti i testi di quelle canzoni che avevo sempre ascoltato; scritte per quelli come me in una notte simile.
Arrivai davanti a Marshall, quel negozio in cui ero entrata qualche mese prima con un ragazzo qualsiasi, senza immaginare tutto questo. Decisi di sedere su una panchina in prossimità dell’entrata, guardare le famiglie felici entrare ed uscire era strano: c’erano passati anche loro prima?
Improvvisamente vidi accostare una macchina. Il finestrino si abbassò e riconobbi il volto di Brad, che mi fece segno di salire. Esitai, ma poi decisi di salire; ormai il peggio era andato.
Salii in silenzio, e anche Brad continuò a guidare sena proferire parola.
-“Perché ci tenevi che salissi? Non abbiamo più molto da dire noi due”- dissi piano. Notai che Brad continuava a guidare, sempre dritto, e si era addentrato in una stradina di Boston. –“Brad?”- dissi con un tono più deciso. Lui frenò di colpo, in mezzo alla stradina in cui eravamo.
-“Non puoi fermarti qui”- dissi ad alta voce.
-“Al diavolo”- disse urlando, per poi voltarsi verso di me –“vuoi sempre decidere tu, avere tu l’ultima parola, come se sapessi già tutto”- ci fu del silenzio –“Sai cosa? Ascolta tu me. Qui nessuno lascia libero nessuno”- disse guardandomi negli occhi –“Ti amo Noah. Così tanto che ti direi di sì tutti i giorni. Ma non deve essere per forza così. Non penso che smetterò di amarti, almeno non a breve. Ma se ti amo ora è perché prima di tutto siamo diventati amici, e posso continuare ad esserlo. Farò un passo indietro, va bene”- disse con convinzione.
-“E a quale scopo? L’amore deve essere bianco o nero, non grigio. Non è giusto”- dissi piano.
-“Posso sopportare di averti come amica, ma non di non averti più”- disse guardandomi negli occhi. Ci fu del silenzio.
Poi alle spalle di Brad vidi riflessa tantissima luce, di un bianco abbagliante. Ci furono parecchi rumori, prima una suonata di clacson e poi rumori sempre più confusi. Fu tutto così veloce.
E poi buio.

 

-Solito angolo-
 
Buonaseeera
Mi scuso per avervi fatto aspettare, ho avuto tanto da fare e questo capitolo ha richiesto tempo. E’ molto introspettivo, un po’ diverso dal solito soprattutto nel finale
(non odiatemi dai). Lo avevo già in programma, tutto sommato mi piace e spero lo apprezziate c:
Nota veloce: sì, la canzone è di Ariana Grande e sì, ho dato ad uno dei personaggi il nome Ariana;
ma no, non sono una sua fan. Mi piace qualche sua canzone (tipo quella del link), però non la seguo; Ariana, compagna di stanza di Noah, è un personaggio creato sulla base di una persona realmente esistente e che conosco in prima persona.
Nulla, stasera diluvia e amo ‘sto tempo, in più è tardi e sarebbe il caso di andare a dormire.
Vi lascio il mio ask, così se avete voglia di vedermi, chiacchierare, o informarvi sul capitolo: http://ask.fm/NoahStayStrong (creiamo confidenza ahaha).
Penso sia tutto, ovviamente nuovo capitolo
quando e se ci saranno recensioni!
A presto!
 
 

  
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